Li mandò a due a due: preti per la comunità

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Mirco Micci, a sinistra e Matteo Guazzarotti con le loro famiglie nel giorno dell’Ordinazione diaconale

Dopo una lunga attesa sabato 10 luglio 2021 i diaconi Matteo Guazzarotti e Mirco Micci saranno ordinati presbiteri a servizio della nostra diocesi per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del nostro vescovo Franco. Un dono inestimabile, un grande segno di speranza, per la nostra chiesa e per l’umanità intera. Mi ha particolarmente colpito andando a leggere il vangelo della domenica il fatto che “Gesù chiamò a se i Dodici e prese a mandarli a due a due”(Mc 6,7). Credo profondamente che la Parola di Dio del giorno parla a ciascuno di noi nella situazione concreta. E quindi l’essere ordinati insieme, dopo un cammino fatto insieme, dice molto non solo per il passato, ma soprattutto per il presente e il futuro del nostro presbiterio e della nostra chiesa.

Questo essere chiamati e essere mandati “a due a due” ci ricorda l’identità e la natura profonda della chiesa e della comunità cristiana. L’annuncio del vangelo non è mai un’iniziativa privata o una avventura individualistica ma nasce da una chiamata totalmente libera da parte di Gesù a far parte della sua chiesa, a stare con Lui, a condividere non solo il suo insegnamento ma la sua esistenza, dentro un tessuto comunitario e ad essere apostoli che si fonda sull’essere mandati da Gesù per sostenersi reciprocamente lungo il cammino, per vivere la carità fraterna in modo visibile e per accogliere serenamente anche la possibilità concreta del rifiuto. è Gesù stesso che ci assicura che dove due o tre sono riuniti o inviati nel suo nome Egli stesso è presente in mezzo a loro (cf. Mt 18,20), ma soprattutto dopo il libro della Genesi che ci assicura che non è bene che l’uomo sia solo, il libro del Qoelet dopo una lunga lode del fatto di essere in due conclude dicendo “e una corda a tre capi non si rompe tanto facilmente”.

Dio è il terzo che tiene insieme i due e che li salva dalla non relazione se si è soli, dal dominio dell’uno sull’altro se si è solo in due. Dalla fraternità fra i due, dall’amore reciproco, dall’avere amore l’uno per l’altro tutti sapranno che siete miei discepoli. Non c’è niente da insegnare e niente da imparare. C’è un seguire Gesù e uno stare con Lui e testimoniare semplicemente questo vivendo la fraternità con tutti, nessuno escluso.

Questo essere mandati a due a due per la nostra diocesi significa anche accogliere e realizzare effettivamente sempre di più quel passaggio operato ormai da qualche decennio dall’idea di un vescovo e la “sua” diocesi e di un prete parroco nella “sua” parrocchia a un vescovo con il suo presbiterio a servizio della cura pastorale della diocesi organizzata concretamente in parrocchie o meglio in unità pastorali. Un parroco con un gruppo di presbiteri collaboratori che vivono in fraternità a servizio di una porzione del popolo di Dio costituita da più parrocchie coordinate in una unità pastorale. A Matteo e Mirco l’augurio sincero che siano per la nostra chiesa buoni e veri testimoni di Gesù non tanto con l’eloquenza delle parole e la capacità comunicativa con i nuovi mezzi quanto con l’esperienza viva e la testimonianza concreta di una fraternità sincera e di una comunione vera e reale nel presbiterio e con tutto il popolo santo di Dio.

don Aldo Piergiovanni

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