Fondazione Città di Senigallia, polemica infinita

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La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

Sembra infinita la polemica che si sta protraendo da giorni sulla situazione della fondazione Città di Senigallia. Da un lato ci sono il commissario Corrado Canafoglia e il gruppo di Fratelli d’Italia che si è schierato apertamente in sua difesa; dall’altro c’è il capogruppo di Amo Senigallia Gennaro Campanile che continua a sollevare dubbi sull’operato del commissario e il resto della minoranza che evidenzia il necessario ritorno a una gestione ordinaria dell’ente socio assistenziale.

Dopo il clamore per le prime dichiarazioni di Campanile e la replica di Canafoglia che ha smentito qualsiasi ipotesi di chiusura della residenza protetta rassicurando la cittadinanza anche sugli utili in bilancio, il gruppo consiliare che fa capo a Bello e Liverani ha auspicato il rinnovo da parte della Regione Marche del mandato di commissario straordinario della fondazione all’avv. Canafoglia «a fronte dei risultati della gestione commissariale della struttura in questa fase critica vissuta dalla fondazione». Incarico che per ora è stato prorogato dalla giunta regionale fino a metà aprile, poi si valuterà.

Amo Senigallia torna a rivendicare che quanto affermato nasce semplicemente dalla relazione inviata da Canafoglia al consiglio comunale, dove si cita la proposta di accordo con l’Opera Pia. Una bozza di progetto con cui si «prevede una nuova società mista che gestisca i 40 posti “di cure intermedie”, che la fondazione Mastai Ferretti gestisca il “controllo di gestione e servizio amministrativo”, che alla nuova struttura è assegnato “il personale sanitario rispondente ai requisiti richiesti” (quindi non necessariamente tutto il personale) della Fondazione Città di Senigallia. La residenza protetta non è più prevista». Secondo il capogruppo di Amo Senigallia a tale ipotesi dovrebbe essere il consiglio comunale a dare il via libera o meno. Da Fratelli d’Italia è stato invece risposto innanzitutto che «il consiglio comunale, in questa fase di gestione commissariale, non ha alcun ruolo», e che tanto clamore non vi era stato «quando il centrosinistra e quindi l’allora assessore Campanile, ora consigliere di minoranza, gestivano l’ente fondazione con risultati devastanti e con criticità gestionali di cui solo adesso ne siamo venuti a conoscenza».

Contrario alla prosecuzione della gestione commissariale è il capogruppo Pd in consiglio regionale Maurizio Mangialardi: «Il mandato del commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia è scaduto lo scorso 28 febbraio. E’ tempo che la giunta regionale ci dica in che forma dovrà proseguire la gestione di questo ente così strategico per la nostra città. A oggi, ci sembra che questa esperienza abbia dato risultati assolutamente deludenti, soprattutto se si considera che i risibili risparmi di cassa sono stati fatti quasi esclusivamente sulla pelle dei dipendenti con demansionamenti e licenziamenti». Anche in questo caso non si è fatta attendere la replica di Fratelli d’Italia, vero e proprio avvocato difensore del commissario Canafoglia. «Se per il consigliere regionale di minoranza del PD Mangialardi, passare da 900 mila euro di passività a quasi 4 mila euro di utili, significa aver ottenuto “risultati assolutamente deludenti e risibili”, allora vuol dire che la matematica non è il suo forte e, quindi, forse è meglio che si metta a studiare anche lui, magari insieme a Campanile. E quando scrive, sempre Mangialardi, che questi deludenti risultati “sono stati fatti quasi esclusivamente sulla pelle dei dipendenti”, deve andarci a parlare con i dipendenti della fondazione che, in più riprese, hanno lodato, e continuano a farlo, l’operato del commissario Canafoglia».

Lontani dalla bagarre politica gli altri gruppi consiliari di opposizione di PD, Vola Senigallia, Vivi Senigallia e Diritti al Futuro che però chiedono il ritorno alla gestione ordinaria. «In tutti questi mesi, con coerenza, abbiamo sempre contestato la scelta, scellerata, di nominare un commissario straordinario per la gestione della fondazione. A nostro avviso non esistevano i presupposti amministrativi, ma non abbiamo neppure individuato i presupposti legali. Inoltre, nel primo anno di commissariamento non si evidenzia alcun atto “straordinario” che non avrebbe potuto fare un legittimo consiglio di amministrazione. Proponiamo al sindaco Olivetti ed al presidente (del consiglio comunale, Ndr) Bello di non nascondersi dietro ad alibi inconsistenti, ma di ritornare ad una gestione ordinaria, normale e legale della fondazione città di Senigallia, realtà importantissima nel nostro contesto cittadino che necessita di una amministrazione trasparente che possa rispondere legittimamente al consiglio comunale».

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