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Tag: pastorale sociale e del lavoro

Senigallia, dopo la mappa delle idee nuovo incontro per “La città che vogliamo”

Dare voce ai cittadini, raccogliere esigenze, sogni e idee per trasformarle in proposte concrete. È questo l’ambizioso obiettivo de “La città che vogliamo“, il percorso laboratoriale di politica dal basso promosso dalla Pastorale sociale e del lavoro, dalla Diocesi di Senigallia e dalla Caritas in vista delle prossime elezioni amministrative che si dovrebbero tenere nella primavera 2026. Un’iniziativa che vuole rimettere al centro il bene comune attraverso un impegno diretto, come spiegato da Lucia Campolucci, componente della cabina di regia del progetto, ai microfoni di Radio Duomo Senigallia. L’intervista, in onda mercoledì 5 e giovedì 6 novembre alle ore 13:10 e alle 20, sarà in replica anche domenica 9 alle 17 circa ed è disponibile anche in questo articolo come podcast. Buon ascolto.

«L’obiettivo non è quello di sostituirci alle amministrazioni, ma di renderci disponibili per ragionare insieme su quelle che sono le reali esigenze dei cittadini, dando voce a chi la città la vive tutti i giorni», ha sottolineato Campolucci. Di fronte all’insinuazione che la Diocesi voglia candidare qualcuno mascherando quindi il percorso, la risposta è netta: «Il bene comune riguarda tutti. I cittadini hanno il diritto e anche il dovere di mettersi in gioco ed esprimere la propria idea, che non significa stilare un programma politico».

La partecipazione e la mappa delle idee

Il percorso “La città che vogliamo” è entrato nella sua fase operativa lo scorso 26 ottobre presso l’ex seminario vescovile con la “mappa delle idee”. In quella sede, i partecipanti hanno esposto una proposta, una riflessione o un’esigenza. Le idee sono state poi raggruppate in aree tematiche e sottoposte al voto. «Ogni cittadino aveva a disposizione dieci post-it, ognuno corrispondente a un voto, da distribuire liberamente», ha spiegato Campolucci. «Questo ci ha permesso di capire quali fossero le aree di maggiore interesse».

Le 5 aree tematiche emerse

Dal voto sono emerse cinque macro-aree che fotografano le priorità sentite dai cittadini di Senigallia:

  1. Città inclusiva: un tema molto sentito che include la valorizzazione dei borghi e delle frazioni, il delicato tema del diritto alla casa, la gestione degli spazi pubblici e, soprattutto, l’attenzione ai più fragili e alle categorie svantaggiate, con la richiesta di servizi essenziali gratuiti o convenzionati.
  2. Città sostenibile: riguarda la sostenibilità ambientale, il verde urbano e la mobilità sostenibile ed efficiente. Grande attenzione anche alla sicurezza del territorio, con un chiaro riferimento agli eventi alluvionali passati e alla necessità di «ripensare la città in modo organico» e non a compartimenti stagni.
  3. Partecipazione responsabile: il cuore stesso del progetto. I cittadini chiedono strumenti concreti per partecipare, come una sorta di «scuola di democrazia» e, in particolare, l’adozione da parte del Comune di un «regolamento per l’amministrazione condivisa attraverso i “patti di collaborazione”, già attivi in altre città italiane».
  4. Giovani: un capitolo definito «enorme». Le richieste principali riguardano la creazione di spazi di aggregazione (oltre a quelli già esistenti, per lo più diocesani), un forte investimento sull’istruzione, sia formale che informale, e il supporto alle famiglie.
  5. Festival culturali: sulle orme della “Scuola di Pace Buccelletti” di Senigallia, è emerso il desiderio di valorizzare il patrimonio e le relazioni sul tema, promuovendo il dialogo e la conoscenza di tutte le culture presenti in città.

I prossimi passi: dalle idee ai bisogni

Il percorso non si ferma alla mappatura. Ora iniziano i tavoli tematici, aperti a tutta la cittadinanza, anche a chi non ha partecipato al primo incontro. I prossimi appuntamenti sono fissati per giovedì 6 novembre e giovedì 20 novembre, sempre alle ore 20:30 presso l’ex seminario vescovile (via Cellini 13). Nel primo incontro (6 novembre), i cittadini, divisi in tavoli di lavoro, partiranno dalle idee emerse per identificare i bisogni che ne stanno alla base. «Faremo un passo indietro» ha spiegato Lucia Campolucci «per chiederci: ‘da dove nasce quest’idea? Cosa mi spinge a proporla?’». I più votati diventeranno la base di partenza per l’incontro del 20 novembre, dove i cittadini saranno chiamati a elaborare nuove idee e proposte concrete per rispondere a quelle specifiche esigenze. L’iscrizione avverrà direttamente sul luogo e l’invito è esteso a chiunque voglia «mettersi in gioco per la città».

