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Tag: Ancona

La «musica che fa bene» risuona nei reparti di oncologia di Senigallia e Ancona

Ci sono spettacoli che vengono ricordati per anni, e ci sono musiche che lasciano il segno. A questo secondo tipo appartiene l’iniziativa di Andrea Celidoni. Il noto musicista di Senigallia ha da tempo avviato un progetto all’ospedale regionale a Torrette di Ancona e, da qualche mese, esteso l’idea anche al nosocomio della propria città. Un esempio di come la musica possa diventare un vero e proprio strumento di cura e conforto. Le sue note non viaggiano su un palco, ma nei corridoi e nelle stanze dei reparti di oncologia dei due poli ospedalieri. E li trasformano. L’intervista è in onda venerdì 5 e sabato 6 settembre, alle ore 13:10 e alle ore 20 ma sarà in replica anche domenica 7 alle ore 17:15 circa, sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2FM). L’audio integrale è disponibile anche qui grazie al lettore multimediale: basterà cliccare sul tasto play per riascoltarla.

Celidoni porta avanti da circa sette anni l’iniziativa nel reparto di oncologia di Ancona, dove organizza concerti acustici mensili per i pazienti. Circa un anno fa, grazie all’amicizia con il dott. Massimo Marcellini, il progetto si è esteso anche al reparto di oncologia di Senigallia. L’approccio è sempre delicato e rispettoso. Dei pazienti, degli operatori, delle persone che accompagnano i familiari. Mentre ad Ancona i concerti si tengono in una sala d’attesa più ampia, a Senigallia la struttura del reparto è diversa. «Io suono in una piccola rientranza, con un volume bassissimo per non disturbare».

La musica è un sottofondo leggero, una presenza discreta che accompagna i pazienti durante terapie che possono durare diverse ore. Il repertorio spazia da cantautori italiani come Lucio Dalla e Gino Paoli a grandi nomi internazionali come Frank Sinatra ed Elton John. L’obiettivo è creare un’atmosfera confortevole e per evita generi troppo aggressivi o rumorosi. «No rap, no trap» scherza Andrea, sottolineando la sua preferenza per testi che offrano un messaggio positivo e melodie più dolci, dato il contesto in cui vengono eseguite.

Il progetto, avviato a dicembre 2024, ha avuto un successo inaspettato. «Dopo il primo giorno, Marcellini mi ha chiamato per dirmi che tutti, dai pazienti al personale, erano contentissimi», racconta il musicista. Le reazioni sono state immediate e toccanti. C’è chi applaude, chi ringrazia con parole sincere, e c’è persino chi si alza per ballare. Celidoni ricorda il sorriso di una signora che, al suono di un brano, si è alzata per volteggiare per diversi minuti, o la coppia di anziani che ha ballato sulle note di “My Way”.

L’impegno emotivo è notevole, la voce di Andrea è rotta più volte durante l’intervista in cui ricorda che ogni esibizione comporta donare un po’ di sé. Ma l’impatto sociale di questa iniziativa è profondo: la musica non solo distende gli animi dei pazienti, ma offre un momento di leggerezza e normalità anche a chi li accompagna.

L’iniziativa non si ferma, almeno per il momento, e il calendario è già fissato per i prossimi mesi in quello che molti sperano sia un percorso senza fine. A Senigallia, gli appuntamenti si tengono due volte al mese e in giorni diversi per permettere a più persone di ascoltare. Qui suona e canta da solo, ad Ancona spesso suonano altri e lui ne cura solo gli aspetti organizzativi. Ma l’impegno di Andrea Celidoni, che va oltre la semplice passione per la chitarra che l’ha visto musicista e insegnante per decenni, dimostra come l’arte possa uscire dagli schemi e diventare un veicolo di umanità, bellezza e serenità in luoghi in cui sono più che mai necessarie.

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Vertice internazionale per l’Adriatico: ad Ancona si parla di un nuovo modello per la blue economy

Italia, Albania, Croazia, Montenegro e Slovenia – i paesi che si affacciano sul mare Adriatico – si sono riuniti con i loro ministri e rappresentanti per discutere d’un nuovo modello di gestione per la blue economy. La filiera che mira a bilanciare lo sviluppo economico con la conservazione delle risorse marine e costiere deve basarsi non solo su un approccio numerico per quanto riguarda la sostenibilità, ma deve sfruttare le leve più innovative e parlare di più di cooperazione tra le realtà adriatiche.

