A quasi tre anni dall’alluvione del 15 settembre 2022, la vallata del Misa e Nevola si proietta verso un futuro più sicuro. E’ stato presentato ad Ancona lo studio idraulico integrato per restituire sicurezza a un territorio colpito due volte in appena otto anni. Studio a cui hanno collaborato la fondazione Cima, l’università politecnica delle Marche, l’università di Camerino e l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale.
Partendo dall’impossibilità di ripristinare la sicurezza idraulica con semplici ricostruzioni, gli studi, durati circa due anni, hanno portato alla definizione di un programma organico di interventi tra loro interdipendenti: un piano strutturale di prevenzione e riduzione del rischio che prevede l’allargamento degli alvei fluviali, il rafforzamento degli argini nei punti noti di rottura o forte erosione, la costruzione di vasche di espansione e la sostituzione di ponti risultati inadeguati o problematici per il deflusso dell’acqua.
Modellazione idraulica e soluzioni integrate
La fondazione Cima, come illustrato dal presidente Luca Ferraris, ha curato la realizzazione di modelli idraulici avanzati per i fiumi Misa e Nevola, simulando scenari post-evento e quelli futuri in base alle opere previste. L’Univpm, con il contributo dell’ateneo di Padova, ha sviluppato e ottimizzato i modelli delle sette vasche di laminazione previste nei siti di Pancaldo (Ostra Vetere), Ponte Lucerta (Trecastelli), Zipa/Confluenza (Ostra), Megà, ampliamento Bettolelle, Marazzana e Borgo Catena (Senigallia), studiando il loro funzionamento sequenziale per garantire l’efficacia del sistema nel suo complesso. Un numero minore di casse, ma di volume maggiore, per ridurre costi e semplificare gestione e manutenzione. L’Unicam si è concentrata sulle aree interne e collinari, spesso trascurate ma cruciali per la gestione integrata del rischio, tenendo bene a mente le nuove sfide imposte dai cambiamenti climatici. L’intero progetto è stato coordinato da Aubac. Il segretario Marco Casini ha ribadito che lo studio è «l’esempio più virtuoso in Italia e il primo gestito a questo livello», grazie a cui si può disporre oggi di uno «strumento che non solo ci ha consentito di aggiornare l’assetto idraulico del territorio, ma anche di individuare gli interventi di mitigazione per la sua messa in sicurezza».
I commenti
Soddisfazione è stata espressa dal presidente regionale nonché commissario alluvionale Francesco Acquaroli che ha parlato di incontro «significativo» e di «opere attese da decenni», oltre che di «un impegno senza precedenti». Gli ha fatto eco il vicecommissario Stefano Babini, con l’annuncio che le prime 19 opere, per un valore di oltre 83 milioni di euro, sono state già affidate e sono prossime all’avvio, mentre le rimanenti, incluse le vasche di laminazione, sono in fase di progettazione. Dovrebbero essere affidate entro la fine di luglio.
Due anni fa la gravissima alluvione che causò la morte di tredici persone e danni per oltre un miliardo di euro in tutta la vallata Misa-Nevola. A distanza di 24 mesi da quel 15 settembre 2022, oltre alle commemorazioni, sono terminati i lavori ed è entrata in funzione la prima vasca di espansione, situata nella zona tra Bettolelle e Brugnetto. Un’opera «attesa da 40 anni», che ha lo scopo di mitigare il rischio idraulico in un territorio già colpito da vari disastri naturali. Ieri, lunedì 16 settembre, c’è stato il sopralluogo da parte dell’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi, del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, di Lucia Taffetani, dirigente del Genio civile Marche Nord, accompagnati da altri responsabili e consiglieri regionali, per fare il punto sui lavori e sull’intervento che dovrebbe rendere più sicura la città di Senigallia.
FUNZIONAMENTO, COSTI E TEMPISTICHE
La cassa di espansione permetterà di stoccare in modo naturale, grazie a un restringimento dell’alveo fluviale, circa 800 mila metri cubi di acqua. Quando il livello del fiume Misa, in caso di piena, salirà oltre una certa quota, l’acqua scivolerà naturalmente e senza necessità dell’intervento dell’uomo, nella vasca sulla sponda sinistra del fiume. Si riempirà progressivamente per poi andare a coinvolgere anche una seconda area i cui lavori sono in corso, per un totale di 1 milione di mc. La seconda parte dei lavori per l’ampliamento dell’area è già iniziata: dovrebbe terminare nel marzo 2025 per un ulteriore stanziamento di risorse pari a 975mila euro oltre ai 6 milioni già spesi. La cassa ha inoltre due bocche di scarico a due livelli distinti per permettere il rilascio graduale dell’acqua, una volta terminata la fase emergenziale. E questa operazione sarà meccanica o manuale. La cassa, le sponde e i sifoni di collegamento tra le due aree avranno bisogno dunque di una «costante manutenzione», per evitare che si intasino di fango ai primi utilizzi, come ha spiegato la dirigente del genio civile Marche nord, Lucia Taffetani.