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La città che vogliamo. Ecco i temi più votati nell’incontro ‘La mappa delle idee’. Si prosegue!

“La città che vogliamo”, il laboratorio di democrazia partecipativa, ha compiuto un nuovo e significativo passo nel suo percorso. Domenica 26 ottobre scorsa, presso il Centro pastorale diocesano (ex Seminario), si è svolto l’incontro intitolato “La Mappa delle idee” in cui la cittadinanza è stata protagonista di un pomeriggio dedicato al confronto e alla costruzione condivisa di proposte per la città.

Nella prima parte, le cittadine e i cittadini intervenuti, hanno potuto esprimere le proprie idee per Senigallia. Ogni partecipante aveva a disposizione uno spazio per presentare le proprie proposte su una o più tematiche cittadine di fronte all’assemblea. Le idee emerse venivano annotate su fogli, affissi a una bacheca, registrate al computer e proiettate, in modo da valorizzare al massimo il contributo di ciascuno, riconoscendone il valore e l’importanza. Contestualmente proposte simili potevano essere raggruppate in macro-aree tematiche.

Nella seconda parte del pomeriggio l’assemblea tramite votazione ha individuato le cinque aree di maggior interesse, avendone prima definito collegialmente i titoli. Ogni partecipante infatti disponeva di dieci voti da assegnare liberamente alle idee ritenute più significative. Dalle votazioni sono emerse le cinque macro-aree che saranno approfondite nei prossimi appuntamenti. Ecco un riassunto dei temi più votati:

  • Città inclusiva: diritto alla casa, valorizzazione dei borghi, spazi pubblici rispondenti alle esigenze dei cittadini, servizi essenziali gratuiti o convenzionati, attenzione a chi è in difficoltà;
  • Città sostenibile: verde urbano, qualità della vita, mobilità efficiente e sostenibile, sicurezza del territorio;
  • Partecipazione responsabile: amministrazione condivisa,  promozione istituzionale della democrazia e della compartecipazione, cura e impegno attivo dei cittadini per la città;
  • Giovani: valorizzazione e scoperta delle nuove generazioni, creazione di spazi dedicati, supporto alle famiglie, istruzione formale e informale;
  • Festival culturali: valorizzazione e conoscenza delle culture, promozione di spazi per promuovere valori positivi, città come laboratorio permanente di sviluppo del pensiero.

Il prossimo appuntamento riguarderà proprio i “Tavoli di lavoro”, in programma giovedì 6 e giovedì 20 novembre 2025, alle ore 20.30, sempre presso il Centro pastorale diocesano (ex Seminario Vescovile, via Cellini 13 – Senigallia). In queste occasioni ciascuno potrà sviluppare e appprofondire le tematiche che più interessano grazie all’aiuto di facilitatori ed esperti che guideranno i gruppi attraverso un’esperienza di dialogo e confronto. Ci auguriamo che dal lavoro dei tavoli escano idee e bisogni concreti per la città.

Rinnoviamo infine l’invito a tutte le cittadine e i cittadini di Senigallia a partecipare attivamente ai prossimi incontri e a coinvolgere amici, vicini, conoscenti e colleghi. Più persone parteciperanno, più forte sarà il contributo collettivo alla costruzione della città che vogliamo.

Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro – Senigallia

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“La mappa delle idee”: assemblea aperta alla città per confrontarci su quanto ci sta a cuore

“La città che vogliamo”, il laboratorio di democrazia partecipativa promosso dalla diocesi di Senigallia (Pastorale sociale e del lavoro) ha inaugurato la nuova edizione due settimane fa. Ora si entra nel vivo: domenica 26 ottobre 2025 inizia il confronto con la “Mappa delle Idee”, alle ore 16.00, presso l’aula magna del Centro Pastorale (ex- Seminario Vescovile via Cellini 13, Senigallia). Un’assemblea in cui i partecipanti potranno esprimere le idee per la città, per poi decidere insieme – mediante confronto e successivo voto – i temi di maggior interesse tra quelli emerse durante l’incontro stesso.

L’invito è per cittadine e cittadini a partecipare e lasciarsi coinvolgere, invitando amici, vicini di casa, conoscenti, colleghi di lavoro, ecc. Più persone parteciperanno e maggiore sarà il contributo per la città. Dopo l’assemblea, si proseguirà con “Tavoli di Lavoro” (6 e 20 novembre ore 20.30), “Presentazione delle Conclusioni” (febbraio 2026), “Consegna delle Idee ai Candidati Sindaco” (marzo 2026).

