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Senigallia, dopo la mappa delle idee nuovo incontro per “La città che vogliamo”

Dare voce ai cittadini, raccogliere esigenze, sogni e idee per trasformarle in proposte concrete. È questo l’ambizioso obiettivo de “La città che vogliamo“, il percorso laboratoriale di politica dal basso promosso dalla Pastorale sociale e del lavoro, dalla Diocesi di Senigallia e dalla Caritas in vista delle prossime elezioni amministrative che si dovrebbero tenere nella primavera 2026. Un’iniziativa che vuole rimettere al centro il bene comune attraverso un impegno diretto, come spiegato da Lucia Campolucci, componente della cabina di regia del progetto, ai microfoni di Radio Duomo Senigallia. L’intervista, in onda mercoledì 5 e giovedì 6 novembre alle ore 13:10 e alle 20, sarà in replica anche domenica 9 alle 17 circa ed è disponibile anche in questo articolo come podcast. Buon ascolto.

«L’obiettivo non è quello di sostituirci alle amministrazioni, ma di renderci disponibili per ragionare insieme su quelle che sono le reali esigenze dei cittadini, dando voce a chi la città la vive tutti i giorni», ha sottolineato Campolucci. Di fronte all’insinuazione che la Diocesi voglia candidare qualcuno mascherando quindi il percorso, la risposta è netta: «Il bene comune riguarda tutti. I cittadini hanno il diritto e anche il dovere di mettersi in gioco ed esprimere la propria idea, che non significa stilare un programma politico».

La partecipazione e la mappa delle idee

Il percorso “La città che vogliamo” è entrato nella sua fase operativa lo scorso 26 ottobre presso l’ex seminario vescovile con la “mappa delle idee”. In quella sede, i partecipanti hanno esposto una proposta, una riflessione o un’esigenza. Le idee sono state poi raggruppate in aree tematiche e sottoposte al voto. «Ogni cittadino aveva a disposizione dieci post-it, ognuno corrispondente a un voto, da distribuire liberamente», ha spiegato Campolucci. «Questo ci ha permesso di capire quali fossero le aree di maggiore interesse».

Le 5 aree tematiche emerse

Dal voto sono emerse cinque macro-aree che fotografano le priorità sentite dai cittadini di Senigallia:

  1. Città inclusiva: un tema molto sentito che include la valorizzazione dei borghi e delle frazioni, il delicato tema del diritto alla casa, la gestione degli spazi pubblici e, soprattutto, l’attenzione ai più fragili e alle categorie svantaggiate, con la richiesta di servizi essenziali gratuiti o convenzionati.
  2. Città sostenibile: riguarda la sostenibilità ambientale, il verde urbano e la mobilità sostenibile ed efficiente. Grande attenzione anche alla sicurezza del territorio, con un chiaro riferimento agli eventi alluvionali passati e alla necessità di «ripensare la città in modo organico» e non a compartimenti stagni.
  3. Partecipazione responsabile: il cuore stesso del progetto. I cittadini chiedono strumenti concreti per partecipare, come una sorta di «scuola di democrazia» e, in particolare, l’adozione da parte del Comune di un «regolamento per l’amministrazione condivisa attraverso i “patti di collaborazione”, già attivi in altre città italiane».
  4. Giovani: un capitolo definito «enorme». Le richieste principali riguardano la creazione di spazi di aggregazione (oltre a quelli già esistenti, per lo più diocesani), un forte investimento sull’istruzione, sia formale che informale, e il supporto alle famiglie.
  5. Festival culturali: sulle orme della “Scuola di Pace Buccelletti” di Senigallia, è emerso il desiderio di valorizzare il patrimonio e le relazioni sul tema, promuovendo il dialogo e la conoscenza di tutte le culture presenti in città.

I prossimi passi: dalle idee ai bisogni

Il percorso non si ferma alla mappatura. Ora iniziano i tavoli tematici, aperti a tutta la cittadinanza, anche a chi non ha partecipato al primo incontro. I prossimi appuntamenti sono fissati per giovedì 6 novembre e giovedì 20 novembre, sempre alle ore 20:30 presso l’ex seminario vescovile (via Cellini 13). Nel primo incontro (6 novembre), i cittadini, divisi in tavoli di lavoro, partiranno dalle idee emerse per identificare i bisogni che ne stanno alla base. «Faremo un passo indietro» ha spiegato Lucia Campolucci «per chiederci: ‘da dove nasce quest’idea? Cosa mi spinge a proporla?’». I più votati diventeranno la base di partenza per l’incontro del 20 novembre, dove i cittadini saranno chiamati a elaborare nuove idee e proposte concrete per rispondere a quelle specifiche esigenze. L’iscrizione avverrà direttamente sul luogo e l’invito è esteso a chiunque voglia «mettersi in gioco per la città».

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Cambiamenti e relazioni che fanno bene: a Senigallia è di scena la psicologia

Come affrontare i cambiamenti che, volenti o nolenti, scandiscono la nostra vita? Come migliorare le nostre abitudini senza cadere nello stress da prestazione? Sono queste alcune domande al centro di “Relazioni che fanno bene: piccoli passi per migliorarsi. Il metodo Kaizen“, il ciclo di incontri gratuiti promosso dall’InformaGiovani di Senigallia, già iniziato in biblioteca Antonelliana. Per capire il senso, la filosofia e le esigenze alla base di questo percorso, abbiamo intervistato Enrico Battisti, psicologo e psicoterapeuta. L’audio, andato in onda nella trasmissione “20 minuti da Leone” su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), è disponibile anche in questo articolo grazie al lettore multimediale, a fianco di una sintesi degli argomenti trattati.

Il cambiamento: inevitabile, ma faticoso

Il primo incontro, tenutosi il 28 ottobre, ha affrontato la “psicologia del cambiamento”. Battisti sottolinea come sia fondamentale distinguere tra due tipi di mutamento. «Ci sono i cambiamenti discontinui – afferma – quelli che segnano un prima e un dopo: un cambio di scuola, un matrimonio, una separazione, un nuovo lavoro o una malattia. Spesso non li decidiamo, semplicemente ci accadono e scuotono il sistema». Poi ci sono i cambiamenti graduali, quelli che avvengono giorno dopo giorno, di cui quasi non ci accorgiamo. «Il punto è proprio questo – continua Battisti – di fronte ai grandi stravolgimenti, la difficoltà che le persone incontrano è proprio quella di mettere in atto i piccoli adattamenti necessari».

Gli ostacoli: abitudini e sensi di colpa

Ma cosa ci frena? Spesso, spiega lo psicoterapeuta, sono le nostre stesse abitudini. «Ci danno sicurezza, hanno funzionato finora e facciamo fatica a mollarle, anche quando smettono di essere utili». L’ostacolo più grande, però, è spesso emotivo e più profondo. «Una delle cose che sento dire spessissimo è: ‘se mi prendo più tempo per me, mi sento in colpa‘. Viviamo in un contesto sociale e culturale che spinge molto sul dovere, e questo ci blocca». Per superare questi blocchi, il primo passo è la consapevolezza: «Fermarsi, fare il punto della situazione, capire cosa funziona e cosa no».

