Skip to main content

Tag: Palestina

La voce di Layla, attivista palestinese che sogna insieme a tanti israeliani di vivere in pace

L’oratorio della parrocchia di San Michele al fiume, frazione mondaviese, appena al di là del Cesano, in una domenica di fine agosto dà voce ad un’altra voce. Quella di Layla al-Sheikh, quarantacinquenne palestinese. L’11 aprile 2002, Qusay, figlio di Layla di appena otto mesi, ha avuto un’infezione respiratoria dopo aver inalato gas lacrimogeni scagliati durante un’incursione israeliana nel suo villaggio alle porte di Betlemme, Cisgiordania. I genitori hanno cercato di portarlo in ospedale, situato ad appena venti minuti di distanza dalla loro casa. Ci hanno messo quattro ore a causa dei militari che volontariamente li hanno trattenuti ai checkpoint. Troppi per Qusay che si è spento 48 ore dopo.

Grazie ad un’iniziativa del vivace Gruppo ‘Fuoritempo’ la sua testimonianza è arrivata fino a noi: “Per anni ho provato solo una furia incontenibile. Ho perso la fede in Dio, litigavo ogni giorno con mio marito. Davo la colpa a lui per quanto era accaduto, agli israeliani, a me stessa. Ci ho messo tanto per comprendere che quella tragedia era accaduta per una ragione anche se non sapevo quale. L’ho capito quando ho incontrato i Parents circle*. Era il settembre del 2016. Sono andata a una loro conferenza a Betlemme grazie all’insistenza di un’amica, mi ha tormentata con i suoi inviti a conoscere questa associazione. Ho accettato solo per farla smettere, non ne potevo più della sua insistenza, ma non ero per niente convinta. Quando, però, ho sentito i genitori israeliani e palestinesi parlare del proprio dolore, per la prima volta dalla morte di mio figlio, ho sentito che non ero sola. Non li conoscevo, non sapevo niente di loro. Ma li sentivo vicini, inclusi gli israeliani che in teoria erano sempre e comunque “nemici”. Non mi ero mai imbattuta in un ebreo che non fosse un soldato o un colono. Invece di fronte a me avevo madri e padri che condividevano con altri madri e padri palestinesi i propri sentimenti, la propria dolorosa solitudine. Addirittura riuscivano a sorridere insieme, a scambiarsi idee, desideri, abbracci. Sentimenti così simili ai miei… Le loro parole mi svelavano degli aspetti della mia vita che non avevo mai considerato. In quell’istante ho capito l’assurdità di questo conflitto. E ho deciso di combatterlo. Penso che sia sufficiente un momento per cambiare un’esistenza”. Ora Layla gira il mondo per portare queste voci di speranza e di pace, sapendo che è tutto tanto più complicato ma che questa è l’unica strada possibile e necessaria per trovare pace.

Prima del famigerato 7 ottobre di due anni fa erano circa 600 le famiglie associate a Parent circle, oggi sono più di 800. Solo tre le famiglie hanno lasciato l’organizzazione dopo il massacro perpetrato da Hamas e l’inferno che ne è seguito nella Striscia di Gaza scatenato dall’esercito israeliano. Ascoltare Layla è un’immersione rigenerante nella umanità più bella. C’è da rimanere stupiti per il coraggio e la creatività che la sua associazione mette in moto, anche oggi, nel promuovere attività di diverso tipo per donne, giovani, attivisti: “Tanti progetti sono stati sospesi, come è facile immaginare, ma i nostri incontri continuano ed in questo ci viene in aiuto la tecnologia. Le comunicazioni sono difficilissime e allora ci incontriamo attraverso le piattaforme digitali”. Corsi di sartoria, pasticceria, addobbi floreali (ironicamente hanno chiamato questi percorsi ‘wedding planner’, vista l’attinenza con le attività di organizzazione di matrimoni…). “Abbiamo un’attenzione particolare per i giovani, ai quali proponiamo dei campiscuola in cui imparano a conoscersi, riflettere e divertirsi, ad incontrarsi quali esseri umani. Non è possibile realizzare queste settimane nei nostri territori e quest’anno ci siamo spostati a Cipro. Ragazzi e ragazze che vivono nella stessa terra, costretti ad emigrare in un’isola per l’impossibilità di vivere serenamente nel proprio ambiente!”. Significativo il nome di un altro progetto, “Ascoltiamo il cuore”, che coinvolge giovani universitari ai quasi vengono proposte attività che aiutano a mettersi nei panni degli altri: “Il primo muro da abbattere è l’incapacità di vedere nell’altro, nell’altra un essere umano. De – umanizzare le persone è la premessa che rende possibile ogni violenza, sopruso, disumanità. A chiunque abbia perso qualcuno il 7 ottobre, vorrei dire: mi dispiace, mi dispiace davvero per chi ora è in lutto, sia israeliano o palestinese. Tutti, io per prima, abbiamo il dovere di fare qualcosa per fermare questa barbarie. Non possiamo stare a guardare. Ogni essere umano è così prezioso. Come ci permettiamo di sacrificarlo? E per che cosa poi?”.