Questo punto è stato al centro del vertice interministeriale che si è svolto oggi ad Ancona: un evento che aveva l’obiettivo di affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali che interessano l’area. Tra i temi sono stati discussi i criteri attuali di gestione della pesca, ritenuti inadeguati rispetto alla reale situazione delle flotte e quindi in vari modi penalizzanti per le economie adriatiche. Altro tema è stato il fare fronte comune contro ulteriori tagli ai giorni di pesca, chiedendo che sia riconosciuta la forte riduzione già avvenuta nella capacità di pesca. 

Su tutti pesa però – ovviamente – la questione degli effetti dei cambiamenti climatici, che per molti esperti è già una crisi in atto da tempo: argomento fonte di numerosi dibattiti ma certamente da inserire nella valutazione degli stock ittici, insieme all’innalzamento del mare. Un approccio che vuole coniugare la tutela ambientale con la sicurezza alimentare e la coesione sociale delle comunità marittime.

Ma cambiamenti climatici significano anche invasione dell’Adriatico da parte di specie aliene, come il granchio blu che danneggia poi la molluschicoltura, e il surriscaldamento delle acque, che favorisce fenomeni come le mucillagini. Su questo fronte, si è evidenziata l’urgenza di interventi gestionali tempestivi e coordinati, per proteggere un comparto strategico per la blue economy dell’area.

L’incontro – che non ha di fatto visto la sigla di alcun patto ma che è stato una vetrina per molti esponenti politici nostrani – ha quindi solo sviluppato l’idea di una diplomazia congiunta e stabile tra i paesi dell’Adriatico – interni ed esterni all’unione europea – in grado di avere peso nei tavoli internazionali. L’idea è di fare dell’Adriatico un modello di governance cooperativa, in cui lo sviluppo economico non sia in contrasto con la sostenibilità, ma guidato da politiche comuni fondate su evidenze scientifiche.

All’evento dorico sulla blue economy hanno partecipato i ministri di Albania, Anila Denaj; Croazia, David Vlajčić; Montenegro, Vladimir Joković; Slovenia, Mateja Čalušić e Italia, Francesco Lollobrigida, affiancato dal sottosegretario del ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) Patrizio La Pietra e dal direttore generale per la pesca e l’acquacoltura Francesco Saverio Abate, dal presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e dal Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori.

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Cure socio-assistenziali: Regione, enti gestori e sindacati siglano un accordo da 30 milioni

Dopo tante critiche, lamentele, incontri, tavoli e telefonate, il cerchio si è chiuso con la sigla di un accordo tra la Regione Marche, gli enti gestori delle strutture socio assistenziali e i sindacati. Sul piatto oltre 30 milioni di euro in tre anni che hanno lo scopo di aiutare le realtà marchigiane e le famiglie con un concreto supporto volto a diminuire il peso della retta mensile. Per il presidente della Regione Francesco Acquaroli si tratta di «una giornata importantissima» che ha portato a un «risultato storico».

È stato definito, siglato e presentato ufficialmente il progetto di Intervento Multileva per la residenzialità socio-sanitaria e sociale regionale. Il frutto di un tavolo unico tra tutti i soggetti coinvolti che hanno condiviso con soddisfazione l’importanza delle misure previste. L’Intervento Multileva per la Residenzialità Socio-Sanitaria e Sociale 2025–2027, prevede una dotazione complessiva di 30,6 milioni di euro per potenziare l’offerta e la qualità dei servizi delle strutture assistenziali e supportare le famiglie per abbattere i costi delle rette.

Con l’accordo la Regione Marche ha pianificato una serie di interventi a sostegno sia degli Enti gestori delle strutture residenziali sanitarie, sociosanitarie extraospedaliere e sociali, sia delle famiglie delle persone ospitate nelle medesime strutture, che compartecipano al pagamento delle rette.

Le risorse, nel triennio 2025-2027, ammontano a 30,6 milioni di cui: 20,9 milioni a supporto delle imprese (Enti gestori) e 9,7 milioni a supporto delle famiglie. Una strategia combinata, poiché si ritiene che solo con un’azione concertata si potranno ottenere risultati di maggior efficacia nell’ambito della residenzialità extraospedaliera sanitaria, sociosanitaria e sociale che in questi ultimi anni ha sofferto della perdita di capacità di acquisto dei redditi delle famiglie e dell’incremento costante dei costi legati all’assistenza e alla gestione delle strutture.