Una soluzione: il metodo Kaizen

È qui che entra in gioco il filo conduttore del corso: il metodo Kaizen. «Questo concetto – spiega Battisti – arriva dalla cultura industriale giapponese e si fonda sull’idea del miglioramento continuo attraverso piccoli passi». Niente stravolgimenti da un giorno all’altro, dunque, che generano ansia e stress, ma un approccio più dolce. «Fare un passettino alla volta è emotivamente più sostenibile. Se voglio iniziare a fare sport, e finirà non ce l’ho mai fatta, è inutile porsi l’obiettivo di andarci tutti i giorni. Meglio iniziare con cinque minuti di passeggiata e aumentare gradualmente. Sono piccole azioni che, ripetute nel tempo, portano a risultati enormi».

Micro-abitudini e auto-efficacia

In uno dei prossimi incontri, previsto per il 18 novembre, ci si concentrerà proprio su “Micro-abitudini e auto-efficacia”. L’auto-efficacia, spiega il dottore, «è la convinzione di essere in grado di raggiungere un obiettivo. Spesso le persone non si rendono conto delle capacità che hanno, magari perché frenate da mancanza di fiducia in sé o dall’autocriticismo». L’obiettivo è quindi focalizzare i propri valori (dobbiamo cambiare per qualcosa a cui teniamo davvero) e darsi obiettivi raggiungibili e calibrati. Un esempio? «Una persona che fa fatica a dire di no, può iniziare con piccoli ‘no’ in situazioni facili, per poi arrivare a quelli più complessi sul lavoro o in famiglia». Il tutto, conclude Battisti, accettando anche gli inciampi: «Bisogna tollerare le sbavature nel percorso, accettare le proprie imperfezioni». Concetto che vale sempre questo, senza ovviamente rinunciare a migliorarsi.

Il ciclo di incontri “Relazioni che fanno bene” proseguirà fino al 9 dicembre. La partecipazione è gratuita. Per informazioni e iscrizioni è possibile consultare il sito e i canali Instagram e Facebook dell’InformaGiovani di Senigallia.

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Senigallia concerti: la stagione 2025 – 2026 più varia e più ricca che mai

Il Comune di Senigallia e l’Associazione Culturale LeMuse hanno presentato la IV edizione di Senigallia Concerti, la rassegna 2025-2026 ha come titolo “La Stagione dell’anno”, in una conferenza stampa presieduta dal m° Federico Moldelci, direttore artistico della ricca rassegna musicale. Trent’anni fa apriva il teatro ‘La Fenice’ che riapre dopo un importante ristrutturazione. Soddisfatto il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, così come l’assessora al Turismo Simona Romagnoli. Confermata la collaborazione con le scuole cittadine (Marchetti, Fagnani, Belardi di Marzocca, ma anche della scuola primaria Pascoli, della scuola secondaria di primo grado di Corinaldo e l’indirizzo musicale di Ostra; Liceo Classico Perticari e CPIA di Senigallia – Centro Provinciale Istruzione Adulti).

Il concerto inaugurale – 16 novembre 2025 – sarà con Tullio De Piscopo, batterista e cantante di fama internazionale, in “Tutti i Colori della Musica – Live Tour 2025”, spettacolo in prima regionale.  Si prosegue il 30 novembre con il Trio Nebelmeer, vincitore del prestigioso “Premio Trio di Trieste”, con due dei grandi capolavori della musica da camera di tutti i tempi: il brillante Trio “Arciduca” di Beethoven e lo struggente Trio in la minore di Tchaikovsky.

Il 14 dicembre sarà la volta del Concerto per violino orchestra in mi minore op. 64 di Mendelssohn. Considerato tra i brani più iconici della letteratura per violino e della musica classica, il concerto verrà eseguito dalla straordinaria Anna Tifu sotto la giuda del direttore David Crescenzi alla testa della Filarmonica Marchigiana. Nella seconda parte verrà proposta la Sinfonia N. 6 “Pastorale” di Beethoven.

Natale porta in dono un concerto molto atteso (fuori abbonamento): il Gospel di Natale,quest’anno affidato a The Triumphant Voices of Gospel, con brani della tradizione afro-americana originariamente nati come preghiere.

L’anno nuovo porta un grande nome: il 17 gennaio arriva Stefano Di Battista, grandissimo nome del jazz italiano e europeo, che proporrà le musiche di Nino Rota, Paolo Conte, Nicola Piovani, Lucio Dalla, presenti nel suo recente album La Dolce Vita. Sarà affiancato dai musicisti del suo quintetto e dalla Colours Jazz Orchestra diretta da Massimo Morganti, in questa che è l’unica tappa marchigiana del tour.

Il pianista Alessandro Taverna arriva il 1 febbraio 2026, con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Matthias Bamert. In programma l’esecuzione di una delle più belle composizioni classiche di tutti i tempi, il Concerto per pianoforte orchestra n.1 in si bemolle minore di Tchaikovsky. A completare il programma un’altra opera monumentale della musica classica, la Sinfonia N.3 in Fa maggiore di Brahms.

Un altro fuori abbonamento, il15 Febbraio, all’Auditorium San Rocco, con la soprano Lucia Fiori, l’arpista Sofia Marzetti, la flautista Maria Fabiani. Il concerto prevede la presenza degli attori Mauro Pierfederici e Alessio Messersì in un percorso che alternerà letture di William Shakespeare a musiche eseguite dal vivo di autori del ‘600 tra i quali Dowland, Caccini e Monteverdi.

Hawijch Elders e Valère Burnon sono i due giovani artisti fuoriclasse protagonisti del concerto cameristico del 1 marzo. In programma musiche di Tchaikovsky, Poulenc, Saint-Saëns e Franck che esaltano le doti espressive e virtuosistiche di questo incredibile duo.

Alisa Sadikova è oggi considerata al top delle classifiche internazionali ed è ambasciatrice delle arpe firmate Lyon & Healy. Il 15 marzo, sarà al Teatro La Fenice e presenterà un programma raffinatissimo per sola arpa.

Fuori abbonamento il 22 marzo Senigallia Concerti ospita “Pierino e il lupo”, la favola musicale composta da Sergej Prokofiev, che verrà eseguita dall’Orchestra Filarmonica Marchigiana con la voce recitante di Lucia Palozzi e con la direzione di Jacopo Rivani.

L’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi in programma il 31 marzo 2026, ci introdurrà alle atmosfere pasquali. Si tratta di una imponente composizione musicale per voci soliste, coro e orchestra sinfonica mai eseguita a Senigallia. Interpreti ti sono l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, le voci soliste della Rete Lirica marchigiana e il Coro Giovanile delle Marche diretti dal Maestro Manlio Benzi.