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Al via a Senigallia “La città che vogliamo”, un percorso di partecipazione politica sul bene comune

Senigallia si prepara alle prossime consultazioni amministrative che dovrebbero tenersi nella primavera 2026 con un’iniziativa che mette al centro l’ascolto e la partecipazione dei cittadini. La Diocesi, attraverso la Pastorale Sociale, del Lavoro per la Salvaguardia del Creato, insieme a Caritas e Casa della Gioventù, rilancia il percorso “La città che vogliamo” già ‘testato’ nel 2020. «Non si tratta di un’alternativa alla politica», come ha sostenuto Enea Barazzoni durante l’intervista a Radio Duomo Senigallia, ma «di un processo per rafforzare la comunità e far emergere i veri bisogni dei senigalliesi». L’AUDIO integrale è in onda mercoledì 8 e giovedì 9 ottobre alle ore 13:10 e alle ore 20, con un’ulteriore replica domenica 12 alle 17 circa, ma è disponibile anche qui grazie al lettore multimediale.

Il progetto, «già sperimentato con successo in passato», riparte con l’obiettivo di «superare l’astensionismo e riscoprire il valore del coinvolgimento civico». La Pastorale Sociale e del Lavoro ha sottolineato che il cuore dell’iniziativa non è tanto il risultato tangibile (ben lungi dall’essere un programma elettorale o qualcosa di simile), quanto il processo in sé, fatto di ascolto e condivisione. “La città che vogliamo” è un percorso aperto a tutti, senza limiti di età, e si concentra sul bene comune, un concetto che supera l’interesse individuale.

L’ALTRA INTERVISTA – GIANMARIA SAGRATI

Le tappe del percorso: dalla presentazione ai tavoli di lavoro

L’iniziativa si articola in sei tappe principali. Il primo appuntamento è fissato per lunedì 13 ottobre alle 21 all’auditorium San Rocco di piazza Garibaldi. L’incontro sarà un momento di presentazione del progetto a tutta la cittadinanza e vedrà la partecipazione di Daniela Ciaffi, vicepresidente di Labsus (Laboratorio per la Sussidiarietà), che offrirà spunti sull’importanza e le difficoltà del coinvolgimento civico.

Si entrerà nel vivo domenica 26 ottobre alle 16 al seminario vescovile di via Cellini, luogo simbolo della resilienza locale dopo le devastazioni alluvionali. In un’assemblea, i cittadini saranno invitati a portare il proprio sguardo sulla città. Queste idee verranno mappate, votate e scremate per far emergere i macro-temi prioritari. Sarà un processo democratico, il che garantisce che i temi di discussione non sono predefiniti, ma scaturiscono direttamente dalla comunità.

I macro-temi identificati verranno analizzati in due sessioni di tavoli di lavoro, che si terranno giovedì 6 novembre e giovedì 20 novembre, sempre alle 20:30 e sempre al seminario vescovile. Questi gruppi ristretti saranno l’occasione per approfondire le tematiche e cercare di tradurre le idee iniziali in proposte concrete. Un aspetto cruciale di questa fase è l’attenzione posta sull’individuazione dei bisogni reali che si nascondono dietro le richieste materiali (es. cosa c’è dietro la richiesta di un parco, di una casa o di impianti sportivi). Per assicurare una guida efficace, l’organizzazione ha recentemente formato un gruppo di facilitatori, preparati a gestire i tavoli di lavoro e orientare la discussione verso l’ascolto e la gestione costruttiva di conflitti e diversità di vedute.

No a ‘liste della spesa’

Il calendario di appuntamenti promossi nell'ambito del percorso di partecipazione politica "La città che vogliamo"
Il calendario di appuntamenti promossi nell’ambito del percorso di partecipazione politica “La città che vogliamo”

“La città che vogliamo” non mira a produrre un programma elettorale, né a creare una candidatura ‘vicina’ alla Diocesi e nemmeno a ipotizzare un soggetto alternativo ai partiti politici. L’intento, come ribadito da Barazzoni, è duplice: rafforzare il dialogo comunitario e consegnare ai candidati sindaci un quadro chiaro dei bisogni emersi dalla stessa comunità.

«Non consegneremo ai candidati a sindaco di Senigallia delle proposte concrete in quanto tali, ma consegneremo un percorso che parte dai bisogni dei cittadini, dalle idee… Saranno loro, i candidati, ciascuno con la propria sensibilità, a farle convogliare, se lo vorranno nei propri programmi elettorali». Gli incontri conclusivi, le cui date saranno definite in base al calendario elettorale (presumibilmente a febbraio e marzo), si terranno al Cinema Gabbiano e serviranno a rendere conto ai partecipanti di quanto emerso e a confrontarsi coi candidati.

In conclusione l’iniziativa si pone come un atto di fiducia nella democrazia e nella partecipazione, un invito a non abituarsi all’astensionismo dilagante ma, anzi, a riscoprire la bellezza di un bene comune più grande dell’interesse personale. L’appello è rivolto a tutti i cittadini e le cittadine: la partecipazione è la chiave per dare voce alle diverse visioni e per far sentire ogni senigalliese parte attiva e valorizzata della stessa comunità.