Tre le linee di intervento adottate, due destinate agli Enti gestori e una dedicata alle famiglie. Con il primo intervento, gli Enti gestori avranno a disposizione 5 milioni all’anno (a partire da luglio 2025, per un ammontare di 12,5 milioni) per incrementare la quota sanitaria della retta per le strutture convenzionate: Residenze Protette per anziani, Residenze Protette per anziani affetti da demenza e Strutture per i minori con disturbi psichiatrici. Si tratta di un aumento strutturale e definitivo.
Il secondo intervento permetterà di avere a disposizione 8 milioni per il triennio 2025-2027 attraverso bandi per il potenziamento dei servizi delle strutture residenziali extraospedaliere e sociali tramite il finanziamento di progetti volti all’implementazione e al miglioramento della qualità dell’assistenza, con precedenza alle progettualità presentate dalle strutture psichiatriche e dalle strutture ospitanti persone di minore età.
La linea di intervento dedicata alle famiglie, vedrà un budget complessivo di 9,7 milioni a disposizione nel biennio 2026-2027 per l’emissione di voucher a sostegno del costo della retta, erogati alla famiglia della persona ospitata nelle strutture residenziali autorizzate sanitarie, sociosanitarie e sociali in cui è presente il vincolo obbligatorio della compartecipazione alla spesa. Il voucher mensile, del valore minimo di 250 €, verrà assegnato in base al livello Isee della persona/del nucleo familiare.

Il presidente della Regione Marche e commissario delegato per l’alluvione 2022 Francesco Acquaroli
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

«Oggi è una giornata importantissima per la nostra Regione – ha detto il presidente Acquaroli (in FOTO) -. Siamo riusciti a raggiungere un accordo con uno sforzo enorme destinando oltre 30 milioni di euro per il prossimo triennio per supportare gli enti gestori nello svolgimento di servizi essenziali per la nostra comunità e attivando un concreto aiuto per abbattere il costo delle rette nei confronti delle famiglie delle persone ospitate nelle strutture residenziali. Un risultato che vuole dare un contributo a sostegno delle strutture che operano nel settore sociosanitario e che va incontro alle difficoltà di tantissime famiglie. Siamo ben consapevoli dell’importanza fondamentale di questo ambito di intervento e siamo soddisfatti di poter annunciare il raggiungimento di questo traguardo condiviso e concertato con i rappresentanti degli enti gestori e il mondo sindacale».

Partecipano al tavolo:

Confederazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL
Comitato Enti Gestori Strutture per Anziani Senza Scopo di Lucro
Azienda Pubblica Servizi alla Persona “IR CR Macerata”
Associazione Religiosa Istituti Socio – Sanitari – Aris
Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età -ANASTE
Comitato Aziende Pubbliche Servizi alla Persona
Confcooperative – Federsolidarietà Marche
AssCoop
Uneba Marche
Legacoop Sociali
Comitato Regionale Enti Accreditati per le Dipendenze Patologiche – Crea
Associazione italiana per la Cura Dipendenze Patologiche – Acudipa
Coordinamento delle Comunità di Accoglienza per Minori della Regione Marche
Coordinamento Italiano Case Alloggio per Persone con Hiv/Aids -C.I.C.A.
Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti (dipendenze patologiche) Marche
Confcommercio Salute Sanità e Cura

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Malattie rare, un convegno dà il via al centro di medicina di precisione di Ancona – INTERVISTA

Prende il via all’Università Politecnica delle Marche, un evento di rilevanza nazionale dedicato alla medicina di precisione applicata alle malattie rare. L’iniziativa, aperta alla comunità medica, scientifica, così come a pazienti, familiari e caregivers, è promossa dall’ateneo dorico, dall’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche e dalla Fondazione Heal Italia, in concomitanza con la Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra il 29 febbraio, data simbolica proprio per la sua bassa ricorrenza. Il convegno segna anche l’avvio delle attività del Centro di medicina di precisione Heal Italia di Ancona.

