20 giugno, giornata mondiale del rifugiato: riflettere sui motivi di chi lascia il proprio paese

20 giugno: giorno in cui tutto il mondo celebra la Giornata mondiale del rifugiato, appuntamento voluto dalle Nazioni Unite per riconoscere la forza, il coraggio e la volontà di milioni di persone costrette a fuggire a causa di guerre, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. L’inasprimento dei conflitti a livello globale, la crisi climatica e gli effetti secondari, come l’insicurezza alimentare, costringono oltre 120 milioni di persone ad abbandonare le proprie case alla ricerca di sicurezza e protezione.
I bisogni umanitari sono sempre più ingenti, le risorse a disposizione dell’assistenza umanitaria sempre più scarse: tutto questo, insieme a una crisi di responsabilità collettiva, non fa che peggiorare la già logorata vita dei rifugiati, soprattutto di donne e bambini, le vittime principali.
Per questo oggi vogliamo ricordare e fermarci a riflettere sulla Giornata Mondiale del Rifugiato 2025, che dev’essere un’occasione per mostrare concretamente la nostra solidarietà, mettersi in ascolto e comprendere chi è costretto a fuggire. Mai come quest’anno è importante sostenere chi ogni giorno lotta per la sopravvivenza in Sudan, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, paesi dove si sta consumando una terribile crisi umanitaria, aggravata dai recenti tagli agli aiuti.
I rifugiati vanno riconosciuti come risorse preziose per le comunità di accoglienza e un’occasione per promuovere l’inclusione economica e sociale di chi cerca un nuovo inizio. Con il giusto supporto, le persone rifugiate possono contribuire in modo significativo all’innovazione, allo sviluppo economico e alla costruzione di società più inclusive.
I due SAI (Sistema di accoglienza e integrazione) che come Fondazione Caritas Senigallia gestiamo nel territorio dei Comuni dell’Unione e dell’Ambito sono dedicati agli adulti. Dal 2014 accogliamo numerosi beneficiari e beneficiarie in centri di accoglienza e appartamenti dislocati sul territorio a seconda delle esigenze individuali e familiari (Senigallia, Trecastelli, Ostra, Serra de’ Conti e Corinaldo).
Attualmente (dati al 20/05/2025) sono 90 (39 uomini, 51 donne di cui 34 minori) e provengono da svariati paesi. La forza dei progetti SAI continua a essere l’approccio che supera la dimensione primaria per guardare all’emancipazione e fare accoglienza integrata verso il rifugiato: prevede cioè misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento delle persone, costruendo percorsi individuali che mirano alla riconquista dell’autonomia e all’inserimento sociale ed economico di ognuno nel territorio e nella comunità di appartenenza.
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