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Partecipazione civica e politica dal basso: avviato a Senigallia il percorso “La città che vogliamo”

Dopo l’esperienza di 5 anni fa, a Senigallia si fa nuovamente strada un’iniziativa che mira a ridefinire il concetto di politica, ponendo la partecipazione cittadina al centro del processo decisionale. Si tratta de “La città che vogliamo“, un percorso laboratoriale promosso dalla Pastorale sociale e del lavoro e dalla Caritas diocesana. E’ aperto a tutti, e anzi, si rivolge a tutti i cittadini e tutte le cittadine, senza alcuna distinzione. Abbiamo voluto saperne di più sull’iniziativa, sulle sue modalità di svolgimento, discussione e votazione, ma soprattutto sugli ambiziosi obiettivi che gli organizzatori si sono posti. E chi meglio di un giovane che è all’interno della cabina di regia? L’intervista a GianMaria Sagrati, criminologo e mediatore sociale dei conflitti, è in onda il 21 e 22 luglio (ore 13:10 e ore 20) su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). La replica sarà domenica 27 alle ore 17. Ma si può ascoltare anche qui dal vostro pc o telefono, cliccando sul lettore multimediale.

È un percorso che mette al centro la persona, il valore del singolo cittadino, ha spiegato Sagrati, sottolineando come l’obiettivo sia trasformare i bisogni della comunità in idee e soprattutto in ipotesi di soluzioni da presentare poi all’amministrazione pubblica. Il tutto basato sulla concretezza e sulla credibilità. L’iniziativa, pur partendo da un nucleo ecclesiale che è la Pastorale sociale e del lavoro, affiancato dalla Caritas diocesana, si prefigge di aprirsi a tutta la cittadinanza e alle associazioni del territorio. 

Un processo dal basso: i partecipanti, a partire da ottobre 2025 e fino a febbraio 2026, porteranno le proprie esigenze e idee, che verranno poi raggruppate in macro-temi (urbanistica, sociale, giovani, casa, ecc.). Saranno poi gli stessi partecipanti a scegliere, tramite votazione, i cinque temi prioritari su cui concentrarsi. 

Alla domanda su possibili critiche legate a un’invasione di campo da parte della diocesi in ambito politico, Sagrati ha risposto con chiarezza: “Non è nostra intenzione né costruire un programma elettorale né tantomeno un possibile partito outsider. C’è il desiderio di costruire un senso di artecipazione civica, sensibilizzare le persone al bene comune.” L’invito alla partecipazione è esteso a tutti, anche a chi appartiene a partiti politici, purché si presenti come singolo cittadino, portando il proprio vissuto e le proprie idee, senza rappresentanza di enti o associazioni.

Un primo incontro si è svolto lo scorso 9 luglio nella parrocchia della Cesanella e ha coinvolto le associazioni sportive, culturali, di volontariato sociale ed ecclesiali del territorio, con l’obiettivo di presentare il percorso e iniziare a costruire una rete di collaborazione. L’idea è quella di un “movimento a cerchi concentrici” che, partendo dalla cabina di regia e passando per le associazioni, coinvolga un pubblico sempre più ampio. 

I prossimi appuntamenti prevedono un evento di lancio il 16 ottobre, seguito da una presentazione aperta a tutta la cittadinanza il 26 ottobre. Successivamente, ci saranno due date a novembre per lo svolgimento dei lavori, poi l’11 dicembre il primo evento di racconto dell’esperienza, e infine a febbraio 2026 la restituzione finale degli elaborati in un confronto con i candidati sindaci per le elezioni comunali che si terranno a Senigallia nella primavera successiva.

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L'intervento del vescovo Manenti durante il primo incontro del percorso "La città che vogliamo"
L’intervento del vescovo Manenti durante il primo incontro del percorso “La città che vogliamo”: al suo fianco Gianmaria Sagrati

La politica che vogliamo

La Diocesi ha rilanciato ‘La città che vogliamo’, il percorso di partecipazione cittadina in vista delle elezioni comunali di Senigallia, primavera 2026. Puntuali come il caldo in estate, i sorrisini di sufficienza, le accuse di strumentalizzazione partitica, il disincanto di chi considera il progetto una cosa buona, ma sostanzialmente inutile.

Sarà una consolazione di basso cabotaggio, ma vedere tante persone che hanno avuto voglia di guardarsi in faccia e conoscersi meglio, ha quasi del miracoloso. Tanto più senza insultarsi, fuggendo l’arroganza di considerarsi sempre e comunque dalla parte giusta, accettando la politica, ad ogni livello, come qualcosa di molto complicato che chiede tempo e approfondimento. Quella politica che sa fare sintesi, con competenza ed intelligenza, di interessi e sensibilità diverse.

Un po’ troppo? Forse sì, visti i tempi che corrono, ma se qualcuno ha ancora voglia di desiderarla, prendiamoci il diritto di plaudire, dire grazie e fare il tifo per la città di tutti.

