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Tag: sindacati

Aumenti sulle rette delle strutture per anziani: sindacati protestano contro la Regione Marche

Sugli aumenti in media di 100/150 euro al mese sulle rette delle strutture che ospitano, assistono e curano gli anziani (case di riposo, RP e RSA) non c’è più tempo da perdere, perché «sta diventando un’emergenza sociale». A dirlo sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Senigallia, assieme alle relative sigle di ciascuna organizzazione legata ai pensionati: Spi, Fnp e Uilp.

Dalle organizzazioni sindacali parte infatti l’appello alle istituzioni perché si impegnino a non lasciare che ricada solo sulle famiglie tutto il peso della situazione. Già si era sollevato un coro di proteste per quanto si stava verificando, senza contare che gli stessi responsabili avevano lanciato l’allarme da anni per inevitabili aumenti nelle rette delle strutture. Responsabili che avevano chiesto un forte intervento della Regione perché adeguasse il contributo a quanto fanno le altre regioni del centro Italia.

«Questa responsabilità ce l’ha la Regione Marche – affermano Cgil, Cisl e Uil di Senigallia – che oltretutto ha tagliato drasticamente gli investimenti previsti a bilancio 2025 per il fondo di solidarietà e per le persone con disabilità e disturbi mentali e investe meno risorse finanziare per sostenere il pagamento delle rette». Famiglie che già devono subire e sostenere altri rincari di materie prime e bollette, l’inflazione: «Un combinato disposto che sta mettendo le famiglie in ginocchio. Inaccettabile!».

Ma non c’è solo il fattore economico sugli aumenti delle rette delle strutture, c’è anche un aspetto umano e un risvolto occupazionale. Secondo le sigle sindacali è ugualmente «inaccettabile che si “colpevolizzi” l’aumento del costo del lavoro come giustificazione per l’aumento delle rette», cosa sostenuta proprio dalla Regione. «Lavoratrici e lavoratori della sanità privata o delle Cooperative Sociali che attendono anni, per il rinnovo del loro contratto collettivo di lavoro hanno diritto di veder riconosciuti i legittimi aumenti». 

Da qui l’appello alla Regione Marche perché vengano riviste le cifre stanziate per il sociale e il welfare: «É sbagliato, distorto e ingiusto che ne facciano le spese i più deboli, i fragili, le persone che dovrebbero ricevere maggiori cure e attenzioni da parte della Regione».

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Pensioni troppo basse: anziani costretti a rinunciare alla prevenzione sanitaria – INTERVISTA

Carlo Zezza
Carlo Zezza

Questioni economiche, sociali e sanitarie si intrecciano nell’ultima intervista che abbiamo realizzato con Radio Duomo Senigallia. L’ospite di “Venti minuti da Leone”, il programma con le interviste ai protagonisti del territorio diocesano, è Carlo Zezza, ex sindacalista ed ex segretario della FNP Cisl, la federazione nazionale pensionati del sindacato romano guidato oggi da Luigi Sbarra. L’intervista è in onda lunedì 5 agosto alle ore 20; martedì 6 alle ore 13:10 e alle ore 20; e domenica 11 a partire dalle ore 16:50. Ovviamente sempre su Radio Duomo Senigallia/InBlu (95.2 FM). L’audio integrale è disponibile anche in questo articolo contenente un estratto dell’intervista.

Innanzitutto due parole su di te
Ho lavorato in ospedale, nella sanità, prima all’Umberto I poi a Torrette. Ero delegato Cisl. Poi quando sono andato in pensione, sono andato a dare una mano a un amico e sono stato sindacalista. Prima l’impegno era solo una mezza giornata, poi si è ampliato a tutti i giorni, tutto il giorno. Infine sono divenuto persino segretario della Fnp della Cisl e segretario di Jesi, Fabriano e Senigallia.

Come sono messe le pensioni degli italiani?
La media delle pensioni lorde, un anno fa, era 1170 euro. E molti pensionati non riescono a fare prevenzione sanitaria, o affrontare una spesa imprevista, come la rottura di una caldaia.

Come ci si è arrivati?
E’ un percorso lungo ma l’inflazione è alta, al 7,5% ma di che paniere? Io vado a fare spesa e la pasta l’ho vista aumentare da 80 centesimi a 2 euro. La stessa. Ma l’aumento delle pensioni del 7,5% non basta ad affrontare questi rincari, vuol dire che il resto lo deve tirare fuori il pensionato. E non va bene.

Che problematiche ti segnalano?
I pensionati non riescono più a curarsi, a fare prevenzione. E poi con tempistiche talmente lunghe. Molti rinunciano.

Le famiglie di oggi fanno affidamento sui pensionati, non solo come babysitter per i nipoti, ma proprio come punto di riferimento anche economico.
Si, confermo, ma i pensionati non riescono a fare fronte a tutto, se si rompe qualcosa addirittura si devono fare mutui che poi vanno a erodere le entrate della pensione. E poi è un circolo vizioso.