Abbiamo incontrato il professor Gianluca Moroncini, responsabile scientifico del convegno, ordinario di medicina interna, direttore del Dipartimento di scienze cliniche e molecolari all’Università politecnica delle Marche e direttore della Clinica medica dell’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, per approfondire i temi delle malattie rare e l’importanza della medicina di precisione. L’intervista sarà in onda venerdì 28 febbraio e sabato 1° marzo, alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 2 lo sarà a partire dalle 16:50. Sarà il terzo di tre interessanti contenuti audio che Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) ha pubblicato nella trasmissione “Venti minuti da Leone” durante la settimana. Qui trovate un riassunto dell’intervista a Moroncini ma anche il lettore multimediale per ascoltarvi l’audio integrale.

Le malattie rare

Pur essendo singolarmente poco frequenti (meno di 5 casi ogni 10 mila abitanti), rappresentano una sfida sanitaria significativa: sono circa 6 mila e interessano circa 30 milioni di persone in tutta Europa. Si tratta di patologie eterogenee, spesso difficili da diagnosticare e curare. Nella clinica medica di Ancona si studiano diverse malattie rare del tessuto connettivo e del sistema immunitario, ma esistono anche numerose malattie rare genetiche e di altri organi e apparati, che possono manifestarsi a tutte le età.

Genetica e fattori ambientali

Da tempo ci si interroga sulla possibile “territorialità” di alcune malattie rare, ipotizzando un ruolo congiunto di fattori genetici e ambientali. Grazie al supporto della regione Marche, in particolare dell’agenzia regionale sanitaria, è stato istituito un tavolo di coordinamento regionale per mappare l’epidemiologia delle malattie rare sul territorio e comprendere meglio la distribuzione e l’incidenza di queste patologie. Il neonato Centro di medicina di precisione Heal Italia di Ancona si pone proprio l’obiettivo di supportare questa direzione, contribuendo alla prevenzione, diagnosi e terapia attraverso la ricerca.

Medicina di precisione e intelligenza artificiale

Gianluca Moroncini
Gianluca Moroncini

La tendenza è quella a superare l’approccio di terapie standard valide per tutti, per un nuovo paradigma di cure in cui l’individuo, con le sue caratteristiche, è al centro. E’ la medicina di precisione, che porta a un percorso di cure personalizzate, in cui un prezioso alleato è l’intelligenza artificiale che può elaborare enormi quantità di dati e relazionarli con le informazioni cliniche dei pazienti. E farlo velocemente, accelerando il processo della scoperta dei meccanismi di malattia, dei bersagli terapeutici e diagnostici.

Un convegno per il futuro della medicina di precisione:

Il convegno sulal medicina di precisione che si svolge ad Ancona il 28 febbraio e 1° marzo si presenta come un importante focus sulle malattie rare e sugli strumenti per elaborare terapie efficaci. Ma l’obiettivo, forse quello più ambizioso, è di arrivare a creare una rete nazionale e di dare centralità all’Università politecnica delle Marche e all’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche.

Per approfondire

Per consultare il programma o seguire i lavori del convegno, è possibile visionare il sito: ancona.centridimedicinadiprecisione.it.

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Tre concerti per riscoprire il compositore marchigiano Arturo Clementoni

Vox Poetica Ensemble
Vox Poetica Ensemble

Proseguono nel mese di settembre i concerti del FOI, il Festival Organistico Internazionale 2024 con la riscoperta del compositore marchigiano Arturo Clementoni (1894-1984) nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa. Con gli appuntamenti di luglio e agosto il FOI ha concluso la fase estiva della programmazione concertistica, che, grazie ad un’impronta originale e diversificata delle musiche proposte dai validissimi artisti ospiti (alcuni dei quali arrivati dall’estero), ha coinvolto un pubblico sempre più numeroso ed appassionato alla conoscenza della vasta letteratura organistica. 

Una conoscenza che si coniuga alle peculiari caratteristiche che ogni strumento può esprimere all’ascolto dei suoi suoni, sempre diversi a seconda del costruttore, del periodo storico e geografico in cui è stato concepito. Ed è così che i sei organi conservati nelle chiese della Diocesi senigalliese (Senigallia, Belvedere Ostrense, Chiaravalle e Corinaldo) hanno potuto farsi conoscere in tutto il loro splendore grazie anche al lavoro di accordatura che il Festival propone per la loro valorizzazione. Con un sentito ringraziamento ai parroci che hanno sostenuto questa XXIII edizione, il FOI auspica una sempre più ampia condivisione nella promozione di queste macchine meravigliose, vere e proprio opere d’arte, che, seppur restaurate, necessitano di costanti cure per mantenersi in vita. 