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La città che vogliamo: il partecipato incontro che dà avvio al percorso promosso dalla Diocesi

Nel prossimo mese di ottobre prenderà il via la seconda edizione de “La città che vogliamo”. Visto il successo di quella del 2020, la Diocesi di Senigallia, tramite l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro e Caritas, ha deciso di riproporre il laboratorio di democrazia partecipativa per promuovere il dialogo costruttivo, la partecipazione responsabile delle cittadine e dei cittadini senigalliesi, in vista delle elezioni amministrative a Senigallia, previste per primavera 2026. Nel frattempo, in vista del percorso vero e proprio che sarà aperto alla cittadinanza, mercoledì 9 luglio scorso, nell’oratorio della parrocchia di Cesanella di Senigallia, si è svolto un incontro rivolto alle associazioni sportive, culturali, di volontariato sociale, di rappresentanza delle categorie economiche e sindacali e delle associazioni e movimenti ecclesiali senigalliesi, nella pronfonda convinzione che siano anche queste preziosi agenti di cambiamento, confrontandosi e realizzando iniziative per il bene di tutti, impegnandosi in servizi e promuovendo valori fondamentali. 

L’incontro è stato introdotto dal Delegato della Pastorale sociale Giovanni Spinozzi e dal Vescovo Franco Manenti, i quali hanno ricordato l’esperienza della Settimana Sociale dei Cattolici di Trieste dal titolo “Al cuore della democrazia”, al termine della quale la Chiesa italiana è stata invitata a farsi portatrice di un rinnovato impegno sociale e politico per tutta la comunità, con lo scopo di coltivare legami, generare amicizia sociale, saper entrare nel conflitto con generosità. La Diocesi di Senigallia ha deciso con coraggio di accogliere questo invito rinnovando il percorso de “La città che vogliamo”.

La serata è continuata con un momento di conoscenza tra le oltre 50 associazioni presenti. A turno, ogni rappresentante ha presentato la propria associazione, descrivendone tre tratti caratteristici. Poi è stato presentato alle associazioni il percorso che si comporrà di 5 incontri aperti, da ottobre 2025 e fino al febbraio 2026.

Si è infine lasciato alle associazioni un piccolo compito per casa, da svolgere prima dell’inizio vero e proprio del percorso dove non ci saranno più rappresentanti ma ognuno parteciperà in veste di singolo cittadina e cittadino: “Cosa proporreste per Senigallia partendo dalla vostra esperienza associativa?“, questa la domanda che vuole sollecitare idee una città più inclusiva e giusta.

Il confronto è stato piacevolmente accompagnato dal cibo e dalle bevande preparati dal gruppo SE.PO.FA – Servizio di tempo libero e vita Indipendente – promosso e gestito dalla cooperativa sociale ‘Casa della gioventù’ (nella fotografia sotto).

“La città che vogliamo” è iniziata nel migliore dei modi. L’entusiasmo e le aspettative per questo percorso sono tante. Qualora ci fossero associazioni che volessero dare il loro contributo pur non avendo partecipato all’incontro, basta scrivere all’indirizzo: lacittachevogliamo.senigallia@gmail.com.

Diocesi di Senigallia
Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro

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Parte il percorso ‘La città che vogliamo’ con l’incontro delle associazioni interessate

La diocesi incontra le associazioni di Senigallia in preparazione dell’evento “La città che vogliamo”, il laboratorio di democrazia partecipativa che partirà ad ottobre 2025. In un tempo in cui la frammentazione sociale e la sfiducia nella partecipazione sembrano prevalere, sentiamo più che mai il bisogno di riscoprire il valore del bene comune e dell’impegno attivo nella vita della comunità.

Per dare nuova vita alle nostre città, spesso inquinate da indifferenza ed egoismo, occorre riscoprire con forza il motto di don Milani “I care” – “Mi sta a cuore” – come segno concreto di responsabilità personale e collettiva verso ciò che ci circonda. Questo senso di cura e di corresponsabilità è oggi quanto mai necessario per costruire insieme una collettività più giusta, solidale, pacifica e accogliente.

Per far fronte a questa necessità impellente di riscoperta della partecipazione, la Diocesi di Senigallia, tramite l’Ufficio di Pastorale Sociale e Caritas, in vista delle elezioni del comune di Senigallia di primavera 2026, intende organizzare una nuova edizione della “La città che vogliamo”, un laboratorio di democrazia partecipativa, che inizierà ad ottobre 2025, per promuovere il dialogo costruttivo, la partecipazione responsabile ed il senso di comunità in tutti i cittadini senigalliesi.

Il primo passo di questo percorso vuole essere fatto coinvolgendo le associazioni cittadine, coloro che nel nostro territorio svolgono per prime un ruolo fondamentale nella promozione del bene comune, fungendo da motore di partecipazione e coesione sociale, nonché da cellule del tessuto connettivo del territorio. Esse agiscono come agenti di cambiamento, realizzando iniziative per il bene di tutti, offrendo servizi e promuovendo valori fondamentali. 