I COMMENTI
L’assessore regionale Aguzzi ha rimarcato che finalmente, dopo 40 anni dalla loro ideazione, le vasche di espansione entrano in funzione. Il primo finanziamento risale infatti agli anni ‘80 con i fondi Fio (circa 4 miliardi di lire). «E’ uno dei tanti interventi – ha detto Aguzzi – previsti dall’assetto di progetto del fiume Misa adottato nel 2016 e porta un contributo significativo alla riduzione del rischio idraulico della vallata, ma sappiamo che se dovesse verificarsi un evento come quello del 15 settembre 2022, nemmeno dieci di queste aree potrebbero evitare un nuovo disastro».
Soddisfatto il sindaco Olivetti che ha però sottolineato come siano ancora da risolvere (e le aspettative di dialogo con Regione e struttura commissariale nonché quelle su una positiva risoluzione sono alte) sia la possibile individuazione di un’area di laminazione naturale in zona Marazzana, sia la questione delle delocalizzazioni degli abitanti delle zone più a valle, magari con espropri che rendano conto del reale valore delle abitazioni.
Al sopralluogo erano presenti anche dei residenti di un condominio adiacente alla vasca di espansione, Villa Giannini, in zona Brugnetto, che avevamo intervistato (ASCOLTA L’INTERVISTA QUI), i quali hanno chiesto più sicurezza per la zona in cui il fiume è esondato più volte nel corso degli anni.
La vasca di espansione sul fiume Misa tra Brugnetto e Bettolelle di SenigalliaIl sopralluogo nell’area della vasca di espansione a Bettolelle di Senigallia
Esattamente due anni fa si è verificata la drammatica alluvione che ha devastato diverse zone da Arcevia a Senigallia (oltre che la zona di Cantiano), coinvolgendo – chi più, chi meno – tutti i comuni delle valli Misa e Nevola. Un evento che ha portato con sé danni enormi – siamo oltre il miliardo di euro – ma soprattutto la morte di tredici persone di tutte le età, dagli 8 anni del piccolo Mattia Luconi agli 89 di Gino Petrolati. Un bilancio drammatico, forse il più grave della storia delle Marche. A due anni dalla tragedia dedichiamo questa puntata di Venti Minuti da Leone a loro, alle loro famiglie, al territorio ferito che sta provando a rialzarsi.
I FATTI
Nel pomeriggio del 15 settembre 2022 le precipitazioni che nell’alto anconetano e alto pesarese erano cadute abbondanti si sono riversate nelle vallate creando veri e propri fiumi sulle strade di campagna e di città. I corsi d’acqua primari e il reticolo secondario sono esondati in più punti travolgendo ogni cosa. Era di difficile previsione: la quantità è stata di oltre 400 mm di acqua in sei ore, una cosa incredibile, di molto superiore all’alluvione dell’Emilia Romagna quando di acqua ne scese poco più della metà. Tutto si è riversato a valle, allagando ogni comune fino all’abitato di Senigallia.
LE VITTIME
Se la spiaggia di velluto è stata quella ad essere maggiormente colpita per estensione territoriale, chi è stato colpito più duramente in termini di vite umane sono state Barbara, Arcevia, Serra de’ Conti e Ostra. In quell’occasione hanno perso la vita Mattia Luconi, Noemi Bartolacci, Brunella Chiù, Erina Febi, Mohamed Ennaij, Augusto Montesi, Michele Bomprezzi, Giuseppe Tisba, Andrea Tisba, Diego Chiappetti, Fernando Olivi, Maria Luisa Sereni e Gino Petrolati. Tutto questo avvenne praticamente senza che le popolazioni venissero informate: nessuno, se non quando era troppo tardi, si stava rendendo conto di ciò che accadeva. Solo intorno alle 20:30 a Senigallia arrivò l’allerta con l’avviso di mettersi al riparo nei piani alti. Verso le 23: 30 il fiume Misa cominciò a esondare in centro storico, dopo che l’enorme massa di tronchi, rami, detriti si accatastò sui due ponti del centro cittadino, ponte Garibaldi, danneggiato, e ponte degli angeli, facendo da dighe. Il resto è storia nota e mezza città venne allagata.