Laura Mandolini

* L’associazione è costituita da un gruppo di genitori che hanno perso i figli nella guerra fra israeliani e palestinesi e che ora desiderano portare la pace fra i due popoli. Obiettivo dell’associazione è impegnarsi per giungere ad un accordo fra i due popoli. Parent’s Circle è nata nel 1995, per iniziativa di YitzhaK Frenkental il cui figlio era stato rapito e ucciso da affiliati ad Hamas.

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.

Preghiera per la pace e sostegno alle famiglie di Gaza: la Diocesi di Senigallia si mobilita

La Diocesi di Senigallia si mobilita ancora per Gaza. Già si era esposta pubblicamente in altre occasioni – compresa la rumorosa, pacifica e partecipata manifestazione dello scorso luglio, promossa in contemporanea in decine di città italiane – per protestare contro ciò che sta avvenendo in Palestina. Una nuova iniziativa è stata annunciata per domenica 10 agosto.

Coinvolgerà le chiese della diocesi senigalliese dove sarà letta un’intenzione di preghiera durante tutte le celebrazioni eucaristiche. Nel frattempo prosegue l’azione di sostegno alle famiglie di Gaza che già alcune parrocchie hanno avviato.

«Come Chiesa diocesana non possiamo tacere di fronte al massacro umano e morale che sta avvenendo a Gaza. È naturale per le nostre comunità opporsi a ogni tipo di violenza, eppure questo è il triste tempo di ribadirlo con fermezza, in modo limpido».

Uno sguardo a tutte le popolazioni coinvolte nel conflitto. «Non abbiamo dimenticato gli efferati crimini commessi il 7 ottobre del 2023, per cui la comunità israeliana ancora soffre e attorno alla quale ci siamo stretti in preghiera e vicinanza fraterna; nello stesso tempo guardiamo con dolore e preoccupazione al dipanarsi degli attacchi che da quel momento in avanti, per quasi 22 mesi ormai, vengono perpetrati ai danni della popolazione della Striscia di Gaza».

Oltre a non rimanere in silenzio di fronte a una violenza «difficile da immaginare», l’appello è che cessi immediatamente la guerra, con l’ingresso degli aiuti umanitari, di personale sanitario, di giornalisti e osservatori internazionali e l’attuazione di corridoi umanitari, «perché si possa superare quanto prima questa fase così drammatica e si possa intraprendere un cammino verso la pace e la riconciliazione».

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.

Corinaldo approva una mozione per il riconoscimento dello stato di Palestina

Mentre a Senigallia il consiglio comunale tentenna sulla mozione per la Palestina, a Corinaldo il passo avanti è stato fatto. Nella seduta del 31 luglio si è votato all’unanimità un atto che dimostra come sia possibile a tutti i livelli prendere posizione di fronte a una delle più gravi crisi umanitarie del secolo.

La mozione in questione è stata presentata dal gruppo Corinaldo Guardare Oltre, ma è stata «arricchita con integrazioni fondamentali», spiega la maggioranza, dal gruppo consiliare di minoranza Voce Comune per Corinaldo.

