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Tag: demanio

Bolkestein, a che punto siamo con l’applicazione della direttiva europea? INTERVISTA

I bagnanti sulla spiaggia di ponente di Senigallia

Qual è il futuro del settore balneare alla luce della ormai nota direttiva Bolkestein? Quali le ripercussioni possibili sul sistema imprenditoriale e quindi sull’utenza locale? Se n’è parlato in un incontro che si è tenuto lo scorso 17 febbraio a Senigallia. Promossa da Confartigianato Imprese Demaniali di Ancona-Pesaro e Urbino, l’iniziativa ha visto la presenza del presidente nazionale Mauro Vanni e un’ampia partecipazione di operatori balneari di Senigallia, Pesaro, Fano e Marotta.

Tanti i temi affrontati, a partire dal requisito per l’applicazione della Bolkestein, la scarsità del bene pubblico in questione (il demanio), fino all’azione del governo con la mappatura delle aree concessionabili e al meccanismo di indennizzo in caso di gara a evidenza pubblica. Tra le richieste degli operatori, ci sono soprattutto la certezza del quadro normativo e la possibilità di un periodo transitorio fino al 2033, prima dell’effettiva entrata in vigore della direttiva comunitaria.

A sinistra Mauro Mandolini, presidente interprovinciale di Confartigianato Imprese Demaniali; a destra, il presidente nazionale Mauro Vanni
A sinistra Mauro Mandolini, presidente interprovinciale di Confartigianato Imprese Demaniali; a destra, il presidente nazionale Mauro Vanni

Su questi argomenti abbiamo intervistato Mauro Mandolini, presidente interprovinciale Confartigianato Imprese Demaniali. Mandolini non ci ha solo fornito una panoramica sullo stato dell’arte, ma ci ha soprattuto spiegato le ragioni degli imprenditori che operano sul demanio pubblico (che può essere la spiaggia ma anche lungo i fiumi o laghi).

Ragioni che interessano quindi varie tipologie di operatori, sia quelli forse più noti, i balneari, ma anche chi ha o gestisce chioschi, edicole e altre attività sulla spiaggia: in generale i titolari di concessione che fanno impresa su aree demaniali.

Per ascoltare l’intervista, cliccare sul tasto play.

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Senigallia, ex colonie Gil verso la concessione

Il lungomare Da Vinci, a Senigallia
Il lungomare Da Vinci, a Senigallia. Sulla destra le ex colonie Gil

Una nuova gestione si staglia all’orizzonte per quanto riguarda le ex colonie Gil, sul lungomare Da Vinci di Senigallia. Non ha fatto in tempo a uscire l’avviso della manifestazione di interesse da parte dell’Agenzia del demanio – direzione territoriale Marche che subito è scoppiata una piccola bagarre estiva tra minoranza e maggioranza consiliare.

L’immobile in questione è quello denominato “Prog. DSA n. AND0065 Colonia Marina Ex Gil Umberto di Savoia”, stretto tra ferrovia e litorale, dove per anni sono stati ospitati gli ostelli della Uisp e oggetto di accese polemiche consiliari. Lo Stato intende valorizzarlo, di concerto con il Comune di Senigallia, trovando soggetti interessati alla sua gestione per un periodo di 12 mesi, prorogabili.

Si otterrebbe un duplice risultato: da un lato si riuscirebbe a garantire un utilizzo dell’immobile, assicurando la “riduzione dei costi e dei rischi derivanti dall’inutilizzo prolungato”; dall’altro si otterrebbe il “costante presidio e la vigilanza del bene, anche per evitare fenomeni di degrado fisico e sociale”. Sul bene vige l’interesse culturale stabilito con provvedimento del Ministero della cultura (allora Mibact) nel 2004, ma aleggia anche l’ipotesi di trasformazione e futuro consolidamento di destinazione urbanistica dell’immobile.

Secondo i gruppi consiliari di minoranza (Partito Democratico, Diritti al Futuro, Vola Senigallia e Vivi Senigallia) c’è stata poca trasparenza sulla questione: «Riteniamo inaccettabile che un pezzo così importante della nostra città venga affidato in concessione senza un coinvolgimento del Consiglio comunale, senza una discussione pubblica, senza l’ascolto dei cittadini. Ascolto tanto sbandierato dalla destra locale che lavora di concerto con il Demanio ma senza il minimo coinvolgimento del Consiglio comunale, esautorato completamente del proprio ruolo. L’ennesima pagina politicamente vergognosa di questa amministrazione».

Non si è fatta attendere la replica, a firma di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e La Civica. «La verità è che il Consiglio Comunale, nel merito della procedura avviata dal Demanio, non ha alcuna competenza né deve dare pareri, quindi non è assolutamente esautorato come erroneamente sostiene l’opposizione della sinistra guidata dal PD. Basterebbe conoscere le funzioni e il ruolo dell’organo Consiglio e della Giunta, nell’ambito di questi affari amministrativi per capirlo. La sinistra tenta in tutti i modi di gettare fango addosso alla maggioranza, facendo credere che il Consiglio Comunale sia stato emarginato. Ma così non è».

Concessioni balneari all’asta, mare forza dieci per gli operatori locali

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La spiaggia di velluto di Senigallia, estate 2021

Il mare è molto mosso per gli operatori balneari dopo la decisione del Consiglio di Stato di dare una scadenza alle concessioni al 31 dicembre 2023. Una scelta che ha fatto sobbalzare tutti quanti, dato che va contro quanto deliberato nel 2018, quando si era prorogata la durata fino al 2033.

La ratio di allora, come degli anni precedenti (è dal 2010 che se ne discute) era quella di dare tempo alla politica italiana perché potesse decidere nel frattempo come riorganizzare il settore balneare in vista del recepimento delle norme contenute nella direttiva europea Bolkestein. Ciò che ha sentenziato il Consiglio di Stato si è abbattuto come una grande onda sul futuro degli operatori balneari perché di fatto ha detto che non si può attendere oltre, con la conseguente messa all’asta di tutte le concessioni.

Immediate le reazioni da tutta Italia, compresa la spiaggia di velluto, con le associazioni di categoria pronte a difendere quel poco che sembra rimanere a imprenditori, lavoratori e alle loro famiglie che hanno investito sul settore turistico-balneare. Tra le incognite non c’è solo l’aspetto economico di un indennizzo, ma il futuro del settore, contraddistinto nella regione Marche da imprese per lo più a carattere familiare: c’è infatti il rischio che grandi gruppi finanziari – torna l’incubo dello straniero, stavolta cinese – possano acquistare intere fette di costa adriatica. E Senigallia non è esente da tale rischio.

Intanto arriva una bacchettata alle mani della politica italiana…

Continua a leggere l’articolo sull’edizione digitale di giovedì 18 novembre, disponibile a questo link.
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Carlo Leone