LE COMMEMORAZIONI
Proprio tra sabato 14 e domenica 15 settembre 2024, a due anni dall’alluvione, le vittime sono state ricordate in tutti i comuni delle Valli Misa e Nevola, con varie iniziative. A Trecastelli il sindaco MArco Sebastianelli ha depositato un mazzo di fiori sul Nevola; a Barbara si è tenuta la messa solenne, officiata dal vescovo Franco Manenti, con la partecipazione di tutti i sindaci del territorio e di tante persone. A Senigallia il sindaco Massimo Olivetti e il presidente della Regione Acquaroli hanno depositato tredici rose sul Misa, una per ogni vittima. A Ostra c’è stata una fiaccolata a Pianello conclusa con una messa e la presentazione di un libro “Orme nel fango”. Anche a Ostra Vetere è stata celebrata una messa con lo spegnimento delle luci in piazza. Il presidente della giunta regionale nonché commissario all’emergenza alluvione Acquaroli ha evidenziato durante le commemorazioni in ricordo delle vittime sia il grande lavoro fatto finora, sia le attività in corso. Il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali ha rievocato le sue ripercussioni sulla cittadinanza: «A due anni dall’alluvione che ha colpito la valle del Misa, sono a confermare la vicinanza mia personale e dell’ente che rappresento in primis alle famiglie che hanno perso i loro cari e poi ad un intero territorio, colpito profondamente nella sua economia e sicurezza. Noi come Provincia abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile per i cittadini del territorio della val Misa. Voglio garantire che ci siamo, e che continuiamo a lavorare per riportare alla normalità la viabilità nei territori colpiti dalla tragica alluvione di due anni fa».
I LAVORI
Sul fronte dei lavori, proprio nei giorni scorsi è stato fatto il punto in regione, con Acquaroli e il vice commissario all’emergenza alluvione Babini. E’ stato ricordato che lo stato d’emergenza per l’alluvione 2022 è prorogato fino al 17 settembre 2025, così come i lavori in corso ammontano a circa 460 milioni, per fare fronte agli interventi sul territorio, ai ristori a imprese e privati e al piano delle opere strutturali rese necessarie dall’alluvione. «C’è la proroga dello stato d’emergenza, altri dodici mesi importanti per proseguire in questa azione – ha spiegato Acquaroli –. Siamo in procinto di mettere in campo tutta una serie di opere che sono state progettate per la mitigazione del rischio, tante infrastrutture progettate e oggi sulla via della cantierizzazione e della realizzazione per il conseguente ripristino di una maggiore sicurezza su tutto il territorio». Con una consapevolezza: «sappiamo benissimo che il rischio non potrà mai essere completamente azzerato, ma contenuto».
IL PIANO DELLE OPERE STRUTTURALI
Sono 1470 gli interventi approvati dal dipartimento di Protezione civile, 135,8 i milioni di euro stanziati, di cui 53 liquidati, per far fronte alle urgenze. Interventi sul Nevola e sul Misa, come pure sul Cesano e sul Burano, per il ripristino della buona funzionalità idraulica dei corsi d’acqua. Sono 24 i milioni per i ristori a imprese e privati, erogati come misure di immediato sostegno economico, ma è stata avviata anche l’erogazione dei ristori “pesanti”, per 4,6 milioni, contributi a favore di privati, titolari di attività economiche e produttive e imprese agricole. Sono 2,2 i milioni di euro destinati a contributo per automobili e furgoni danneggiati (668 autovetture e 85 furgoni). E’ di 130 milioni, infine, il piano delle opere strutturali che prevede la realizzazione di 34 opere, alcune con diversi impatti sull’assetto idraulico dei territori colpiti dall’alluvione, come le vasche di espansione. La prima, quella di Bettolelle-Brugnetto è stata terminata nella prima parte e potrebbe già oggi entrare in funzione, alla prima piena di una certa entità. Tra gli altri interventi da realizzare ci sono il completamento del secondo stralcio della realizzazione di vasche di espansione sul fiume Misa, la demolizione e il rifacimento del ponte Bettolelle, di quello sempre sul Misa nella frazione Pianello di Ostra e di quello di via delle Selve in località Casine di Ostra, ma anche diversi ponti sul Nevola e la realizzazione della cassa di espansione area Zipa sul Nevola a Ostra.
