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Tag: Rocca Roveresca di Senigallia

Nel 2024 si amplia l’offerta culturale e di servizi della rocca roveresca di Senigallia

La Rocca Roveresca di Senigallia

Grazie all’Europa, grazie al Pnrr, anche per la rocca roveresca di Senigallia si apre l’opportunità di ampliare l’offerta di iniziative e attivare servizi per un target sempre più ampio di visitatori. Il monumento in piazza del Duca fa parte, assieme al museo archeologico statale di Arcevia, dei musei del Ministero della cultura ubicati nella valle del Misa. Il 2024 sarà un anno di svolta per uno dei simboli della cittadina marchigiana.

La rocca roveresca di Senigallia, già da alcuni anni dedicata all’esposizione di arte contemporanea, vede i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza finalizzati alla climatizzazione degli ambienti espositivi, con conseguente controllo delle condizioni microclimatiche. Un’operazione che consentirà di ospitare anche mostre di rilievo internazionale. Nel 2024 appena iniziato si completeranno anche gli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche già in parte realizzati, che si andranno ad integrare con le azioni per il conseguimento del certificato di prevenzione incendi, a tutela della sicurezza del monumento e delle persone.

Ulteriori opere già realizzate nel biennio 2022-2023 hanno reso la rocca più confortevole alla visita, in particolare: opere illuminotecniche, ritinteggiatura complessiva del percorso museale e sistemi di oscuramento per un miglior comfort negli ambienti e per la salvaguardia delle opere in mostra che saranno così protette dall’esposizione diretta ai raggi solari. Ai fini della conservazione delle opere appartenenti alla collezione della Rocca, sono state compiute azioni quali la messa in sicurezza dell’intonaco dipinto recante la scritta storica Santa Barbara ora Pro Nobis – dove un tempo si trovava la cappellina dedicata alla santa protettrice dei bombardieri – e opere manutentive di base sugli elementi lapidei conservati nel deposito presso il piano seminterrato. 

E per quanto riguarda l’offerta culturale e didattica? Numerose sono le iniziative proposte alla rocca roveresca: oltre l’attività didattica rivolta a gruppi scolastici, famiglie e utenti con disabilità, nel corso degli anni si sono svolte numerose mostre, eventi, concerti e conferenze. In particolare, nell’ultimo biennio, si segnalano le mostre effettuate in collaborazione con l’Istituto centrale del catalogo e della documentazione (Iccd) – Ministero della cultura: Being There – Oltre il giardino di Claudia Losi (Progetto Italian Council, promosso dalla direzione generale creatività contemporanea – Ministero della Cultura) e la Biennale di fotografia, in collaborazione con il Comune di Senigallia. Per il 2024 è già in corso di elaborazione una nuova mostra con Iccd, oltre a varie attività in collaborazione con il Comune di Senigallia e a un convegno sull’evoluzione storica della rocca roveresca.

Per poter fruire degli eventi della rocca roveresca è possibile l’acquisto del biglietto annuale (intero 12 €, ridotto 18-25 anni 5 €; info: roccasenigallia.it/abbonamento) con possibilità di prelazione sugli eventi che verranno ospitati durante l’anno.

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La Madonna di Senigallia on line

La piattaforma streaming ITsART, dedicata all’arte e alla cultura italiana, nata a ridosso della pandemia e promossa dal Ministero della Cultura, precedentemente disponibile soltanto nel nostro Paese e nel Regno Unito, è finalmente da alcuni mesi debuttata in tutti e 26 gli stati dell’Unione Europea.
Tra gli oltre 1250 eventi e spettacoli presenti nel catalogo della piattaforma possiamo trovare anche la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, oggi conservata nelle sale espositive della Galleria Nazionale delle Marche, ospitata all’interno del Palazzo Ducale di Urbino.