L’atto impegna il sindaco e la giunta a ribadire il ripudio alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti; attuare concrete azioni di solidarietà; aderire formalmente alla marcia della pace Perugia-Assisi; promuovere incontri pubblici per sensibilizzare la cittadinanza e far crescere la consapevolezza su quanto sta accadendo a Gaza; ma soprattutto a lanciare un appello al governo italiano e alle istituzioni europee.

L’appello ha l’ambizioso obiettivo di fare pressing per fermare l’escalation di violenza e arrivare presto a un immediato cessate il fuoco generale a Gaza, in Cisgiordania e in Israele; vietare la vendita di armi ai gruppi armati presenti nel conflitto; rilasciare gli ostaggi e tutti i prigionieri detenuti illegalmente; avviare le operazioni di solidarietà internazionale verso la popolazione di Gaza; avviare le procedure di riconoscimento dello Stato Palestinese; interrompere qualsiasi rapporto economico con il governo israeliano.

«Di fronte a una tragedia umanitaria di queste proporzioni, non si può e non si deve rimanere in silenzio – affermano i politici corinaldesi all’unanimità – Anche da un piccolo Comune come il nostro è possibile lanciare un messaggio chiaro. Un piccolo gesto, ma profondamente significativo. È dovere delle istituzioni prendere posizione».

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.

La Palestina non vi rimpiangerà (e nemmeno la storia)

I territori palestinesi della striscia di Gaza distrutti dal bombardamenti israeliani, 17 luglio 2025. (Photo by Jack GUEZ / AFP)

Rinviata in commissione la proposta di mozione per il riconoscimento dello stato di Palestina da parte del consiglio comunale senigalliese. Nemmeno su questo punto all’ordine del giorno di una seduta in cui più volte c’è stato l’appello ad approfondire le questioni, a studiare, a lasciare l’appartenenza partitica alle spalle, a concentrarsi sui punti fondamentali del dibattito, ebbene nemmeno stavolta l’assise è riuscita a esprimere un voto unanime. Ma se il (de)merito è questo, il metodo è pure peggio.

Dopo la presentazione del testo della mozione da parte della consigliera Stefania Pagani (Vola Senigallia) in cui si è fatto appello alla necessità di pronunciarsi su gravi crisi umanitarie e su sistematiche violazioni del diritto internazionale, lasciando da parte strumentalizzazioni inaccettabili, e dopo altri accorati appelli (Bomprezzi, Pergolesi, Rebecchini, Piazzai), dai banchi della maggioranza cosa salta fuori? Solo una proposta di rinvio in commissione (Schiavoni) e una frase buttata là (Argentati) sulla Palestina guidata da Hamas. Ma chi ha mai parlato di lasciare un paese in mano ai terroristi, fermo restando che invece dell’atteggiamento terrorista del governo israeliano non ci si scandalizza in alcuni partiti? Senza poi contare l’assenza di molteplici esponenti della giunta durante la discussione e la votazione.

Questo modo di aggirare le decisioni, di assentarsi davanti alle sfide (politiche) che la cronaca internazionale ci riporta davanti agli occhi, francamente ha stancato. Cos’altro c’è da approfondire dopo decenni di violazioni, attacchi e morti, dopo decine di tentativi di dialogo falliti? Oggi chi siede sui banchi di qualsiasi istituzione e col simbolo di qualsiasi partito ha il dovere di esprimersi senza tentennamenti. Chi non ne è capace, lasci il posto. La Palestina non lo/la rimpiangerà. La storia nemmeno.

di Carlo Leone

Manifestazione a Senigallia per la Palestina

Nuova manifestazione per la pace in Palestina e per la popolazione della striscia di Gaza. La promuove la Scuola di Pace Vincenzo Buccelletti di Senigallia, chiamando a raccolta le persone per il prossimo sabato 19 aprile, alle ore 17:30 nel piazzale della Libertà davanti alla Rotonda a mare. Lo scopo è quello di sensibilizzare le persone verso la causa palestinese e contro il conflitto che tante vittime sta mietendo a Gaza. Lo slogan è: “Non siamo numeri ma esseri umani – Stop al genocidio a Gaza”.