I lavori per la vasca di espansione al Brugnetto di Senigallia ampliata fino alle abitazioni
Fanno discutere i lavori di ampliamento della vasca di espansione tra Brugnetto e Bettolelle di Senigallia. Il nuovo “confine” dell’area, dove l’acqua verrebbe stoccata in caso di piena del fiume Misa, arriva infatti a poche decine di metri dalle abitazioni, destando non poca preoccupazione nelle famiglie residenti. Nasce da qui l’intervista a Marco Settimi, cittadino alluvionato nel 2022 nonché residente in un complesso residenziale proprio nelle vicinanze dell’area individuata per la cassa di espansione del Brugnetto. L’intervista sarà in onda alle 13:10 e alle ore 20 di mercoledì 21 e di giovedì 22 agosto, oltre a una replica domenica 25 a partire dalle ore 16:50 (la seconda di tre interviste). Dove? Sempre su Radio Duomo Senigallia InBlu (95.2 FM) ovviamente. Un estratto testuale della chiacchierata è disponibile in questo articolo che comprende anche un lettore multimediale per riascoltarsi l’audio integrale. Buon ascolto!
Spiegaci cos’è successo durante e dopo il 2022… Noi a Villa Giannini a Brugnetto siamo stati allagati da 1,80 mt di acqua la notte del 15 settembre 2022 perché la nostra abitazione si trova sotto il piano stradale della provinciale Corinaldese. Abitiamo al piano terra e ci siamo salvati salendo al piano di sopra, con una bambina di pochi mesi e uno di 5 anni. Parallelamente sono iniziati i lavori per la realizzazione della vasca di espansione tra Brugnetto e Bettolelle. Poco tempo fa, senza alcuna informazione ai residenti, ci siamo visti ampliare l’area della vasca a non più di 20-30 metri da casa.
Perché vi preoccupa questo ampliamento? Prima ili fiume era distante 7-800 metri da casa, ora ci è stato effettivamente avvicinato, perché è fatta in modo che l’acqua del fiume entri nella vasca, quindi arriverà molto vicino alle nostre case. Facciamo fatica a capire che quell’opera è pensata per la nostra salvezza: forse lo è per il centro di Senigallia…
Cosa chiedete? Avremmo necessità che qualcuno ci dica se possiamo rientrare in casa, perché da due anni siamo in affitto con tutte le problematiche degli affitti a Senigallia, ma ancora non è stata risolta la questione dell’esproprio o della delocalizzazione. E soprattutto che qualcuno ci dica se quell’opera è sicura anche per noi. Da due anni siamo in attesa di risposte che ci permettano di capire cosa dobbiamo fare.
Era già successo anche nel 2014? Io ho acquistato casa due anni prima dell’alluvione, ma so che casa nostra non era stata interessata dalla precedente esondazione. Solo un po’ i campi adiacenti, mentre un’altra volta i garages erano stati allagati, non so in che anno, perché erano stati rotti gli argini in campagna. Le case però non sono state allagate prima. Assolutamente non ero stato informato prima.
Marco Settimi
Cosa pensate di fare ora? Se potessi scegliere, non tornerei in quell’abitazione. L’episodio è stato traumatico per tutta la famiglia, ma onestamente quell’opera mi lascia molto perplesso sul poter vivere serenamente in quella casa. Però ho un mutuo, non è che possa cambiare casa così facilmente. Inoltre, anche per rimetterla a posto dovrei far fare dei lavori che risulterebbero vani in caso di esproprio.
Avete contattato le istituzioni ma senza risposta? Abbiamo mandato diverse mail, anche io personalmente ho inviato varie pec a cui non ho mai ricevuto risposte. Più volte abbiamo interloquito col sindaco, disponibile ad ascoltarci ma le decisioni dipendono dalla struttura commissariale. Per quel che ne so, nemmeno l’amministrazione comunale ha informazioni precise. Persino quando dovevamo compilare i moduli B3, non è che ci fosse tutta questa chiarezza anche per chiedere la delocalizzazione. E’ stato difficile districarsi tra la burocrazia.
Quando dovrebbero terminare i lavori? Non lo so purtroppo. E’ stato però prorogato lo stato di emergenza per un altro anno e questo dà più tempo a tutti per prendere delle decisioni, anche alla struttura commissariale immagino. Ma certamente sono due anni che viviamo nell’incertezza.
