Skip to main content

Tag: aziende agricole

Coop “La terra e il cielo”: crisi in solitaria o dell’intero settore? L’INTERVISTA

E’ in difficoltà, in forte difficoltà, la cooperativa La Terra e il Cielo. Una realtà che nasce nel 1980 a Piticchio di Arcevia, che ha dato un po’ il “via” al biologico in Italia, che ha intrapreso questa strada quando molti non sapevano nemmeno di che si parlava. Ora però la situazione reale è profondamente diversa e proprio da qui nascono le prime difficoltà che non riguardano solo la cooperativa arceviese. Ne abbiamo parlato con Anna Fenucci, presidente di CNA Agroalimentare Marche e CNA Agricoltori Ancona. L’intervista, andata in onda nei giorni scorsi su Radio Duomo Senigallia/In Blu (95.2 FM), è disponibile nuovamente qui sulle pagine de “La Voce Misena” grazie al lettore multimediale: basterà cliccare sul tasto “riproduci/play”. Nel testo troverete solo alcuni dei tratti salienti dell’intervista.

Parliamo della cooperativa La Terra e il Cielo: quale è la situazione reale oggi?
Purtroppo nella zona non è l’unica. Si è visto che le vecchie cooperative che erano nate per aiutare i singoli agricoltori, oggi sono tutte in forte crisi, soprattutto per l’alta burocrazia all’interno dell’ambiente agroalimentare. Ma anche per i vari investimenti. Ci sono dei costi non irrisori. Nel caso di La Terra e il Cielo c’è anche il fattore biologico. C’è tutta una tracciabilità e tutto un contesto oggi come oggi per garantire l’utente finale, anche eccessivamente oneroso. Fondamentalmente ci sono dei problemi che si sono accumulati uno dietro l’altro. Oggi la situazione di La Terra e il Cielo, come la situazione in altre cooperative agricole, è veramente devastante.

Quindi diciamo che c’è un momento di difficoltà non solo del settore, per lo meno del biologico, che magari non ha lo stesso slancio di alcuni anni fa, ma è proprio un periodo difficile per tutto il sistema delle cooperative, quindi qualcosa di più generale.
Esatto, perché il singolo produttore che fa il biologico come se fosse una singola azienda, non riscontra tutta questa difficoltà che vi è nelle cooperative, però qual è il problema? Che tendenzialmente il singolo fa un prodotto di nicchia molto più particolareggiato, molto più ricercato, quindi in base a quello tutto l’investimento che fa esternamente viene comunque sia caricato all’interno del prodotto finale. Nel caso delle cooperative tanto rincaro non può essere fatto, perché altrimenti il singolo produttore ne verrebbe a meno, verrebbe danneggiato.

La percezione degli utenti finali è cambiata?
E’ cambiata non l’idea della cooperativa, ma l’idea del prodotto. Se io vado al supermercato e vedo le arance che costano 10 e le arance della cooperativa che costano 200, io prendo quella che costa 10, perché al supermercato c’è questa mentalità. Qual è il problema? Il problema sta a monte. Devo vedere e capire che è un prodotto locale. Dopo il covid il consumo è cambiato e ancora oggi, a distanza di qualche anno, ce lo portiamo dietro questo cambiamento.

Quindi la cooperativa La Terra e il Cielo in questi anni ha maturato un passivo che si aggira sui 2 milioni di euro. E adesso?
Da quello che sappiamo dovrebbe esserci un compratore. Non so se ad oggi ha già rilevato meno La Terra e il Cielo. L’unica soluzione per questa cooperativa è o prendere e vendere tutto a un terzo, cercando di risanare i debiti, oppure autofinanziarsi, quindi chiedendo un surplus ai singoli soci per far diminuire il debito, oppure chiudere. Il problema è a cascata. Se io trovo un terzo che la rileva, ci si prova. Se io invece chiudo, significa che devo chiudere anche tutto l’indotto, quindi tutti i singoli produttori dove porteranno i loro prodotti, a chi li faranno lavorare? Inoltre, La Terra e il Cielo sta nell’entroterra: se noi portiamo via anche questa realtà, l’entroterra verrà sempre più dimenticato.