«Dal 13 marzo, data della ripresa degli attacchi, più di 390.000 persone sono state costrette a fuggire senza che ci siano luoghi sicuri; un mese dopo, al 13 aprile, 1.449 persone uccise e 3.647 ferite, molti corpi rimangono sotto le macerie» scrivono dalla Scuola di Pace senigalliese. «Da quel giorno il governo israeliano ha emesso 15 ordini di evacuazione e circa il 66% della striscia è off-limits per i suoi abitanti. La maggior parte delle richieste di ingresso di aiuti (compresi farmaci e vaccini) viene negata. Dal 7 ottobre 2023 sono stati uccisi almeno 412 lavoratori delle ONG umanitarie, compresi 291 dello staff ONU e 208 giornalisti».

ASCOLTA L’INTERVISTA DELL’OPERATRICE UMANITARIA MARTINA MARCHIO’ DALLA STRISCIA DI GAZA

Il problema, secondo gli attivisti della scuola di pace senigalliese è che mentre le agenzie di stampa insistono sui numeri, tutte le persone, tutti quanti «a poco a poco ci siamo assuefatti. Che differenza fanno 40 o 50.000 morti sul nostro livello di indignazione? Paradossalmente questo cala, come cala l’attenzione dei media su quanto succede in Palestina, le notizie monopolizzate dagli umori di Trump. Dietro quei numeri ci sono dei volti, persone, la maggior parte nel fiore della vita, che vengono uccise o pesantemente mutilate; nel migliore dei casi perdono la casa, la possibilità di andare a scuola, non hanno di che cibarsi, non sanno dove rifugiarsi. Persone a cui è giusto restituire un volto, una storia».

La manifestazione indetta per sabato 19 aprile, a sostegno della popolazione palestinese, «sarà un modo per dire loro che c’è qualcuno che non è indifferente alla loro sofferenza e che non li considera solo dei numeri ma esseri umani. Sfileremo in silenzio portando in mano e nel cuore l’immagine e il nome di alcune delle vittime civili di questo genocidio camminando fino ad arrivare in piazza Roma, il cuore di Senigallia, una città di pace che vuole gridare forte la sua indignazione».

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.

A Senigallia la mostra con i disegni dei bambini della striscia di Gaza – AUDIO e FOTO

Si parla di cultura, società, guerra e pace nella nuova puntata di “20 minuti da Leone”. E’ stata inaugurata recentemente una mostra, Heart of Gaza, con i disegni di bambini e delle bambine provenienti dalla striscia di Gaza, quindi al centro del conflitto tra Israele e Hamas. Un’esposizione aperta fino al 21 gennaio, all’ex pescheria del Foro Annonario di Senigallia, con cui gli organizzatori si prefiggono di sostenere la comunità palestinese, anche con una raccolta fondi, ma soprattutto di sensibilizzare l’opinione pubblica locale e marchigiana su quanto sta avvenendo da mesi in quei territori martoriati dalla guerra. Le interviste raccolte durante l’inaugurazione sono racchiuse in questo servizio in onda venerdì 17 e sabato 18 gennaio alle ore 13:10 e alle ore 20, con un’ulteriore replica domenica 19 a partire dalle 16:50, sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). L’audio è fruibile anche qui cliccando il tasto “riproduci” del lettore multimediale, accompagnato da alcuni estratti testuali.

Roberto Primavera, del direttivo ANPI di Senigallia: qual è lo scopo della mostra?
Quello principale è di sensibilizzare e aiutare questa comunità con cui siamo riusciti ad incontrarci, per cui sicuramente raccoglieremo anche dei fondi perché c’è bisogno di un grande aiuto a Gaza, perché a Gaza la quotidianità ha dei costi assurdi per effetto di quello che sta succedendo. Chiaramente è anche quello di sensibilizzare e cercare di mitigare l’indifferenza, c’è un’indifferenza enorme di quello che sta succedendo a Gaza e purtroppo dobbiamo anche dire che la situazione non nascono dalle cose terribili che sono successe il 7 ottobre: quello che sta succedendo è terribile ma è il sintomo di una situazione incancrenita da decenni.