Madonna di Senigallia, Piero della Francesca, 1470-1485, olio su tavola, Galleria Nazionale delle Marche – Urbino

Nel terzo episodio della webserie “Il Museo si racconta”, il Direttore della Galleria Nazionale, Luigi Gallo, ci illustra la splendida “Madonna di Senigallia” di Piero della Francesca, restaurata nel 2001 dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.
In quell’occasione l’opera, considerata uno dei dipinti più celebri di Piero della Francesca, fece ritorno nella sua città natale, Senigallia, e venne esposta dal 18 giugno al 10 luglio all’interno del piano nobile della Rocca Roveresca, in un percorso studiato per avvicinare il visitatore all’opera raccogliendo, stanza dopo stanza, diversi elementi e chiavi di lettura.

La “Madonna di Senigallia”, custodita per secoli nella chiesa di Santa Maria delle Grazie e trasferita poi nel 1917 al Palazzo Ducale di Urbino, pare essere stata commissionata a Piero della Francesca da Giovanna da Montefeltro e Giovanni della Rovere in occasione del loro matrimonio nel 1478. Per altri il dipinto potrebbe invece essere un dono di Federico da Montefeltro in punto di morte alla figlia Giovanna e per altri ancora l’opera fu voluta dal Duca di Urbino per rievocare, con presagi di lutto e allusioni alla Passione di Cristo, l’amata moglie Battista Sforza, morta prematuramente. Quest’ultima tesi è autorevolmente sostenuta anche da Maria Grazia Cardi Duprè del Poggetto, la quale riconosce nelle travature lignee della stanza retrostante le figure dipinte l’interno del Palazzo di Gubbio, dimora prediletta di Battista Sforza.

La mostra senigalliese venne allora intitolata “La luce e il mistero” proprio per quel senso della luce che resta uno degli aspetti più affascinanti e innovativi dell’esperienza artistica di Piero della Francesca, una sintesi perfetta tra la pittura luminosa e chiara appresa a Firenze dal grande Domenico Veneziano, in cui la luce nasce dall’impasto cromatico del colore e si integra con armonia al disegno, e la cultura fiamminga, incontrata ad Urbino e a Ferrara, caratterizzata per quell’uso della pittura ad olio che permette un controllo più raffinato della luce.
Così il grande critico d’arte Roberto Longhi parlava di Piero della Francesca cercando di spiegare quel suo modo di costruire le immagini con il colore e il colore con la luce:
“Sembrano, in Piero, i colori nascere per la prima volta come elementi di un’invenzione del mondo”.

La scena rappresentata sulla piccola tavola di noce (61×53,5 cm) ci mostra in primo piano, all’interno di una abitazione, la Vergine Maria con in braccio Gesù Bambino, nell’atto di benedire, e alle loro spalle due angeli, vestito di grigio il primo e di rosa salmone il secondo. Confrontando la fisionomia di questi ultimi con altri personaggi presenti nelle precedenti opere dell’artista è possibile notare come le due figure angeliche siano state riprese dalla “Pala di Brera”, realizzata da Piero della Francesca tra il 1472 e il 1474.
Gesù, in braccio alla Madre, viene raffigurato con una rosa bianca nella mano sinistra, a simboleggiare la purezza di Maria, mentre al collo porta una collana di perle rosse e un corallo, simbolo, oltre che di arcaica protezione per i nuovi nati, anche di premonizione della Passione, poiché il suo colore ricorda quello del sangue versato da Cristo.
Sullo sfondo, dietro all’angelo dalla veste rosa, sono raffigurati un armadio a muro, con una decorazione che ci riporta alle cornici presenti all’interno del Palazzo Ducale di Urbino, e sulle mensole di questo un cesto con un panno di lino e una scatola cilindrica d’avorio. Alle spalle dell’angelo dalla veste grigia si apre invece, alla maniera fiamminga, un secondo ambiente che contribuisce, grazie alla luce del sole che entra da una finestra aperta, ad illuminare la scena.
Il raggio di sole infatti, che si infrange sulla parete in ombra più lontana illuminando nel suo percorso il pulviscolo presente nell’aria, permette a Piero della Francesca di dare maggiore rilievo, tramite i riflessi disegnati dalla luce, agli oggetti e ai protagonisti presenti nella prima stanza.

