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Tag: Export agroalimentare

Crescono anche nel primo trimestre 2023 le esportazioni delle Marche

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Foto: Pixabay

Nei primi tre mesi del 2023 l’export italiano in valore mostra una crescita molto sostenuta (+9,8%) rispetto allo stesso periodo del 2022, ma in rallentamento per tutte le ripartizioni territoriali ad esclusione del centro. Gran parte delle regioni italiane registrano incrementi dell’export in valore: il più marcato per le Marche (+101,9%) la cui performance è quasi totalmente spiegata dall’eccezionale aumento delle vendite di prodotti farmaceutici verso la Cina e contribuisce per 2,8 punti percentuali all’aumento tendenziale dell’export del nostro Paese. 
Al netto della variazione del comparto farmaceutico la crescita dell’export delle Marche risulta più modesta di quella media nazionale e pari al +3,4%.

Il peso dell’export della regione sul totale nazionale è salito dal 2,8% al 5,1%; la crescita ha riguardato sia le vendite verso i Paesi Ue (+20,6%) sia, soprattutto, quelle verso i Paesi extra Ue (+208,6%).

«Un altro brillante risultato del comparto farmaceutico – ha commentato il presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali – che nasconde tuttavia andamenti differenziati tra i principali settori di specializzazione della regione ed un rallentamento per alcuni di loro. Per questo dobbiamo continuare a lavorare per supportare la vivacità e la crescita dell’intero sistema produttivo regionale affiancando le imprese e aiutandole a mantenere e accrescere la presenza delle nostre produzioni sui mercati internazionali».

Scendendo nel dettaglio dei dati regionali, l’export del comparto farmaceutico risulta cresciuto di cinque volte rispetto al primo trimestre 2022, ma crescono in modo consistente anche le esportazioni di macchinari ed apparecchi (+18,1%), di pelli e calzature (+20,8%), di mobili (+13,5%), di articoli di abbigliamento (+26,1%), di sostanze e prodotti chimici (+12%), di prodotti alimentari e bevande (+13,3%), di computer e apparecchi elettronici (+28,3%), di legno e prodotti in legno (+6,8%), di prodotti tessili (+22,5%). 

In flessione invece le esportazioni di metalli e prodotti in metallo (-10,2%), di apparecchi elettrici (-3,7%), di altri mezzi di trasporto (-59,2%), di articoli in gomma e materie plastiche (-8,6%), di carta e prodotti di carta (-1,5%), di prodotti petroliferi (-39,2%).

A livello provinciale si registra l’aumento delle esportazioni in tutte le province fatta eccezione per Pesaro Urbino (-1,1%): Ancona (+1,7%), Macerata (+12,7%), Fermo (+19,8%). Ascoli Piceno, il cui valore delle esportazioni è risultato più che quadruplicato (+338,8%), influenzato dall’andamento dei prodotti farmaceutici, risulta al primo posto tra le province italiane per contributo alla crescita tendenziale dell’export nazionale.

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Segnali di ripresa per l’export agroalimentare marchigiano

Dopo il lungo periodo di stasi, torna a dare i primi segnali di ripresa l’export per l’agricoltura marchigiana. A tal proposito abbiamo raggiunto Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche e Coldiretti Ancona.

Qual è la situazione dell’export dell’agroalimentare marchigiano in questo momento?

Il dato dell’export marchigiano torna a crescere a distanza di circa dodici mesi dal brusco arresto che aveva registrato quando il nostro Paese e i mercati europei e internazionali erano nel pieno della crisi pandemica. L’aumento dell’1% riguarda il primo trimestre del 2021, confrontato con lo stesso trimestre dello scorso anno, quando eravamo ancora in piena emergenza sanitaria. È un dato che fa ben sperare, che ci prospetta un leggero e progressivo ritorno a una normalità economica e commerciale ed è un elemento significativo per il nostro settore agroalimentare marchigiano che soprattutto nei mercati europei trova sbocco e riconoscibilità.

Quali sono le azioni che state portando avanti per favorire questa ripresa?

Come Coldiretti Marche abbiamo da subito prestato collaborazione e sostegno al governo regionale per facilitare e accelerare quanto più possibile il piano di vaccinazione dei cittadini e degli imprenditori marchigiani. Questo proprio con lo scopo e la volontà di riuscire a creare quanto prima un contesto nuovamente favorevole per il tessuto lavorativo della nostra regione, soprattutto per ritornare a un’attività commerciale necessaria per le imprese agricole, e non solo, della regione Marche.

a cura di Barbara Fioravanti