Come è stato possibile allacciare il primo contatto con gli organizzatori di questa mostra ce lo spiega Emanuela Pettinari, volontaria del progetto Heart of Gaza.
Questa iniziativa nasce grazie ad una storia di amicizia, cioè l’amicizia fra Mohamed Timraz, un ragazzo che vive nella striscia di Gaza, e Féile Butler, una illustratrice irlandese conosciuta tramite i social. E’ nata l’idea che questa mostra potesse girare il mondo, per dare voce ai bambini che voce non hanno, cioè ai bambini che vivono nella striscia di Gaza. L’iniziativa si sviluppa nella città di Deir al-Bala: gli artisti sono bambini, bambine, ragazzi e ragazze tra i 3 e i 17 anni, che raccontano attraverso questi disegni ciò che vivono, ciò che sperimentano ogni giorno. Da questa loro amicizia è nata la nostra amicizia con Mohamed che ha portato la nostra mostra a Monte San Vito, Chiaravalle, Senigallia, e poi continuerà grazie alla collaborazione di tante persone e di una rete comunitaria che si è creata intorno a questo progetto.
La rete di associazioni del terzo settore che si sono prodigate per arrivare a questo risultato è composta dalle sezioni senigalliesi di Arci, Anpi, la sezione di Monte San Vito dell’Anpi, la banda musicale Roberto Zappi, la bottega del mondo solidale di Chiaravalle, la scuola di pace Buccelletti di Senigallia, Libera, Factory 00, Spazio Lapsus, l’Associazione Cattolica, la Rete per la Pace Subito, gli Amici dell’Unità Solidale e il Gris Marche.

Per l’allestimento alla ex pescheria del Foro Annonario sono stati scelti dei materiali di recupero provenienti dall’alluvione che ha colpito le Marche e soprattutto la zona senigalliese e Valliva nel settembre 2022, mentre sul significato dei disegni interviene Raffaella Persichella, sceneggiatrice e volontaria dell’iniziativa.
Ci sono disegni che parlano del passato, dei loro ricordi, però per la maggioranza ci sono disegni che parlano della loro quotidianità, della difficoltà che stanno vivendo nella striscia di Gaza. La forza e il potere di questi disegni sta nella loro sincerità. Le persone usciranno da questa mostra con una consapevolezza diversa perché sono dei disegni estremamente toccanti.

Al centro c’è sempre il tema della guerra e della violenza. Vescovo Manenti, cosa ci dicono questi disegni?
I bambini di Gaza chiedeno a noi di stare di fronte ai fatti e non alle interpretazioni. Ci dicono che la violenza non risolve i problemi, anzi ne crea di altri, li amplifica, rende irrespirabile l’aria della comunità. Ormai quotidianamente i notiziari ci passano le notizie e il rischio è quello di abituarci alle morti, soprattutto quelle dei bambini. Mi auguri invece che si possa dare voce insieme ai bambini, perché qui c’è di mezzo la dignità e la qualità umana della vita.

Daniele Marzi, perché la Scuola di Pace sostiene questa mostra?
In questo periodo c’è un rigurgito bellicista, sta cambiando la percezione e la mentalità proprio nell’opinione pubblica del fatto che la guerra possa essere nuovamente un’opzione, dopo che l’avevamo bandita, che l’avevamo ripudiata noi come nazione nella nostra Costituzione. Per quanto riguarda il conflitto proprio israelo-palestinese, qui c’è stata un’informazione riduttiva: è come se il conflitto fosse nato il 7 ottobre del 2023. In realtà sappiamo che non è così, che è un conflitto lunghissimo e noi come Scuola di Pace non ci schieriamo da nessuna parte, ma cerchiamo di stare sempre dalla parte delle vittime delle guerre e i bambini sono la più innocente, la prima vittima di tutti i conflitti e cerchiamo di dare voce, quindi, di far vedere anche con questa mostra cosa significa realmente la guerra. La guerra significa morte, distruzione, ingiustizia e questo invece nei media non passa e l’opinione pubblica quindi sta un po’ assuefacendosi alla mentalità che in fondo se io subisco un attacco come ha subito Israele, per esempio, gravissimo e terroristico, ho il diritto di reagire, tant’è che il governo parlava di diritto a difendere, ma in realtà qui si sta avvallando un diritto alla vendetta, perché non c’è una proporzione fra quello che è accaduto e quello che sta accadendo attualmente. C’è un’alternativa, è la non violenza, è discutere, è la diplomazia, è considerare tutti gli esseri umani degni di vivere e portatori di una parte di verità.

