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Tag: Azienda sanitaria territoriale

Sanità, l’allarme dei sindacati: criticità nei servizi ospedalieri ma anche sul territorio vallivo

La sanità nel senigalliese soffre di criticità annose e ancora non si vedono attuate le importanti risposte promesse a suo tempo dalla politica. E’ l’allarme dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, insieme alle rispettive categorie dei pensionati, che tornano a incalzare Regione e direzione della Ast.

Prima del periodo feriale le sigle sindacali, insieme a tutti i sindaci del territorio senigalliese, all’ATS n. 8 e al direttore del Distretto Sanitario, si erano riunite per discutere delle sempre crescenti criticità sanitarie e socio sanitarie emergenti nel territorio. «L’incontro, che aveva registrato un’unanime condivisione delle problematiche rappresentate dal sindacato e delle soluzioni da porre in atto, si era concluso con l’elaborazione di una lettera ed una richiesta di incontro urgente inviata alla Regione Marche. Le criticità emerse destano particolare preoccupazione, anche sul piano della tenuta sociale delle comunità, ed in tal senso si evidenziano alcune delle problematiche  che gravano in modo particolare sui soggetti anziani e fragili».

Tra le criticità ci sono le lunghe liste d’attesa, la carenza di personale, le difficoltà al CUP, le mancanze alla continuità assistenziale (Guardia Medica) dovuta purtroppo alla ormai cronica mancanza di personale medico strutturato, e il potenziamento delle attività di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI).

L’appello dei sindacati per la sopravvivenza dell’ospedale di Senigallia è volto quindi a procedere con «la costituzione di un Ospedale di Comunità a Senigallia, ovvero quella struttura intermedia post ospedaliera, che risolverebbe molti problemi relativi ai ricoveri impropri, tempi ricovero, costi eccessivi, ecc. È innegabile che questo territorio risulti maggiormente penalizzato a livello regionale con soli 8 posti letto di Ospedale di Comunità a fronte di una media regionale per ogni distretto di 39,8 posti letto per 1000 abitanti. A tale riguardo esiste un un progetto condiviso che sfrutterebbe la presenza di una struttura già pronta (ex IRAB) che attende ormai da due anni la risposta dell’assessore regionale alla Sanità. Questo progetto presentato dalla direzione del distretto, ATS n. 8 e appoggiato da tutti i soggetti che hanno scritto la lettera, serve a dotare la città di Senigallia di 40 posti letto collocati presso la Fondazione Città di Senigallia, ridistribuire 59 posti letto di Residenza Protetta alle strutture residenziali e convenzionare 41 posti letto di residenza protetta aggiuntivi, così da poter sfruttare, complessivamente, 100 posti letto».

Nel territorio vallivo Misa e Nevola, poi, ci sono altre difficoltà, come la mancata realizzazione delle case di comunità previste ad Arcevia, Serra de’ Conti, Ostra, Ostra Vetere e Trecastelli; la saturazione delle strutture di ricovero a lungo termine per pazienti cronici (RP, RPD, con 300 persone in lista d’attesa su 567 posti letto totali); il sottodimensionamento dei servizi territoriali specialistici UMEE e UMEA (unità multidisciplinari per la tutela della disabilità dei minori e adulti) ed il Consultorio familiare. «Necessita – continuano Cgil, Cisl e Uil – riqualificare con i fondi già stanziati gli spazi della RSA di Corinaldo e potenziare il presidio di Arcevia, oltre che i servizi specialistici territoriali, con particolare riferimento al Servizio Salute Mentale e SERT».

Di fronte a tutto ciò, dopo l’incontro e la lettera rimasta per ora carta straccia, i sindacati annunciano iniziative perché il territorio riceva le risposte di cui ha bisogno.

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Quali nodi e soluzioni per la sanità pubblica a Senigallia? L’INTERVISTA al comitato cittadino per l’ospedale

L'ospedale civile di Senigallia "Principe di Piemonte"
L’ospedale civile di Senigallia “Principe di Piemonte”

Quali le problematiche attuali dell’ospedale di Senigallia e quali i passi in avanti che si potrebbero compiere di qui a poco? Dove si sta intervenendo e quando la comunità senigalliese e valliva potrà godere delle migliorie, strutturali e relative al personale, che sono state messe in campo dall’amministrazione sanitaria e regionale? Sono alcune delle domande che abbiamo posto a Silvano Cingolani Frulla, presidente del comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia con cui abbiamo parlato di sanità e del futuro del nosocomio locale. L’intervista è in onda venerdì 16 e sabato 17 agosto, nei soliti orari delle 13:10 e delle 20, con un’ulteriore replica poi domenica 18 alle 17:25 circa (subito dopo l’intervista in due puntate al commissario della fondazione Città di Senigallia Canafoglia). L’audio è disponibile anche in questo articolo grazie al lettore multimediale ma si potrà leggere anche un estratto dell’intervista in forma testuale.

