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Tag: auguri

Il Natale, festa di regali ricevuti e donati

Franco Manenti
Franco Manenti

Quale regalo fare quest’anno a Natale? è una domanda che si fanno in molti. Natale è la festa dei tanti riti. Non solo dei riti religiosi con i quali i credenti celebrano la nascita di Gesù, il Figlio di Dio che si è fatto uomo per liberare la nostra esistenza dalla morsa mortale del male, ma anche dei riti di chi non è propriamente interessato a fare festa, perché “ci è nato un Salvatore”, ma che però prende spunto da questa ricorrenza liturgica per fare comunque festa. Tra i gesti che caratterizzano la festa del Natale, quello dei regali risulta particolarmente apprezzato. Fare, ricevere, un regalo è un gesto apprezzato per diverse ragioni. Una su tutte, perché segnala la buona qualità di una relazione, l’apprezzamento di una persona, il riconoscimento del valore che rappresenta per la nostra vita e di quello che noi rappresentiamo per la sua vita. Fare un regalo è però anche un gesto impegnativo, “rischioso”. Impegnativo perché non è scontato che il nostro regalo sia apprezzato da chi lo riceve; “rischioso”, perché potrebbe essere sottovalutato o addirittura, rifiutato, equivocato nel suo significato.

Di quali regali abbiamo bisogno in questo tempo almeno nel nostro territorio? Oltre agli strascichi del Covid, abbiamo visto l’irrompere di una guerra che, se, ancorché distante, ci rattrista per il carico di morte, di distruzione e ci inquieta perché rende ancora più precaria la nostra esistenza; abbiamo subito una devastante alluvione e un terremoto che, anche se non ha prodotto danni come l’alluvione, ha però creato tanti disagi. Penso che il regalo più “utile” per il Natale di quest’anno sia quello di una speranza solida, forte. La speranza che….

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Auguri di buon natale da parte di tutto il consiglio comunale

Massimo Bello
Massimo Bello

Il mio augurio di un santo natale, vero e sincero, a ciascuno di voi, alle vostre famiglie. Auguri di buon natale da parte di tutto il consiglio comunale, che ho l’onore di rappresentare. Che il natale, con il suo messaggio carico di speranza e di valori, possa offrire a noi tutti la possibilità di guardare con fiducia al futuro.

Auguri a tutte le donne e agli uomini, che sono legati alla nostra comunità e che si adoperano quotidianamente per migliorarla; agli operatori sanitari e scolastici, ai tutori dell’ordine, ai sacerdoti, ai militari, agli agricoltori ed agli artigiani, ai commercianti, alle casalinghe, agli operai ed agli imprenditori, ai professionisti, agli impiegati, agli studenti, ai professori ed a coloro, che sono in attesa di occupazione.

A tutti, davvero a tutti, un augurio particolare. Agli anziani, che possano continuare a testimoniare i grandi valori della vita e dell’esperienza; ai giovani, che possano trovare la strada migliore per realizzare loro stessi. Alle associazioni di volontariato, a quelle che si occupano di cultura, a quelle che racchiudono il lavoro e le categorie, a tutte le formazioni sociali un augurio di affetto sincero e di stima profonda per ciò che profondono quotidianamente. Che tutte possano trovare in questo Santo Natale la riconferma delle loro nobili motivazioni e azioni.

A tutte le donne e gli uomini, che con il loro lavoro, impegno e passione, con onestà e con serietà contribuiscono a migliorare la nostra città; a coloro, che hanno una famiglia ed un futuro da donare ai loro figli; a coloro, che assistono e accudiscono persone anziane e malate da assistere, un forte augurio e un abbraccio per tutto ciò che fanno.

Ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, che studiano, desiderando una prospettiva e un futuro all’altezza delle loro legittime aspirazioni, un augurio di cuore perché i loro sogni possano avere un brillante successo.