Secondo l’assessore regionale alle protezione civile Stefano Aguzzi l’area sarà meno pericolosa per i residenti la situazione con i nuovi margini allargati rispetto al progetto precedente, perché così si può stoccare una maggior quantità di acqua: vi rassicurano queste sue parole? No. Faccio fatica a pensare che una distanza di soli dieci-venti metri possa farci stare tranquilli. Se ripenso alla quantità d’acqua del 15 settembre 2022, non posso pensare che domani saremo in sicurezza. Ma mi piacerebbe ricevere da loro delle spiegazioni su quest’opera.
I danni al Brugnetto di Senigallia con l’alluvione del 15 settembre 2022I danni al Brugnetto di Senigallia con l’alluvione del 15 settembre 2022L’allagamento della zona adiacente a Villa Giannini al Brugnetto di Senigallia con l’alluvione del 15 settembre 2022
A Bettolelle i lavori per la realizzazione di una delle vasche di espansione per difendere Senigallia dal rischio alluvione
L’alluvione non smette di far parlare di sé, se non altro per la lenta, lentissimaprogettazione e realizzazione di alcuni degli interventi che più serviranno a mitigare nuovi rischi idrogeologici nell’area senigalliese e valliva. Così, tra le lentezze ormai note, l’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi ha citato in consiglio regionale il caso della vasca di espansione a Bettolelle di Senigallia.
Rispondendo a un’interrogazione del Partito Democratico, primo firmatario l’ex sindaco di Senigallia e capogruppo Maurizio Mangialardi, Aguzzi ha ricordato come il progetto risalga addirittura ai primi anni ‘80 e che in decenni non sia stato fatto granché. Eppure si tratta di una delle più importanti opere per la mitigazione del rischio di esondazione del fiume Misa.
Oltre ad aver sottolineato i vari periodi di stallo che si sono susseguiti soprattutto negli ultimi 8 anni, l’assessore Aguzzi ha assicurato che entro il 2024 saranno ultimati i lavori di realizzazione della vasca di espansione tra Brugnetto e Bettolelle.
Scettico il capogruppo dem Mangialardi che ha ipotizzato la fine dei lavori, se tutto va bene, tra almeno 15 anni.
Partiti i lavori per la passerella ciclopedonale sul fiume Misa a Senigallia
Partiti, dopo il maltempo degli ultimi giorni, i lavori per la realizzazione della passerella ciclopedonale che dovrà ricongiungere la zona stadio con il centro storico di Senigallia. Le due aree sono separate da ben otto mesi, da quando nel settembre scorso la grave alluvione, che colpì le province di Ancona e Pesaro Urbino, rese inagibile ponte Garibaldi causando danni per miliardi di euro e 13 vittime.
«Sarà una passerella temporanea, ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile Stefano Aguzzi, utile per ripristinare il collegamento ciclopedonale ma anche per i futuri lavori al ponte Garibaldi che verrà abbattuto e poi ricostruito». Ciò sarà possibile anche grazie all’accordo da circa 4 milioni di euro che la struttura commissariale regionale ha chiuso ieri, 18 maggio, con l’Anas. «La passerella sul fiume Misa sarà lunga 37 metri – spiega il presidente del Consorzio di Bonifica Claudio Netti – e larga 2 per permettere il transito di pedoni e biciclette nei due sensi di marcia; potrà sopportare un peso massimo di 500 kg/mq». Il termine dei lavori da 400 mila euro circa è previsto entro metà giugno, ma si sta cercando di accelerare i tempi.
Intanto la città sta vedendo numerosi cantieri aperti per risolvere i numerosi problemi che l’alluvione ha evidenziato. Sono stati effettuati lavori per circa 4,5 milioni di euro per il consolidamento degli argini devastati il 15 settembre 2022 e poi durante le piene dei mesi successivi (dicembre, gennaio e marzo 2023), mentre deve ancora partire il dragaggio del letto del fiume Misa tra i ponti “Garibaldi” e “Angeli dell’8 dicembre 2018”, di cui tanto si è parlato. Anche in via Tevere arriveranno le ruspe per riprofilare l’argine di un’ansa del fiume in cui negli anni ‘80-90 si è edificato molto così da mettere in sicurezza alcune abitazioni che rischiano l’allagamento a ogni pioggia abbondante.