I prossimi appuntamenti di settembre (il 22 alla chiesa del Portone di Senigallia, ore 21; il 24 alla Basilica Pontificia della Santa Casa di Loreto, ore 21; il 29 alla Cattedrale di San Ciriaco di Ancona, ore 19) saranno invece rivolti alla riscoperta del compositore marchigiano Arturo Clementoni, che nacque a Potenza Picena (Macerata) nel 1894 e compì gli studi musicali al Conservatorio di Pesaro, vivendo la sua intera esistenza ad Ascoli Piceno, dove fu organista della Cattedrale e maestro di cappella per circa quaranta anni. 

Arturo Clementoni (1937)
Arturo Clementoni (1937)

Compositore prolifico, soprattutto di opere corali e liturgiche, Arturo Clementoni si formò e operò pienamente nel solco del Movimento Ceciliano, che a partire dall’inizio del Novecento propugnò la fondamentale riforma che riscattava la musica sacra dall’influenza dello stilema operistico italiano, nel recupero della solida tradizione della polifonia e del canto gregoriano. Con perizia e umiltà fu instancabile fautore delle varie attività musicali che si svolgevano ad Ascoli Piceno, producendosi come pianista, didatta, direttore di coro e organista. Pur rimanendo sempre nella sua città, Arturo Clementoni fu apprezzato e stimato da grandi figure musicali del suo tempo, ricevendo anche onorificenze dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Nel 1935 compose il Corale Sinfonico “Cristo risusciti”, sul tema del celebre inno pasquale ancora oggi in uso nella liturgia cattolica, che sarà parte del programma assieme alla “Missa jubilaris Anni Sancti MCML” a 3 voci miste (A.T.B.). Fu proprio questa composizione che nel 1950 vinse, su 153 concorrenti, il concorso nazionale per la composizione e per cui Papa Pio XII gli conferì l’onorificenza della Commenda dell’Ordine di S. Silvestro. 

Gli interpreti di questo straordinario progetto saranno Giuseppe Monari all’organo e il coro Vox Poetica Ensemble di Fermo sotto la direzione di Lorenzo Chiacchiera. Il concerto di Loreto è dedicato alla memoria di Mario Clementoni, fondatore della Clementoni Spa, mentre quello di Ancona è alla memoria del dottor Leopoldo Uccellini, mecenate marchigiano in ricordo del quale è nata la Fondazione Uccellini, organizzatrice del Foi.

Tre appuntamenti irrinunciabili, quelli del 22-24 e 29 settembre, per conoscere le composizioni più significative di un valente musicista marchigiano, definito dalle cronache dell’epoca un artista semplice e poliedrico artigiano, a testimonianza di un’indole geniale e creativa che opera incessantemente nel ‘sottobosco’ artistico della società, contribuendo a creare la vera cultura, quella cioè che si espande e progredisce come parte integrante della collettività.

L’ingresso è come sempre gratuito.

Informazioni: foisenigallia.itfondazioneleopoldouccellini.org.

Lanterna Azzurra: protesta di familiari e amici delle vittime dopo l’assoluzione in primo grado

La protesta ad Ancona dei familiari e degli amici delle vittime della strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo

Protestano familiari, parenti e amici delle vittime della Lanterna Azzurra di Corinaldo. Un corteo si è svolto questa mattina ad Ancona per chiedere giustizia – parola risuonata più volte durante slogan e cori – per le giovani, giovanissime vittime che hanno perso la vita sei anni fa in una serata che avrebbe dovuto solo portare tanta musica e divertimento. L’8 dicembre 2018 è una data che rimarrà impressa per sempre nei cuori di tante persone e di tutte le comunità coinvolte, straziate dalla morte di cinque adolescenti e una giovane mamma di nemmeno 40 anni. Come se ci fosse un’età più adeguata di altre per andarsene in quel modo. Eppure dopo tante udienze, dopo due filoni di indagine che hanno portato a condanne e assoluzioni, la rabbia dei familiari non si è placata. Da questi sentimenti di frustrazione, rabbia ma anche delusione è nata l’ultima iniziativa messa in atto dai parenti e dagli amici di Emma Fabini, Asia Nasoni, Mattia Orlandi, Daniele Pongetti, Benedetta Vitali ed Eleonora Girolimini. 

