Esondazione sfiorata per pochi centimetri, Senigallia tira un sospiro di sollievo

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I detriti hanno invaso la spiaggia di velluto a Senigallia
I detriti hanno invaso la spiaggia di velluto a Senigallia

La città tira un sospiro di sollievo per la mancata esondazione dei due fiumi, il Misa e il Cesano, ma inizia ora la conta dei danni che ci son stati, seppure non enormi. Dopo un’intera giornata – 24 ore di allerta e personale in costante monitoraggio – passata a lavorare per limitare i rischi nelle zone più a ridosso dei fiumi, con evacuazioni, strade, centri commerciali, negozi ed edifici pubblici chiusi, è iniziata oggi, domenica 12 dicembre, la fase del ripristino e dei lavori.

Tra le situazioni più critiche c’erano ovviamente le strade del centro storico limitrofe al porto. Nel sottopasso di via Perilli è rimasta bloccata un’automobile. Sono state evacuate dalla Protezione Civile e dalla Croce Rossa senigalliese le persone malate o disabili che abitavano nelle zone a rischio esondazione, ospitate nei locali del seminario di via Cellini. Alla fine, per fortuna, i fiumi non sono straripati. Mentre i livelli si abbassavano, le persone hanno fatto rientro nelle loro abitazioni, i negozi e le attività commerciali sono ripartiti, le strade sono state riaperte.

La conta dei danni del giorno dopo vede la darsena Bixio al porto Della Rovere e la spiaggia di velluto completamente invase da  tonnellate di detriti che ricoprono la superficie. «Siamo già al lavoro al porto – ha dichiarato l’assessora all’ambiente Elena Campagnolo – per iniziare lo sgombero del materiale arrivato dal fiume. Domani (lunedì 13 dicembre, Ndr) inizieremo anche sulla spiaggia». Non ci sono ancora stime, seppur provvisorie, dei quantitativi riversati sulle darsene e sulla battigia, né dei costi che il Comune dovrà sostenere per liberarle. Una cosa però è certa per l’assessora Campagnolo: non potrà essere sempre e solo Senigallia a farsi carico di quanto dal fiume arriva in mare e poi dalle mareggiate viene spinto sulla battigia.

Nel frattempo rimane la paura ogni volta che piove. E non è solo il titolo di una pubblicazione fotografica nei mesi successivi all’alluvione del 2014.

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