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Tag: Conferenza Episcopale Italiana

Cei, “Le comunità preghino per la pace”. Il 10 marzo una Messa per le vittime della guerra

“Tutto il mondo è in guerra, è in autodistruzione. Fermiamoci in tempo!”. “Il grido accorato di Papa Francesco scuote le coscienze e chiede un impegno forte a favore della pace: è tempo di trovare spazi di dialogo per porre fine a una crisi internazionale aggravata dalla minaccia nucleare”. Ad un anno dall’invasione russa di uno Stato indipendente, l’Ucraina, la presidenza della Conferenza episcopale italiana, in una nota torna a ripetere il suo “‘no’ deciso a tutte le forme di violenza e di sopraffazione, il nostro ‘mai più’ alla guerra. Per questo, invitiamo le comunità ecclesiali ad unirsi in preghiera per invocare il dono della pace nel mondo”.

Aderendo all’iniziativa del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), la presidenza della Cei invita “a celebrare venerdì 10 marzo 2023 una Santa Messa per le vittime della guerra in Ucraina e per la pace in questo Paese. Sarà un’occasione per rinnovare la nostra vicinanza alla popolazione e per affidare al Signore il nostro desiderio di pace. Chiedere la conversione del cuore, affinché si costruisca una rinnovata cultura di pace, sarà il modo in cui porteremo nel mondo quei germogli della Pasqua a cui ci prepariamo”.

“In Ucraina, così come in tanti (troppi) angoli della terra risuona infatti l’assordante rumore delle armi che soffoca gli aneliti di speranza e di sviluppo, causando sofferenza, morte e distruzione e negando alle popolazioni ogni possibilità di futuro”. “Sentiamo come attuale l’appello lanciato sessant’anni fa da san Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris: ‘Al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può ricostruire nella vicendevole fiducia’ (n. 39). “Se da una parte è urgente un’azione diplomatica capace di spezzare la sterile logica della contrapposizione, dall’altra tutti i credenti devono sentirsi coinvolti nella costruzione di un mondo pacificato, giusto e solidale. Il tempo di Quaresima – si legge ancora nella nota Cei – ci ricorda il valore della preghiera, del digiuno e della carità, le uniche vere armi capaci di trasformare i cuori delle persone e di renderci ‘fratelli tutti’”.

A.R.

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Scuola, la scelta dell’ora di religione

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Foto: Unsplash

I dati relativi all’anno scolastico 2021/22 restituiscono un quadro di sostanziale stabilità, con una lieve crescita complessiva degli studenti che scelgono di frequentare l’insegnamento della religione cattolica (IRC) e una media nazionale di avvalentisi pari all’84,44%. In particolare, l’88,24% nella scuola dell’infanzia, l’88,21% nella scuola primaria, l’85,58% nella scuola secondaria di I grado e il 78,30% nella scuola secondaria di II grado. Di conseguenza, i non avvalentesi sono stati in media il 15,56%: in particolare, l’11,76% nella scuola dell’infanzia, l’11,79% nella scuola primaria, il 14,42% nella scuola secondaria di I grado e il 21,70% nella scuola secondaria di II grado.

Lo ha reso noto la Conferenza Episcopale Italiana, la cui presidenza ha deciso di mandare un messaggio in vista della scelta per l’anno scolastico 2023/24. “Cari studenti e cari genitori, nei prossimi giorni, procedendo all’iscrizione al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola, sarete chiamati a scegliere se avvalervi dell’Insegnamento della religione cattolica (IRC). Si tratta di una scelta importante, che vi permette di partecipare alla costruzione del percorso educativo offerto dalla scuola. È infatti uno spazio di libertà e di responsabilità quello che avete davanti…

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La Cei e i progetti per il terzo mondo

terzo mondo, povertà, educazione, istruzione, scuola, libri, solidarietà, progetti umanitari

Nella riunione del 25 e del 26 novembre, scorsi il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo della Cei ha approvato 73 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati 9.837.800 euro così suddivisi: 4.422.196 euro per 26 progetti in Africa, 3.499.455 euro per 35 progetti in America Latina; 1.274.644 euro per 11 progetti in Asia; 641.505 euro per 1 progetto in Medio Oriente.

In Angola, la Caritas diocesana di Menongue organizzerà per le ragazze e le donne di 26 villaggi un programma di formazione itinerante, articolato in corsi di alfabetizzazione, economia domestica, educazione alla dignità, alla salute, all’alimentazione, all’igiene. In Burkina Faso, l’associazione “La Goccia onlus” realizzerà una scuola primaria a Ziniarè, a 35 Km dalla capitale, che potrà accogliere 240 alunni, in gran parte orfani. In Ciad, la diocesi di Sarh costruirà a Koumra un edificio e acquisterà nuove attrezzature per il Liceo “College P. Marcel Durand” con l’obiettivo di rafforzare l’insegnamento secondario di qualità, promuovere gli studi commerciali e offrire formazione informatica.