I FATTI

La vicenda ormai è nota a tutti. Quella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, perché era ormai oltre la mezzanotte, in attesa dell’esibizione del trapper Sfera Ebbasta nel locale Lanterna Azzurra Clubbing in via Madonna del Piano, a Corinaldo, si generò una calca a seguito dell’utilizzo di uno spray urticante. A causare il panico fu una banda di giovani provenienti perlopiù dall’Emilia che spruzzarono la sostanza per poter rubare qualche catenina, cellulare e portafogli approfittando del caos. Ma le persone, affollatesi verso l’unica uscita di sicurezza in quel momento aperta e funzionante, finirono per schiacciarsi l’una l’altra pur di uscire. I parapetti della via fuga cedettero e il peso di quella massa di corpi finì per uccidere sei giovani, incolpevoli vittime.

I PROCESSI

L’iter giudiziario complesso si divise in due filoni: da un lato quello relativo a chi materialmente generò il caos che porto alle sei morti, la cosiddetta banda dello spray, i cui componenti sono stati tutti condannati in via definitiva; dall’altro quello autorizzativo che appunto riguardava la sicurezza e le licenze per il pubblico spettacolo in un ex magazzino di campagna. In questo processo i reati ipotizzati erano (a vario titolo) cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo e falso ideologico. Nove imputati, nessun colpevole: tutti assolti con la beffa del rigetto delle richieste di risarcimento danni.

LA PROTESTA

A un mese dalla sentenza di primo grado del tribunale di Ancona in cui sono stati assolti l’ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, tecnici e componenti della commissione pubblico spettacolo ma anche gestori del locale con la motivazione che “il fatto non sussiste”, la rabbia si è trasformata in protesta. Un corteo si è mosso per le vie di Ancona partendo da piazza Cavour per arrivare al vicino tribunale di Ancona dove sono stati fatti degli interventi, sempre al grido di “giustizia, giustizia”. Familiari e amici delle vittime – provenienti per lo più da Senigallia da cui è partito un autobus, ma anche da fuori regione – hanno sottolineato come non sia possibile riconoscersi in una società che non sa difendere i propri figli, né individuare i colpevoli di una strage. Più persone hanno ribadito che lo Stato, con questa sentenza, ha ucciso di nuovo le giovani vittime. Ricorso verrà fatto in appello, ma per molti la sfiducia è il sentimento dominante.

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Una rete a sostegno dei bambini con allergie: nelle Marche nasce Bam

Nasce nelle Marche BAM (Bambini Allergici Marche), la prima associazione regionale a sostegno dei bambini con gravi allergie
Nasce nelle Marche BAM (Bambini Allergici Marche), la prima associazione regionale a sostegno dei bambini con gravi allergie

Nasce nelle Marche BAM (Bambini Allergici Marche), la prima associazione regionale a sostegno dei bambini con gravi allergie. Nascita contestuale alla tappa marchigiana del Progetto RipartiAmo che si è svolta lo scorso 23 giugno all’ospedale pediatrico “G. Salesi”di Ancona.

Il progetto mira a creare una rete con le associazioni a supporto dei bambini allergici e lo fa percorrendo l’Italia in bicicletta. Curato dalla Società italiana di allergologica e immunologia pediatrica (SIAIP) e condiviso dal direttore dalla sod di pediatria Salvatore Cazzato e da Lucia Liotti, è stato realizzato grazie all’aiuto della Fondazione Salesi. Ad accogliere i bambini e le loro famiglie ci hanno pensato clown festosi, bolle giganti e gli amici della pet therapy. Si è fatto il punto sulle difficoltà quotidiane che ogni bambino con allergia, e ogni famiglia, deve gestire per crescere serenamente nonostante l’allergia alimentare.

E’ una patologia che ha un grande impatto sociale, per la sua frequenza e per le importanti ricadute sulla qualità di vita dei bambini e di tutto il nucleo familiare. Mangiare fuori casa, andare al compleanno di un amico, poter rimanere a mensa a scuola, fare una partita di calcio, andare in gita con i compagni… niente è scontato per un bambino allergico. Spesso si incontrano grandi muri e troppi ostacoli alimentati dalla poca conoscenza di queste patologie e dalla paura che porta all’esclusione.