L’11 aprile Alexander Lonquich, figura di spicco del pianismo internazionale, nella doppia veste di solista e direttore della Filarmonica Marchigiana, propone l’esecuzione di immensi capolavori del periodo classico composti tra ‘700 e ‘800. In programma il celebre Concerto N.23 il La maggiore K488 di Mozart, il cui adagio è una delle pagine più toccanti della musica di tutti i tempi e il brillante e virtuosistico Concerto per pianoforte e orchestra N.1 in sol minore di Felix Mendelssohn.

Fabio Furia arriva a Senigallia il prossimo 26 aprile con il suo bandoneon e il Novafonic Quartet, che comprende anche violino, pianoforte e contrabbasso e ci condurrà nel suggestivo mondo dei tanghi e delle milonghe di Astor Piazzolla.

Il 9 maggio il sassofonista Federico Mondelci, qui in veste di direttore e solista dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, proporrà un repertorio musicale di grande richiamo con musiche tratte da West Side Story – celebre musical di Leonard Bernstein – e colonne sonore di Ennio Morricone. Si conclude così, con questo omaggio al ‘900, una stagione ricca di straordinari appuntamenti musicali, che ha visto al presenza di grandi interpreti della scena internazionale.

Per partecipare alla stagione concertistica e avere il posto riservato sono attive due tipologie di abbonamento con scontistiche e agevolazioni speciali: Euterpe che comprende 11 concerti e Calliope per un totale di 6 concerti. Infoline: 071 7930842 (Teatro La Fenice) e 335.1776042 (dal lunedì al venerdì ore 9.30-12.30), www.fenicesenigallia.itinfo@fenicesenigallia.it 071.2072439 (Amat) www.marchefestival.net. La biglietteria del Teatro La Fenice è aperta il giovedì, il venerdì e il sabato con orario 17-20; giovedì e sabato anche dalle ore 10.30 – 12.30. Nei giorni di spettacolo è aperta da due ore prima dell’inizio. Auditoriom San Rocco: il giorno dello spettacolo la biglietteria è aperta un’ora prima dell’inizio. I biglietti sono anche in vendita nel circuito VivaTicket.

a cura di Laura Mandolini

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Marche, la giunta Acquaroli-bis: sei assessori per iniziare. Nuovo consiglio regionale. Le interviste

A quasi un mese dalle elezioni del 28-29 settembre, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha dato il via al suo secondo mandato presentando nei giorni scorsi la nuova giunta regionale. La squadra parte con sei assessori, ma è già stato annunciato l’ampliamento a otto componenti, senza costi aggiuntivi per i cittadini. Nel frattempo, è iniziata la 12esima legislatura, con i nuovi 30 consiglieri eletti e l’annuncio del programma di governo. Nel servizio che abbiamo preparato, potrete ascoltare le voci dei protagonisti, a cominciare dal presidente e fino ai sei neo-assessori. L’AUDIO è disponibile cliccando il tasto “play” o “riproduci” del lettore multimediale.

«È una bella squadra, giovane, che dovrà dare continuità a un lavoro già impostato», ha dichiarato Acquaroli, sottolineando che i criteri di scelta hanno guardato all’esito delle votazioni ma anche puntato a recuperare «le capacità politiche che ognuno di questi elementi ha espresso sul territorio».

La nuova giunta regionale per le Marche
La nuova giunta regionale per le Marche

La composizione della nuova giunta

L’esecutivo vede diversi nuovi ingressi. Il presidente Acquaroli ha mantenuto per sé deleghe strategiche come turismo, cultura, commercio e ricostruzione, che verranno ridistribuite con l’ampliamento della squadra.

  • Francesco Baldelli (confermato): assessore a infrastrutture, lavori pubblici, edilizia sanitaria e ospedaliera.
  • Giacomo Bugaro (nuovo): assessore allo sviluppo economico, industria, artigianato, cooperazione, zona economica speciale (Zes), porti, aeroporto, interporto.
  • Paolo Calcinaro (nuovo): assessore alla sanità.
  • Tiziano Consoli (nuovo): assessore al lavoro, valorizzazione beni ambientali, tutela del paesaggio.
  • Francesca Pantaloni (nuova): assessora al bilancio, finanze, organizzazione, personale e pari opportunità. È l’unica donna in giunta.
  • Enrico Rossi (nuovo): nominato vicepresidente, è assessore all’agricoltura, pesca, urbanistica e istruzione.

La visione: “Più forza alle risposte”

Acquaroli ha spiegato che l’ampliamento a otto assessori risponde a una «necessità di dare più forza alle risposte» chiesta da molti corpi intermedi durante la campagna elettorale. «Quando un assessore ha tante deleghe alcune di esse purtroppo hanno meno spazio. È giusto recuperare un concetto che a parità di risorse si possa dare una squadra più numerosa». Il presidente ha ringraziato la giunta precedente per il lavoro svolto in condizioni difficili, tra pandemia e alluvioni, e ha sottolineato come l’ampio risultato elettorale rappresenti una responsabilità superiore.

Durante la seduta inaugurale della dodicesima legislatura, è stato illustrato il programma di governo “Più Marche”. I due pilastri indicati sono i giovani e la sanità. «Vogliamo puntare tanto sui marchigiani del futuro» ha affermato il presidente della giunta regionale. Sulla sanità, ha rivendicato i risultati positivi evidenziati da recenti classifiche nazionali, pur ammettendo che «non significa che non ci sono problemi». La priorità sarà la «ricostruzione della sanità territoriale» per alleggerire pronti soccorso e liste d’attesa.

Le sfide degli assessori

Il confermato Francesco Baldelli (infrastrutture) rivendica il risultato finora della «politica del fare» e annuncia che il 2 ottobre «è stato depositato il progetto che andrà a gara per la costruzione del nuovo ospedale di Pesaro».

Giacomo Bugaro allo sviluppo economico si concentrerà immediatamente sulla zes (zona economica speciale), in attesa dell’approvazione definitiva alla Camera. «Ho contattato il commissario Fitto per cercare di poter rendere la terza misura, la decontribuzione, disponibile per tutte le Marche» ha annunciato, dichiarando inoltre che convocherà subito le associazioni di categoria.

C’è grande attesa per il lavoro di Paolo Calcinaro alla sanità. L’ex sindaco di Fermo ha definito la sfida «veramente prestante» e ha individuato il primo obiettivo: «Si parte dalle liste di attesa, che è il tema dei temi secondo me»

Tiziano Consoli (lavoro e ambiente) si focalizzerà sul governo delle crisi aziendali, dall’area di Fabriano al Fermano, e sulla valorizzazione del paesaggio, tematiche giudicate «pesanti» e «importanti».

L’unica donna in giunta, Francesca Pantaloni (bilancio), ha sottolineato il «grande senso di responsabilità» e l’importanza della «collaborazione con tutti gli altri colleghi». Riguardo alla scarsa rappresentanza femminile, ha commentato: «Logicamente come donne dobbiamo conciliare più ambiti e quindi spesso non è semplice fare tutto».

Infine, Enrico Rossi, oltre al ruolo di vicepresidente (nomina arrivata «sul photo finish»), gestirà l’agricoltura con «sano pragmatismo» e massima disponibilità al «dialogo con gli interlocutori del settore primario».