Il Vescovo e gli organizzatori dell’evento incontreranno i rappresentanti delle associazioni che vorranno partecipare registrandosi all’apposito link https://forms.gle/HnjiDxApybXrmUzX9, mercoledì 9 luglio 2025, alle ore 21.00, presso i locali dell’Oratorio della Cesanella, Via Guercino n. 25.

Lo scopo dell’incontro è quello di illustrare il percorso de “La città che vogliamo”, e coinvolgere attivamente le associazioni nelle tappe successive del progetto, previste a partire dal prossimo ottobre. Con “La città che vogliamo”, Senigallia sceglie di costruire il proprio futuro ascoltando la voce di chi la vive ogni giorno: i cittadini non solo spettatori, ma protagonisti del cambiamento.

Commissione diocesana
per la pastorale sociale e del lavoro

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Indagine su un campione di giovanissimi lavoratori: tra grigio, nero e poco bianco

Per il secondo anno consecutivo, la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Senigallia insieme ai responsabili del progetto Policoro hanno potuto aprire una finestra su come i 17enni delle scuole superiori vivono concretamente il tema del lavoro. Il progetto Policoro nasce 25 anni fa da una intuizione fa di Mario Operti, Direttore dell’Ufficio nazionale della Conferenze Episcopale Italiana per i problemi sociali e del lavoro, per rispondere al problema della disoccupazione giovanile. Tra i diversi scopi, il progetto Policoro accompagna i giovani nel dare qualità al proprio percorso in vista della professione da intraprendere. Nelle diocesi che aderiscono, tra cui quella di Senigallia, il progetto Policoro è sviluppato da un tutor e da una équipe diocesana,

Con la stessa metodologia sperimentata lo scorso anno all’istituto Padovano-Corinaldesi, sono stati somministrati dei questionari ai ragazzi degli ultimi anni dell’Istituto Alberghiero Panzini, nell’ambito del percorso di educazione civica “We Care”.  Ed anche al Panzini è stato proposto un originale gioco di ruolo con il quale le otto quarte classi hanno sperimentato le dinamiche che possono nascere tra datori di lavoro, lavoratori, sindacalisti, ispettori del lavoro, sui temi del lavoro nero oppure grigio.

Particolare attenzione è stata riposta alla presentazione dei dati di un questionario originale somministrato dai ragazzi ai loro coetanei sui temi del lavoro in regola, parzialmente in regola o sommerso, su cosa fare per prevenirlo e ridurlo e sulla rilevanza attribuita alla sicurezza sul lavoro. Lo scorso anno al Corinaldesi-Padovano era emerso un dato se non preoccupante, quantomeno capace di accendere un campanello di allarme: gran parte degli studenti ha risposto che, se potesse, preferirebbe lavorare in nero, pensando così di poter negoziare un salario migliore. Purtroppo, il campanello continua a trillare, anche da quanto emerge dai risultati del questionario all’istituto Panzini.

Le risposte sono state 208 e sono arrivate da ragazze e ragazzi tra i 17 ed i 18 anni di età. I dati emersi sono stati presentati dalle responsabili del progetto Policoro e commentati in modo corale il 24 aprile durante la giornata conclusiva del percorso “We Care”, alla presenza del vescovo e della amministrazione comunale (rappresentata dall’ass. Gabriele Cameruccio) oltre che dei docenti della scuola. I ragazzi hanno poca conoscenza di quali siano i propri diritti sul lavoro, non conoscono i sindacati. I relatori e le relatrici hanno lanciato un messaggio chiaro: lavorate solo con un contratto firmato, con una paga dignitosa e che preveda reali momenti di formazione sulla sicurezza sul lavoro.

In 176 hanno dichiarato di aver già avuto un’esperienza lavorativa. I principali settori lavoratori sono stati: ristorante (11,4%), hotel (8,6%), aiuto cuoco (5,7%), bar (5,7%).

Il 53,8% ha risposto di aver lavorato come dipendente (con stipendio orario o mensile), il 31,7% come stage non retribuito, il resto come babysitter o altro. Il 46% ha sottoscritto un regolare contratto di lavoro, il 23,9% un contratto di formazione lavoro, il 15,3% un contratto a chiamata, il 14%,8 senza nessun contratto.

Il 14,6% (26 ragazzi) dichiara che il “contratto” era un proforma e riceveva una quota in nero.

Ponendo in correlazione diverse risposte a più domande, è emerso che 52 ragazzi hanno lavorato “in nero” e 33 ragazzi hanno lavorato “in Grigio”.  Emerge che purtroppo, in una percentuale comunque alta, il lavoro in nero oppure in grigio supera, dunque, il 48%! (85 studenti su 176)

Riguardo al tema delle otto ore di formazione obbligatoria per la sicurezza sul lavoro, il 70,4% ha risposto di aver svolto quanto obbligatorio, il 23,7% non ha adempiuto a tale obbligo, il restante 5,9% ha dichiarato di aver sottoscritto solo degli schemi.