Parliamo delle liste di attesa, il sintomo che forse tutti notano di una sanità in difficoltà…
Vanno avanti da anni e si acuiscono sempre di più, con problemi sia per i cittadini sia per la Regione perché aumenta la mobilità passiva, ovvero il ricorso a cure di altre regioni, oppure si va privatamente. Il problema è che non tutti possono curarsi adeguatamente: il 10% dei marchigiani non ha le risorse per farlo. Eppure l’articolo 32 della costituzione sancisce che è un diritto di tutti potersi curare.

Molti devono fare una scelta tra le varie spese da affrontare e le cure mediche.
Ci impegniamo su questo fronte affinché le cose cambino e proprio l’interlocuzione ottima a livello locale con l’amministrazione comunale che ci ascolta e recepisce le nostre istanze va in questa direzione. Lo stesso vale col direttore dell’Ast 2 dottor Stroppa, spero che la collaborazione dia qualche frutto a breve. Criticavamo prima e critichiamo anche adesso, la differenza è che ora a livello locale siamo ascoltati. Non lo siamo a livello regionale. 

Sulla palazzina per le emergenze-urgenze avete novità? I lavori dovevano partire in primavera
L’aspettiamo con ansia perché il pronto soccorso deve essere a norma. Conterrà il pronto soccorso, l’osservazione breve, la medicina d’urgenza, la terapia intensiva e semi-intensiva, sale operatorie di ultima generazione con diagnostica dedicata. Il problema è che sotto, nel terreno, vi sono tutte le linee elettriche, idriche e per il riscaldamento dell’ospedale. Non so cosa riusciranno a fare in quella zona, andranno dirottate tutte le condotte. Inoltre andrà fatta una bonifica perché vi era un inceneritore una volta: che materiali di risulta vi sono? Questo ritardo è dovuto ai sondaggi del terreno? 

Sicuramente è il più importante investimento sull’ospedale pubblico degli ultimi anni…
Sì ma deve essere finito entro primavera 2026, perché è finanziato con i fondi del pnrr, speriamo di vedere almeno l’inizio dei lavori. A breve dovremmo avere un incontro col direttore Stroppa per capire anche il cronoprogramma dei lavori sulla nuova palazzina.

Che novità sul personale sanitario e amministrativo dopo le assunzioni annunciate dall’Ast?
Ne sono state fatte molte ma avrebbero bisogno di più risorse, ma dal fondo nazionale: ora è tutto passato a livello regionale ma il 10% delle risorse regionali non è uguale al 10% nazionale. Bisognerebbe che dal governo allarghino le risorse adeguandole al costo storico sanitario nazionale.

Silvano Cingolani Frulla
Silvano Cingolani Frulla

Quali i vostri dubbi sulle centrali operative territoriali (COT)?
Secondo la Regione, dovrebbero coordinare la presa in carico della persona. C’è a Senigallia, Jesi, Ancona e Fabriano. Ma la domanda è: quali utenti prende in carico una cot se le liste regionali di prenotazione sono chiuse e qualsiasi esame o visita non è prenotabile? Se vado al cup e non posso prenotare, il cot chi prende in carico? Queste sono alcune delle domande, ma molte ce le fanno anche i cittadini che sono arrabbiati perché dicono che il diritto alla salute sia negato quasi a tutti. Per questo ci impegniamo.

Quali soluzioni?
Per esempio, nel laboratorio analisi di Senigallia c’è ora una nuova organizzazione che dovrà regolare meglio l’attività rispetto agli altri laboratori di Jesi e Fabriano;

Perché non riapre il parcheggio lungo lo stradone Misa?
C’è una proposta vecchia che vede quel parcheggio nelle mani di una società che però lo tiene chiuso per non si sa quali motivi. E’ avvenuto dopo l’alluvione 2022, probabilmente dovevano esservi fatti dei lavori ma che sono bloccati.

Anche il Misa Soccorso ha dei problemi?
I loro locali sono angusti e non a norma e soprattutto le ambulanze non hanno alcun riparo, sia d’estate che d’inverno, nonostante le delibere che regolamentano il trasporto sanitario. I mezzi raggiungono sotto il sole delle temperature altissime, come come infuocate ma al loro interno contengono medicinali e apparecchi elettromedicali che potrebbero rovinarsi, per non parlare poi degli ammalati.