Chiudendo il suo intervento nella prima seduta del consiglio regionale, Acquaroli ha tracciato un parallelo con l’inizio del suo primo mandato, contraddistinto da alluvioni e pandemia: «Cinque anni fa c’era il Covid, uno scenario surreale con plexiglass e mascherine. Oggi siamo tornati alla normalità e vogliamo continuare a costruire un futuro per la nostra regione».

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«Basta risse e teatrini, servono onestà e autocritica»: Stefania Pagani (Vola Senigallia) contro la politica del consenso a tutti i costi

«Se la politica locale vuole riconquistare la fiducia dei cittadini, deve uscire dalla logica del consenso a tutti i costi e della rissa permanente». È un’analisi netta quella di Stefania Pagani, capogruppo di Vola Senigallia, intervenuta ai microfoni di Radio Duomo Senigallia per discutere dello scollamento tra politica e cittadini, tema evidenziato dal crescente astensionismo. L’intervista AUDIO, andata in onda nei giorni scorsi sulla frequenza 95.2 FM, è disponibile in questo articolo grazie al lettore multimediale. Articolo in cui vi proponiamo una sintesi degli argomenti trattati.

Secondo Pagani, la politica cittadina è troppo spesso ridotta a «siparietti» e «giochi delle parti» che allontanano l’elettorato. La consigliera non risparmia critiche a entrambi gli schieramenti del consiglio comunale. «C’è una scarsa propensione da entrambe le parti a fare autocritica, prima ancora di rivendicare i meriti», ha affermato Pagani. L’esempio citato è quello di opere pubbliche recenti, come la rotatoria della Penna o la riqualificazione della scuola Marchetti: «Quando un’opera pubblica diventa pretesto di battibecchi propagandistici, si trasforma da occasione di progresso condiviso a un terreno di scontro sterile». La ricetta della capogruppo di VS si basa su tre pilastri: verità, sobrietà e spirito di servizio. «Ammettere che un progetto è stato ereditato non è un segnale di debolezza, ma di onestà», ha sottolineato, definendola «un valore rivoluzionario» fondamentale su cui costruire il progetto politico.

L’esperienza in consiglio: il muro contro muro

Tracciando un bilancio della sua esperienza in consiglio comunale a Senigallia, Stefania Pagani parla di un’esperienza che dovrebbero fare tutti per poter capire come funzionano alcuni meccanismi degli enti pubblici, ma nel complesso «non troppo positiva». «È capitato molto spesso che una proposta venisse rigettata subito solo perché proveniente dall’opposizione, anche quando c’era qualcosa di buono». Un raro esempio di collaborazione positiva, ricorda la consigliera, è stato il progetto della casa di comunità, dove una mozione bipartisan ha stimolato la Regione su una struttura necessaria alla città e alla vallata. Cita invece come occasione persa la sua proposta sulla mobilità sostenibile, con una sorta di incentivo economico per chi va al lavoro in bici, «bocciata con un pretesto».

Le critiche all’amministrazione: turismo, giovani e casa

L’intervista ha toccato diversi temi caldi per la città, sui quali Stefania Pagani ha espresso forti critiche all’attuale amministrazione a guida Olivetti. Sulla gestione del turismo: «L’amministrazione spende molto in eventi, ma non ha una vera progettualità né è riuscita a dare un’identità turistica a Senigallia». Secondo la consigliera, servirebbe più attenzione alla «vacanza a tutto tondo», che significa non solo una pluralità di turismi oltre quello balneare ma anche aspetti marginali che completano l’esperienza: pulizia e decoro urbano, cura del verde, piste ciclabili, trasporto pubblico e parcheggi scambiatori. Poi le politiche giovanili, definite «le grandi assenti» di questa giunta. «È stato fatto poco o pochissimo. Penso ai centri di aggregazione giovanile, chiusi in epoca covid e mai riaperti». Per il futuro auspica una regia comune che coinvolga associazionismo e imprese per «restituire ai giovani i propri spazi». 
Critiche anche per una mancata attenzione all’emergenza abitativa. Pagani denuncia «un’assenza di progettualità nell’edilizia popolare» e un indebolimento del rapporto con l’ERAP (Ente Regionale per l’Abitazione Pubblica delle Marche). Con la proliferazione di affitti brevi e B&B, la situazione per giovani coppie e categorie fragili è peggiorata. Gli interventi a Marzocca e San Silvestro «non sono sufficienti». Da qui nascono allora le sue proposte, semplici ma utili: ripristinare il tavolo con l’Erap Marche, regolamentare gli affitti turistici magari tramite incentivi per chi mette a disposizione appartamenti per il lungo periodo e sperimentare progetti di social housing guardando anche il lavoro fatto oltre i confini regionali.

Il futuro del centrosinistra e il nodo primarie

Partendo innanzitutto dal passato recente, Stefania Pagani ammette la necessità di un’autocritica anche da parte del centrosinistra: «Probabilmente anche noi abbiamo perso in questi ultimi anni un contatto diretto che avevamo con le persone e con alcune associazioni. Da lì dobbiamo ripartire». E poi guardando alle prossime elezioni amministrative, il suo nome è tra quelli compresi nel “toto-nomi” per le primarie assieme a Dario Romano e Domenico Liso. La capogruppo di Vola Senigallia frena bruscamente: «Di certo non c’è ancora nulla. Per come intendo io l’impegno politico, deve partire prima un progetto comune e un confronto sulla visione della città che comprenda almeno quattro o cinque punti su cui costruire un’alleanza. Ogni altro ragionamento è prematuro». L’obiettivo primario, conclude, è «rafforzare la coesione» della coalizione, per poi decidere se puntare su un candidato unico o passare per le primarie. L’importante è che sia un percorso condiviso e partecipato.

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Mabel Morri (ANPI Senigallia): «Tempi bui e politica distante. Ma la città è viva e partecipa»

«Tempi neri, nerissimi». Non usa mezzi termini Mabel Morri, presidente dell’ANPI sezione di Senigallia “Giulia Giuliani e Luigi Olivi”, per descrivere l’attuale momento politico. Intervenuta ai microfoni di Radio Duomo, Morri ha tracciato un’analisi lucida e preoccupata della crescente disaffezione dei cittadini verso la politica, partendo dal dato dell’astensionismo, ormai il più grande partito italiano. Potete riascoltare l’intervista, andata in onda nei giorni scorsi sulla frequenza 95.2 FM, anche in questo articolo grazie al lettore multimediale. Nel testo, invece, vi proponiamo una sintesi degli argomenti trattati.

«La politica è purtroppo lontana dalla gente, soprattutto a livello nazionale», ha dichiarato Morri, sottolineando un clima di indifferenza di fronte a problemi drammatici, come i femminicidi o le difficoltà di accesso all’aborto nella regione Marche. «Non c’è ancora la percezione che le cose stiano andando così male». Un distacco che l’ANPI ha tentato di colmare, almeno sul fronte elettorale, con un appello formale dei presidenti provinciali per incentivare al voto, ricordando come sia «un diritto e un dovere costituzionale».

