Sabato 10 maggio 2025, alle ore 10.00, presso l’oratorio della Parrocchia della Cesanella si svolgerà l’incontro dal tema “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza”. Come ogni anno, il Vescovo della diocesi di Senigallia Franco Manenti incontrerà le diverse categorie economiche presenti in diocesi: imprenditori, commercianti, albergatori, artigiani, agricoltori, responsabili delle cooperative ed organizzazioni sindacali.L’incontro si pone in un momento molto importante: la morte di Papa Francesco, la elezione di Papa Leone XIV, il Giubileo dedicato alla Speranza.
In tale contesto, anche con l’aiuto dei membri della Commissione Pastorale sociale e del lavoro e del progetto Policoro, discuteremo di come, insieme, aumentare tutela, difesa e l’impegno per la creazione di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale. Questa dimensione costituisce uno dei segni tangibili di speranza per i nostri fratelli, come Papa Francesco ci aveva indicato nella Bolla di indizione dell’Anno giubilare! L’invito è particolarmente rivolto ai rappresentanti delle categorie economiche sindacali e sociali presenti nel territorio della diocesi di Senigallia, ma è comunque aperto a tutte e tutti.
Giovanni Spinozzi direttore Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato Diocesi di Senigallia
Si è svolta a Rimini, dal 20 al 24 gennaio, la 45a edizione del Sigep, il Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianali e Caffè, che riunisce nella località romagnola le community del foodservice dolce. I maestri italiani della gelateria artigianale, l’eleganza e la creatività della pasticceria internazionale, il cioccolato, dalla materia prima alle lavorazioni d’eccellenza, i lievitati e tutte le varianti del pane, l’aroma del caffè, dall’espresso ai più meditativi specialty coffee sono stati i protagonisti dell’evento internazionale che si svolge ogni anno presso Rimini Fiera. Tra le tantissime aziende specializzate presenti, abbiamo incontrato la Moretti Forni, azienda di Mondolfo leader nella produzione di forni statici per pizza, pane, pasticceria e gastronomia, il cui stand ha attirato un gran numero di visitatori. Abbiamo incontrato Fabio Ferrantino, responsabile della comunicazione.
Fabio, cosa avete presentato al Sigep di quest’anno? Ci siamo presentati al Sigep con grandi novità. Moretti Forni vuole rivoluzionare l’approccio al lavoro con le nuove tecnologie. Abbiamo presentato soprattutto il processo del ‘refining’, cioè la grande possibilità di preparare dei semilavorati in una prima fase, per poi cuocerli in una seconda fase come se fossero prodotti appena sfornati, quindi con la medesima qualità. Abbiamo pertanto presentato un forno dedicato che si chiama CORE, dalle dimensioni più ridotte rispetto ad un forno tradizionale statico. Qual è la caratteristica di questo prodotto? Si può posizionare in punti vendita con spazi ridotti. Per questo prodotto arrivano delle basi precotte semilavorate e vengono finite come se fossero fatte all’istante. Questo permette un grandissimo ‘plus’ nell’organizzazione del lavoro, nella riduzione delle tempistiche ma anche nella riduzione degli sprechi. Come vi ponete riguardo alla sostenibilità? L’azienda è attenta ormai da anni alla sostenibilità, che per noi è una cosa tangibile. Su alcuni nostri prodotti siamo arrivati ad un risparmio energetico addirittura del 45%. Ma non pensiamo solo a questo. Sappiamo quali sono le difficoltà per i lavoratori nella ristorazione, è sempre più difficile reperire personale che vuole fare questo lavoro e personale che sia specializzato, quindi i nostri forni puntano ad essere facilissimi da utilizzare anche da operatori non specializzati, perché ormai, a livello tecnologico, il forno ci dice tutto: quando sfornare e in quale posizione del forno infornare. Basta impostare la ricetta che stiamo facendo. Inun periodo di grandi innovazioni a livello tecnologico, quali sono gli obiettivi che perseguite? Per noi la sostenibilità è anche comfort. I forni non scaldano all’esterno, quindi immaginate di poter lavorare in un ambiente salubre anche in estate. Tutte queste nuove tecnologie devono aiutare al lavoro, all’organizzazione del lavoro ma soprattutto a creare business.