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We care: concluso il percorso di educazione civica che ha coinvolto otto quarte dell’Iss ‘Panzini’

Il 24 aprile scorso, dalle 12.00 alle 13.30, presso l’istituto alberghiero Panzini di Senigallia ha avuto luogo la cerimonia conclusiva della terza edizione del percorso di educazione civica attiva We care, promosso dalla Pastorale sociale e del lavoro di Senigallia, insieme a Caritas Senigallia, Cisl, Pastorale scolastica, Progetto Policoro. Rilevante sostegno è stato offerto dai docenti Anita Manti, Giuseppe Santoro, Ramona Ragni, oltreché dai docenti e dai tecnici del Panzini.

I destinatari e protagonisti sono stati le studentesse e gli studenti delle otto quarte classi dell’Alberghiero. Il Team We Care è stato composto da Alessandra, Anita, Beatrice, Daniela, Giandiego, Giovanni G, Giovanni S.  Giuseppe, Lorella, Lucia, Ramona, Rita, Roberto B, Roberto O, Silvia, Stefano, Susanna,Veronica. Un ringraziamento anche ad Alberto della Commissione di pastorale sociale.

Il dirigente scolastico prof. Alessandro Impoco ha ringraziato il teamWe Care chiedendo di ripetere la esperienza anche il prossimo anno. Il direttore della Pastorale sociale e del lavoro Giovanni Spinozzi ha ricordato gli appuntamenti del percorso, strutturati sui temi delle fragilità (con Amedeo e Carlo dell’associazione Ad Alta Voce di Trento), del lavoro giusto (con il Biscottificio solidale Frolla e con la Cisl), dello sviluppo sostenibile (con il prof. Giuliani della Università Politecnica delle Marche e con gli operatori della coop. Sociale Il Nazareno di Carpi). La inaugurazione era stata dedicata al tema delle ricchezze dell’Italia sostenibile, insieme al Presidente di Symbola, Ermete Realacci.Spinozzi ha letto, poi, delle frasi di Papa Francesco attinenti ai temi del percorso, tratti dalle sue encicliche: è stato un modo per onorarne il ricordo a pochi giorni dalla scomparsa.

Ogni attività al mattino è stata attivata dai ragazzi incontrando esperti che sul territorio di Senigallia hanno a cuore i temi del We care: il Dipartimento per le dipendenze patologiche, la Cooperativa Casa della gioventù, l’associazione Dalla parte delle donne ODV, la Caritas, il biscottificio Frolla, Cooperativa CIMAS, Pizzeria Mezzometro, l’ Hotel Bologna – Orso Bo, l’osteria Palazzo Barberini, la cooperativa Undicesima Ora, la Cisl. Spinozzi ha sottolineato come il percorso We care si caratterizzi per le call to action, dei momenti in cui la scuola si apre al territorio ed alle forze solidali e operose che in esso agiscono e vivono.

Susanna, a nome delle referenti del Policoro, ha mostrato i risultati di un questionario somministrato dai ragazzi e delle ragazze durante l’attività di call to action sul lavoro giusto. Sono emersi alcuni dati poi commentati anche da Giovanni Giovannelli della CISL e dal direttore della Pastorale sociale e del lavoro Giovanni Spinozzi: i ragazzi hanno poca conoscenza di quali siano i propri diritti sul lavoro, non conoscono i sindacati, praticano, purtroppo in una percentuale comunque alta, il lavoro in nero oppure in grigio che supera il 40%. Il relatori e le relatrici hanno lanciato un messaggio chiaro: lavorate solo con un contratto firmato, con una paga dignitosa, e che preveda reali momenti di formazione sulla sicurezza sul lavoro.

Giandiego, a nome del Team, ha reso noti i dati del questionario di valutazione dei ragazzi. IL 53,7% ha dato un voto di 3 su 5.  Il 36,6% un voto di 4 su 5.  Il restante 7% ha dato un voto di 2 su 5. Il 78,6% dei ragazzi consiglierebbe ai loro compagni più piccoli di frequentare il percorso We care. Tra le motivazioni, il Team We Care è rimasto colpito in particolare dalla seguente risposta” Perché gli argomenti che si trattavano fanno parte della crescita e dell’adolescenza di noi ragazzi che stiamo aprendo la porta della vita, scoprendo il lavoro, le fragilità che abbiamo dentro e per avere come tutti i grandi anche noi un posto nella società giusto e ripagato”.