Il «cortocircuito» del ponte Garibaldi

Se la politica nazionale appare distante, il dibattito locale mostra segni di grande vitalità. La presidente dell’ANPI ha portato come esempio la mobilitazione cittadina sul progetto del nuovo ponte Garibaldi, che ha visto un «bell’attivismo» capace di mettere in secondo piano le appartenenze partitiche. L’ANPI stessa ha preso posizione, partecipando al consiglio grande e sollevando dubbi sulla legittimità dell’operazione. «La nostra partecipazione ha fatto storcere il naso a qualcuno», ammette Morri, «ma crediamo che l’ANPI debba sottolineare la mancanza di partecipazione democratica, a prescindere dal colore di chi governa».
E sul ponte: il progetto è stato «calato dall’alto, senza discussione» e in potenziale violazione dell’articolo 9 della Costituzione, che tutela il paesaggio e il patrimonio storico. «Riteniamo che il nuovo ponte non tuteli il paesaggio e deturpi l’ambiente».
La presidente ha poi evidenziato un «cortocircuito» politico. A fronte della promessa del presidente Acquaroli di fermare l’iter in caso di netto rifiuto dalla città, Morri si chiede perché il segnale – una petizione firmata da un quarto della popolazione – non sia stato colto. «Ci sembra che Regione e Comune siano totalmente scollegate», ha aggiunto, citando anche l’esclusione di Senigallia dalla ZES (Zona Economica Speciale) come prova di «scollamento».

L’impegno per la pace e la memoria

L’intervento sul ponte rientra nella missione dell’ANPI di fare politica «a modo nostro», ovvero attraverso la cultura, la memoria e l’impegno per la pace. Un impegno che si è concentrato fortemente sulla questione palestinese. «Come ANPI abbiamo collaborato tantissimo con i movimenti e le associazioni per la pace», ha spiegato Morri, evocando lo spirito unitario della Resistenza, composta da «una moltitudine di anime diverse». Tra le iniziative, la mostra “HeArt of Gaza” con i disegni dei bambini della striscia, i presidi in piazza Saffi o la lettura dei nomi delle vittime palestinesi e la partecipazione record (oltre 500 senigalliesi) alla marcia Perugia-Assisi. «Ma non dimentichiamo tutte le altre guerre: Congo, Sudan, Yemen, Siria», ha precisato Morri. «Come ANPI non staremo in silenzio», citando un cartello visto allo sciopero di settembre: “I tuoi nipoti studieranno il tuo silenzio”.

I “leoni da tastiera” e la sfida della cultura

L’attività dell’ANPI prosegue instancabile, seguendo il «calendario civile» che tiene conto del 25 aprile, del 25 luglio con la “pastasciutta antifascista” e del 2 giugno) e aggiungendo nuove date, come la commemorazione del 3 luglio e la lapide al Ponterosso per il partigiano Federico Paolini. La cultura resta uno strumento chiave, con la rassegna letteraria “Autunno Resistente” e la proposta di linguaggi diversi, come il cinema d’animazione (la proiezione de “La tomba delle lucciole” al Gabbiano). Un servizio alla comunità che, tuttavia, non manca di attirare critiche. 
«Ogni anno, per la pastasciutta antifascista, a ogni comunicazione è un cecchinaggio», racconta Morri, parlando degli insulti sui social. «Credo siano leoni da tastiera, persone che vivono nella loro bolla e forse fomentate da quei personaggi politici che ancora fanno fatica a parlare di antifascismo». Per la presidente, però, questo odio social è la prova che «stiamo facendo bene».
Tra le prossime iniziative, gli ultimi appuntamenti per “Autunno Resistente”, una mostra su foto originali di Hiroshima per gli 80 anni del lancio della bomba atomica nella seconda guerra mondiale e l’avvio dei preparativi per l’80° anniversario della Repubblica italiana nel 2026.

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Piscina Saline, rottura totale tra comune e società concessionaria

La vicenda della piscina delle Saline, chiusa da quasi un anno per motivi di sicurezza, arriva al suo atto conclusivo. O almeno, al più traumatico. È notizia dei giorni scorsi la risoluzione della concessione da parte del Comune di Senigallia nei confronti della società Saline SC Senigallia, gestore degli impianti dal 2021. Una decisione che fa seguito a mesi di accuse incrociate, culminate nel duro botta e risposta tra le parti. L’intervista all’assessore allo sport Riccardo Pizzi, andata in onda nei giorni scorsi, è disponibile anche in questo articolo grazie al lettore multimediale, assieme a un estratto testuale.

La situazione attuale

Mentre si attende la riconsegna delle chiavi, fissata per il 13 novembre, l’attenzione è puntata sul Tribunale di Ancona. Il 29 ottobre, infatti, è prevista l’udienza per la nomina di un consulente tecnico d’ufficio (CTU), chiamato a dirimere la complessa matassa dei lavori necessari, del loro costo e, soprattutto, di chi debba farsene carico.

La piscina, un impianto di circa vent’anni, è chiusa da novembre 2024, dopo il cedimento di una parte del soffitto di uno spogliatoio. Una tragedia sfiorata, avvenuta di notte, che ha imposto lo stop all’agibilità in attesa di perizie e interventi.

Le parti

Da un lato, la società concessionaria lamenta uno «squilibrio economico» del piano finanziario originario (presentato tra il 2019 e il 2020), causato prima dalla pandemia e poi dall’aumento spropositato dei costi energetici e delle materie prime. Problematiche, denuncia la Saline SC, rimaste «inascoltate» dall’Amministrazione, accusata di scarsa disponibilità al dialogo.

Dall’altro, l’Amministrazione comunale ritiene il concessionario «inadempiente» rispetto agli obblighi contrattuali, in primis quelli relativi agli investimenti di riqualificazione previsti. Per fare chiarezza sulla posizione della giunta, abbiamo intervistato il vice sindaco e assessore allo sport, Riccardo Pizzi.

Le tappe della vicenda

«La decisione di risolvere il contratto – spiega l’assessore Pizzi – nasce dalla valutazione dei nostri tecnici e consulenti sull’evolversi del rapporto. L’aggiudicazione del giugno 2020 prevedeva che il Comune versasse 262mila euro più IVA all’anno, a fronte di interventi da parte del concessionario per poco meno di 700mila euro sulla piscina e sui due campi ‘pallone’».

Secondo la ricostruzione di Pizzi, la società avrebbe chiesto una rivisitazione del piano economico già a settembre 2020 causa Covid, richiesta però giudicata «non adeguatamente motivata» dai consulenti. Dopo una lunga trattativa, si è giunti alla firma nell’ottobre 2021, con la concessione di un anno «transitorio» per valutare gli effetti della pandemia.

«A marzo 2023 – affonda Pizzi – al termine del primo anno di gestione, i nostri consulenti, valutando la documentazione inviata dalla stessa società, hanno stabilito che non c’è stato uno squilibrio del piano economico. Abbiamo quindi invitato il gestore a partire con la progettazione delle opere previste. Da allora, nulla è pervenuto agli atti. Al di là delle richieste di incontri, noi abbiamo bisogno di documenti e numeri, tutelando l’interesse pubblico».

