“I Prigionieri”: a Chiaravalle la presentazione del romanzo sulla storia di Giuseppe Taliercio

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Giuseppe Taliercio con la sua famiglia. Venne ucciso dalle Brigate Rosse nel luglio 1981

Venerdì 11 marzo 2022, alle ore 21.00, presso la sala della Croce Gialla di Chiaravalle, l’Azione Cattolica di Ancona-Osimo e l’ Azione Cattolica di Senigallia invitano la cittadinanza alla presentazione del romanzo I Prigionieri, Augh Edizioni.

Sarà presente l’autore, il giornalista Pierluigi Vito. 

Il 20 maggio del 1981, la Colonna Veneta delle Brigate Rosse rapisce, nella sua abitazione di Mestre, il direttore del Petrolchimico di Porto Marghera, Giuseppe Taliercio. Per quarantasette giorni l’uomo resta nelle mani dei terroristi, che lo sottopongono a un “processo proletario”. Il romanzo si pone sulle tracce dei brigatisti per respirare tutto il dramma di un’azione che determinerà la spaccatura della Colonna Veneta delle BR. Oltre al prigioniero, che lotta contro la solitudine e la disperazione immaginando di scrivere lettere all’amata moglie, su tutti spiccano due personaggi: Emilio, uno dei membri dell’Esecutivo brigatista, rincorso dal fantasma di un amore infranto, e Marcello, il membro più anziano della Colonna, il primo a mettersi in discussione circa l’inutilità di tutta l’operazione.

La storia narrata da Pierluigi Vito trascina il lettore nell’Italia insanguinata dalla violenza del terrorismo, per far riemergere una vicenda tra le più strazianti e meno ricordate degli anni di piombo. «Pur basandosi sulle sentenze dei processi per l’assassinio di Giuseppe Taliercio, sulle fonti giornalistiche dell’epoca, sulle conversazioni con chi partecipò al rapimento e con i famigliari della vittima» spiega Vito «il mio romanzo non è una ricostruzione cronachistica di quanto accaduto tra il 20 maggio e il 7 luglio del 1981. Né tanto meno un resoconto fedele in tutto e per tutto. Queste pagine vogliono essere un tributo alla memoria di un periodo crudele e nefasto per l’Italia, foriero di morte e di lacerazioni, affinché tanto dolore, seppure illogico, non sia inutile, ma guidi ciascuno di noi alla comprensione di ciò che essenzialmente è giusto e vero».

Taliercio è stato anche affettuoso padre di cinque figli, uomo di fede nutrita dall’ascolto delle Scritture, impegnato con sua moglie Lella in Azione Cattolica ed attivo nella carità all’interno della società di San Vincenzo. Giuseppe Taliercio è stato un uomo giusto, ucciso in un’Italia sbagliata, dove la dialettica democratica era sostituita da rapimenti, sequestri, condanne ed uccisioni. La sua è una storia da riscoprire e non dimenticare più.

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