In Etiopia, i Fratelli delle Scuole Cristiane restaureranno e amplieranno la scuola “St. Joseph” di Adama, mentre in Mauritania la diocesi di Nouakchott ammodernerà la biblioteca aggiungendo testi nuovi e più aggiornati e rilanciando corsi di formazione, iniziative culturali e di sostegno scolastico. Nella Repubblica Democratica del Congo, le Suore delle Poverelle ristruttureranno il Liceo Palazzolo a Kingasani e avvieranno una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e sull’importanza dell’emancipazione femminile.

In Colombia, il vicariato apostolico di Puyo costruirà un centro per la raccolta…

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I beni nella Chiesa tra impegno e responsabilità

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Un punto di svolta. Ecco quello che necessita la gestione delle comunità parrocchiali. La parola che risuona maggiormente al convegno nazionale degli economi e direttori degli uffici amministrativi delle diocesi italiane, che si è tenuto a Salerno all’8 al 10 giugno scorsi, è “corresponsabilità”, intesa come condivisione dei compiti. Proprio come in una famiglia. Don Claudio Francesconi, economo della Cei, racconta le esperienze apprese durante la tre giorni.

Il cammino sinodale che ispirazione vi ha offerto?
Il cammino sinodale è stato il filo rosso che ha legato gli interventi. Abbiamo cercato di cogliere questo periodo per scrutare insieme alla comunità i segni dei tempi, a partire dai dati oggettivi che balzano agli occhi nelle nostre amministrazioni. Saperli leggere insieme alla prospettiva di un orizzonte più avanzato.

Che segnali avvertite?
Alcuni sono sotto gli occhi di tutti. Per prima cosa c’è un assottigliarsi del numero dei presbiteri. Questo induce le comunità a chiedersi come amministrare le realtà parrocchiali. Poi c’è il tema delle risorse a disposizione che sono sempre più insufficienti per la vita ordinaria delle diocesi, per far fronte anche alla custodia degli immobili che la storia ci ha consegnato. Accogliere e gestire le risorse date dall’8 per mille come una integrazione e non come l’unica risorsa diventa sempre più faticoso. Ci sono però anche segnali positivi. Per esempio, nel panorama degli economi ci sono sempre più laici che hanno portato la loro esperienza e professionalità. C’è stata una grossa richiesta di formazione e scambio di esperienze…

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Assemblea vescovi italiani: cinque linee d’azione contro gli abusi su minori e persone vulnerabili

“I vescovi hanno approvato una determinazione con cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili”. Lo riferisce il comunicato della Cei a conclusione della 76ª Assemblea generale, che si è svolta dal 23 al 27 maggio all’Hilton Rome Airport di Fiumicino (Roma). Oltre a potenziare la rete dei referenti diocesani e a implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, l’Assemblea ha deciso di attuare “un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede”.nInfine, partecipando ora in qualità di invitato permanente all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, istituito con legge 269/1998, la Cei ha preso atto con “molto favore” di questa possibilità di collaborazione con le istituzioni pubbliche per “lo studio e il monitoraggio della prevenzione e il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno delle persone di minore età in tutta la società italiana”.

I vescovi, “sensibili e vicini al dolore delle vittime e dei sopravvissuti ad ogni forma d’abuso”, hanno ribadito la loro “disponibilità all’ascolto, al dialogo e alla ricerca della verità e della giustizia”. Impegno, già assunto con le Linee guida del 2019. Il videomessaggio del card. Sean Patrick O’Malley, presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, con l’apprezzamento per lo sforzo delle Chiese in Italia, è stato ricevuto dai vescovi con “gratitudine, in particolare per l’incoraggiamento espresso a continuare sulla strada intrapresa”. “Segno, questo, di una collaborazione che si è intensificata negli ultimi mesi tra la Cei e la Pontificia Commissione”.

F.P.

Una ‘Giornata’ per le vittime di abusi

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In corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, istituita dal Consiglio d’Europa il 18 novembre, il Consiglio Permanente della Cei ha stabilito una ‘Giornata nazionale di preghiera e di sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili’.

Potrebbe sembrare un appuntamento formale, visto il moltiplicarsi delle “giornate” dedicate ai temi più diversi. Ma la decisione del Consiglio permanente Cei, che ha inserito l’emergenza abusi tra gli argomenti meritevoli di essere sottolineati con una ricorrenza annuale, non è né scontata né banale. Indica invece la volontà della Chiesa italiana di ribadire e proseguire nella svolta di trasparenza e di «parresia» in nome del Vangelo confermata dalle decisioni di questi ultimi anni.