La replica alle accuse

Riccardo Pizzi
Riccardo Pizzi

L’assessore respinge le accuse della società sulla mancanza di dialogo e sui costi energetici. «Sono due aspetti diversi,» precisa. «Sul primo, quello economico, i documenti forniti da loro stessi dicevano che non c’era squilibrio. Sul caro energia, i nostri esperti hanno valutato che rientra nell’alea dell’attività imprenditoriale e non ricorrevano le condizioni per un intervento pubblico. Per il caro materiali, abbiamo detto: ‘presentate una progettazione sui prezziari e poi discutiamo’. Ma non è mai arrivato nulla».

Riguardo la causa in tribunale (l’accertamento tecnico preventivo), Pizzi sottolinea che è stata un’iniziativa della società. «È successiva al crollo di novembre 2024. Noi ci eravamo già attivati con un professionista esterno per fare i sondaggi, ma loro hanno azionato subito il ricorso, non dandoci il tempo di avviare un dialogo con documenti alla mano».

Il futuro degli impianti

Con la riconsegna delle chiavi il 13 novembre, il Comune punta a «garantire la continuità degli impianti che possono essere utilizzati, ovvero la pista d’atletica e il pattinodromo». Pizzi chiarisce anche un punto fondamentale: gli investimenti previsti dal contratto riguardavano solo la piscina e i due campi da tennis sintetici sotto il pallone. «La tribuna della pista d’atletica e altri due campi da tennis sono inagibili dal 2016. Il progetto approvato all’epoca non prevedeva alcun investimento su queste strutture».

Per il futuro della piscina, tutto è sospeso in attesa della perizia del CTU. «È prematuro stimare i costi,» conclude Pizzi, che allarga lo sguardo anche all’altra struttura cittadina: «Eravamo pronti a far uscire il bando per il progetto di finanza della piscina del Molinello (che ha 40 anni), ma con le Saline chiuse ci siamo dovuti fermare per non privare Senigallia di entrambi gli impianti. Stiamo comunque lavorando alla progettazione di una nuova piscina che sostituisca il Molinello, garantendo la continuità del servizio durante i lavori».

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Comunità energetiche rinnovabili, a che punto è il progetto della Diocesi di Senigallia?

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) sono sempre più diffuse nei comuni del territorio diocesano. L’esempio di Serra de’ Conti, di cui abbiamo spiegato stato dell’arte e finalità in un recente articolo, e che trovate nella prima parte del file audio allegato, racconta di un territorio in fermento nella direzione della sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico. Ma un altro attore si muove in questa direttrice: la Diocesi di Senigallia. Parliamo di CER con il professor Roberto Fazioli: il docente di economia della sostenibilità e della transizione energetica presso l’Università degli Studi di Ferrara, esperto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE, ci ha dato alcune spiegazioni di tipo tecnico per comprendere meglio cosa siano le comunità energetiche rinnovabili. Con l’ingegner Giovanni Ciriachi, presidente della fondazione diocesana “Fratello Sole” che ha già avviato alcuni investimenti nell’ambito locale, avremo altri dettagli sul progetto e sulle finalità sociali e solidali. L’audio, in onda nei giorni scorsi, è disponibile in questo articolo grazie al lettore multimediale.

Cosa sono le CER?

Cer è l’acronimo di comunità energetiche rinnovabili, organismi diciamo a metà strada tra il settore economico e quello ambientale: aggregano produttori e consumatori di energia rinnovabile con l’obiettivo di ottimizzare i consumi, limitare l’impatto ambientale e, non da ultimo, perseguire un fine sociale, come il contrasto alla povertà energetica e il sostegno a progetti di giustizia sociale.

I vantaggi

Roberto Fazioli ha chiarito i meccanismi e i vantaggi delle CER. L’idea di fondo è «minimizzare il prelievo di energia da fuori» attraverso l’autoconsumo. «Più una comunità è virtuosa nel consumare l’energia prodotta localmente, maggiore sarà l’incentivo statale». I benefici sono ambientali, con la riduzione delle perdite di rete e l’incentivo all’installazione di rinnovabili; ma anche di tipo economico e sociale: l’incentivo può essere usato per «attività di contrasto alla povertà energetica, valorizzazione del territorio, politiche di sensibilizzazione sull’ambiente». Chi aderisce riceve un incentivo, pur rimanendo libero negli approvvigionamenti, con un maggiore vantaggio per chi consuma e produce (prosumer). Anche la piccola impresa può partecipare, sia come produttore che come consumatore, beneficiando di incentivi (anche da PNRR e Repower EU) e creando un filone di attività costante nel tempo.

La fondazione Fratello Sole

Giovanni Ciriachi
Giovanni Ciriachi

La fondazione Fratello Sole, costituita dalla Diocesi di Senigallia, è l’ente giuridico già operativo che gestirà le diverse configurazioni di CER nel territorio diocesano. L’ingegnere Giovanni Ciriachi, presidente dell’ente, ha illustrato lo stato di avanzamento: la prima configurazione sotto la cabina primaria di Marina e Marzocca, con impianti che producono da luglio 2025, è stata registrata al GSE ad agosto ’25 e attende la validazione ufficiale. A breve sarà attivata anche la configurazione di Senigallia, che include l’impianto della parrocchia di Cristo Redentore e l’impianto più grande dell’azienda agricola della fondazione Opera Pia. A seguire sarà attivata la configurazione di Chiaravalle.

Il fine sociale e solidale

Il modello di Fratello Sole ha una forte impronta sociale: possono aderire soci produttori (con impianti sotto 1 Megawatt e allacciati dopo luglio 2024) e consumatori. Per i consumatori domestici (sotto i 20 kW), l’adesione è gratuita, ma non è previsto un vantaggio economico diretto in bolletta; il ricavato generato dal loro consumo, come ha spiegato Ciriachi, verrà destinato a un fine sociale comunitario scelto dai membri della comunità, in linea con l’ispirazione diocesana. In particolare, il 50% dell’incentivo statale è destinato ai produttori senza i quali la comunità non esisterebbe, mentre il restante 50% andrà a progetti comunitari, gestiti in collaborazione con la Caritas.

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Serra de’ Conti, in dirittura d’arrivo la comunità energetica rinnovabile (CER)

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) non sono più un futuro lontano, ma una concreta realtà in rapida espansione anche a Serra de’ Conti. Tra i progetti che stanno nascendo nel campo della sostenibilità ambientale, dell‘efficientamento energetico e della solidarietà, c’è proprio quello che mira a raggiungere la maggior parte dei cittadini e delle aziende della zona urbanizzata serrana. Le informazioni ci arrivano dal sindaco Silvano Simonetti.

CER in dirittura d’arrivo

Il Comune di Serra de’ Conti è alle prese con la fase conclusiva per la costituzione della propria CER. «La costituzione è in dirittura d’arrivo, con statuto e atto costitutivo già registrati» ha affermato il primo cittadino. Il quale ha anche sottolineato come l’iniziativa fosse già prevista nel programma elettorale.

