Comunità energetiche e autoconsumo collettivo, Chiaravalle dice un convinto “sì”

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pannelli fotovoltaici, energia solare, green economy, sostenibilità

Chiaravalle manda un forte segnale. Lo fa approvando in consiglio comunale, all’unanimità, la mozione targata M5S sulle comunità energetiche rinnovabili che mira a favorire l’autoconsumo collettivo. 

Con l’atto, la città intera di fatto impegna sindaco e giunta a promuovere nel territorio comunale, in primis, la creazione di comunità energetiche e di autoconsumo collettivo, con il coinvolgimento dei cittadini residenti e l’impiego di aree o edifici di proprietà comunale. Lo scopo è quello di sostenere organizzazioni che permettano di ottenere benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica. In secondo luogo, ad assicurare anche attraverso la creazione di apposito sportello o centro informazioni la messa a disposizione dei cittadini delle informazioni necessarie a promuovere la creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo. 

Gli impianti potrebbero essere installati su aree o coperture di edifici pubblici, come le scuole, e l’energia prodotta in eccesso oltre al fabbisogno dell’edificio stesso condivisa con gli altri cittadini e realtà membri della comunità energetica.

C’è soddisfazione nel M5S chiaravallese. «I cittadini, gli enti pubblici e territoriali e le pmi possono ora attivarsi collettivamente anche attraverso consistenti strumenti di incentivazione, riducendo i costi della bolletta elettrica, alimentando la crescita economica, sostenibile e sociale. Ciò abbatte le emissioni inquinanti e riduce i conseguenti impatti ambientali e sanitari, fortemente presenti nei centri urbani». Così ha commentato la consigliera pentastellata Clelia Buratti, aggiungendo che «l’adesione del Comune di Chiaravalle potrà contribuire a una diffusione più capillare di queste entità di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia dal basso. Oltre a  contrastare la povertà energetica, porterà grossi benefici ambientali, contribuirà nel tempo al decentramento e alla democratizzazione del bene comune energia e al consequenziale efficientamento e alleggerimento della rete nazionale a beneficio anche di realtà industriali energivore che saranno meno soggette a speculazione».

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