Turismo, perse migliaia di presenze negli anni. Serve una vera promozione turistica a Senigallia e vallata

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La spiaggia di velluto e la rotonda a mare di Senigallia

Perdere 500 o 600 mila presenze in alcuni anni non è certo un bel risultato che la spiaggia di velluto e il suo circondario possano vantarsi di aver raggiunto. Ma è successo e bisogna prenderne atto. Esultare per aver mantenuto sostanzialmente invariate le presenze nell’ultimo biennio (nel 2022 sono state 876 mila, nel 2023 884 mila) quando nel 2008 si potevano contare oltre 1,3 milioni di presenze, fa capire solo di non aver compreso la portata dei dati che hanno di certo molte ragioni, anche a livello nazionale e internazionale, su cui la singola amministrazione comunale può fare poco.

Così il dibattito si trasforma, nei fatti, in uno scaricabarile. E’ di ieri l’intervento sul Corriere Adriatico del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti che ha stilettato i sindaci dell’entroterra senigalliese perché facciano di più a livello di promozione turistica, non limitandosi a proporre «fiere e sagre» ma spingendosi a ideare itinerari turistici che possano attrarre visitatori. Immediata la replica del presidente dell’unione dei comuni “Le terre della marca senone” Dario Perticaroli che è anche sindaco di Arcevia e dell’assessore al turismo dell’unione Massimo Corinaldesi che guida invece Ostra Vetere: in una nota hanno voluto riconoscere il buon lavoro svolto finora vantando piccoli passi in avanti nei numeri registrati anche dai comuni della vallata Misa-Nevola, attraverso il brand Val Mivola

Per l’anno 2023 i 9 comuni (Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli) hanno registrato complessivamente oltre 193.000 turisti in arrivo sul territorio, che hanno generato 970.246 presenze (fonte: Osservatorio Regione Marche, in corso di validazione da parte dell’Istat) con una permanenza media di 5 giorni. Rispetto al 2022, fanno sapere Perticaroli e Corinaldesi, si è ottenuto un aumento medio complessivo delle presenze di circa il 3% con picchi di incremento di arrivi e presenze soprattutto nei mesi di bassa stagione, tra gennaio e maggio e tra settembre e dicembre. 

Questo significa destagionalizzazione, questo significa presenze non legate per forza al turismo balneare senigalliese, questo significa che altri fattori hanno portato i visitatori in questo territorio. In sostanza questo significa fare turismo. Di certo pesano varie ragioni, tutte da esaminare attentamente.

La realtà è infatti ben più complessa e variegata: da un lato ci sono risorse limitate dei singoli comuni (e quelli piccoli fanno ancora più fatica a contribuire) seppur la funzione di promozione turistica sia stata affidata recentemente all’unione dei comuni “Le terre della marca senone”; dall’altro ci sono motivazioni a livello nazionale: per esempio il cambiamento delle vacanze divenute più brevi (si è arrivati a medie di 5 giorni/notti di permanenza, a semplici fine settimana o addirittura a soggiorni “mordi e fuggi”); per esempio le nuove abitudini che portano i turisti a richiedere nuove esperienze e pacchetti che includano più turismi al loro interno (percorsi benessere, sport, relax, svago tutto compreso).

C’è anche il fattore alluvione. Dopo un episodio nel 2014 e un altro più devastante ancora nel 2022, il territorio non si può di certo definire sicuro. E su questo fronte la promozione non ha fatto un gran lavoro, perché ci sono persone che evitano questa zona per paura di nuove esondazioni. Pur nella consapevolezza che certi problemi non si superano con la bacchetta magica né velocemente, di certo bisogna lavorare sulla comunicazione. Continua (non solo alcuni mesi); efficace (con risorse e mezzi adeguati su vari canali); corretta, anche delle criticità che si fa fatica ad affrontare. Perchè il nostro territorio ne ha davvero bisogno (siamo noi stessi i primi promotori), perché i turisti hanno bisogno di messaggi veri, di cui fidarsi. Non di slogan, finti, tutti uguali.

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