Anna Fenucci, Cna agroalimentare Marche
Anna Fenucci, presidente di Cna agroalimentare Marche

A questo punto c’è stato un aiuto, chiamiamolo così, da parte della Girolomoni. Che cosa sta succedendo?
Per quello che conosco ha apportato qualcosa, però non ha coperto tutti i debiti. Comunque ci sono procedure negoziali, ma queste sono voci di corridoio: al momento siamo in una situazione di stallo.

Come CNA avete lanciato l’allarme per questa situazione che si sta protraendo da tempo e che non vede al momento una prospettiva rosea.
Il problema più grande è l’indotto, non è solo il singolo agricoltore, ma anche la ristorazione per esempio: c’è un valore aggiunto nell’utilizzo nei ristoranti di cibi biologici, c’è una plus valenza rispetto alla grande distribuzione e noi cerchiamo di tutelare il produttore e tutta la filiera.

Che soluzioni nell’immediato?
Sia l’accesso al credito per poter pagare per esempio i dipendenti, ma anche una facilità di commercializzazione del magazzino finora invenduto e quindi una sburocratizzazione.

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.

Corteo dei trattori a Senigallia: le ragioni della protesta degli agricoltori – INTERVISTA

La manifestazione dei trattori arriva a Senigallia: gli agricoltori protestano soprattutto su concorrenza sleale e politiche europee

Concorrenza poco trasparente, politiche europee non condivise e troppo rigide in chiave ambientalista, rincari di carburante e materie prime, oltre ai sempre più ridotti margini di guadagno delle imprese. Sono questi alcuni dei problemi sollevati dagli imprenditori del mondo agricolo che hanno manifestato lo scorso 20 febbraio a Senigallia con un lento corteo di trattori, come avvenuto già in altre parti d’Italia e all’estero. 

Oltre quaranta i mezzi agricoli e quasi un centinaio gli imprenditori e gli addetti che hanno partecipato all’iniziativa promossa al di fuori delle reti sindacali, con un movimento che vuole unirsi senza bandiere di appartenenza se non quella della tutela delle aziende agricole italiane, che osservano un quadro normativo più stringente rispetto altri paesi.
La protesta verrà ripetuta sabato 24, arrivando fino in centro storico a Senigallia. 

Per ascoltare le interviste e il servizio basterà cliccare sul tasto play.

Segui La Voce Misena sui canali social FacebookInstagramX e Telegram.
Scarica l’app da Google Play o da App Store.

Vino, produzioni vitivinicole in calo nelle Marche: settore in difficoltà ma c’è chi si allea

uva, vite, viticoltura, vino, agricoltura
Foto da Pixabay

Stime in netto ribasso di almeno il 30% per quanto riguarda le produzioni vitivinicole nelle Marche. La causa non è solo da addebitare allo sviluppo del batterio peronospora ma anche alle condizioni climatiche che hanno messo in subbuglio le coltivazioni, prima con un periodo prolungato di siccità fino ad aprile scorso e poi con piogge oltre la media stagionale per maggio e giugno.

Se a questo si aggiungono le già note difficoltà economiche legate alle spese per gli indispensabili trattamenti fitosanitari, all’aumento dei prezzi dei singoli prodotti e del carburante, all’innalzamento degli interessi dei mutui e alle contrazioni delle vendite per la diminuzione di presenze turistiche, ecco che emerge un quadro molto preoccupante per gli imprenditori agricoli e per gli operatori del settore vitivinicolo.

«È indispensabile allora un supporto da parte della Regione Marche per sostenere il settore» ha affermato il vicepresidente della commissione consiliare regionale per lo sviluppo economico Antonio Mastrovincenzo, il quale ha depositato «un’interrogazione, sottoscritta da tutto il gruppo Pd, per chiedere al presidente Acquaroli e all’assessore all’agricoltura Antonini di prevedere urgenti e adeguati ristori economici».

A Senigallia nasce il nuovo Consorzio dei Vignaioli delle Marche
A Senigallia nasce il nuovo Consorzio dei Vignaioli delle Marche

Ma c’è intanto chi prova a reagire alle difficoltà del settore unendo le proprie forze: si tratta dei piccoli produttori di vino a filiera corta che hanno dato vita al nuovo “Consorzio dei Vignaioli delle Marche”. Presieduto da Massimo Palmieri, già delegato regionale della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), è una realtà di cui fanno parte i produttori regionali di vino che sono integralmente coinvolti nel ciclo produttivo e che presentano i loro vini sul mercato con limitata o nessuna intermediazione commerciale. Lo scopo è «affermare la loro centralità – spiegano – nella produzione sostenibile di qualità e nella difesa e promozione del territorio». 