Il Presidente di BonvinMarche Paolo Laudisio ci aiuta a capire lo stato di salute dell’impreditoria della filiera.
Zoom sulle attività imprenditoriali in tempo di pandemia: BOVINMARCHE raggruppa 400 soci e oltre 650 allevamenti di bovini, ovini e suini, con l’obiettivo di promuovere i migliori prodotti, grazie ad iniziative concrete di commercializzazione e valorizzazione e a controlli rigorosi su tutta la filiera. Abbiamo chiesto al presidente di Bovinmarche Paolo Laudisio come gli imprenditori stanno affrontando questo difficile periodo. “Il periodo se non altro è complicato al di là di usare la parola difficile che ormai è una parola abusata. Lavorando con il prodotto locale ci rivolgiamo ad un mercato particolare, di nicchia, anche se siamo presenti nella grande distribuzione e distribuzione organizzata. Chiaramente in questo momento sono venuti a mancare due pilastri importanti dell’utilizzo dei nostri prodotti che sono quelli della ristorazione commerciale, quindi agriturismi, ristoranti, che hanno subito per primi l’effetto del lockdown e poi anche quello della ristorazione collettiva come le mense scolastiche. I nostri animali per anni stanno rifornendo tante mense a livello nazionale comprese quelle di Roma. Questi due pilastri sono importanti per la nostra attività e sono venuti a mancare. Nel frattempo il settore delle macellerie, della grande distribuzione hanno in parte mitigato le perdite di consumi, perché la gente rimanendo dentro casa ha cucinato di più. Ci siamo un pochino adattati a gestire il periodo di permanenza forzata in casa cucinando e quindi quello mitigato le perdite. Quali sono le iniziative che verranno messe in campo per uscire da questa crisi economica? Il settore zootecnico è da anni in crisi su tutto il settore bovino, parlo a livello regionale, i prezzi sono fermi da tantissimi anni. Come cooperativa abbiamo continuato a utilizzare il prodotto dei nostri soci, nessuno animale è rimasto nella stalla dei nostri associati. Abbiamo mantenuto i prezzi che c’erano pre-covid e cercato di non far sentire gli effetti della pandemia sul mondo produttivo, sul mondo allevatoriale facendo noi da filtro per le situazioni un più difficili andando anche alla ricerca di nuovi mercati. Chiediamo nella programmazione regionale che ci sia una maggiore disponibilità ad annullare la burocrazia in modo da poter accedere in maniera più veloce e soprattutto avere una liquidazione più rapida dei vari progetti che sia noi sia i nostri soci hanno presentato come piani di sviluppo rurale. Così come anche il discorso del mondo del credito che doveva essere quello che avrebbe dovuto sopportare le difficoltà economiche e le mancanze di liquidità delle aziende in realtà ci siamo accorti, l’abbiamo sperimentato in prima persona, che se un anno fa avessimo dovuto chiedere un finanziamento a una banca ci chiedevano otto documenti oggi dopo il covid, mi aspettavo che ne chiedessero 4, invece ne richiedono 40. Abbiamo le spalle larghe quindi siamo abituati ad andare avanti anche nei momenti difficili.
Proseguono i nostri incontri. In questa occasione abbiamo fatto quattro chiacchere con Elena Maria Viezzoli, nota imprenditrice locale che ci ha raccontato ed illustrato la sua passione per lo sport. Affrontando anche un tema importante ed attuale: il non sempre facile rapporto tra donne e sport, che a volte sfocia anche in un vero e proprio pregiudizio.
