Danni ingenti nella vallata del Misa e Nevola. Perticaroli: «Un disastro. O ci aiutano o siamo morti»

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Una delle aree allluvionate dalla piena del fiume Misa e Nevola
Una delle aree allluvionate dalla piena del fiume Misa e Nevola. Foto: Vigili del fuoco

Tra i più colpiti dall’alluvione del 15 settembre scorso, ci sono i territori di Arcevia, Serra de’ Conti, Barbara e Castelleone di Suasa. Comuni alla ribalta normalmente per piccoli fatti di cronaca, oggi al centro di notiziari e servizi televisivi.

«Per la popolazione si è trattato di un’apocalisse» spiega Carlo Manfredi, sindaco suasano. Oltre alle 12 vittime e alla donna ancora dispersa, il lato umano, ci sono anche ettari ed ettari di terreni, case, garage e cantine invasi da acqua e fango con danni per milioni di euro. «A fondo valle la situazione è molto più grave che in paese – racconta il primo cittadino. Oltre ai campi allagati, con danni alle aziende agricole, ci sono diversi problemi alle pertinenze delle abitazioni, alle strade dissestate dalla forza del fiume che ha invaso tutto. L’acqua ha creato un muro di oltre un metro e mezzo, una cosa impressionante».

Lo scenario apocalittico è simile nei vari comuni coinvolti. La Perla dei monti ha dovuto fare i conti con strade interrotte, famiglie senza acqua né elettricità, allagamenti, frane. Il sindaco di Arcevia Dario Perticaroli: «Qui è un disastro. Abbiamo un territorio di 124 kmq dove si sono verificati smottamenti un po’ ovunque, dove le strade non sono percorribili, dove sono saltati tutti i ponti e ponticini che rendono anche inaccessibili le abitazioni private». In alcune zone, il manto stradale si è staccato. I detriti si sono sparsi per i campi, danneggiando le imprese. Come se li avessero “lanciati”. Non cartacce, ma tronchi, rami, mezzi agricoli. «Al premier Draghi ho prospettato tutte le difficoltà degli enti locali: se non ci danno una mano, una grande mano, siamo morti».

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