Il nuovo ente risponde anche alla necessità da parte dei piccoli produttori di essere rappresentati in un contesto in cui le aziende più grandi rischiano di fagocitare tutte le altre e quindi ad aumentarne la visibilità. La sede del consorzio è al momento individuata nella residenza municipale di Senigallia in attesa che vi sia la disponibilità di un immobile comunale: il sindaco Massimo Olivetti ha affermato che è di ottimo auspicio per «gettare le basi di una collaborazione che punti alle eccellenze del territorio sia in campo enogastronomico che turistico e formativo».

Registrati sul sito per leggere tutte le notizie e scarica l’app de La Voce Misena l’app da Google Play o da App Store.

Anche le imprese agricole potranno chiedere i contributi per i danni dell’alluvione 2022

A quattro mesi dall’ultimo incontro, si è svolta ieri, 29 agosto, a Ostra un’iniziativa di aggiornamento sui ristori alle imprese agricole danneggiate dall’alluvione 2022. Un momento necessario dato che fino ad aprile scorso non c’erano risposte certe circa l’inserimento delle aziende legate all’agricoltura nel novero di quelle che potevano richiedere e ottenere rimborsi e indennizzi. Questa mattina, nella sala comunale ostrense si è tenuto il secondo passaggio di quella relazione tra governo, regione e territorio a cui hanno partecipato il presidente della Regione Marche nonché commissario per l’alluvione 2022 Francesco Acquaroli, l’assessore regionale all’agricoltura Andrea Maria Antonini e i tecnici regionali.

«L’importante era far rientrare le aziende agricole colpite dall’alluvione tra quelle che possono accedere ai ristori – ha detto il presidente Acquaroli – così come avevamo richiesto al ministro Musumeci in occasione della sua recente visita ad Ancona e siamo stati ascoltati. Oggi siamo qui per aggiornarci sulle procedure che queste imprese possono adottare per accedere agli indennizzi, mentre dall’altra parte procedono le opere per la messa in sicurezza del territorio, la pulizia degli argini e degli alvei dei fiumi e la programmazione della ricostruzione, con la progettazione delle opere strutturali, delle infrastrutture, con particolare attenzione a quelle che avevano creato criticità nel settembre 2022. Sono numerosi i cantieri in corso. Ricordo che i 400 milioni che sono stati stanziati dal Governo sono una somma mai vista prima in situazioni del genere così come l’Ordinanza 1011 che permetterà un approccio più snello per la realizzazione delle opere. Non c’è stato un giorno, dal 15 settembre scorso, in cui non abbiamo pensato a quello che è successo o lavorato per costruire i percorsi e avviare gli interventi. La Regione ha stanziato circa 30 milioni di euro per indennizzi e per gli interventi di ripristino eseguiti dal genio civile. Il dramma subito da questo territorio non potrà mai essere cancellato. Ora dobbiamo fare quanto è in nostro potere per mettere in campo iniziative per la mitigazione del rischio adeguandoci ai mutamenti climatici in atto affinché di fronte a calamità così devastanti si abbatta il più possibile qualsiasi pericolo per la popolazione».

«A 4 mesi dall’ultimo incontro avvenuto ancora in piena emergenza quando non avevamo ancora risposte immediate per le aziende agricole danneggiate – ha proseguito l’assessore Antonini – torniamo con indicazioni certe così come promesso e auspicato. La notizia è che le aziende agricole sono state equiparate alle aziende non agricole nella possibilità di accedere ai finanziamenti relativi ai 400 milioni che dal Dipartimento della protezione civile nazionale sono stati messi a disposizione per i ristori sul territorio». 