Elena Maria Viezzoli, al centro
Come e quando nasce la tua passione per lo sport? Nasce fin da piccolissima per due motivi principali: il primo perché mio padre, che era un grande sportivo, mi portava sempre con lui in barca a fare regate, il secondo è che essendo la terza figlia di cinque, nata dopo i primi due maschi, ho sempre giocato con loro a tutti gli sport possibili tra cui anche il calcio. Prima di trovare la mia grande passione, ho provato tanti sport diversi tra cui la danza classica, il pingpong, la pallavolo ed il pattinaggio, ma non mi piacevano. Per ottimizzare i tempi mia madre ci portava tutti a fare gli stessi sport per questo motivo ho iniziato a giocare a tennis ed è stato amore a prima vista, una grande passione da subito che poi si è trasformata nella mia motivazione primaria di vita per tantissimi anni. Vi sono alcune discipline (come ad esempio il calcio, il rugby, molte tipologie di arti marziali e altre ancora…) che vengono considerate da esperti quasi solo ed esclusivamente idonee ad una pratica maschile. Anche quella femminile, però, sta dimostrando sempre più che questo stereotipo è superato: ottenendo anche buoni riscontri a livello mediatico, oltre che sportivo. Quale il tuo pensiero su questo? Sin da quando avevo quattro anni ho vissuto in tantissime città diverse nel mondo e d’Italia: tutte queste esperienze mi hanno aiutato a forgiare una mentalità molto aperta e flessibile, direi quasi in assenza di pregiudizio; conseguentemente credo che non esistano sport o altre attività che siano solamente adatte a uomini o a donne; credo fortemente che tutti possiamo fare qualsiasi sport a patto che se ne abbia il piacere, ci diverta e ci aiuti a socializzare stando in forma. Il mio consiglio è quello di provare e riprovare fino a quando non si trova lo sport che davvero ci piace e che si pratichi anche bene, qualunque esso sia: altrimenti come facciamo a scegliere? Questo consiglio è un consiglio trasversale applicabile a tutte le aree della nostra vita, alleniamo in primis la consapevolezza delle nostre scelte, solo così diventeremo adulti realizzati e responsabili. Ho saputo che da giovane giocavi molto bene a tennis, ottenendo degli ottimi risultati; per poi lasciarlo intraprendendo la tua carriera imprenditoriale. Cosa ti piacerebbe raccontarci della tua passata esperienza tennistica? Quali i tuoi ricordi più belli legati ad essa? Il tennis per me è stata ed è tutt’ora la mia grandissima passione oltre che un’importantissima scuola di vita. I suoi insegnamenti me li sono portati sempre con me, in qualsiasi occasione personale o lavorativa. E’ vero, ho raggiunto dei buoni risultati nel tennis, fino ad arrivare ad indossare la Maglia Azzurra della Nazionale Italiana Juniores in vari tornei internazionali. Esperienze meravigliose. Porto con me, oltre agli insegnamenti di cui sopra, tantissimi ricordi: le tante e preziose amicizie nate sui campi da tennis che tutt’ora frequento e sento; la mia gioventù vissuta sempre lontano dalla famiglia e da casa, che mi ha reso indipendente ed autonoma sin da piccola (mi sono trasferita a vivere a Bologna all’età di 11 anni) ; ricordo i tantissimi viaggi in giro per il mondo a giocare i tornei insieme alla mia coach australiana Leslie Hunt; le tante estati passate in Florida all’Accademia di Nick Bollettieri dove ho conosciuto anche Raffaella Reggi, una grandissima campionessa italiana. Infine ricordo con grande emozione i mie mentori tennistici, colonne portanti del tennis italiano dei tempi, che hanno fatto per me la grande differenza: Ferruccio Bonetti, Orlando Sirola e Roberto Lombardi. Ricordo con grande piacere i Campionati europei Juniores dove tra i tanti giocatori presenti c’erano anche: Monica Seles, Stefi Graf, Arancha Sanchez, Goran Ivanisevic e le sorelle Maleeva. Praticamente ero insieme al “gotha” del futuro tennis mondiale. Ricordo infine, con grandissimo piacere, i vari titoli Italiani vinti sia di doppio che a squadre. Ho tutto nel cuore. Hai progetti o ambizioni in futuro legati all’attività motoria? Oggi oltre che continuare a giocare a tennis, per cui mi sto preparando ai campionati Nazionali a Squadre con il Team di Pesaro, sto terminando l’iter per diventare Maestra di Tennis, un obiettivo che mi sono posta da tempo e che completa tutto questo percorso intrapreso ed accantonato, ma oggi pensato e rivisitato con occhi diversi. Aggiungo che essendo anche coach professionista non è escluso che in un prossimo futuro applicherò questo fantastico metodo agli atleti e tennisti, rientrando così nel circuito con nuove capacità. La mia missione da sempre è quella di vivere la vita il più intensamente possibile facendo attività che oltre ad avere un grande significato, mi divertano e siano allineate ai miei valori.
a cura di Edoardo Diamantini
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