Segui La Voce Misena sui canali social Facebook, Instagram, X e Telegram.

Guerra e pandemia, imprese in difficoltà anche nelle valli Misa e Nevola – INTERVISTA AUDIO

Egidio Muscellini
Egidio Muscellini

Continuano le interviste nel programma radiofonico di Radio Duomo Senigallia/In Blu dal titolo “Venti minuti da Leone”. In questo spazio per le riflessioni sulle problematiche e sulle opportunità del territorio che va da Arcevia a Senigallia e da Chiaravalle a Mondolfo, abbiamo avuto tra gli ospiti Egidio Muscellini (in FOTO), presidente del comitato territoriale di Senigallia della Confartigianato che comprende il mandamento delle valli Misa e Nevola e quindi tutti i comuni da Arcevia a Senigallia.

In quest’area, insistono migliaia di imprese artigianali e commerciali: il saldo però continua a essere negativo, perché pesano diversi fattori a livello globale. Dopo la crisi della pandemia, è subentrato il conflitto tra Russia e Ucraina che ha portato a conseguenze impattanti per famiglie e imprese, tra cui aumenti generalizzati dei prezzi di ogni prodotto. E altrettanta apprensione si origina a ogni notizia di guerre o tensioni che si riaccendono, come adesso in Medio Oriente.

«Sicuramente il contesto nazionale e internazionale crea problemi vari – spiega Muscellini – tra cui aumenti di carburanti e materie prime che creano problemi alle nostre aziende, chi in maniera più marcata e chi meno, ma tutte ne risentono». Poi ovviamente dipende dal tipo di attività: un’attività con forni elettrici ha risentito maggiormente dell’aumento delle bollette energetiche rispetto a un negozio di abbigliamento.

Il contesto ha anche portato alla chiusura soprattutto di piccole attività che non hanno saputo far fronte all’aumento generalizzato dei costi, su tutti appunto energia e materie prime. «Tra i problemi c’è anche lo spopolamento dei centri storici che portano poi alla chiusura dei piccoli negozi, per cui si rende necessario un rilancio della qualità dell’abitare nei centri e nei borghi delle vallate». Anche in questo caso il fenomeno è più accentuato nei paesi dell’entroterra che potrebbero rinascere con il turismo, «una risorsa da sfruttare sicuramente».

Segui La Voce Misena sui canali social FacebookInstagramX e Telegram.

La “Rete per la pace” di Senigallia aderisce alla manifestazione di Roma del 9 marzo

Manifestazione per la pace

Da Senigallia a Roma. Si sposta e acquisisce nuova centralità e rilevanza il presidio per la pace che quasi ogni fine settimana viene organizzato a Senigallia, nelle centralissime piazze Saffi e Roma. Questa volta però c’è l’adesione alla manifestazione nazionale per la pace che si terrà nella capitale il 9 marzo prossimo, con partenza da piazza della Repubblica e arrivo ai fori imperiali. Lungo questo percorso cammineranno anche molti dei partecipanti ai presìdi senigalliesi.

Questa infatti la decisione della “Rete per la pace subito – Senigallia” che ha quindi “spostato” il 66° presidio che si sarebbe dovuto tenere in piazza Saffi a Senigallia. Sarà l’occasione per unire la propria voce a quella di altre realtà associative nazionali nella protesta contro l’invio di armi nei paesi in guerra e per un cessate il fuoco immediato sia in Ucraina che in Palestina, così come negli altri luoghi della terra dove si assiste a conflitti armati.

