Chiusura prolungata dei ristoranti: emergenza economica e sociale

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L’appello che si leva da tutti gli operatori del food and drink, ormai in ginocchio dopo mesi di chiusure totali, è uno solo: “riaprire il prima possibile”. A tal proposito abbiamo raggiunto Giacomo Bramucci, presidente di ConfCommercio Marche Centrali, che dai microfoni di Radio Duomo Inblu ha spiegato la necessità della riapertura del comparto della ristorazione e le problematiche economiche ma anche sociali legate alla chiusura prolungata.

Il mondo della ristorazione purtroppo versa in una situazione davvero complicata, così come tutta l’economia legata alla felicità e alla voglia e al bisogno delle persone di condividere con gli altri il loro modo di essere. Tutto quell’ambito è il più penalizzato da questa pandemia, e quindi assistiamo a un continuo innalzamento dei toni del confronto. Le manifestazioni che ci sono in giro per l’Italia in questi giorni sono dai toni molto aspri, perché in fondo queste persone vedono sgretolarsi tra le loro mani quelli che sono i sacrifici di una vita. Il nostro territorio, la nostra regione ad esempio ha un tessuto imprenditoriale che difficilmente divide pienamente tra quello che è la famiglia e quello che è il lavoro, e quindi, quando l’attività incomincia ad andar male, è in generale un aspetto molto ampio della propria esistenza, del proprio modo di essere, della propria socialità. Di conseguenza è molto complicato mantenere il livello del confronto solo a un ambito meramente legato al bilancio e al far tornare i conti. È proprio un’emergenza che si trasforma da economica a sociale, e di questo bisogna prenderne atto con manovre politiche che vadano nella direzione di garantire a queste persone, che sono forzatamente nell’impossibilità di lavorare, un futuro. Lo schema di ristori che è stato messo in piedi è assolutamente insufficiente a dar loro la possibilità di poter ripartire. Quello che serve è un intervento più massiccio e deciso e in più anche la possibilità di far tornare a lavorare convivendo con questo virus. Abbiamo dato dimostrazione che i ristoranti possono comunque essere, se si rispettano le regole, dei luoghi sicuri o almeno non meno sicuri di altri che in questo periodo sono stati aperti. Riteniamo ormai da superare questo accanimento su alcune categorie. Dotiamoci dei giusti protocolli per riaprire, però riapriamo! Altrimenti questo Paese non riesce a dare la svolta, a immaginare un futuro, oltretutto in uno schema di vaccinazioni che è l’unico strumento concreto che al momento sembra poter davvero far voltar pagina ma che non ingrana fino in pieno quelle che erano invece le promesse che ci erano state fatte. La vicinanza al mondo della ristorazione, del turismo e dell’accoglienza è totale, e nei prossimi giorni cercheremo insieme di manifestare e far sentire la nostra voce, ma comunque in un binario di legalità che dobbiamo sempre tener presente. Solo attraverso la legalità riusciremo a ritrovare un futuro e a far tornare splendente quella gioia che deve brillare negli occhi di ogni imprenditore. Noi come ConfCommercio ogni giorno ci impegniamo affinché quella luce nei loro occhi non si spenga mai!

a cura di Barbara Fioravanti

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