La passione per la pesca oltre le difficoltà

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Francesco Donati, proprietario del peschereccio Bugos del porto di Senigallia, ci ha parlato del suo lavoro legato alla pesca.

La pesca di bello ha che la sera torniamo sempre a casa, dormiamo a casa con le famiglie, però lavoriamo sette giorni su sette, se è possibile. Sono scelte. La mattina partiamo intorno all’una e mezza-due, a seconda della giornata. Si rientra alle sette perché abbiamo la vendita al dettaglio, sistemiamo la barca e alle dieci e mezza-undici abbiamo finito e andiamo a casa. Alle tre del pomeriggio riandiamo a buttare le reti fino alle sei e mezza-sette: questa è la nostra vita. Ho quarant’anni e sono ventotto anni che faccio questo mestiere.

Che tipo di pesca fate?

E’ una pesca passiva, le specie sono tutte stagionali. In questo periodo stiamo pescando le lumachine. Nel periodo di primavera peschiamo la seppia, la sogliola, la canocchia, la lumachina, mentre avviene la riproduzione. D’estate peschiamo principalmente sogliola e panocchie e poi riiniziamo il giro. Le specie ci sono quasi tutte però, a seconda del periodo, facciamo una pesca specifica.

La crisi si è sentita?

Come no! Soprattutto per noi che abbiamo la bancarella, che vendiamo al dettaglio. Con le chiusure di zone la gente non veniva giù, ci siamo trovati molto in difficoltà. I ragazzi abbiamo cercato di pagarli lo stesso. E’ un lavoro in cui serve tanta manodopera, soprattutto a terra, non tanto in mare. È un mestiere che non vuole fare più nessuno. Io alla mia età sono uno degli ultimi come ricambio generazionale nel porto di Senigallia. Ce ne sono altri due e tra l’altro uno è mio fratello ma è poco più piccolo. Siamo preoccupati perché non abbiamo un ricambio generazionale. Fanno tutti tutto per soldi. Questo qui è un lavoro che si fa solo per passione; per soldi non si va avanti. E’ come andare a lavorare in fabbrica.

a cura di Barbara Fioravanti

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