Che notizie dai reparti?
L’otorino una volta era un’unità operativa complessa, poi è stato declassato a unità semplice dipartimentale: ora c’è l’interpello ai medici, attendiamo la nomina del responsabile per ridurre le liste di attesa. Si pensi che a settembre c’è solo una seduta di sala operatoria per l’otorino di Senigallia: quattro interventi al mese di quindici minuti l’uno, con cinque medici a disposizione. E’ inaccettabile.

E poi? Qualche passo in avanti?
Stanno venendo fuori le nomine dei facenti funzione a nefrologia, a cardiologia. La cardiologia è importantissima: c’era una delibera che eliminava sulla carta l’utic, la terapia intensiva cardiologica tramutandola in riabilitativa; poi non è stata mai di fatto tolta. Adesso dovrebbe ritornare come prima grazie al concorso per primario, quindi torneremo ad avere un’utic come nel 2017, anche se attendiamo l’uscita del concorso.

Tante problematiche, tante segnalazioni dei cittadini…
Sono 6-700 segnalazioni. Cerchiamo di dare una mano con la nostra esperienza, senza guardare a posti e poltrone, ci occupiamo di salute senza guardare la politica, siamo un comitato civico che vuole cercare delle soluzioni.

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Sanità pubblica, prorogati all’ultimo minuto i contratti di 43 medici dell’Ast dorica

L'ospedale civile di Senigallia "Principe di Piemonte"

«La sanità pubblica non è efficiente». «Si deve aspettare troppo per fare una visita nel pubblico». «Non funziona». Questi sono solo alcuni dei commenti che capita di sentire dalla voce di pazienti, sempre più stanchi dei problemi che sta vivendo il settore sanitario pubblico. Pazienti spesso costretti a emigrare nella sanità privata, più efficiente e in cui si trovano posti disponibili nel giro di pochissimo tempo grazie al fatto che la prestazione viene pagata direttamente dal fruitore. Una delle cause delle difficoltà del settore pubblico è proprio la carenza di risorse e personale, senza contare la strumentazione spesso obsoleta. Tutti aspetti collegati, è evidente, ma il risultato è uno solo: il paziente ha perso la pazienza. 

A contribuire a questo esito scontato ci pensa però anche l’amministrazione sanitaria stessa. L’ultima prova in tal senso è che l’Ast di Ancona – l’azienda sanitaria territoriale a cui fa riferimento anche Senigallia – ha «prorogato con determina n. 1893 del 29 dicembre scorso fino al 31 dicembre 2024 i contratti di collaborazione coordinata e continuativa di 43 medici assicurando la continuità assistenziale in diversi reparti tra cui i pronto soccorso degli ospedali di Senigallia, Jesi e Fabriano cui sono stati assegnati 19 medici». Lo si legge in una nota stampa dell’ente.

Sembrerebbe una buona notizia, ma il fatto che la proroga – di un solo anno, senza una vera stabilizzazione – sia arrivata proprio alla fine del periodo e non qualche settimana/mese prima, getta ovviamente nel timore gli stessi operatori. Quanti saranno disposti a sopportare un trattamento così stressante? Quanti saranno disposti ad attendere l’ultimo giorno per sapere se il proprio posto di lavoro è salvo o meno? E quanti reparti sono in crisi non potendo strutturare i propri turni finché non c’è la conferma della proroga dell’incarico di certi professionisti?

Sempre nel comunicato stampa ufficiale dell’Ast Ancona, viene riportato che “nella serata del 30 dicembre, subito dopo la pubblicazione sulla G.U. del decreto legge, tutti i reparti sono stati informati dell’effettività della proroga confermando che i medici potevano essere messi in turno fin dal 1 gennaio 2024”. Che organizzazione: appena 24/30 ore prima dell’inizio del nuovo anno!

E poi giù con i toni trionfalistici: «Pur tra le difficoltà riscontrate, l’AST Ancona è riuscita a non interrompere i rapporti di collaborazione in essere assicurando la continuità assistenziale per l’intero anno 2024 in una situazione di evidente criticità» ha sottolineato l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini. Non c’è nulla da festeggiare, si sappia. E’ solo un salvataggio in extremis, come capita fin troppo spesso e che non permette di programmare, di accorciare le liste di attesa, di stabilizzare i precari, di dare risposte all’utenza, di colmare il divario con il settore privato.