Auguri alla nostra città, che guarda sempre avanti, capace di studiare il passato; auguri alla nostra città, orgogliosa del suo antico passato, ma sempre pronta a disegnare e a costruire il proprio futuro; auguri alla nostra città, ospitale e solidale.

I miei auguri e quelli del consiglio comunale a chi, oggi, è in difficoltà, a chi ha subito una contrazione nei consumi, a chi fa i conti con le incertezze e le ristrettezze economiche. Auguri a tutti i senigalliesi, con la speranza che il percorso di ricostruzione dello spirito comunitario possa accompagnare anche una rinnovata condizione di benessere sociale e culturale.

È stato un anno molto intenso, nato sotto i migliori auspici per una pandemia, che sembrava ormai superata, ma poi a febbraio siamo piombati in un conflitto alle porte dell’Europa, che ha avuto conseguenze non solo per le popolazioni direttamente coinvolte, ma con risvolti economici e sociali in Italia e nella stessa Europa. Per non parlare della tragica alluvione di settembre, che ancora una volta ha messo in ginocchio e a dura prova la nostra comunità e il nostro territorio. Una comunità e un territorio, che, tuttavia, hanno trovato la forza, la determinazione e la dignità di risollevarsi e di ricostruire il presente e il futuro, in sinergia con le istituzioni e con il mondo associativo e di volontariato. Un abbraccio particolare ed affettuoso va a quelle famiglie che, in quella tragedia, hanno perso i loro cari.

Che questo natale ci aiuti ad attraversare, con umiltà e speranza, questa fase impegnativa che l’umanità tutta sta coraggiosamente affrontando.

Il presidente del consiglio comunale Massimo Bello

Il Natale che punge, quello del gelido inverno dell’Europa

E’ un Natale che punge, che ferisce, che strappa. E’ un Natale che separa, che annienta, che sbatte la porta. E’ un Natale che al dono sostituisce lo scarto, che al calore preferisce il gelo, che all’annuncio di pace antepone violenza e guerra. Gesù nasce, continua a nascere nel mondo, ma per lui neppure una mangiatoia, né della paglia, né la visita dei pastori. Gesù in questo 2021 si ritrova tra il filo spinato, nella boscaglia tra Polonia ed Ucraina, nel gelido inverno europeo, nel cuore del continente colto e benestante. Non ci sono angeli che cantano “Alleluia”,bensì sirene ininterrotte che stordiscono e provocano solo pianto,spari di armi che allontanano e terrorizzano.

Forse non è neppure il caso di predisporre il tradizionale presepio che arreda ogni anno le nostre case, le nostre chiese,le nostre piazze. Le solite statuine colorate e sorridenti lasciamole nelle scatole, perché stridono con quanto accade a qualche centinaia di chilometri da noi; forse è tempo di spegnere luci scintillanti e canti gioiosi che accolgono fedeli e visitatori. Il Natale 2021 non può passare come tanti precedenti per noi Europei. No, non lo possiamo permettere!

Scegliamo di allestire un presepio diverso e attuale, sostituiamo il muschio con del filo spinato, non per stupire o per innovare, bensì per riflettere e denunciare. E se i bambini allungheranno le mani e si pungeranno, spiegheremo loro che è la condizione di vita di tanti piccoli che fuggono da violenze e miseria e trovano un’Europa bardata e difesa dallo stesso filo spinato, per ricacciare indietro famiglie che arrivano da altri Paesi. E agli amanti delle tradizioni che resteranno interdetti da tale scelta, ricorderemo che sono ormai lontane le radici cristiane dell’Europa, che la festa del dono e dell’amore ha lasciato il posto all’odio, al razzismo, al disprezzo della vita. Solo così potremo celebrare onestamente questo Natale.

Federica Spinozzi

“Andiamo a vedere!”: l’augurio di Natale del vescovo Franco

“Andiamo a vedere”. A pronunciare queste parole sono alcuni pastori che, come scrive l’evangelista Luca «pernottando all’aperto vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge» (Lc 2,8). I pastori avevano deciso di andare a vedere «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2.12). Di questo bambino aveva parlato loro un angelo, presentandolo come un “salvatore”.

