Sopralluogo a Senigallia del presidente della regione Acquaroli: poche certezze e tempi lunghi

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Il sopralluogo a Senigallia del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli
Il sopralluogo a Senigallia del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

Sabato 1° luglio scorso, a Senigallia, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha effettuato un sopralluogo con l’obiettivo, ufficialmente, di verificare lo stato di avanzamento delle opere messe in campo per ridurre i disagi e rischi conseguenti dall’alluvione del 15 settembre 2022.

«Questo ponte è provvisorio» ha dichiarato lapalissianamente riferendosi alla passerella ciclopedonale il governatore Acquaroli, accompagnato dall’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi, dal vice commissario all’alluvione Stefano Babini, dal sindaco di Senigallia Massimo Olivetti e da altre figure politiche. «Nel frattempo c’è da demolire e progettare il nuovo ponte Garibaldi e da mettere sul terreno altre opere: siamo tutti al lavoro incessantemente, anche la struttura commissariale, la protezione civile, il genio civile, ministeri e comuni, ognuno per le proprie competenze. Sappiamo che è un lavoro che comporta uno sforzo enorme».

Intanto però sono passati quasi dieci mesi dal disastro e oltre due mesi dalla prevista data della ripartenza: la promessa fatta alla città di Senigallia era che almeno la passerella ciclopedonale fosse pronta entro maggio, in tempo per la stagione turistica. Promessa non mantenuta e, come se non bastasse, non è stata sciolta la riserva circa la tempistica dell’apertura, anche se ormai si parla di inaugurazione imminente. Cioè, a pochi giorni dall’apertura, non sanno quando verrà aperta. O non si sbilanciano. E, conseguentemente, nemmeno sul ponte Garibaldi ci sono le idee chiare. Alla domanda – ovviamente sarebbe stata posta – sulle prossime date e allestimenti, Acquaroli ha risposto con un generico: «E’ sempre difficile da determinare il periodo; noi contiamo nell’arco di otto, nove o dieci mesi di poter arrivare alla soluzione definitiva del problema. Ma mi tengo stretto il fatto che spesso i tempi non coincidono con ciò che vorremmo, siamo in Italia». Bandiera bianca, dunque. Ci si affiderà al caso e, per la popolazione credente, alle preghiere. Senza contare che tra dieci mesi ne saranno passati ben 20 dall’alluvione, con chissà quante altre allerte meteo e chissà quante altre esondazioni sfiorate per pochi centimetri. Ma d’altronde, siamo in Italia, l’ha detto anche Acquaroli.

Intanto ci sono i lavori di escavo del letto del fiume Misa a tenere banco, «lavori fondamentali per garantire un miglior deflusso delle acque in caso di piena» secondo il governatore FdI che ha già annunciato come siano soltanto i primi degli importantissimi interventi che verranno attivati nelle prossime settimane. «Sono già cento i cantieri aperti per dare la risposta più importante possibile alla popolazione – ha detto – e ciò che verrà nei prossimi mesi è ritenuto da tutti prioritario per mitigare i rischi in questi territori». 

Innanzitutto bisognerebbe anche spiegare perché alcuni lavori non hanno portato al risultato sperato. Dopo le ondate di maltempo di gennaio, marzo e maggio scorso alcuni argini sono franati o da riprofilare; alcune aree (si veda via Tevere, Marazzana, Cannella, Bettolelle, Borgo Molino) sono nelle stesse condizioni di precarietà dell’anno scorso, senza contare che in centro storico è prevista l’asportazione di 3000 metri cubi di sedimenti, praticamente due isolotti tra ponte Garibaldi e ponte degli angeli. Ma le altre zone? Nulla poi sull’entroterra, con i comitati che a gran voce da mesi chiedono le stesse attenzioni che ha Senigallia.

Se la vallata rimane per il momento a bocca asciutta in tema di annunci roboanti, la spiaggia di velluto ha davanti a sé ora una «stagione di cantierizzazione di tanti lavori che partirà a breve; dobbiamo pensare alla ricostruzione delle case e delle attività che hanno subito danni e, in questo, stiamo lavorando assieme ai comuni perché le istituzioni siano il più possibile allineate» ha spiegato il presidente della Regione Marche. L’obiettivo della giunta regionale, questo certamente condivisibile, è «restituire serenità alle comunità, pur sapendo che le opere di mitigazione non potranno escludere esondazioni in futuro». Ecco il vero annuncio: alziamo tutti bandiera bianca.

di Carlo Leone

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