L’ora più buia: commercio cittadino a rischio

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Il centro storico di Senigallia

La recente o prossima chiusura di varie attività commerciali e produttive della città pone serie riflessioni in capo non solo alle associazioni di categoria, che cercano in qualche modo di tutelare i propri associati, ma anche agli enti locali e alle istituzioni sovracomunali. Queste sono spesso i soggetti a cui vanno rivolte le richieste degli imprenditori; le stesse che altre volte divengono bersaglio di feroci critiche per l’adeguatezza o meno delle politiche: proprio sulla partita delle riduzioni delle imposte, delle agevolazioni o degli sgravi fiscali si gioca il futuro di un intero territorio che rischia in pochi anni di perdere tutta l’appetibilità guadagnata nel corso di decenni.

«Tantissime attività non riapriranno i battenti – spiega Giacomo Cicconi Massi, referente Confartigianato di Senigallia – per vari motivi tra cui il caro bollette e il rincaro delle materie prime. Se si pensa che già i bilanci erano complicati perché ancora ci si doveva rialzare da due anni di pandemia, si capisce la scelta di molti di non riaprire. Poi l’alluvione è il colpo di grazia, ma già il trend annuale vedeva il volume di affari ridursi sempre di più».

Ancora più pessimista lo sguardo della Cna che sottolinea un «generale clima di sofferenza del tessuto imprenditoriale», mentre secondo il presidente di Confcommercio Marche centrali Giacomo Bramucci «questa è l’ora più buia…

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