«Perché questa è l’unica possibilità per salvare dalla morte e da immani sofferenze la popolazione civile e i giovani arruolati a forza, scongiurando l’escalation in corso verso la guerra mondiale» sostengono dalla Rete per la pace – Senigallia. «Per poi sottolineare che le spese militari hanno raggiunto la cifra massima della storia con i 2.240 miliardi di dollari nel 2022 (ultimo anno con rilevazioni ufficiali), senza dimenticare, tanto per fare un paio di esempi, che un F35 costa come 3.244 letti in terapia intensiva, un sottomarino come 9.180 ambulanze (e sono in alternativa)».

L’appello è ancora una volta rivolto ai governi, in primis quello italiano ovviamente, perché promuova concretamente e non solo a parole trattative e negoziati di pace rinnovando di fatto « quello spirito di coesistenza che nel secondo dopoguerra animò la stesura delle costituzioni democratiche, la nascita delle rinnovate Nazioni Unite e della Comunità Europea, spirito allora affermato proprio per scongiurare eventuali future spirali di guerra, quelle che ora si manifestano così minacciose».

All’appello che deve avere come obiettivo anche l’accoglienza e l’assistenza a tutti i profughi di guerra e la tutela di migranti, si uniscono dunque gli attivisti senigalliesi che invitano a un’ampia partecipazione. 

Info: tel. 071.63935 – partenza pullman ore 7.30 Agenzia delle entrate.

Segui La Voce Misena sui canali social FacebookInstagramX e Telegram.
Scarica l’app da Google Play o da App Store.

Da Senigallia raccolta fondi per la popolazione palestinese sotto attacco

A Senigallia un'iniziativa per raccogliere fondi a favore della popolazione in Palestina è stata organizzata da Spazio Comune Autogestito Arvultùra, da Factory Zero Zero e da Casa della Grancetta

Da Senigallia sono stati devoluti dei soldi per sostenere la popolazione palestinese a Gaza. E’ il nuovo aiuto, concreto, messo in campo da Spazio Comune Autogestito Arvultùra, da Factory Zero Zero e da Casa della Grancetta: le tre realtà hanno promosso un’iniziativa culturale e musicale con lo scopo di raccogliere fondi da devolvere a favore di chi da mesi vive sotto assedio, come “risposta” ai fatti del 7 ottobre scorso. 

L’evento, prima un dialogo con testimonianze poi un momento musicale e artistico accompagnato da prodotti locali, si è svolto lo scorso 26 febbraio e ha avuto un ottimo riscontro: il centro sociale di via Abbagnano non è riuscito a contenere tutte le persone che hanno partecipato alla serata.

Durante l’iniziativa c’è stato il collegamento con un palestinese Said che è riuscito a mettere in salvo se stesso e la sua famiglia rifugiandosi in Italia: è stato lui a dare molte informazioni su quella che è la reale situazione della popolazione palestinese sotto attacco da parte delle forze israeliane.
«Ci ha raccontato dei continui bombardamenti – ha spiegato Simona Buffelli, una delle organizzatrici – ma anche della difficoltà a reperire cibo e acqua, quest’ultima ormai introvabile perché gli aiuti arrivano a singhiozzo. Mancano anche le medicine, gli ospedali non riescono a fornire le cure: è una situazione drammatica». 
Tra le testimonianze ci sarebbe dovuto essere anche il racconto di un altro palestinese Mohammed ma il collegamento è saltato proprio perché era stato annunciato un imminente attacco su Rafah

Alcune esibizioni da parte di artisti e musicisti hanno accompagnato poi la serata, da cui è stato possibile raccogliere oltre 1400 euro per aiutare la popolazione palestinese tramite la piattaforma on line di raccolta fondi Gofundme.com dove è attivata la campagna “Sos Gaza”

«Sappiamo bene che il nostro intervento non è che una goccia nel mare – fanno sapere dallo spazio Arvultùra di Senigallia – ma siamo anche consapevoli che il mare è una moltitudine di gocce». 

Segui La Voce Misena sui canali social FacebookInstagramX e Telegram.
Scarica l’app da Google Play o da App Store.