Migranti, «no all’accoglienza industriale». La protesta da Serra de’ Conti si sposta in Prefettura

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Due striscioni a Serra de' Conti per ribadire la volontà di accoglienza dei migranti ma in logica compatibile con la sicurezza del territorio
Due striscioni a Serra de’ Conti per ribadire la volontà di accoglienza dei migranti ma in logica compatibile con la sicurezza del territorio

Serra de’ Conti e accoglienza: da anni costituiscono un binomio segno della volontà di un intero territorio di offrire il proprio contributo sulla tematica delle migrazioni. Un contributo che però non deve divenire possibilità di lucro da parte di enti di qualsiasi genere, né “sfogo” per le istituzioni che non sanno dove posizionare le persone che approdano sulle coste italiane. Questo il senso della protesta che va avanti nel borgo di 3600 persone dove si sta concretizzando il progetto di realizzazione di un centro di accoglienza straordinario all’ex hotel De’ Conti, struttura a ridosso del centro storico che potrebbe ospitare dalle 50 alle 100 persone.

La mobilitazione dei cittadini che hanno costituito il comitato “13 marzo” continua tanto che, oltre alla raccolta firme arrivata a superare quota 560 sigle, la questione è stata trattata in Prefettura ad Ancona. Sono proprio le prefetture a dover reperire, tramite bandi, le strutture dove far trasferire migranti e richiedenti asilo.

Il prefetto di Ancona Darco Pellos ha incontrato mercoledì 19 aprile i rappresentanti del comitato 13 marzo per chiarire al meglio la questione, partendo dalle ragioni che hanno spinto i cittadini alla mobilitazione. Tra le preoccupazioni c’è il rischio che l’accoglienza si trasformi in un ennesimo episodio – come tanti in tutta Italia, ma anche nelle stesse Marche – di abbandono dei migranti in strutture fatiscenti o prive di alcuni servizi che spetterebbero loro. Inoltre c’è la possibilità che un numero alto di persone sia poco incline a integrarsi con ripercussioni sugli aspetti sociali del vivere quotidiano.

Dal canto suo il prefetto dorico ha rassicurato sul tenere in alta considerazione le ragioni del comitato che propone da giorni un modello di accoglienza rispettoso di ospiti e ospitanti con un’integrazione diffusa di piccoli gruppi sul territorio, al pari di quanto sta avvenendo in Toscana. «Nessun atteggiamento razzista – ha detto il prefetto riconoscendo la legittimità della posizione del comitato – ma la seria volontà di un territorio di privilegiare la qualità di un gesto nobile, come l’accoglienza, rispetto alla quantità. Vigiliamo settimanalmente sulla corretta gestione dei centri della nostra provincia e, se si riscontrano inadempienze, sono previste sanzioni e commissariamento. Nei cittadini di Serra de’ Conti abbiamo trovato degli interlocutori validi e sensibili e valuteremo tutte le richieste avanzate per conciliare la sicurezza con l’accoglienza».
Tra le possibili misure per limitare i disagi legati all’accoglienza di famiglie per massimo circa 50 persone, potrebbero arrivare anche due carabinieri e un agente di polizia locale in più.

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