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‘Non esistono ragazzi cattivi’. L’affollato incontro a Cesanella per confrontarsi e muovere azioni

Affollato l'incontro del 7 ottobre 2025 all'oratorio parrocchiale alla Cesanella di Senigallia, dal titolo "Non esistono ragazzi cattivi"

La paura di non sapere fare i conti con le nuove generazioni, adolescenti in primis. Spaventano spesso i ragazzi e le ragazze di oggi. Ci accorgiamo anche qui, in una piccola città, del loro disagio diffuso e questo crea spesso insofferenza, timori, fastidio. Luoghi insospettabili del centro storico come della periferia eletti a ritrovo pomeridiano e molto spesso notturno, anche fino a tarda notte, possono trasformarsi in campi di battaglia in cui sperimentare l’ “ebbrezza” del vandalismo, casse di risonanza per ruvidi, pesanti linguaggi, terreni recintati da cui gli adulti stanno volentieri alla larga.

Sarà anche per questo che il salone dell’oratorio della parrocchia di Cesanella ha fatto il pieno martedì 7 ottobre scorso, in un incontro dall’accattivante titolo ‘Non esistono ragazzi cattivi’ preso in prestito dal libro dello storico cappellano del carcere minorile ‘Beccaria’ di Milano, don Burgio. Si esce di casa, in un dopocena infrasettimanale, per guardarsi in faccia, sentirsi parte e dialogare su un fenomeno che chiede attenzione e solleva più di una preoccupazione. Un titolo che è tutto un programma, rieccheggiato nelle testimonianze di tre voci complementari, del loro starci per davvero in mezzo ai giovani: quella del dirigente scolastico dell’Istituto ‘Corinaldesi – Padovano’ di Senigallia Simone Ceresoni, del parroco di Marina di Montemarciano don Andrea Rocchetti e dell’operatrice sociale, criminologa Catia Sorcinelli. Tre approcci e altrettante attenzioni e responsabilità per arrivare, a cerchi concentrici, a scelte ed azioni che riguardano tutti, proprio a tutti, ognuno per quanto può, deve e sa fare. Ed ecco che inevitabilmente il focus si sposta dall’analisi dell’adolescenza di oggi agli adulti, ai ‘grandi’, sollevando più di una domanda sulla loro capacità di essere tali, di vedere i volti, andare al di là della denuncia securitaria.

A Senigallia l'incontro dal titolo "Non esistono ragazzi cattivi". Da sinistra il parroco della Cesanella don Andrea Franceschini, la criminologa e educatrice sociale Catia Sorcinelli, il dirigente scolastico Simone Ceresoni, il parroco di Marina e Montemarciano don Andrea Rocchetti e il viceparroco della Cesanella don Matteo Guazzarotti
Da sinistra il parroco della Cesanella don Andrea Franceschini, la criminologa e educatrice sociale Catia Sorcinelli, il dirigente scolastico Simone Ceresoni, il parroco di Marina e Montemarciano don Andrea Rocchetti e il viceparroco della Cesanella don Matteo Guazzarotti

Chi sono gli adulti, oggi? Sono quelli del ‘prima o poi passa’, quasi che l’adolescenza sia una malattia; quelli alla perenne ricerca del peccato originale, quelli che essendo rimasti adolescenti loro per primi sarebbero poco credibili e tantomeno attrezzati per fare la differenza e codificare emozioni e richieste spesso inespresse?

Nessuna facile risposta, ma qualcosa s’ha da fare! Ed un salone affollato lo dice a voce alta. Anche a quella chiesa che vede le proposte di sempre attecchire faticosamente, spesso tentata di chiudersi in sacrestia e alzare bandiera bianca, tutto troppo complicato, troppo pochi e sovente con i capelli bianchi. Viene immediato pensare, anche di questi tempi, a Filippo Neri, Giovanni Bosco, Pino Puglisi, a donne e uomini che, non senza fatica, hanno scelto di scommettere sulla parte migliore dei più piccoli, dei più bisognosi di sgurdi intensi. Rischiando e vivendo anche buchi nell’acqua, nella testarda convinzione che si può vivere meglio, i desideri più profondi e veri dei ragazzi e delle ragazze sono quelli di sempre, nonostante linguaggi e dinamiche diverse. E’ possibile anche oggi, in questo tempo sfilacciato e disorientante, investire in umanità.

Voci in una sera d’autunno che chiedono alle istituzioni, un po’ troppo a corto di creatività e fantasia, spazi e progettualità, tavoli e risorse nella necessaria alleanza di comunità educanti vive e vegete.
Funziona se ognuno fa la propria parte, sapendo che “l’educazione è cosa di cuore: tutto il lavoro parte da qui, e se il cuore non c’è, il lavoro è difficile e l’esito è incerto. Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”. E se l’ha detto don Bosco…

Laura Mandolini

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