La «Giornata» – che sarà celebrata ogni anno il 18 novembre – si inserisce in quella rete di impegni e di iniziative che hanno visto, all’indomani dell’approvazione delle linee guida per il contrasto agli abusi e il sostegno delle vittime (giugno 2019), il consolidarsi di una struttura che conta ormai in tutte le comunità su un referente specifico, su un pool di esperti (psicologi, psicoterapeuti, operatori di pastorale familiare, giuristi) e su uno sportello di ascolto (servizio ancora non presente ovunque), oltre che di un vescovo responsabile in ogni regione ecclesiastica…

Leggi l’articolo completo sull’edizione di giovedì 11 novembre, cliccando QUI
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Paolo Gasperini

La Chiesa prova a cambiare, appello Cei: “Il cuore del servizio è l’ascolto”

Il desiderio di cambiare passo c’è, si sente un po’ dappertutto. E se la pigrizia, quando non si tratta di vera e propria paura di voltare pagina sul serio, dovesse fare capolino ci pensa papa Francesco a svegliare, incoraggiare e sostenere la Chiesa italiana: da tempo parla di ‘conversione pastorale’, ma sostanzialmente, complice anche la pandemia, quest’ultima è bloccata tra il desiderio forte di intraprendere stili e strade nuove e la fatica di lasciare andare ciò che non serve più.

Nel Messaggio del Consiglio permanente della Cei “ai presbiteri, ai diaconi, alle consacrate e consacrati e a tutti gli operatori pastorali” sul Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, c’è scritto: “Troppe volte dimentichiamo nelle nostre comunità che il cuore del servizio è l’ascolto e ci sentiamo i protagonisti della pastorale, chiamando poi il Signore a collaborare con noi, quasi dovessimo semplicemente escogitare dei metodi e delle tecniche per evangelizzare gli altri e non, prima di tutto, lasciarci plasmare dal Vangelo e convertire noi stessi”.

Da qui l’appello della Cei: “Oggi appare particolarmente urgente, nel nostro contesto ecclesiale, ascoltare le donne, i giovani e i poveri, che non sempre nelle nostre comunità cristiane hanno la possibilità di offrire i loro pareri e le loro esperienze”…

Il testo integrale è disponibile nell’edizione digitale de La Voce Misena di giovedì 14 ottobre, a questo link.

Sinodo: lettera ai vescovi sulle tre fasi fino al 2025

Assemblea dei vescovi italiani

Una lettera ai vescovi italiani per aggiornare su quanto fatto finora nel cammino sinodale – percorso ancora in evoluzione – in attesa della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente (27-29 settembre) e dell’Assemblea Generale Straordinaria della Cei (22-25 novembre 2021). Ad inviarla è la presidenza della Cei, ricordando che il cammino sinodale delle Chiese in Italia si è avviato nella 74ª Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana, del maggio scorso. Intanto, la Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi ha diffuso il 7 settembre il Documento preparatorio e il Vademecum per orientare la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo. L’epoca che attraversiamo è colma di dolore e di grazia”, si legge nella lettera: “La crisi sanitaria ha svelato innumerevoli sofferenze ma anche enormi risorse. Le nostre comunità devono fare i conti con isolamento, disgregazione, emarginazioni e tensioni; la creatività che hanno espresso, ora messa alla prova dal perdurare della pandemia, racchiude un desiderio di relazioni profonde e rigeneranti”. È in questo contesto che Papa Francesco ha invitato ad avviare un cammino sinodale nazionale, la cui prima fase – narrativa – è costituita da un biennio in cui verrà dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori.

Nel primo anno (2021-22) faremo nostre le proposte della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi per la XVI Assemblea Generale Ordinaria; nel secondo anno (2022-23) la consultazione del popolo di Dio si concentrerà su alcune priorità che saranno individuate dall’assemblea generale della Cei del maggio 2022”, si legge nella lettera. La seconda fase – sapienziale – è rappresentata da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, “s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere ‘ciò che lo Spirito dice alle Chiese’ attraverso il senso di fede del popolo di Dio”. In questo esercizio saranno coinvolte le Commissioni episcopali e gli Uffici pastorali della Cei, le Istituzioni teologiche e culturali. La terza fase – profetica – culminerà, nel 2025, in “un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo”, scrivono i vescovi: “In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le nostre Chiese saranno chiamate a riconsegnare al popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30)”.

“Per questo è fondamentale costituire gruppi sinodali diffusi sul territorio: non solo nelle strutture parrocchiali, ma anche nelle case e dovunque sia possibile incontrare e ascoltare persone”, la raccomandazione della Cei. Nella prossima sessione autunnale (27-29 settembre), il Consiglio episcopale permanente nominerà un Comitato con il compito di promuovere, sostenere e accompagnare il cammino. All’inizio di ottobre saranno consegnate le prima linee per il cammino sinodale e alcuni suggerimenti metodologici.

M.N.