Il nodo delle cabine

Un elemento chiave del progetto è l’interoperabilità tra le due cabine primarie presenti sul territorio, pensata per raggiungere la maggior parte dei cittadini e delle aziende della zona urbanizzata, superando i limiti di adesione legati alla singola cabina.

Silvano Simonetti
Silvano Simonetti

Benefici condivisi

Dal punto di vista economico, l’amministrazione comunale ha deciso di dividere a metà i vantaggi generati dalla CER con gli aderenti, siano essi cittadini o imprese. «Chi aderisce deve avere il suo tornaconto», spiega il sindaco.
Ma la stessa comunità serrana ne ricaverà dei benefici: i proventi potranno essere destinati anche alla povertà energetica o a opere sociali. Un primo passo concreto sarà la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 100 kW sulla copertura del cimitero, che sarà collegato alla comunità energetica serrana.

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Fotografia, dai ritratti in studio agli scatti rubati in strada: intervista a Laura Giammichele

Un’artista a tutto tondo, capace di spaziare dalla grafica alla fotografia commerciale, dalla street photography al ritratto in studio e al reportage di viaggio: è Laura Giammichele, volto noto a Senigallia e non solo, che si prepara a inaugurare la sua mostra personale “Camei”. L’abbiamo intervistata per Radio Duomo Senigallia (95.2 FM): l’audio, andato in onda nei giorni scorsi, è ancora disponibile qui grazie al lettore multimediale.

L’esordio con l’analogico e la rinascita con il digitale

La sua passione per la fotografia è iniziata in gioventù, quando regnava l’analogico e la camera oscura permetteva – seppure nella sua complessità – di comprendere quali errori si commettevano e quali percorsi portavano alla giusta direzione. Impara l’arte e poi mettila da parte… e così ha fatto: per anni si è dedicata alla sua professione di grafica. «La fotografia è tornata nella mia vita circa 15 anni fa, con l’avvento del digitale che ha reso tutto molto più semplice», racconta l’artista. Un nuovo approccio, coinciso con la sua grande passione per i viaggi. «Quando viaggio, soprattutto da sola, mi muovo con una lentezza diversa – continua Laura Giammichele. Mi siedo in un bar o in una piazza, mi guardo intorno e qualcosa accade». Il suo non è un approccio tecnico accademico, bensì un mix di «esperienza, pratica, casualità e passione», che la porta a volte anche a prevedere una scena e decidere se raccontarla.

La persona al centro: in studio e in strada

Il punto focale della sua produzione è senza dubbio la persona, l’essere umano colto nelle sue espressioni e dettagli più autentici. «C’è sempre un film, un qualcosa che si rinnova in strada, un dettaglio che mi interessa» spiega. Laura Giammichele non si limita alla fotografia di viaggio e di strada, ma si dedica con altrettanta passione al ritratto in studio, sottolineando la differenza e il fascino di entrambi i generi. «La persona in strada è più ‘reale’ – ammette – ma è altrettanto bello creare una sintonia con chi si mette in posa davanti a te, vedere come l’iniziale imbarazzo lasci spazio alla personalità». Una parte significativa del suo lavoro è legata alla collaborazione decennale con un marchio commerciale senigalliese, per il quale realizza servizi fotografici che fondono moda e street photography.

“Camei”: il gioiello ritratto

La mostra che verrà inaugurata sabato 25 ottobre, alle ore 18 alla galleria Box/3 in via Fagnani 3 a Senigallia per la curatela di Simona Zava, si intitola “Camei”: è il frutto di una duplice passione. Da una parte un gioiello di famiglia, custodito gelosamente alla bambina che fu e che si lasciò affascinare dal piccolo ritratto inciso a bassorilievo; dall’altra il cinema, con quelle brevi apparizioni cinematografiche: una celebrazione dei protagonisti dei suoi scatti. L’esposizione presenterà un allestimento variegato: 14 ritratti a colori di amici e conoscenti, affiancati da una serie di ritratti in bianco e nero di sconosciuti catturati per strada. Un alternarsi voluto per mostrare le diverse sfaccettature della sua arte.

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La rotatoria della Penna e il siparietto politico

I lavori alla rotatoria della Penna a Senigallia fonte di una nuova discussione politica
I lavori alla rotatori a della Penna a Senigallia fonte di una nuova discussione politica

In AppuntidiVista – la nostra striscia settimanale dedicata alla politica, alla cronaca, all’attualità, campi da cui cerchiamo di trarre degli spunti di riflessione, in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) il mercoledì dopo il giornale radio delle 12:30 e il sabato alle 12:30, 18:30 e 20:30 – abbiamo affrontato una tematica locale ma che in realtà nasconde un atteggiamento decisamente comune a tutte le persone. Quello della “rivendicazione” dei propri meriti e risultati di fronte a una narrazione altrui che non ne fa menzione.

E’ nato così un siparietto – non c’è altro modo per definirlo – che riguarda la comunicazione relativa ai lavori della nuova rotatoria all’incrocio della Penna a Senigallia (quello per intenderci tra via Podesti, viale Bonopera, viale IV Novembre e viale Leopardi). Tutti sanno che quello è uno snodo fondamentale per il traffico cittadino e i benefici che porterà per i conducenti e per i residenti della zona. Il problema è come questo passo in avanti viene comunicato. Da una parte c’è l’amministrazione attuale che esulta per il risultato a cui si è giunti, dimenticandosi di dire che non è un progetto suo. Dall’altra parte c’è il centrosinistra, sconfitto alle ultime elezioni sia in comune che in regione, che rivendica la paternità dell’ideazione. 

Non vi riportiamo le affermazioni dei protagonisti, le potete leggere sui social, in particolare sulla pagina Facebook “Massimo Olivetti sindaco di Senigallia” (LINK al post dell’11 ottobre) e su quella del Partito Democratico di Senigallia (post del 14 ottobre, disponibile anche sul sito pdsenigallia.it).

Cerchiamo di fare un passo in avanti. Partendo dalle parole del sindaco con cui l’amministrazione comunale si prende dei meriti per una progettazione non sua, e dalle parole del PD senigalliese che ne rivendica la paternità, cosa possiamo pensare? A chi giova questo teatrino? Mettere i puntini sulle “i” serve ai cittadini oppure al Pd senigalliese per rinfrescare la memoria degli elettori in vista delle prossime consultazioni amministrative della primavera 2026? E per quanto riguarda il centrodestra, davvero serve ricorrere a queste mezze verità? E’ questo il modo dell’una e dell’altra parte politica per (ri)conquistare l’elettorato?

Di certo passa un messaggio: chi è stanco dei giochi politici, delle diatribe infinite, delle frustrazioni di alcuni personaggi politici (che siano locali o nazionali poco importa), delle rivendicazioni, probabilmente non si entusiasmerà per questo ennesimo siparietto. E se è un/a cittadino/a con poca propensione a recarsi alle urne, alla prossima consultazione potrebbe astenersi del tutto, stanco/a e sfiduciato/a dalla politica e dai politici. Questo episodio non lo/la porterà al voto in futuro.