L’obiettivo principale dell’associazione BAM è quello di mettere in rete le tante famiglie marchigiane, e soprattutto garantire, con il supporto scientifico dell’allergologia pediatrica dell’ospedale Salesi, ambienti sicuri, pasti sicuri, accesso a tutte le attività scolastiche, sportive e sociali per ogni bambino con allergia. Bambino che ha la stessa voglia di vivere, saltare, giocare ed esplorare di tutti gli altri anche se nel suo zainetto porta la sua lista di cose che non può mangiare, i suoi farmaci salvavita, la sua storia speciale.

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Ucraina, dalle Marche un progetto per curare in Italia i bambini malati di cancro

L'associazione Insieme per Ucraina incontra le istituzioni regionali. Da sinistra: Andriy Podolskyy, Nicola Baiocchi, Elena Tymchenko e Massimo Bello
L’associazione Insieme per Ucraina incontra le istituzioni regionali. Da sinistra: Andriy Podolskyy, Nicola Baiocchi, Elena Tymchenko e Massimo Bello

Nuova speranza per i bambini ucraini malati di cancro che potrebbero venire a curarsi in Italia, e precisamente all’ospedale Salesi di Ancona, grazie a “Ukraine Health Project”. Si tratta di un progetto che mira a offrire terapie e assistenza sanitaria, ma soprattutto speranza, ai piccoli pazienti oncologici provenienti dalla terra martoriata dalla guerra con la Russia.

L’iniziativa è stata ideata da Maurizio Maraschi dell’Anteas Falconara e lanciata dall’associazione regionale Insieme Per Ucraina (IPU) che si era già impegnata fin dall’inizio del conflitto per la raccolta di aiuti umanitari per sostenere la popolazione ucraina. Questa nuova progettualità prevede l’accoglienza e l’assistenza gratuita a due bambini ucraini affetti da cancro presso la struttura “Casa della Vita,” gestita dall’associazione Ambalt di Ancona, in collaborazione con l’ospedale Salesi. Ogni bambino sarà accompagnato dalla madre, al fine di garantirgli il sostegno necessario durante il percorso di cura.

Percorso che sarà reso possibile proprio grazie all’intermediazione tra le strutture ospedaliere ucraine e l’ospedale di Ancona da parte dell’associazione Insieme Per Ucraina, che curerà anche la traduzione e l’interpretariato delle cartelle cliniche dei piccoli pazienti oncologici ucraini; la ricerca e raccolta fondi per sostenere il progetto, nonché la sua promozione.

Proprio a tal proposito i suoi responsabili Andriy Podolskyy ed Elena Tymchenko, insieme al presidente del consiglio comunale di Senigallia Massimo Bello, hanno incontrato nei giorni scorsi alcuni esponenti del consiglio regionale delle Marche: il consigliere regionale capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, il presidente della commissione “affari sociali e sanità” dell’assemblea legislativa delle Marche Nicola Baiocchi e Monica Bordoni, capo di gabinetto del presidente del consiglio regionale Dino Latini.

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Salvataggi nel Mediterraneo. Alle ong assegnati i porti di Ancona e Ravenna

Nuovi salvataggi in mare nel Mediterraneo centrale. E, di nuovo, il Governo decide di assegnare alle navi umanitarie due porti lontani: quello di Ravenna e quello di Ancona. In mattinata la Ocean Viking di Sos Mediterranée ha salvato in mare 84 persone,  da un gommone stracarico in acque internazionali al largo della Libia. Tra questi ci sono anche  58 minori non accompagnati. L’ong Sos Mediterranée, insieme alla Croce rossa internazionale, si sta occupando dei molti naufraghi che soffrono di disidratazione e ipotermia. Secondo quanto apprende Redattore Sociale il pos (porto sicuro di sbarco) assegnato è quello di Ravenna, a quattro giorni e mezzo di navigazione dalla zona in cui è avvenuto il salvataggio in mare.

Arriverà invece sabato 18 febbraio, ad Ancona, la Geo Barents di Medici senza frontiere che ha a bordo 48 naufraghi tra cui 9 minori, che viaggiavano su una barca di legno. “Ancora una volta un porto molto distante dalla nostra attuale posizione – sottolinea l’ong – ci vorranno 5 giorni di navigazione per raggiungere Ancona”. Il Governo continua così nella prassi di assegnare pos lontani solo alle navi umanitarie delle organizzazioni non governative. Una modalità contestata da diversi esperti e giuristi. Intanto il tribunale di Catania si è pronunciato rispetto allo “sbarco selettivo” che aveva bloccato i migranti sulla Humanity 1 nel novembre scorso. Secondo i giudici il dl Piantedosi “ha ostacolato in modo discriminatorio l’accesso delle persone salvate alla procedura d’asilo”.