Marco Pettinari

La Rocca Roveresca da rivivere in presenza

Abbiamo raggiunto Claudia Casavecchia, funzionario per la promozione e la comunicazione della Direzione Regionale Musei Marche – Ministero della Cultura, che dai microfoni di Radio Duomo – Inblu ci parla della riapertura della Rocca Roveresca di Senigallia, delle attività portate avanti durante il periodo di chiusura e di quelle in programma dopo la riapertura.

Come tutti i musei di Italia, la Rocca Roveresca di Senigallia è stata chiusa per molti mesi tra il 2020 e il 2021. Nell’estate 2020, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, si è registrata una risposta positiva alle varie iniziative proposte, come visite animate e aperture straordinarie. Durante il periodo di chiusura, però, non è venuta meno la mission di promozione del patrimonio e della cultura. Sui social sono state attivate rubriche e approfondimenti incentrati sulla storia della rocca e sui personaggi della famiglia Della Rovere. Con la rubrica #VistidaVoi e #laRoccaaCasaTua abbiamo, ad esempio, cercato virtualmente di portare a casa dei visitatori l’esperienza museale o di condividere le belle emozioni che il nostro monumento suscita. Inoltre sono state attivate esperienze di tirocinio e di scuola lavoro online: con il Liceo Perticari sono state attivate video lezioni in cui il nostro personale si è interfacciato con gli studenti per raccontare i retroscena della formazione di chi lavora in un museo. Ora verranno attivate in presenza iniziative con gli studenti che sperimenteranno in prima persona la vita all’interno di un museo, mentre con i tirocinanti dell’ISTAO-Istituto Adriano Olivetti è stata attuata un’analisi territoriale per interfacciarci con gli stakeholder nella promozione e nella condivisione dei valori del nostro territorio. Il primo risultato è stato un incontro in presenza pochi giorni fa con l’associazione editori marchigiani ÈDIMARCA, con la quale stiamo ragionando su una forma adeguata di collaborazione che possa aggiungere valore sia al loro lavoro sia alla fruizione dei musei della Direzione Regionale Musei Marche, Istituto in cui è inserita anche la Rocca Roveresca. Effettivamente questo periodo di pandemia ha ancor di più rafforzato la consapevolezza che solo facendo rete tra vari operatori possiamo raggiungere obiettivi di miglioramento dell’offerta che possa avere una ricaduta positiva sia sociale sia di sviluppo economico. Per tutte queste iniziative un ringraziamento particolare va sicuramente all’architetto Lian Pellicano’, che è stata la direttrice della Rocca Roveresca fino a metà aprile. Ora siamo in attesa della nomina di un nuovo direttore della Rocca.

Abbiamo inoltre attivato un accordo di valorizzazione con l’Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione di Roma grazie al quale la Rocca ospiterà nelle proprie sale la Mostra fotografica “L’oro del tempo” di Mario Cresci. Abbiamo ampliato la convenzione con il Comune di Senigallia che comporta scontistiche nei biglietti di ingresso e che verrà a breve attivata. La Rocca, inoltre, ospiterà alcune opere della seconda Biennale di fotografia di Senigallia e proporrà aperture straordinarie con visite animate e letture dantesche. In questo periodo è ancora difficile fornire date e appuntamenti definitivi, per questo invito a controllare i nostri social e il sito www.roccasenigallia.it e www.musei.marche.beniculturali.it per un’informazione sempre aggiornata sugli eventi della Rocca. La pandemia ci ha insegnato che la comunicazione online è un degno alleato per raggiungere molte persone anche lontane, ma ci stiamo organizzando per accogliere al meglio e con varie offerte i visitatori che avranno piacere di venirci a trovare e di vivere il nostro museo.

a cura di Barbara Fioravanti