A Casine di Ostra l’incontro per la VI Giornata mondiale dei poveri

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povertà, senza tetto, persone bisognose, carità

Per la VI Giornata mondiale dei poveri Caritas Senigallia organizza un pomeriggio di condivisione e di incontro sul tema delle emergenze e delle conseguenze che queste portano nella vita di ognuno di noi. Domenica 13 novembre alle ore 16 presso il circolo ACLI Falco di Casine di Ostra si svolgerà un incontro ricco di racconti e testimonianze di persone che hanno subito eventi drammatici ma che hanno cercato di risollevarsi, a fatica, dall’emergenza.

Si susseguiranno un commerciante alluvionato che ha visto devastata la sua attività commerciale, una famiglia che ha perso la casa e ha rischiato la vita la sera del 15 settembre, una donna che ha vissuto i due terremoti che hanno sconvolto le Marche, quello del 1997 e quello del 2016-17, un caporeparto d’ospedale che ha affrontato la pandemia e ha visto il suo reparto trasformarsi in un incubo sanitario, un rifugiato che è stato costretto a scappare dal suo Paese lasciandosi una vita alle spalle. In conclusione il professor Massimiliano Colombi, docente di Sociologia, trarrà le conclusioni e stringerà il fil rouge di queste storie, apportando un taglio sociologico e offrendoci, come sempre è capace nei suoi interventi di grande spessore, nuovi spunti e riflessioni.

Il senso finale è che la povertà non è semplicemente un discorso economico, la povertà si presenta a chi è costretto a vivere le situazioni di emergenza e le conseguenze di qualsiasi emergenza. Cosa salva in tutto questo dramma? La solidarietà, lo stare uniti. Come leggiamo nel messaggio del Papa per la Giornata, ispirato al versetto “Gesù Cristo si è fatto povero per voi”: «Penso in questo momento alla disponibilità che, negli ultimi anni, ha mosso intere popolazioni ad aprire le porte per accogliere milioni di profughi delle guerre… Le comunità hanno accolto con generosità tante donne e bambini per offrire loro la dovuta dignità. […] La solidarietà, in effetti, è proprio questo: condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra. Più cresce il senso di comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà».

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