Macerata è tra le poche città italiane ad aver ottenuto un risultato più che sufficiente negli anni presi ad esame con un punteggio di 8; segue Ascoli Piceno con 5 e Ancona e Pesaro con 3. Questa la classifica sulle Marche realizzata da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale. Il documento è una “pagella” sulla qualità dell’aria di 97 città italiane sulla base degli ultimi 5 anni – dal 2014 al 2018 – confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) con i rispettivi limiti medi annui suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): 20µg/mc per il Pm10; 10 µg/mc per il Pm2,5; 40 µg/mc per il NO2. Limiti quelli della OMS che hanno come target esclusivamente la salute delle persone e che sono di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea (limite medio annuo 50 µg/mc per il Pm10, 25 µg/mc per il Pm2,5 e 40 µg/mc per il NO2) e il quadro che emerge dal confronto realizzato da Legambiente è preoccupante: solo il 15% delle città analizzate ha la sufficienza contro l’85% sotto la sufficienza. «Per tutelare la salute delle persone – dichiara Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche – bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziare. Le città sono al centro di questa sfida, servono interventi infrastrutturali da mettere in campo per aumentare la qualità della vita dei pendolari e migliorare la qualità dell’aria, puntando sempre di più su una mobilità sostenibile e dando un’alternativa al trasporto privato. Inoltre serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog che sono solo interventi palliativi. Il governo italiano, grazie al Recovery Fund, ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana. Le Marche devono fare la loro parte e per questo ci appelliamo al nuovo governo regionale affinché non perda questa importante occasione e dia subito un segnale concreto di innovazione e svolta verso l’ammodernamento di questo territorio ripartendo dalle città, con gli incentivi all’utilizzo dei mezzi pubblici, il potenziamento della rete dello sharing mobility e il raddoppio di piste ciclopedonali».
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