Il Tavolo Asilo in queste ore ha lanciato un appello per chiedere ai Parlamentari di non convertire in legge il decreto. “il decreto ordina alle ong di procedere allo sbarco subito dopo ogni operazione di salvataggio. Una misura che ostacola ulteriori salvataggi, contrastando con quanto sancito dall’Unclos, che obbliga il capitano a prestare assistenza immediata alle persone in difficoltà – si legge nel documento -. A questo si aggiunge la recente prassi governativa di assegnare come porti di sbarco luoghi lontani dalle aree di salvataggio: di fatto, le Ong sono obbligate a trascorrere molto tempo in mare, con a bordo persone già in situazione di vulnerabilità, e senza poter effettuare altri salvataggi”. Le associazioni che fanno parte del Tavolo Asilo ricordano inoltre che “in assenza di uno sforzo di pattugliamento e soccorso statale italiano ed europeo, l’allontanamento forzato delle navi di soccorso delle ong aumenta il rischio di perdita di vite umane in mare

a cura di Laura Mandolini

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Cinque denunce per l’imbrattamento del palazzo regionale

Ancona, l'imbrattamento della sede della Regione Marche durante una manifestazione sul clima il 23 settembre 2022
Ancona, l’imbrattamento della sede della Regione Marche durante una manifestazione sul clima il 23 settembre 2022

Per l’imbrattamento del palazzo della Regione Marche, a seguito dell’ultima alluvione, la Digos di Ancona ha denunciato cinque persone. Si tratta di giovani attivisti che hanno partecipato alla manifestazione di protesta del 23 settembre scorso, indetta dal movimento “Fridays for future” in occasione dello sciopero  globale per il clima.

Inizialmente radunatisi in via Gentile da Fabriano, alcuni manifestanti hanno deviato dal percorso programmato con le autorità per rendersi protagonisti dell’imbrattamento e del lancio di fango sulla scalinata e su una parete dell’edificio palazzo Raffaello, sede della giunta regionale, come segno di protesta per le politiche ambientali del governo Acquaroli.

Oltre a gettare fango…

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Ancona e Senigallia addolorate per la scomparsa di don Alberto Pianosi

don Alberto Pianosi

Lutto a Senigallia e Ancona per la scomparsa di don Alberto Pianosi. L’80enne era nato infatti sulla spiaggia di velluto nel marzo del ‘42, primo di sei fratelli. Formatosi nell’Azione Cattolica, entra nel seminario di Venegono e, dopo un’esperienza lavorativa, approda in Ancona dove l’allora Arcivescovo mons. Carlo Maccari, lo accoglie facendogli proseguire gli studi nel seminario regionale. Riceve l’ordinazione sacerdotale il 6 dicembre del 1975.

Il primo impegno pastorale lo svolge nella parrocchia del Ss. Crocefisso, poi viene nominato vice parroco nella parrocchia S. Maria delle Grazie ed in seguito parroco della parrocchia S. Stefano alla Palombella, di cui era amministratore parrocchiale, e infine parroco al Ss. Sacramento. Era rettore della chiesa di Santa Maria della Piazza. E’ stato segretario di mons. Maccari ed economo dell’Arcidiocesi.

Tra i suoi numerosi incarichi, tutti ricoperti con la sua generosa disponibilità ed accoglienza, anche quello di assistente ecclesiastico del movimento di Comunione e Liberazione, quello come assistente della FISM (Scuole materne paritarie di ispirazione cattolica) e del CIF (Centro Italiano Femminile). Consulente ecclesiastico del Consultorio famigliare del Centro promozione famiglia. Canonico del Capitolo Metropolitano di san Ciriaco, Legale rappresentante del seminario arcivescovile e componente della commissione CEM per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Da sei anni combatteva con dignità e rassegnazione con un male che ha minato irrimediabilmente il suo fisico fino a portarlo alla morte, nella mattina 10 agosto, a Milano dove era ricoverato. La cerimonia funebre sarà presieduta da sua ecc. Mons. Angelo Spina nella Cattedrale di san Ciriaco venerdì 12 agosto alle ore 15.00. La cara salma sarà sepolta nella cappella dei preti a Tavernelle.