Gemellaggi, il gusto del dialogo

La commissione delle città gemellate si è svolta a Senigallia dal 31 ottobre al 1 novembre e ha coinvolto le quattro città gemellate: Senigallia (Italia), Sens (Francia), Lörrach (Germania) e Chester (Regno Unito). Commissione che ha visto una significativa partecipazione da parte delle delegazioni ufficiali di queste città.
Durante gli incontri sono stati affrontati temi che riguardano la cooperazione europea, la promozione culturale, lo sviluppo di progetti condivisi. E’ stato anche adottato in questa occasione il nuovo regolamento per la gestione dei patti di gemellaggio, amicizia e fratellanza, che definisce delle procedure chiare e amplia anche le opportunità di collaborazione con città italiane ed estere. Sempre in questa occasione si sono avviati nuovi rapporti internazionali, tra questi il patto di fratellanza con Di Kelle Gueye (Senegal), e il patto di amicizia con Zara (Croazia).
Quando sono nati i gemellaggi, stiamo parlando, se non sbaglio, degli anni 80-90, questi diedero un grandissimo impulso alla possibilità di stringere rapporti cordiali e significativi con diverse località europee ed extraeuropee. Tempo fa era molto più difficile viaggiare. La mia è la generazione che ha potuto godere dell’Interrail, recentemente ripristinato, cioè quella possibilità per i giovani maggiorenni di viaggiare in treno per l’Europa a prezzi assolutamente accessibili rispetto alla normalità dei costi.
Poi il low cost, la facilità di movimento – ora le giovani generazioni vengono dette la generazione Erasmus – il continente europeo è diventato casa comune. E questo nonostante la fatica delle istituzioni comunitarie ad accreditarsi nelle opinioni pubbliche oppure nonostante eventi di nazionalismo e populisti che minano fortemente l’identità dell’Unione Europea. I gemellaggi, allora, assumono un valore ulteriormente significativo. In tempi di confini che tornano, muri che dividono, guerre un po’ ovunque anche in Europa, i gemellaggi ci ricordano che siamo parte dello stesso pianeta. E non possiamo permetterci di perdere il “lusso” della possibilità di dialogare tra popoli, nazioni, culture.
Ne va della pace, ne va della nostra convivenza, ne va dello sviluppo a tutti i livelli, non solo del nostro paese, ma dell’intero continente europeo. Scommettere sui confini aperti è una grandissima responsabilità. Nessuno nega la fatica del vivere insieme, la difficoltà di integrare i nuovi arrivati, così come è miope non prendere in considerazione le paure di chi nel nostro paese vede l’arrivo di altre culture come una minaccia alla propria.
Qui la responsabilità politica è forte, perché è proprio della politica saper dialogare con le persone, accogliere le legittime paure e governare i processi. L’Unione europea è stata una scommessa bellissima all’indomani della seconda guerra mondiale. Che ne è di quella scommessa? Se pensiamo che la Comunità economica europea, anzi la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, la Ceca, nacque quando ancora c’erano le macerie fumanti, ci rendiamo conto della portata di quell’esperimento riuscitissimo per certi versi ma incompleto sotto altri aspetti.
Citando Manzoni ne “I promessi sposi”, oggi rischiamo di sentirci come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro. Così si sente l’Unione europea. In realtà questo vaso di terracotta ha molto da raccontare, ancora anche se i vasi di ferro sono belli forti, pensiamo a ovest degli Stati Uniti d’America, a est la Cina, ai tanti paesi del sud del mondo emergenti.
Allora parlare di gemellaggi non deve sembrare una forzatura: rappresentano uno strumento piccolo, ma molto significativo alla portata anche di un comune non grandissimo come il nostro, per permetterci di sperimentare, soprattutto per far sperimentare ai più piccoli, la bellezza dell’essere insieme. Nessuno nasconde le difficoltà quando si tratta di dialogare con la diversità, ma è anche bello scommetterci ancora. È bello offrire possibilità di scambio, di divertimento, di cultura, di approfondimento, di comune appartenenza. Allora plaudiamo a questo rinnovato interesse per i gemellaggi, ci auguriamo che anche nel nostro territorio, anche nella nostra città, ci siano possibilità di scambio che ci facciano risentire il gusto del dialogo.
di Laura Mandolini
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