Mabel Morri (ANPI Senigallia): «Tempi bui e politica distante. Ma la città è viva e partecipa»
«Tempi neri, nerissimi». Non usa mezzi termini Mabel Morri, presidente dell’ANPI sezione di Senigallia “Giulia Giuliani e Luigi Olivi”, per descrivere l’attuale momento politico. Intervenuta ai microfoni di Radio Duomo, Morri ha tracciato un’analisi lucida e preoccupata della crescente disaffezione dei cittadini verso la politica, partendo dal dato dell’astensionismo, ormai il più grande partito italiano. Potete riascoltare l’intervista, andata in onda nei giorni scorsi sulla frequenza 95.2 FM, anche in questo articolo grazie al lettore multimediale. Nel testo, invece, vi proponiamo una sintesi degli argomenti trattati.
«La politica è purtroppo lontana dalla gente, soprattutto a livello nazionale», ha dichiarato Morri, sottolineando un clima di indifferenza di fronte a problemi drammatici, come i femminicidi o le difficoltà di accesso all’aborto nella regione Marche. «Non c’è ancora la percezione che le cose stiano andando così male». Un distacco che l’ANPI ha tentato di colmare, almeno sul fronte elettorale, con un appello formale dei presidenti provinciali per incentivare al voto, ricordando come sia «un diritto e un dovere costituzionale».
Il «cortocircuito» del ponte Garibaldi
Se la politica nazionale appare distante, il dibattito locale mostra segni di grande vitalità. La presidente dell’ANPI ha portato come esempio la mobilitazione cittadina sul progetto del nuovo ponte Garibaldi, che ha visto un «bell’attivismo» capace di mettere in secondo piano le appartenenze partitiche. L’ANPI stessa ha preso posizione, partecipando al consiglio grande e sollevando dubbi sulla legittimità dell’operazione. «La nostra partecipazione ha fatto storcere il naso a qualcuno», ammette Morri, «ma crediamo che l’ANPI debba sottolineare la mancanza di partecipazione democratica, a prescindere dal colore di chi governa».
E sul ponte: il progetto è stato «calato dall’alto, senza discussione» e in potenziale violazione dell’articolo 9 della Costituzione, che tutela il paesaggio e il patrimonio storico. «Riteniamo che il nuovo ponte non tuteli il paesaggio e deturpi l’ambiente».
La presidente ha poi evidenziato un «cortocircuito» politico. A fronte della promessa del presidente Acquaroli di fermare l’iter in caso di netto rifiuto dalla città, Morri si chiede perché il segnale – una petizione firmata da un quarto della popolazione – non sia stato colto. «Ci sembra che Regione e Comune siano totalmente scollegate», ha aggiunto, citando anche l’esclusione di Senigallia dalla ZES (Zona Economica Speciale) come prova di «scollamento».
L’impegno per la pace e la memoria
L’intervento sul ponte rientra nella missione dell’ANPI di fare politica «a modo nostro», ovvero attraverso la cultura, la memoria e l’impegno per la pace. Un impegno che si è concentrato fortemente sulla questione palestinese. «Come ANPI abbiamo collaborato tantissimo con i movimenti e le associazioni per la pace», ha spiegato Morri, evocando lo spirito unitario della Resistenza, composta da «una moltitudine di anime diverse». Tra le iniziative, la mostra “HeArt of Gaza” con i disegni dei bambini della striscia, i presidi in piazza Saffi o la lettura dei nomi delle vittime palestinesi e la partecipazione record (oltre 500 senigalliesi) alla marcia Perugia-Assisi. «Ma non dimentichiamo tutte le altre guerre: Congo, Sudan, Yemen, Siria», ha precisato Morri. «Come ANPI non staremo in silenzio», citando un cartello visto allo sciopero di settembre: “I tuoi nipoti studieranno il tuo silenzio”.
I “leoni da tastiera” e la sfida della cultura
L’attività dell’ANPI prosegue instancabile, seguendo il «calendario civile» che tiene conto del 25 aprile, del 25 luglio con la “pastasciutta antifascista” e del 2 giugno) e aggiungendo nuove date, come la commemorazione del 3 luglio e la lapide al Ponterosso per il partigiano Federico Paolini. La cultura resta uno strumento chiave, con la rassegna letteraria “Autunno Resistente” e la proposta di linguaggi diversi, come il cinema d’animazione (la proiezione de “La tomba delle lucciole” al Gabbiano). Un servizio alla comunità che, tuttavia, non manca di attirare critiche.
«Ogni anno, per la pastasciutta antifascista, a ogni comunicazione è un cecchinaggio», racconta Morri, parlando degli insulti sui social. «Credo siano leoni da tastiera, persone che vivono nella loro bolla e forse fomentate da quei personaggi politici che ancora fanno fatica a parlare di antifascismo». Per la presidente, però, questo odio social è la prova che «stiamo facendo bene».
Tra le prossime iniziative, gli ultimi appuntamenti per “Autunno Resistente”, una mostra su foto originali di Hiroshima per gli 80 anni del lancio della bomba atomica nella seconda guerra mondiale e l’avvio dei preparativi per l’80° anniversario della Repubblica italiana nel 2026.
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