Un’epigrafe per ricordare il livello dell’acqua durante l’alluvione del 15 settembre 2022

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Un'epigrafe a Senigallia per ricordare il livello dell'acqua durante l'alluvione del 15 settembre 2022
Un’epigrafe a Senigallia per ricordare il livello dell’acqua durante l’alluvione del 15 settembre 2022

Una lapide ricorderà ai posteri il livello raggiunto dall’acqua durante l’alluvione del 15 settembre 2022, una nuova testimonianza dei fatti di otto mesi fa. Sabato 13 maggio una sobria celebrazione per inaugurarla: è stata collocata in una delle spalle dell’arco di via Perilli 22 nel centro cittadino di Senigallia, proprio sopra quella che ricorda un altro disastro alluvionale, quello del 22 ottobre 1897.

L’apposizione dell’epigrafe riprende un modo abbastanza diffuso tempo fa di lasciare memoria di un momento assai drammatico. Ad oggi purtroppo non ne restano molte di queste tracce; un’altra, sempre con la traccia dell’alluvione del 1897, è a Molino Marazzana e lì verrà simbolicamente ripetuta l’iniziativa.

All’evento, in cui sono state ricordate le 13 vittime dell’alluvione 2022, erano presenti il sindaco Massimo Olivetti e gli assessori Pizzi, Regine e Cameruccio, oltre al prof. Giuseppe Santoni che ha voluto dire alcune parole per ricordare il significato esclusivamente storico della apposizione della nuova lapide; sono state anche spiegate le cause meteorologiche dell’alluvione (il temporale autorigenerante che ha insistito sulla stessa zona per 4-5 ore) e il legame con i cambiamenti climatici.

Tra i punti focali dell’alluvione del 15 settembre 2022 c’è anche il notevole numero di tronchi di alberi trasportati dalla piena con cui è stato possibile abbattere una dozzina di ponti e devastare gli argini dei fiumi Misa e Nevola. Evento non raro perché di ciò si ha notizia – ha ricordato Paolo Formiconi citando sempre il prof. Santoni – che avvenne anche durante l’alluvione di Senigallia del 1827, quando non meno di 40 alberi si accatastarono contro il pilone portante del ponte girante in legno, e durante l’alluvione del 1765 nell’entroterra fanese, quando la grande quantità di alberi ammassati alle pile e alle arcate del ponte di Fossombrone, sospinti dalla piena del Metauro che raggiunse l’altezza di 8 metri, provocò il crollo del robusto ponte costruito in pietra nel 1292, che aveva resistito per quasi 5 secoli. La forza della corrente, unita all’eccezionale altezza dell’acqua, lo fecero crollare a causa dello sbarramento che si era formato. Allora fu ricostruito il nuovo ponte della Concordia ad un’unica arcata. 

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Alcuni intervenuti all'inaugurazione dell'epigrafe sull'alluvione del 15 settembre 2022: da sinistra Olivetti, Santoni e Formiconi
Alcuni intervenuti all’inaugurazione dell’epigrafe sull’alluvione del 15 settembre 2022: da sinistra Olivetti, Santoni e Formiconi

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