E quale soluzione per la sanità?
Io abolirei le visite a pagamento, quelle intramoenia, ma è un parere personale. Certamente medici e infermieri vanno cercati e assunti, gli stipendi aumentati perché sono tra i più bassi d’Europa. Le prestazioni andrebbero di pari con l’Isee, se uno ha tanto paga prestazione piena.

Come se ne esce?
Manca il personale, ma adesso ce se ne accorge? La programmazione va fatta dieci anni prima.

Logo del programma "Venti minuti da Leone" in onda su Radio Duomo Senigallia - In Blu

C’è poi un settore privato che sta facendo da asso pigliatutto oppure se ne vanno in altri paesi…
All’estero vengono pagati meglio, altri paesi danno anche la casa ai giovani medici o infermieri. Qui solo 1200 euro. Ma ci si campava una volta con quella cifra.

Lo Stato se lo può permettere?
E’ un discorso politico, vanno fatte scelte su come e dove investire le risorse pubbliche. La sanità pubblica va rafforzata; siamo arrivati davvero agli sgoccioli.

Si potrebbero prendere risorse da altri settori, tipo le spese militari?
Non so; se una nazione vuole essere forte, deve avere una difesa forte. E quindi servono soldi e investimenti. Ma di certo non si può lasciare la sanità così.

Qual è il ruolo del sindacato dei pensionati oggi?
Il mio sindacato ha sempre parlato di questa situazione, come di tante altre questioni, è la politica che dovrebbe prendere in mano la gestione. Io sono innamorato del mio sindacato perché si è sempre battuto. Dà anche lavoro e ha al suo interno tanti giovani competenti. Ma in generale dico sempre che è meglio un cattivo sindacato che un buon padrone.

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Sicurezza, lavoro, sanità, scuola: la Cgil con Landini mobilita Senigallia e le piazze d’Italia

Maurizio Landini, segretario Cgil, a Senigallia

Piove durante il comizio di Maurizio Landini a Senigallia, ma il segretario generale Cgil tira dritto. Parla di come risolvere alcuni dei problemi che affossano l’Italia. Nel giorno dell’anniversario dell’alluvione che ha devastato le vallate del Misa, Nevola, Cesano e Burano, il sindacato pensionati italiani (Spi) della Cgil ha organizzato un appuntamento per parlare di sicurezza, lavoro, pensioni, diritti, giovani, sanità. Un momento pubblico – la Festa di LiberEtà, il mensile del sindacato pensionati Cgil – per spiegare quali strade percorrere per evitare di ingigantire i problemi già esistenti, facendo i conti con un governo di centrodestra che ha vedute completamente differenti. Il più delle volte nel merito, altre solo nel metodo.

Come la questione sicurezza che interessa di certo questo territorio rivelatosi molto fragile: appena un anno fa, il 15 settembre 2022, si verificò uno dei più gravi fenomeni di dissesti idrogeologici che le Marche abbiano mai visto con 13 vittime e danni per miliardi. Secondo Landini il governo non sta facendo granché per la risoluzione delle problematiche e soprattutto per la prevenzione di nuovi disastri ambientali, così come l’Europa non sta dando a queste tematiche la giusta attenzione. In questo ambito, come in quello lavorativo, le parole chiave sono formazione e prevenzione, per favorire una cultura diversa che non si limiti a piangere dopo le tragedie ma che si rimbocchi le maniche per evitare altre morti sui luoghi di lavoro.

Mentre Ivan Pedretti, segretario nazionale Spi Cgil, ha rimarcato che sono «i lavoratori, i dipendenti e i pensionati a tenere in piedi questo paese, con le tasse e il lavoro che hanno fatto», dal segretario generale Landini arrivano le critiche al governo Meloni sui mancati investimenti in campo sanitario, sulla precarietà nel mondo del lavoro, sulla mancata lotta all’evasione fiscale, sull’autonomia differenziata che rischia di dividere ancora di più il nostro paese. Anche sui migranti la differenza con il centrodestra è sostanziale: chi vede solo il problema dei continui arrivi senza guarda i nostri giovani che lasciano l’Italia e chi invece accoglie persone che «scappano dalla fame e dalla guerra».

Infine l’appello alla mobilitazione per la manifestazione del 7 ottobre, per rivendicare la centralità di sindacati e associazioni che dal governo sembrano voler mettere in disparte, ma anche per indicare i temi su cui concentrare forze e risorse: investimenti nella sanità, difesa della Costituzione, scuola e formazione, contrasto alla precarietà e sicurezza, anche con soluzioni decise come l’esclusione di quelle imprese che non rispettano le norme e che mandano il personale a morire sui luoghi di lavoro: «Stiamo pagando un arretramento culturale che ha messo al centro in questi anni il mercato e il profitto e non la persona o la giustizia sociale».

