La storia infinita dei Centri civici cittadini

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Foro Annonario – Senigallia

Molto della recente campagna elettorale, che ha portato al cambio di governo senigalliese, si è giocato sul tema della partecipazione alla scelte più importanti della vita cittadina. In diverse occasioni si è denunciato un deficit di consultazione dei residenti e non solo tra le fila dell’opposizione, dove era quasi scontato aspettarsi questa sottolineatura, ma anche tra alcuni esponenti dell’ex maggioranza, in un ‘mea culpa’ che confermava l’evidente scollamento tra la base e il ‘palazzo’. E l’Amministrazione Olivetti, in questa fase iniziale del suo mandato, sta dedicando particolare attenzione anche alla partecipazione attiva alla vita amministrativa di Senigallia, “intesa come città e frazioni – è scritto in un comunicato stampa dell’amministrazione – partecipazione dei cittadini fondamentale e prevista dallo stesso Statuto comunale”.

Un tempo c’erano le Circostrizioni (Centro, Nord, Sud e territorio interno) con tanto di consiglieri eletti in occasione delle consultazioni amminstrative, presidente, maggioranza e opposizione. Avevano sostanzialmente un potere consultivo, ma il peso specifico era tutt’altro che marginale. Inoltre il radicamento nel territorio era ancor più confermato dalla presenza dei Centri sociali in cui si promuovevano iniziative, momenti di confronto, dibattiti (a Senigallia erano particolarmente attivi quelli del Molinello e delle Saline). Poi, in una progressiva ed inarrestabile liquefazione della partecipazione alla cosa pubblica, la legge n. 42/2010 ha soppresso le Circoscrizioni comunali nei Comuni con popolazione inferiore ai 250.000 abitanti, decretando la fine di questi organismi di partecipazione.
Le motivazioni erano sostanzialmente di tipo economico e di riordino più efficente della macchina amministrativa. Ma lo scollamento tra base e governo si è accentuato, tanto più con un Consiglio comunale meno incisivo e l’accentramento di potere nella figura del sindaco. Forse si spiegano anche così i tanti ‘comitati cittadini’ che, di volta in volta, nascono e muoiono in concomitanza con altrettante esigenze di quartiere, perché comunque l’esigenza di una interlocuzione più immediata, anche in un comune non tanto grande, si avverte e non sempre i consiglieri comunali sembrano rispondere a questa necessità.

Abbiamo interpellato il vicesindaco, Riccardo Pizzi, che ai microfoni di Radio Duomo ha detto: “Abbiamo sempre sostenuto che per avere una Senigallia migliore, prima di prendere le decisioni, è fondamentale andare in mezzo alla gente, ripartire dall’ascolto e dal confronto con il territorio (cittadini, famiglie, attività economiche, associazioni), con particolare attenzione alle frazioni. Far presente le problematiche della nostra città e condividere poi le possibili soluzioni rappresenta il modo più adeguato per responsabilizzare tutti ad aver cura di Senigallia per renderla migliore.
Per mettere in pratica i principi contenuti nello Statuto e per dare attuazione concreta al percorso di avvio dei Centri Civici, questa Amministrazione dopo solo qualche settimana dal suo insediamento sta attivando un percorso di condivisione del progetto dei Centri Civici medesimi, approvati in passato e mai attuati. L’Amministrazione Olivetti vuole riprendere tale progetto, condividerlo con i cittadini per apportare modifiche, eliminare le criticità e per attuarlo sul territorio in maniera snella e pratica”.

Laura Mandolini

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