Infine le vasche di espansione. «Oltre ai lavori in corso a Bettolelle di Senigallia che dovrebbero concludersi entro l’anno – assicura Aguzzi – sono in progettazione due aree di laminazione»: una sorgerà sul fiume Misa a Pancaldo di Ostra Vetere a tutela di Pianello di Ostra, mentre l’altra sarà sul fiume Nevola tra Corinaldo e Trecastelli a tutela dell’abitato di Passo Ripe, zona in cui sono stati rinvenuti i corpi di due delle 13 vittime del settembre 2022 travolte chilometri più a monte. Notevole l’impegno economico: sono stati stanziati altri 8 milioni di euro mentre sono in fase di valutazione altre aree a tutela di Senigallia, per un totale di circa 1,7 milioni di metri cubi che permetteranno di alleggerire la pressione in caso di piena. «Vogliamo risolvere definitivamente la questione, senza palliativi», ha aggiunto il vice commissario all’emergenza Marche Stefano Babini.
Commissionati due studi all’università di Firenze e Milano: il primo dovrà adeguare i sistemi di monitoraggio e preallarme ai fenomeni eccezionali sempre più frequenti; l’altro servirà per individuare delle aree in cui delocalizzare le abitazioni alluvionate dello scorso settembre. Almeno una cinquantina le richieste pervenute al Comune di Senigallia.
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Partiti i lavori per la passerella ciclopedonale a SenigalliaI lavori per la passerella ciclopedonale sul fiume Misa a SenigalliaDa sinistra: Stefoni, olivetti, Aguzzi, Babini e Netti
A Bettolelle i lavori per la realizzazione delle vasche di espansione
E’ notizia recente lo stanziamento di ben 9 milioni di euro per i lavori alle tre vasche di espansione che dovranno essere realizzate a Senigallia, Corinaldo e Ostra Vetere a tutela dei centri abitati. Per la precisione solo il primo cantiere è già stato avviato – e sarebbe già dovuto essere concluso – mentre gli altri sono in fase di progettazione.
Si tratta di vasche di laminazione che saranno poste in luoghi strategici: la prima è tra Brugnetto e Bettolelle di Senigallia a tutela della spiaggia di velluto; la seconda è a Pancaldo di Ostra vetere per evitare inondazioni a Pianello di Ostra; la terza verrà realizzata tra Corinaldo e Trecastelli, a difesa di Passo Ripe, nella zona Ponte Lucerta, forse meglio nota come dei laghetti.
E’ stato firmato dalla Regione il decreto per procedere ai lavori. Decisamente lunga la tempistica: sono stimati due anni per l’allargamento della prima vasca avviata a Senigallia e quasi 4 per la realizzazione delle altre due. Un’attesa troppo lunga che il sindaco di senigallia Massimo Olivetti spera venga colmata intanto con una importante manutenzione dei fiumi.
Nel frattempo si stanno cercando i fondi anche per una quarta vasca di espansione, nell’area Zipa a Casine di Ostra, come richiesto dalle categorie produttive riunite sotto il comitato “Tra 2 fiumi” che dal novembre scorso si è formalmente costituito per tentare di contribuire alla soluzione della problematica esondazione.
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Avviati a Bettolelle i lavori per la realizzazione della prima delle quattro vasche di espansione previste nella vallata Misa e Nevola
Stanziate le risorse ministeriali per la mitigazione del rischio idrogeologico. Si tratta di sei interventi in tutta la regione Marche, di cui ben tre nella vallata del Misa e del Nevola: riguarderanno i comuni di Senigallia, Ostra Vetere, Ostra, Corinaldo e Trecastelli.
Interventi urgenti e prioritari ricadenti nel territorio regionale che saranno finanziati da risorse del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica derivanti dal Piano Stralcio 2022. I soldi disponibili sono complessivamente 13.703.631,34 euro, come decretato lunedì 27 marzo dal presidente della Regione, Francesco Acquaroli nella sua qualità di commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico.
Nello specifico, i tre interventi prevedono il completamento del 2° stralcio per la realizzazione delle vasche di espansione sul fiume Misa in località Bettolelle nel Comune di Senigallia (975 mila euro); la cassa di espansione sul fiume Misa in località Pancaldo nel Comune di Ostra Vetere (3.959.402,40 euro), a tutela dell’abitato di Pianello di Ostra; la cassa di espansione sul fiume Nevola in località Ponte Lucerta tra i Comuni di Corinaldo e Trecastelli (3.754.148,94 euro) a tutela, in quest’ultimo comune, dell’abitato di Passo Ripe.
Ente attuatore è la Regione Marche, settore Genio civile Marche Nord.
