Sassoli, il Presidente con l’Europa nel cuore

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David Sassoli a Senigallia nel settembre 2020. Foto di Carlo Leone
David Sassoli a Senigallia nel settembre 2020. Foto di Carlo Leone

È stato un uomo ci credeva, nella politica, e ha provato a fare la sua parte. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il primo che se ne va mentre è ancora in carica (il suo mandato sarebbe scaduto tra una settimana), è stato uno di quelli che esprimeva in modo chiaro e tenero idee bene precise che sentiva profondamente sue. Non era un ‘costruito’ e pensava davvero che la classe dirigente abbia un dovere di tutela dei più deboli.

Per questo, non perdeva tempo a dire in faccia ai 27 leader dei Paesi UE che non stanno assolutamente facendo abbastanza in tema di migrazioni, di diritti sociali, di lotta alla disoccupazione, di redistribuzione delle risorse, di tutela dell’ambiente. Non ha mai tralasciato il tema della riforma dell’UE: considerava “non un tabù” il cambiamento dei Trattati, chiedeva finalmente il potere di iniziativa legislativa per il Parlamento UE, così che nella partita non ci siano solo i Paesi UE, ancora legati a logiche nazionali e di bisogni elettorali interni, ma anche il Parlamento europeo, il più grande al mondo, con una visione d’insieme delle urgenze dei popoli europei. Per questo ha lanciato e voluto in modo speciale la Conferenza sul futuro dell’Europa, aprendo le istituzioni all’ascolto dei cittadini europei.

Il presidente Sassoli non ha solo parlato, ma ha anche praticato la politica che riteneva opportuna. In piena pandemia, ha aperto le sedi del Parlamento UE ad organizzazioni umanitarie per ospitare donne vittime di emarginazione e ha tenuto aperte le mense per preparare pasti per i senzatetto. È stato il primo al mondo…

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Giulia Torbidoni

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