Quei pastori erano le persone meno adatte per comprendere la portata di questa notizia, per tante ragioni. Quasi certamente non conoscevano i testi sacri che parlavano del Messia salvatore; il loro lavoro, poi, li costringeva ai margini della vita sociale e religiosa del popolo d’Israele; inoltre non godevano una buona fama per i tanti furti a loro imputati. Eppure, nonostante queste credenziali, nonostante il grande spavento che li assale di fronte all’angelo che li sorprende nella notte della campagna di Betlemme,nonostante quelle parole dell’angelo che dovevano risultare loro oscure, decidono di andare fino a Betlemme, di cercare quel bambino, nato in un luogo dove nessun figlio di uomini veniva partorito.

All’origine della loro decisione sta la fiducia che accordano all’angelo, alle sue parole; una fiducia che consentirà loro, non solo di trovare «Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoria» (Lc 2,16), ma anche di comprendere il significato delle parole dell’angelo riguardo al bambino, tanto che lo raccontano a tutte le persone che incontrano e tanto da “lodare Dio”. Proprio loro che non avevano molta dimestichezza con Lui, se non addirittura imprecato contro di lui, nei momenti di maggior fatica del loro lavoro e di disagio della loro vita.

Dai pastori di Betlemme riceviamo l’invito ad “andare a vedere” anche noi quel bambino del quale, anche quest’anno ci palerà il Vangelo e che vediamo rappresentato nei nostri presepi. Anche noi, come i pastori di Betlemme saremo raggiunti dalle parole dell’angelo(«Non temete;ecco vi annuncio una grande gioia,che sarà di tutto il popolo:oggi… è nato per voi un Salvatore,che è Cristo Signore»,Lc 2,10-11). Mentre “vegliamo” in questa notte che sembra interminabile di una pandemia che minaccia la nostra esistenza, compromette la nostra salute, avvelena anche le nostre relazioni e toglie vigore alle nostra speranze.

Non si tratta di andare a cercare un bambino sconosciuto (Gesù lo conosciamo da tempo; tanti di noi di lui ne hanno sentito parlare fin da quando eravamo piccoli); si tratta invece di ridare credito, ascolto, a questo bambino che un giorno è “nato per noi”, di consentire a questo bambino che tra i tanti titoli che gli sono stati attribuiti uno in particolare appare azzeccato – “Emmanuele”, Dio-con-noi- di occuparsi di noi, di permettere che la sua parola diventi sempre di più “lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino”(cfr. Sal 118,105), che l’offerta del suo amore non ci trovi distratti, indisponibili.

Questo è il mio augurio che rivolgo a tutti: alle persone che non hanno smesso di andare a vedere il bambino nato a Betlemme, di riconoscerlo nuovamente come il Salvatore della loro esistenza;alle persone che hanno smesso di andare da questo bambino o che non sono mai andate da lui, di riconoscere nelle parole dell’angelo ai pastori di Betlemme, una ragione persuasiva per riprende a cercarlo o per avviare la propria ricerca. Perché succeda anche di ritornare alle occupazioni della vita con la serenità dei pastori di Betlemme.

+ Franco, vescovo

Il messaggio di buon anno del Sindaco di Senigallia Massimo Olivetti

“Non possiamo non ricordare in questo momento le tante persone che ci hanno lasciato, dai nostri anziani e tutti coloro che sono stati colpiti da questa malattia […] Speriamo che attraverso il vaccino possiamo ricominciare la nostra vita quotidiana e riaprrezzare quello che avevamo prima. Per il 2021 spero che la città sia unita. Il 2021 dovrà ripartire soprattutto da noi”.

Il video messaggio di auguri di buon anno 2021 da parte del Sindaco di Senigallia Massimo Olivetti.