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Tag: Turchia

Terremoto in Turchia e Siria: a un mese dal sisma la rete Caritas potenzia gli aiuti.

“È trascorso quasi un mese dal devastante terremoto che ha sconvolto la Turchia centro-meridionale e la Siria settentrionale, ma l’emergenza umanitaria resta acutissima, nonostante l’onda dell’attenzione mediatica sia ormai scemata. Almeno 50mila morti, circa 120mila feriti, centinaia di migliaia di edifici distrutti o danneggiati, almeno 2 milioni di persone sfollate e 15 milioni in qualche modo colpite dagli effetti del sisma: numeri impietosi, che solo in parte riescono a rappresentare il dolore, le angosce e i disagi che stanno vivendo intere popolazioni”. Lo si legge in una nota diffusa oggi da Caritas Ambrosiana. “In questo scenario di devastazione, la rete internazionale Caritas ha attivato una fitta trama di interventi, cui Caritas Italiana e Caritas Ambrosiana stanno dando un concreto contributo, nella consapevolezza che – come già avvenuto in passato, in occasione di altre emergenze umanitarie ‘maggiori’ – il pur doveroso aiuto d’urgenza rappresenta il preludio di un impegno di soccorso, accompagnamento, riabilitazione e ricostruzione, a favore dei gruppi sociali più vulnerabili, destinato a durare nel tempo, per anni, e in vista del quale ci si sta attrezzando da subito”.

Nell’immediato, in Turchia la rete Caritas Internationalis ha operato nelle aree di Hatay, Iskenderun e Mersin, distribuendo pasti caldi, coperte, kit per l’igiene e medicinali a migliaia di persone, e organizzando attività educative per i minori sfollati. “Nel frattempo è stato messo a punto un programma d’intervento per i prossimi due mesi, mirato a sostenere 5mila persone, cui verranno forniti accoglienza temporanea in strutture adeguate e sicure, kit alimentari e pasti caldi (sia alle persone accolte da Caritas sia a soggetti vulnerabili ospitati in altri luoghi), prodotti per l’igiene di base, vestiario e altri prodotti necessari per la quotidianità”.

G.B.

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Terremoto in Turchia e Siria: Cei, il 26 marzo colletta nazionale per le popolazioni colpite

“Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto, che ha causato migliaia di morti e di feriti. Con commozione prego per loro ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità. Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori, in parte già martoriati da una lunga guerra”.

Stimolata da queste parole di papa Francesco e “consapevole della gravità della situazione”, la presidenza della Cei ha deciso di indire una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 26 marzo 2023 (V di Quaresima): “sarà un segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate – si legge in una nota. Sarà anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la nostra vicinanza alle persone colpite”. Le offerte dovranno essere integralmente inviate a Caritas Italiana entro 30 aprile 2023.

Facendo proprio l’appello di Papa Francesco, al termine dell’udienza generale di mercoledì 8 febbraio, la presidenza della Cei, a nome dei vescovi italiani, rinnova “profonda partecipazione alle sofferenze e ai problemi delle popolazioni di Turchia e Siria provate dal terremoto”. Per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali di chi è stato colpito da questa calamità, la Cei ha disposto un primo stanziamento di 500.000 euro dai fondi dell’8xmille per iniziative di carità di rilievo nazionale. Tale somma sarà erogata tramite Caritas Italiana, già attiva per alleviare i disagi causati dal sisma e a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali. Continua a crescere, infatti, il numero delle vittime accertate, mentre sono ancora diverse migliaia le persone disperse e quelle ferite. Drammatica anche la condizione dei sopravvissuti, che hanno bisogno di tutto, stretti tra le difficoltà del reperimento di cibo e acqua e le rigide condizioni climatiche.

Andrea Regimenti

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Terremoto in Siria e Turchia: l’intervista al prof. Fausto Marincioni, esperto di disastri

Il freddo, la guerra, il terremoto. Piove, anzi, diluvia sul bagnato. Tra Siria e Turchia la catastrofe naturale ha amplificato a dismisura la follia di una guerra, quella siriana, di cui non parliamo quasi più ma che c’è ancora e crea tanta sofferenza. Il sisma fa tremare confini infuocati da sempre, il ribelle Nord della Siria in cui milioni di persone sono intrappolate tra ciò che è rimasto degli invasati dell’Isis e le persecuzioni del regime di Assad. Centinaia di migliaia di profughi siriani nei campi allestiti appena al di là del confine, in quella Turchia ugualmente devastata.

Fausto Marincioni è docente di Geografia ambientale all’Università Politecnica delle Marche – Dipartimento Scienza della vita e dell’ambiente. E’ tra i massimi esperti di disastri e lo abbiamo raggiunto dai microfoni di Radio Duomo Senigallia. Ci spiega anzitutto che tipo di sisma è quello accaduto due giorni fa.

Una tragedia che si inserisce in un posto complicato. Non è una forzatura parlare di alleanze mentre migliaia di persone sono sotto le macerie, lasciate al gelo. Lì, però, ci sono personaggi quali Assad, Erdogan, la Russia non è lontana, la guerra è poco più a Nord. Tutto è tremendamente connesso e perfino gli aiuti internazionali distinguono tra il colore dei passaporti. C’eravamo dimenticati di milioni di persone, un terremoto le riporta alla ribalta.

“Non c’è fine al dolore e alla sofferenza in quella zona martoriata” scrive in un post la giornalista italo siriana Asmae Dachan. Le macerie dei palazzi devastati si somigliano molto, difficile distinguere quelle devastate dalla guerra da quelle provocate dal terremoto. La Terra si muove violentemente, fa il suo corso e non ne vuole sapere di una follia che la copia nella sua catastrofica distruzione.

Laura Mandolini

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