La chiosa finale è poi un elenco dei reparti a cui gli altri medici – oltre a quelli dei pronto soccorso – prorogati sono suddivisi: 3 alle cardiologie di Jesi e Fabriano; 14 al dipartimento di prevenzione; 1 al medico competente; 1 alla nefrologia di Fabriano; 1 all’oncologia di Fabriano; 1 alla pediatria di Fabriano; 2 alla medicina penitenziaria; 1 alla medicina riabilitativa di Fabriano. Salta evidente all’occhio che Senigallia non è presente con alcun reparto, eppure non è che nei mesi scorsi (forse sarebbe corretto dire nei giorni scorsi) siano arrivati chissà quali rinforzi. Che la spiaggia di velluto sia già a posto con medici e personale vario senza che ce ne siamo accorti?

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Sanità, Federconsumatori Marche dice basta: «Stop alle liste di attesa»

L'ospedale civile di Senigallia "Principe di Piemonte"
L’ospedale civile di Senigallia “Principe di Piemonte”

E’ stata nominata “Stop alle liste di attesa” la nuova campagna di cittadinanza attiva e consapevole messa in campo da Federconsumatori Marche. Una mobilitazione nel settore della sanità pubblica che prende spunto da uno degli annosi problemi che contraddistinguono il sistema sanitario nazionale e i venti sistemi regionali ma con punte allarmanti da cui le Marche non sono esenti. Anzi «nelle Marche è molto sentito anche perché, ad oggi, non ci sono dati certi in merito. A più riprese, l’associazione ha sollecitato la Regione ma nulla, finora, è pervenuto», nonostante l’obbligo a fornire risposte ai cittadini utenti nei termini di legge.

Le liste di attesa sono un problema per tutti i cittadini: in molti casi, si è di fronte alla rinuncia alle cure per quelle persone che non hanno la possibilità economica di ricorrere a prestazioni a pagamento. Secondo le stime di Federconsumatori su dati Eurispes, «se non si inverte la tendenza, il 33%  degli italiani sarà costretto a non curarsi causa indisponibilità strutture e liste di attesa». La preoccupazione dell’associazione che tutela gli utenti è che si vada sempre più verso un sistema dove «le cure saranno sempre più legate al censo mentre la sanità pubblica continuerà a degradarsi, così si apriranno autostrade per la sanità privata alla quale però potrà rivolgersi solo chi gode di adeguate possibilità economiche».

Da qui l’iniziativa di Federconsumatori Marche che ha inviato specifiche richieste ai direttori generali delle cinque AST (aziende sanitarie territoriali) e per conoscenza al garante della trasparenza (difensore civico), per avere accesso agli atti e conoscere la reale situazione dei tempi di attesa per ogni provincia delle Marche. Inoltre, si è mobilitata – come ha spiegato Giancarlo Collina, presidente Federconsumatori Marche – per chiedere ai cittadini utenti segnalazioni per il mancato rispetto del tempi di attesa sia direttamente agli sportelli di Federconsumatori sia via mail all’indirizzo: stoplistediattesa@federconsumatori.it.

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Piano socio sanitario regionale 23-25: gli investimenti nell’area di Senigallia ed entroterra

L'incontro al San Rocco di Senigallia per presentare il nuovo piano socio sanitario regionale 2023-2025
L’incontro al San Rocco di Senigallia per presentare il nuovo piano socio sanitario regionale 2023-2025

La sanità pubblica locale vedrà numerosi investimenti, a beneficio della comunità senigalliese e dei comuni dell’entroterra. Lo ha affermato l’assessore regionale Filippo Saltamartini, presente mercoledì 3 maggio all’auditorium san Rocco di Senigallia per presentare a sindaci e associazioni del territorio il nuovo piano socio sanitario regionale 2023-2025. Un piano che contiene qualche novità per l’ospedale della spiaggia di velluto ma che parte dal presupposto di una sanità in profonda trasformazione.

Il contesto è quello di una società che sta invecchiando sempre di più, in cui le patologie croniche, legate alla terza età e alle malattie gravi come quelle oncologiche, sono predominanti. Di conseguenza l’offerta deve essere rimodulata, senza tralasciare però scoperto alcun settore, sfruttando le reti cliniche, gli ospedali di comunità e le case della salute, in modo che ogni provincia sia in qualche modo autonoma o quasi nell’erogazione delle diverse prestazioni sanitarie. In questo senso va letta la riforma approvata recentemente che ha cancellato l’azienda unica l’Asur per fare posto alle cinque aziende territoriali Ast che dovrebbe portare – spiega l’assessore Saltamartini – anche una riduzione delle famose liste di attesa che costano molto alla Regione in termini di mobilità passiva, soprattutto verso l’Emilia Romagna.

