Post alluvione: per i problemi di Senigallia e vallata arriverà un commissario straordinario?

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Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l'alluvione del 15 settembre 2022
Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l’alluvione del 15 settembre 2022

A capo dell’ufficio tecnico speciale per il fiume Misa e Nevola potrebbe arrivare un commissario straordinario. Un omologo di Giovanni Legnini per la ricostruzione (ora sostituito dal senatore Castelli) post sisma 2016, o del sindaco di Genova Marco Bucci come commissario straordinario per la ricostruzione del ponte Morandi nel 2018. Questa è la linea che il Governo avrebbe in mente per risolvere le numerose criticità con cui convive da decenni la vallata del senigalliese. Vallata legata ormai indissolubilmente all’alluvione dello scorso settembre: le opere per la tutela di cittadini, abitazioni e imprese sono impantanate nel fango della burocrazia e l’ipotesi di una personalità che possa “spalare” via le difficoltà piace sempre di più. Certo, ancora una volta si ricorre a un supereroe che si deve far carico di tutto ciò che non è stato fatto per anni.

L’idea da un lato è comoda: permette di evitare i tanti imbuti che la burocrazia mette lungo il percorso della messa in sicurezza del territorio; dall’altro lato però denota la volontà di rinunciare ancora una volta a mettere mano a quella semplificazione tanto attesa: la chiedono gli abitanti e le imprese alluvionate, la impongono i mutamenti climatici sempre più frequenti.

Intanto il primo passo è stato fatto, si dirà: la previsione di un ufficio tecnico speciale per il bacino idrografico Misa-Nevola. Forse: perché, parliamoci chiaro, l’Italia è il paese delle iniziative a caldo, delle scelte di pancia che calmino gli animi e lascino sbollire la rabbia. Contentini a volte poco utili. Di fatto per ora si tratta di un contenitore vuoto. Vi dovrà essere inserito il contenuto: dalle bozze di progetti ancora in fase di studio a quelli già alla fase definitiva-esecutiva, dai cantieri iniziati ai dubbi e perplessità che i comitati e le associazioni del territorio miseno hanno da anni portato alla luce.

Su tutto questo dovrà ragionare e poi decidere un tecnico con superpoteri che dia finalmente il via alle opere ormai evidentemente necessarie prima che un’altra alluvione torni a ricordare come comportarsi. D’altronde in 50 anni sono stati “solo” sei i gravi episodi di alluvione che hanno causato danni a Senigallia: 1976, 1991, 1994, 2011, 2014, 2022. La prima e le ultime due hanno mietuto anche vittime. Se le idee e le chiacchiere sui lavori da effettuare si sono moltiplicate, l’unico che parla poco è proprio il fiume. Ma quando parla ci va giù pesante. Forse è meglio iniziare ad ascoltarlo.

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