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Avviati a Bettolelle i lavori per la realizzazione delle vasche di espansione
Dopo l’alluvione del 15 settembre 2022, la Regione Marche e la struttura commissariale stanno ripensando le opere per la messa in sicurezza del territorio Misa Nevola devastato esattamente sei mesi fa. La prima novità riguarda una quarta vasca d’espansione che verrà fatta in zona Zipa a Casine di Ostra, mentre contemporaneamente viene annunciata un’analisi degli argini danneggiati dalle recenti piene. E poi la passerella ciclopedonale da posizionare entro maggio a fianco del ponte Garibaldi che verrà in seguito abbattuto.
Con la riunione operativa sulle opere da realizzare prioritariamente nelle zone che sono state interessate dall’alluvione si sono stabilite un po’ le priorità: secondo l’assessore alla protezione civile Stefano Aguzzi «il problema della sicurezza idraulica della valle del Misa è infatti estremamente complesso. Il bacino è in grado di sviluppare portate di piena di gran lunga superiori di quelle che possono transitare in sicurezza nel centro di Senigallia, dove gli aspetti della sicurezza sono stati considerati per molti decenni meno importanti rispetto a quelli dell’urbanizzazione e dello sviluppo, che hanno cancellato opere di difesa importanti quali lo scolmatore che riduceva sensibilmente le piene che interessavano il centro».
Da qui la proposta di fare in modo che l’acqua possa allagare alcune aree in modo controllato a monte delle città, e poi defluire a valle in un tempo più lungo, non tutta insieme. Per farlo servono vasche di espansione, argini integri e forti, sezioni larghe dei letti fluviali.
Già in realizzazione l’area di laminazione a Bettolelle di Senigallia: secondo Aguzzi sarà terminata entro l’anno. Nel frattempo tramite l’investimento di 8 milioni e 500 mila euro della Regione Marche si è avviata la progettazione di vasche di contenimento a monte di Passo Ripe (Trecastelli) sul fiume Nevola e a monte di Pianello (Ostra) sul fiume Misa. L’ulteriore vasca di laminazione e di espansione sarà esattamente alla confluenza tra il Nevola e il Misa in zona Zipa a Casine (Ostra) per la quale il vice commissario Babini si è impegnato a inserirla tra i finanziamenti di emergenza già disponibili.
Il Genio civile Marche Nord si è invece impegnato a verificare e ripristinare gli argini in zona Borgo Passera a Senigallia risultanti danneggiati dalle ultime piene. Infine, per ciò che riguarda sempre la città di Senigallia sarà posizionata di fianco al ponte Garibaldi entro la fine di maggio la passerella ciclopedonale che è già in via di realizzazione. Si provvederà in seguito all’abbattimento di ponte Garibaldi e successivamente alla sua ricostruzione.
Maltempo a Senigallia: il livello del fiume Misa in piena il 23 gennaio 2023
Che lo scorso 23 gennaio si sia sfiorata una nuova esondazione è ormai dato oggettivo. Un’intera città ha tirato un sospiro di sollievo nel vedere le strade asciutte e l’acqua del fiume rimanere nell’alveo. Ricostruiamo quei momenti insieme al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti.
Che ci parla anche di opere per la messa in sicurezza del territorio, dei fondi governativi per i contributi a famiglie e imprese, di progetti sulle vasche di espansione e dell’ipotesi di un commissario con super poteri per vincere la burocrazia e dare avvio ai lavori tanto attesi. Ascolta l’intervista.
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Avviati a Bettolelle i lavori per la realizzazione delle vasche di espansione
Il sistema di allertamento, le vasche di espansione, gli interventi da effettuare per ridurre i rischi esondazione nell’area Misa e Nevola sono i temi al centro del video incontro tra l’assessore alla protezione civile Stefano Aguzzi e i sindaci dei comuni alluvionati. Tante le novità che la Regione ha voluto comunicare – lo scorso 3 novembre – agli amministratori locali: su tutto un finanziamento per nuove aree di laminazione nell’entroterra.
L’iniziativa regionale è servita per fare il punto su una situazione apparentemente ancora immobile a due mesi dall’alluvione che ha devastato le valli del Misa, Nevola e Cesano. Due mesi di lavori in somma urgenza senza che si capisse granché sul piano per prevenire nuove catastrofi ambientali.