Per l’area senigalliese i benefici dei prossimi anni consisteranno innanzitutto nella nuova palazzina da 16 milioni di euro per l’emergenza-urgenza, contenente anche il blocco operatorio e la terapia intensiva cardiologica (utic); in 500 mila euro di lavori per la nuova tac da terminare nell’estate o al massimo entro settembre; nel nuovo reparto con day surgery di odontostomatologia e in 700 mila euro per la gastroenterologia. Ma stiamo acquistando anche un videogastroscopio per creare innovazione e specificità territoriali in ottica di rete ha affermato l’assessore regionale alla sanità.

Questi investimenti – richiesti da tempo dal territorio attraverso la politica, attraverso il Tribunale del malato o il comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia e ribaditi oggi dal sindaco di Senigallia Massimo Olivetti – dovranno però andare di pari passo con un serio piano di investimenti sul personale sanitario, oggi carente. A tal proposito Saltamartini ha ricordato le borse di studio favorite dalla Regione in aggiunta a quelle con fondi ministeriali e il decreto legge nazionale che aumenta i compensi per il personale medico e infermieristico del pronto soccorso, per evitare la continua emorragia di camici dai reparti che hanno garantito finora la tenuta del sistema.

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L’allarme: «Mancano medici alla cardiologia di Senigallia». La replica dell’Ast: «Notizia senza fondamento»

L'ospedale di Senigallia
L’ospedale di Senigallia

Botta e risposta tra il comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia e l’Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona sulla nota carenza di personale medico. Ancora una volta il nosocomio senigalliese torna al centro del dibattito ma stavolta con notizie più rassicuranti dopo l’allarme lanciato dagli attivisti relativamente alla cardiologia senigalliese ancora senza due medici.

«L’assessore Saltamartini e la commissaria Ast2 Storti, prorogata nell’incarico fino al 10 aprile, devono prendere provvedimenti con i loro dirigenti che “ritardano” le assunzioni» spiegano i referenti del comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia. E poi denunciano la grave situazione: la pianta organica è di nove dottori ma attualmente ve ne sono sette e uno sta per andare in pensione, senza contare riposi e ferie ancora da godere. «Intanto il reparto è sempre tutto pieno nei posti letto disponibili. I pazienti arrivano anche da altri nosocomi: forse perché non ce la facevano a ricoverare altri pazienti molto gravi e allora hanno individuato la nostra struttura come supporto al loro lavoro? Vi sono i numeri più alti di prestazioni sanitarie cardiologiche della Ast 2, è la struttura che cura il più alto numero di infarti. Nel 2022 è stata la cardiologia-utic che ha lavorato di più per ricoveri, visite e altro». Da qui l’attacco: «Ad oggi non vi sono segni concreti di assunzioni ma solo promesse. In amministrazione non si muove nulla. Ora però devono dirci cosa vogliono fare. E dirlo in fretta perché ai medici non piace stare a bordo di una nave che sta affondando». E dopo la partenza di vari professionisti dall’ospedale di Senigallia la lamentela è: «Vogliamo fermare questa emorragia sanitaria o continuare a perdere professionisti?»

L’Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona ha voluto però rassicurare la cittadinanza: «Sono in fase di attuazione tutte le procedure per il reperimento della figura del dirigente medico e del primario e dunque le paventate criticità relativamente al personale in servizio non hanno fondamento». L’Ast Ancona precisa infatti che «attualmente mancherebbe in organico solo un dirigente medico e la figura del primario in questo momento è ricoperta da un dirigente  facente funzione». In merito al posto vacante di dirigente medico «la Direzione ha già approvato una graduatoria a tempo determinato giusto la scorsa settimana con avviso pubblico (determina n. 331 del 9 marzo 2023). In graduatoria ci sono tre dirigenti medici specialisti più uno specializzando, in primis proprio per far fronte alla situazione di Senigallia. La prossima settimana partirà l’interpello per reintegrare la figura mancante in organico, fermo restando che le successive cessazioni saranno sempre sopperite attraverso tale graduatoria. Per quanto riguarda il direttore della struttura complessa tra l’altro gli uffici stanno predisponendo il bando sulla base dei nuovi criteri stabiliti dalla giunta regionale con dgrm n 215 dello scorso 27 febbraio stante la modifica normativa intervenuta con la legge 118/2022».

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