E se invece chi legge queste dichiarazioni è una persona schierata (da una parte o dall’altra ora non è rilevante), non modificherà le proprie convinzioni solo perché Tizio ribadisce che e Caio replica che. E leggendo i commenti sotto i vari post, si capisce che è così. Una clamorosa zappa sui piedi. Certo, a volte mettersi in discussione e provare a comprendere il punto di vista dell’altro sarebbe opportuno e, parlando in maniera utopica, la base del vero dialogo. Ma tant’è, oggi non è un atteggiamento molto in voga. Quindi ripetiamo la domanda: a chi giova questo teatrino?

Non è così che il centrosinistra dovrebbe cercare di ri-acchiappare voti; non è così che si riporta la gente al voto contro l’astensionismo dilagante; delle due l’una, o ci si rende conto che questo ragionamento (quello della rivendicazione, quella del noi siamo bravi, gli altri no) non funziona e si cambia registro nel centrosinistra, nel campo largo, nell’alleanza come l’ha chiamata Ricci, oppure la sconfitta è nuovamente dietro l’angolo, un’altra volta. E poi non venite a parlare di giustificazioni dicendo che per il secondo mandato è semplice essere rieletti: alle elezioni del 25 maggio 2014 Olivetti a Ostra perse contro un giovanissimo candidato del centrosinistra di nome Andrea Storoni. Il quale poi nel 2019 non venne riconfermato per fare posto all’ex assessora della giunta Olivetti Federica Fanesi, che invece alle elezioni comunali 2024 vinse la sfida per il suo secondo mandato. La differenza sta nella qualità della proposta e soprattutto nella credibilità delle persone candidate, che è una caratteristica che si costruisce pian piano, che si acquisisce negli anni, rimboccandosi le maniche senza facili populismi.

Dall’altra parte invece non è così che l’amministrazione attuale di centrodestra dovrebbe comunicare, perché chi ha un minimo di sale in zucca perde fiducia nelle istituzioni troppo schierate. Alla fine, se vogliamo dirla tutta, spiegare che il progetto nasce da altri è per il bene della comunità e “amore” della verità. Darebbe un segnale di trasparenza di cui c’è assolutamente bisogno.

Ah, prima che ci dimentichiamo: AppuntidiVista va in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) il mercoledì dopo il giornale radio delle 12:30 e il sabato alle 12:30, 18:30 e 20:30. Trattiamo di vari argomenti, prendendo spunto principalmente dall’attualità e dalla politica. Se volete intervenire, scrivete a redazione@vocemisena.it: potremo leggere i vostri messaggi o far sentire la vostra voce, fornendo così ulteriori spunti di riflessione. Solo interventi firmati: dell’anonimato non sappiamo che farci.

Carlo Leone

La piaga degli abusi e la perdita di credibilità della Chiesa: intervista a don Gottfried Ugolini

Un approccio radicalmente nuovo e coraggioso è quello inaugurato dalla Diocesi di Bolzano-Bressanone nell’affrontare la piaga degli abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica. Il vescovo Ivo Muser ha messo fine ai tentativi di insabbiamento e alla difesa a oltranza delle istituzioni, chiedendo di guardare in faccia il dolore delle vittime e di assumersi la responsabilità di quanto accaduto. Questo nuovo registro, per ora unico in Italia, ha preso forma con l’avvio di un’indagine indipendente sugli abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili avvenuti nel periodo 1964-2023. Un’analisi cruciale, affidata a uno studio legale di Monaco di Baviera in collaborazione con un associato di Brunico, che rappresenta la prima fase di un progetto denominato “Il coraggio di guardare”.

A Senigallia, in un incontro tenutosi martedì 14 ottobre al Teatro Portone su invito del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, è intervenuto don Gottfried Ugolini, sacerdote e psicologo, responsabile del Servizio diocesano e figura chiave nel lavoro preparatorio del progetto. L’intervista, in onda su Radio Duomo Senigallia alle ore 13:10 e alle ore 20 di mercoledì 15 e giovedì 16 ottobre, sarà in replica anche domenica 19 alle 17 circa. Il servizio audio, curato da Laura Mandolini nell’ambito della trasmissione “Venti minuti da Leone”, è disponibile anche qui grazie al lettore multimediale, assieme a una sintesi dell’intervista.

Il progetto: conoscere il passato per cambiare il presente

Intervistato a margine dell’incontro, don Ugolini ha spiegato la genesi di questa scelta inedita: «Una delle motivazioni è stata l’intuizione che non possiamo fare lavoro di prevenzione, di formazione, di sensibilizzazione senza andare alle radici del problema. Solo se conosciamo il passato possiamo cambiare il presente per un futuro migliore». Il progetto si articola in tre fasi: il coraggio di guardare al passato (l’indagine i cui risultati sono stati presentati a gennaio), il coraggio di guardare al presente (affrontare le sfide e le responsabilità verso le vittime e gli autori degli abusi) e il coraggio di guardare al futuro (implementare un cambiamento radicale di cultura e mentalità).

I risultati dell’inchiesta e l’ulteriore sfida degli istituti religiosi

Alla domanda sulla consistenza del fenomeno emerso dall’inchiesta, don Ugolini ha confermato di essersela aspettata, forte dell’esperienza del Centro di Ascolto attivo dal 2010, che ha visto oltre 100 persone riportare esperienze di abuso. Il sacerdote ha però sottolineato un punto dolente dell’indagine, che ha riguardato solo gli archivi diocesani, mancando all’appello quelli degli istituti religiosi, dove spesso sono attive scuole, asili e convitti. «È necessario fare chiarezza», ha ribadito, evidenziando che molte vittime di questi istituti si sono sentite escluse dai risultati.

Un esempio per la Chiesa italiana

L’approccio della Diocesi di Bolzano-Bressanone, favorita dalla vicinanza culturale con il mondo tedesco, è stato accolto con reazioni “molto positive” e ha suscitato interesse in tutto il mondo. Don Ugolini ha espresso l’augurio che possa diventare un incentivo per la Chiesa cattolica italiana, che «fa molta più fatica a fare i conti in modo indipendente con questo strazio degli abusi». Ha criticato l’atteggiamento di chi ancora oggi copre i colpevoli: «Questo è inaccettabile perché non è in sintonia con il Vangelo».

Clericalismo, potere e perdita di fiducia

Riflettendo sul suo ruolo di sacerdote interpellato profondamente da questo lavoro, don Ugolini ha individuato la necessità di una «radicale conversione», un ritorno alle origini del Vangelo. Ha individuato nel clericalismo e in un malinteso uso del potere le basi delle dinamiche degli abusi. La conseguenza più grave, ha concluso, è la distruzione della fiducia: «Abbiamo perso una grande credibilità e possiamo risolverlo soltanto se saremo sinceri, affidabili e lavoreremo con competenza». L’esperienza altoatesina ha di certo aperto una breccia in un muro – a volte fatto di omertà, paura e persino connivenza – che non può più essere tollerato.

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