Nella città che chiede cambiamenti

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Fabrizio Volpini, candidato a sindaco del centrosinistra, con il suo tesoretto di voti pari al 43,4%, raggiunto nel primo turno, sfiderà al ballottaggio di domenica 4 e lunedì 5 ottobre prossimi Massimo Olivetti.


Come sta vivendo queste giornate che ci separano dall’esito definitivo di questa tornata elettorale senigalliese?

Con grande impegno e anche un po’ di concitazione, perché abbiamo deciso – insieme liste della coalizione – di ritornare a parlare con i cittadini e stiamo promuovendo delle iniziative in tutte le frazioni e in tutti i quartieri.

Vi aspettavate il ballottaggio?

Sì, non ci siamo mai illusi di poter vincere le elezioni al primo turno, per diversi motivi: per la frammentazione del quadro politico, con sette candidati sindaci, 20 liste, oltre 420 candidati; una campagna elettorale anomala sotto tanti punti di vista, l’impossibilità di incontrare serenamente tante persone a causa delle restrizioni anti Covid: tutto questo e tanto altro non ha aiutato ed ecco perché non abbiamo dato per scontato il poter vincere le elezioni al primo turno.

Queste sono tutte condizioni reali, ma esterne: non imputa niente all’operato della precedente amministrazione di cui vi proponete come continuità?

L’operato delle amministrazioni precedenti chiaramente è per noi positivo e diciamo questo non solo per una questione di appartenenza, ma perché i risultati conseguiti dalla città di Senigallia in diversi ambiti (dal turismo, alla qualità della vita, fino ai suoi servizi sociali) hanno fatto registrare degli enormi passi avanti e progressi. Si è creato un ‘marchio Senigallia’ grazie al quale la nostra città è conosciuta oltre i confini della regione. C’è da dire, però, che girando soprattutto in alcune in alcuni territori ed in alcune frazioni, come sia evidente lo scollamento tra ‘palazzo’ e persone, c’è stata una mancanza di interlocuzione con i cittadini dovuta anche al fatto che sono venuti meno gli organismi di rappresentanza, parlo soprattutto dei Consigli di circoscrizione. Gli ultimi anni sono stati molto difficili per questa amministrazione, visti i patti di stabilità che hanno vincolato l’azione amministrativa e la riduzione delle risorse da parte dello Stato, dinamiche che hanno indebolito le possibilità di azione del governo locale.

La batosta per il centrosinistra nelle recenti elezioni regionali potrà condizionare il voto senigalliese?

Mi auguro di no, il risultato delle regionali, nonostante il grande impegno profuso da Maurizio Mangialardi, era quasi una scontato perché si è pagato pegno per una serie di errori che l’uscente Giunta regionale, specie nella figura del suo presidente, ha commesso. In questi cinque anni – io ne sono state anche un testimone diretto e anche rispetto ad alcune scelte che riguardavano il settore di cui più mi sono occupato, quello della sanità, avevo preso le distanze e la percezione era negativa nei confronti dell’operato del presidente, che non ha mollato la delega di questo importante settore. Il tema della auspicata omogeneizzazione tra il governo regionale e il governo locale è un falso tema, perché tra istituzioni ci deve essere un rapporto alla pari, non ci devono essere canali preferenziali in base al colore politico di chi governa. Tra l’altro penso che anche la mia esperienza di questi cinque anni in Regione mi ha permesso di stabilire interlocuzioni e relazioni non solo con il governo di centro-sinistra, ma anche con esponenti del centrodestra che oggi sono eletti e che molto probabilmente avranno anche qualche ruolo di governo.

Nel voto di ballottaggio non ci sono alleanze e nemmenoapparentamenti…

Vogliamo rivolgerci a tutti gli elettori di Senigallia e naturalmente in primis a quelli che nel primo turno hanno fatto riferimento a nomi e liste che si richiamano ai valori del centrosinistra, quali la giustizia sociale, l’attenzione nei confronti dei più deboli, delle fragilità, della democrazia e dell’antifascismo. A questi elettori che si sono riconosciuti nelle tre liste di sinistra, chiediamo un forte sostegno.

Qualora Volpini sarà votato sindaco, cosa farà e chi sarà al suo fianco?

Vorrò anzitutto mettere mano alla macchina amministrativa comunale, lasciata indietro per troppo tempo e vero snodo affinché possiamo continuare e rafforzare un’efficace azione di governo. Anche le idee e le proposte più belle che possiamo mettere in campo, se non abbiamo un numero adeguato di dirigenti, personale ed una più ampia struttura amministrativa oliata, sarebbe difficilissimo realizzarle.

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