All’ordine del giorno della videoconferenza con i sindaci alluvionati, l’assessore Aguzzi e il responsabile della Protezione civile regionale, Stefano Stefoni, hanno annunciato che stanno per concludersi i lavori nella prima vasca di espansione situata alle Bettolelle di Senigallia, ma che, nel frattempo, sono state finanziate con 7 milioni di euro altre due aree. Una sarà prima di Pianello, frazione alluvionata di Ostra, tra le più colpite della vallata; la seconda sorgerà a monte di Passo Ripe, zona Trecastelli. Sono «già in fase di progettazione, previste dal Piano di interventi del 2016 ma finora non finanziate» ha dichiarato Aguzzi.
La seconda novità è nel ripristino di tutta la rete degli idrometri, dopo i danni agli stessi provocati dall’alluvione. In alcuni casi la piena dei fiumi non ha lasciato nemmeno tempo ai sistemi di segnalare l’innalzamento del livello idrometrico, tanto era stata intensa l’ondata dello scorso 15 settembre. L’assessore Aguzzi ha annunciato che la rete è stata adeguata e migliorata: «gli idrometri che sono più a monte, che in passato segnalavano il solo innalzamento del livello dell’acqua senza dare l’allertamento, ora invece sono stati calibrati affinché possano divulgare insieme con quelli a valle un sistema di allertamento immediato, cosicché i sindaci possano subito essere informati del repentino innalzamento dell’acqua. Spetterà poi al singolo Comune verificare lo stato del livello della piena» spiega il referente regionale alla protezione civile.
La terza è relativa al finanziamento di uno studio per migliorare il sistema di allertamento e di prevenzione del rischio idrogeologico su tutto il territorio Misa Nevola. Dati i cambiamenti climatici sempre più evidenti e frequenti, che causano «situazioni non prevedibili ed inaspettate», va «rivisto il Piano di interventi del 2016 pensato per fronteggiare eventi precedenti». Allo scopo sono stati stanziati 300 mila euro da parte del Dipartimento nazionale di Protezione civile: sono serviti per commissionare lo studio alla Fondazione CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e all’Università di Firenze. Sarà pronto entro pochi mesi, assicurano i due responsabili regionali.
Nonostante dovrà essere la magistratura a stabilire eventuali responsabilità in merito alla mancata allerta, in tutta la vallata del Misa e Nevola c’è profonda tristezza per quanto accaduto e rabbia per ciò che si poteva evitare. Ma anche consapevolezza che poteva andare peggio. A dirlo è il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, intervenuto per parlare delle richieste avanzate alla ministra dell’interno Luciana Lamorgese in merito agli aiuti economici, alla sicurezza del fiume, alla revisione del Pai, al sistema di allertamento territoriale, alle opere infrastrutturali necessarie.
«Abbiamo chiesto la possibilità di avere aiuti più seri rispetto all’altra volta (il 2014, ndr), molto più consistenti per famiglie e aziende colpite dall’alluvione; poi una forte attenzione sulla questione della sicurezza del fiume e sul sistema allertamento». Ribadita l’importanza di non lasciare sola questa città e questa zona. «Siamo incazzati per lo stato del fiume – ha chiosato – ci sono zone ad alta densità abitativa in aree esondabili, difficili da difendere, per cui servono opere di difesa a monte. Vanno fatte subito le 15 vasche di espansione, bloccate anche per questioni ideologiche, ed è ora che la Regione investa soldi per poterle realizzare. Oggi ci è stato ripromesso tutto quello che era stato detto negli anni passati, io spero che qualcuno mantenga queste promesse, spero nella coscienza delle persone, di chi ha visto il disastro, anche se so che a luci spente nessuno si ricorderà di noi».
Sulla mancata allerta, Olivetti torna a evidenziare la completa assenza di qualsiasi messaggio che potesse far comprendere ciò che stava accadendo. «Non posso accorgermi io, grazie a un messaggio di un mio amico alle 19:50, di ciò che avviene da altre parti. Noi ci siamo subito attivati allertando la popolazione, proprio perché sapevamo che la situazione era grave. Se non avessimo dato noi l’allerta, avremmo avuto una strage. Ma questo sistema non funziona, serve un collegamento territoriale. Se Serra de’ Conti aveva problemi e ad Arcevia era già passata, era matematico che la piena arrivasse a valle». L’idea è quella di un sistema di Protezione civile unitario, per tutta la vallata.
Oltre alla conta delle vittime, una prima stima dei danni potrebbe arrivare fino a 7-800 milioni di euro, «almeno tre-quattro volte quelli dell’altra volta (furono oltre 180 milioni di euro nel 2014, Ndr), ma per avere un’idea più chiara dobbiamo attendere quello che diranno i cittadini attraverso i moduli per i rimborsi, indicativamente entro una o due settimane».
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