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Cgil, Cisl e Uil di Senigallia ed il presidio di fronte all’ospedale per una sanità per tutti

“La salute non è in vendita“: con questo slogan, giovedì 6 luglio scorso, si è svolto il presidio Cgil Cisl Uil e sindacati dei Pensionati davanti all’ospedale di Senigallia in preparazione della manifestazione regionale del 15 luglio prossimo ad Ancona. Un’iniziativa nata per protestare e far conoscere alla cittadinanza lo stato di salute della sanità locale, alla quale fasce sempre più ampie della popolazione fanno sempre più fatica a relazionarsi.

Le organizzazioni sindacali continuano a denunciare anche il sottofinanziamento della sanità territoriale, la carenza di personale a tutti i livelli e l’impossibilità di accedere a prestazioni ambulatoriali e diagnostiche a causa delle liste di prenotazione chiuse.

“Tutti abbiamo il diritto ad essere assistiti e curati in egual misura, lo prevede la nostra Costituzione. – afferma Carlo Zezza, responsabile territoriale della sezione Pensionati della CISLPurtroppo oggi non è più così. Quindi noi desideriamo una radicale trasformazione della Sanità nazionale. Oggi chiedere una visita o una prestazione radiologica è diventata un’impresa a Senigallia. Desideriamo che il budget nazionale alla Sanità vada aumentato in base all’inflazione annuale e non diminuito. Che il personale medico e infermieristico venga assunto a tempo indeterminato. Oggi purtroppo la prevenzione Sanitaria non è per tutti. Questo momento di protesta – continua Zezza – serve a far capire all’Assessore alla Sanità Regionale, Filippo Saltamartini, che il tempo è scaduto e le promesse fatte in campagna elettorale vanno mantenute“.

a cura di L.M.

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Presidio all’ospedale di Senigallia: Cisl, Uil e Cgil gridano con forza ‘La salute non è in vendita’

La salute non è in vendita. Con questo slogan CGIL, CISL e UIL territoriali di Senigallia organizzano un presidio giovedì 6 luglio 2023 dalle ore 10.30 in via Cellini, 1, davanti all’ospedale di Senigallia in preparazione della manifestazione regionale del 15 Luglio.

Le organizzazioni sindacali territoriali denunciano il grave stato di salute della sanità locale: chiedono a gran voce di garantire a tutti il diritto costituzionale alla salute, a partire dalle fasce più deboli e dai territori dei comuni più interni.

Chiediamo all’assessore alla sanità, alla dirigenza sanitaria dell’Ast di Ancona di affrontare con maggiore determinazione e programmazione il dramma degli infiniti tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, per evitare la mobilità passiva e il ricorso alla sanita privata.

Il presidio vuole richiamare l’attenzione sulla progressiva privatizzazione della sanità, sulle risorse insufficienti per la prevenzione e la cura.

Occorre intervenire per il potenziamento del servizio di prevenzione e controllo sui luoghi di lavoro, il rafforzamento della medicina di genere, dei consultori, per l’aumento degli organici e la stabilizzazione di medici ed infermieri e personale sanitario

CGIL CISL e UIL lanciano l’allarme sui troppi ritardi, sulle molteplici criticità a partire dall’enorme quantità di visite e prestazioni sospese, l’impossibilità di prenotare visite e prestazioni sanitarie rivendicano l’inserimento nel Piano Sanitario Regionale dell’Ospedale di Comunità a Senigallia, il potenziamento della struttura sanitaria di Arcevia.

Richiamano le istituzioni agli impegni sulle residenze per anziani, sui servizi territoriali per il disagio psichico e prevenzione dalle dipendenze, su una reale integrazione socio sanitaria, sull’assistenza domiciliare, insieme ad una rete più capillare ed efficace di urgenza ed emergenza.

Ad organizzare il presidio sono le segreterie territoriali di Senigallia e le omologhe sezioni dei pensionati.

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Sindacati unitari in piazza, a Senigallia, per informare sulle criticità sanitarie del territorio

Cgil, Cisl e Uil insieme alla federazione dei pensionati giovedì 17 novembre 2022, dalle 9 alle 12, saranno in piazza Garibaldi a Senigallia per informare la popolazione sulle criticità della situazione sanitaria nel comune di Senigallia e nei comuni limitrofi.

Nei giorni scorsi è stata inviata una lettera per richiedere urgentemente al sindaco del Comune di Senigallia e ai sindaci dei comuni dell’ ATS 8 un urgente incontro su alcune questioni fondamentai del sistema salute nel territorio di Senigallia nei communi circostanti .

Dal potenziamento all’ospedale di Senigallia alla rete dei servizi di medicina territoriale alla prevenzione sanitaria per le varie fasce di popolazione sono alcuni dei temi per i quali chiediamo ai sindaci di raccogliere le istanze delle organizzazioni sindacali e avviare un confronto costruttivo e responsabile.