La sanità è da anni un punto debole per i comuni montani, alle prese con tagli ai servizi e al personale che mettono costantemente a repentaglio il mantenimento delle strutture sanitarie nelle aree interne. Lo sa bene Arcevia, che sull’ospedale cittadino ha fatto molte battaglie. È stato uno dei primi comuni a perdere il proprio polo sanitario ma uno dei primi a vedersi assegnare un ospedale di comunità con ambulatori e presidio medicalizzata per le emergenze.
Ora con il nuovo piano sociosanitario regionale 2023-2025 in discussione, che verrà approvato con tutta probabilità entro la pausa estiva, Arcevia deve fare i conti con nuovi rischi di chiusura e ridimensionamento. Da qui l’iniziativa del sindaco di Arcevia Dario Perticaroli che ha scritto una lettera al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, all’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini e al presidente della 4ª commissione regionale sanità Nicola Baiocchi.
Nella lettera c’è tutta la preoccupazione di un’intera comunità che teme lo spostamento o quantomeno la riduzione di altri servizi. Già ospedale di comunità, Arcevia vorrebbe che venisse riclassificato come Casa della Comunità spoke e ambulatori di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, con il mantenimento degli attuali 20 posti letto, di cui 8 per cure intermedie e 12 come Rsa.
Sul tema è stato annunciato un consiglio comunale straordinario aperto che dovrebbe tenersi il 1° agosto prossimo per parlare di radiologia, del Cup, della medicina d’urgenza, di vaccinazioni, ostetricia e pediatria. All’orizzonte anche possibili manifestazioni per mantenere i servizi sanitari sui territori montani e periferici.
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