Nell’incontro di Ostra sono state spiegate agli imprenditori agricoli le modalità per presentare le richieste. Entro la fine dell’anno dovrebbe esser definito il quadro: oltre ai ristori nell’ambito dei 400 milioni che dipenderanno anche dal numero di richieste e dalla percentuale di intervento, sono state intanto presentate circa settanta domande da parte delle aziende agricole per il Fondo di solidarietà nazionale (legge 102/2004): «abbiamo stimato un intervento di circa 3,5 milioni di euro – continua Antonini – al quale si aggiungono 2 milioni della Regione» per quelle realtà che non avevano potuto fare domanda tramite gli ormai noti modelli C1.

Ora gli agricoltori danneggiati potranno accedere ai contributi con il modello C1, un «doveroso contributo a queste imprese che sono fondamentali per il tessuto marchigiano» ha concluso il vicecommissario Babini.

Registrati sul sito per leggere tutte le notizie e scarica l’app de La Voce Misena l’app da Google Play o da App Store.

L'incontro dei vertici della regione Marche e del Comune di Ostra con le imprese agricole danneggiate dall'alluvione del 15 settembre 2022
L’incontro dei vertici della regione Marche e del Comune di Ostra con le imprese agricole danneggiate dall’alluvione del 15 settembre 2022

Cercasi stagionali

raccolta delle mele, agricoltura, azienda agricola, coltivazione
La raccolta delle mele in un’azienda agricola. Foto da Pixabay.com

Ancora una volta mancano lavoratori per l’agricoltura. Questione non nuova, quella della carenza di manodopera per i campi e le stalle italiane. Questione però che ogni anno si ripropone con sempre maggiore gravità. E che mette in forse (o comunque complica) alcune delle operazioni di raccolta più importanti in tutta l’annata agraria. L’allarme è stato sollevato da tutti. Ma non pare essere stato recepito dalle istituzioni. Mentre i numeri parlano chiaro.

A conti fatti, mancano tra i 90 e i 100mila operai agricoli per svolgere le operazioni di raccolta di tutte le coltivazioni che in queste settimane arrivano a maturazione. Un appuntamento che, tra l’altro, con le ondate di caldo successive sta arrivando in tempi piuttosto rapidi.

Coldiretti in una nota traccia un quadro geografico della situazione: “Dal Trentino al Veneto passando per l’Emilia fino ad arrivare in Basilicata la situazione è divenuta drammatica con il rischio concreto di perdere i prodotti ormai maturi”. Situazioni simili sono anche quelle tracciate da Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani. Alla base di tutto, ancora una volta a quanto pare, c’è la burocrazia che non bada ai tempi della natura e dei mercati. Rispetto all`anno scorso le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la parte riservata all`agricoltura è pari a 42mila posti: le richieste già arrivate, come si è detto, sono circa 100mila.

Si delineano così almeno due circostanze, entrambe negative. Da un lato, c’è il concreto rischio…

Continua a leggere sull’edizione digitale di giovedì 9 giugno, cliccando QUI.
Sostieni l’editoria locale, abbonati a La Voce Misena

La rinascita parte anche dal grano

grano, cereali, colture, agricoltura

“La Cina entro la prima metà dell’annata agraria 2022 avrà accaparrato il 69% delle riserve mondiali di mais per l’alimentazione del bestiame ma anche il 60% del riso e il 51% di grano alla base dell’alimentazione umana nei diversi continenti, con conseguenti forti aumenti dei prezzi in tutto il pianeta e carestie”. Lo afferma la Coldiretti sulla base dell’analisi di Nikkei Asia sui dati del dipartimento americano dell’agricoltura (Usda). Gli effetti sono confermati dalle quotazioni delle materie prime alimentari che hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da oltre dieci anni, trainati dai forti aumenti per oli vegetali, zucchero e cereali sulla base della analisi Coldiretti dell’Indice Fao a novembre 2021.

“La pandemia Covid – rileva la Coldiretti – sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime, dal gas al settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia”. Nell’immediato “occorre però garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non scendano sotto i costi di produzioni in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime anche alla base dell’alimentazione degli animali. Il balzo dei beni energetici si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi, dai fertilizzanti al gasolio, dagli imballaggi alle macchine agricole fino ai trasporti, non compensati da prezzi di vendita adeguati”.

“Il Pnrr è fondamentale per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale e noi siamo…

Continua a leggere sull’edizione di giovedì 6 gennaio 2022, cliccando qui.
Sostieni l’editoria locale, abbonati a La Voce Misena