Ponte Garibaldi, due le soluzioni al vaglio della struttura commissariale

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Uno dei vecchi progetti per ponte II Giugno, ora ponte Angeli dell'8 dicembre 2018, a Senigallia
Uno dei vecchi progetti per ponte II Giugno, ora ponte Angeli dell’8 dicembre 2018, a Senigallia

Ancora non sono pronti i progetti per il nuovo ponte Garibaldi ma la discussione si sta scaldando: l’attesa sta infatti continuando e l’assenza di fatti concreti – eccezion fatta per la demolizione la comunità senigalliese non ha visto altro – lascia spazio alla condivisione “pubblica” di idee e desideri da parte dei senigalliesi. C’è chi lo vorrebbe alto per non creare ostacoli al deflusso dell’acqua e chi non lo vorrebbe troppo alto per non aver problemi a passarvi sopra a piedi o in bici; c’è chi lo vorrebbe moderno e chi in linea coi canoni del centro storico. C’è anche chi, infine, vede nella ricostruzione di ponte Garibaldi l’opportunità per fare un salto indietro nel tempo (magari ricostruendo anche la porta che dava accesso alla città antica o tornando al ponte girevole) e chi invece vorrebbe che la situazione fosse sfruttata per realizzare un nuovo punto di attrazione turistica. Desideri diversi, aspettative che si scontrano con le paure post alluvione: fatto sta che si parla tanto del nuovo ponte mentre progetti definitivi ancora non ve ne sono. 

Intanto il sindaco Massimo Olivetti ha incontrato il vice commissario all’emergenza Stefano Babini per discutere dello stato dell’arte: sembra che siano state prospettate due soluzioni, una con impalcato dritto e una con struttura curva. La prima ipotesi prevede uno strallato retto da due archi, simili quindi ad altre infrastrutture presenti in regione come nella vicina Fano, seppure di dimensioni ridotte. Sarebbe esteticamente più impattante, con uno stile più moderno che forse mal si concilierebbe con il centro storico di Senigallia. La seconda considera l’ipotesi di una pendenza, anche sostenuta, perché l’impalcato sarebbe più alto nella parte centrale e più basso verso le spalle, un po’ più accentuato di come si presenta oggi ponte “Angeli dell’8 dicembre 2018”.

Di certo c’è solo il fatto che sarà senza pile in alveo per non ostacolare il deflusso dell’acqua in caso di piena del fiume Misa. Tra le altre richieste che le istituzioni hanno avanzato alla struttura commissariale c’è quella che il nuovo ponte abbia i parapetti aperti, cioè con fessure per permettere eventualmente il passaggio dell’acqua nel caso venisse sovrastato dal livello di un fiume in piena. Particolarmente importante sarà il parere della Soprintendenza regionale ma i tempi non si preannunciano brevi.

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