Hanno portato il loro saluto anche il Vescovo di Senigallia Franco Manenti e l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Senigallia, Gabriele Cameruccio. Giovanni Spinozzi ha consegnato alla prof.ssa Sabina Piombetti due macchinari che, grazie al contributo della BCC di Ostra e Morro d’Alba, la pastorale sociale ha donato alla scuola. E’ stato consegnato anche un buono per 5 kit di divise complete per ragazzi con necessità.

Giandiego Carastro – Pastorale sociale e del lavoro diocesana

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Fede e lavoro: dalla Diocesi di Senigallia momenti di preghiera per e con le categorie professionali

L’ultimo appuntamento c’è stato il 27 febbraio ed era rivolto a tutti coloro che sono chiamati ad annunciare, ma prima ancora erano stati protagonisti gli insegnanti, e nel precedente gli operatori sanitari. Il prossimo si terrà giovedì 20 marzo, alle ore 21, presso la parrocchia di Marina di Montemarciano, ponendo al centro quanti invece sono chiamati a difendere. Cosa sono? Sono gli incontri di preghiera e riflessione per le categorie professionali promossi dalla commissione diocesana per la pastorale sociale e del lavoro. 

Ne abbiamo voluto sapere di più, facendo qualche domanda alla referente dell’iniziativa, l’arch. Daniela Giuliani, persona molto nota in diocesi per via dei molteplici progetti che porta avanti. L’intervista, in onda lunedì 3 e martedì 4 marzo alle ore 13:10 e alle ore 20 su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), la si potrà ascoltare anche domenica 9 alle ore 16:50 ma anche in questo articolo grazie al lettore multimediale, in accompagnamento a questo breve articolo.

Come ci ha spiegato, sono momenti di adorazione eucaristica che si svolgono una volta al mese nella parrocchia di Marina. Si affidano al Signore le fatiche e le gioie del lavoro. Ogni mese, la preghiera è dedicata a una categoria diversa, come educatori e insegnanti; medici, infermieri e oss; oppure agricoltori, panificatori e ristoratori. La prossima volta – appunto il 20 marzo – saranno chiamati a pregare insieme tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine e ai corpi di polizia locale, vigili del fuoco, protezione civile, insomma coloro che hanno la missione di difendere e tutelare le persone.

Ma qual è il senso? L’obiettivo – spiega Giuliani – è aiutare le persone a vivere la propria fede nel contesto lavorativo, riconoscendo il lavoro come un modo per incontrare il Signore e servire gli altri. C’è una grande ricerca di senso nel mondo del lavoro, e questi incontri offrono uno spazio per riflettere sul significato del proprio impegno professionale alla luce del Vangelo.

Daniela Giuliani è impegnata anche nella missione in Costa d'Avorio
Daniela Giuliani è impegnata anche nella missione in Costa d’Avorio

Oltre agli incontri di preghiera, Daniela Giuliani (che molti conoscono anche per l’impegno nel settore missionario, soprattutto con la Costa d’Avorio), è coinvolta nel progetto Policoro e nel progetto We Care, che si rivolgono ai giovani. Il progetto We Care, in particolare, prevede incontri nelle scuole per sensibilizzare i giovani sui temi dell’educazione civica e della dottrina sociale della Chiesa. 

Quest’anno, il progetto si svolge al Panzini, dove i ragazzi stanno parlando di lavoro in tutte le sue sfaccettature: dal lavoro sommerso o nero al lavoro precario, dalla contrattualistica alle esperienze formative, dalle figure collaborative o dipendenti fino all’ottica imprenditoriale. L’obiettivo è aiutare i giovani a riflettere sul lavoro come vocazione e a scoprire come possono contribuire a costruire una società più giusta e solidale.

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Montemarciano e la giornata del creato: al centro del messaggio interreligioso ci sono ambiente ed ecologia

La diocesi di Senigallia promuove – tramite la pastorale sociale, del lavoro e per la salvaguardia del creato – la giornata per la custodia del creato che si svolgerà domenica 29 settembre, alle ore 16, alla parrocchia a Marina di Montemarciano. E’ un’iniziativa che si ripete ormai da qualche anno e che riveste una sua importanza anche perché dà slancio non solo all’impegno in chiave ecologista ma anche per il dialogo interreligioso. Perciò abbiamo pensato bene di intervistare il responsabile della pastorale senigalliese, Giovanni Spinozzi. L’intervista sarà in onda oggi, mercoledì 25, e domani, giovedì 26, alle ore 13:10 e alle ore 20, con un’ulteriore replica domenica 29 a partire dalle 16:50. L’audio è disponibile anche in questo articolo, assieme a un estratto testuale, cliccando il tasto “riproduci” del lettore multimediale.

Cos’è la giornata del creato, come si svolgerà e chi vi parteciperà?
Si tratta di un momento di preghiera interconfessionale, a cui parteciperanno il vescovo Franco Manenti per i cristiani cattolici, il rabbino Amos Zuares per la comunità ebraica di Ancona, Rachid Ouqqass vice imam del centro culturale Alnour per quanto riguarda la comunità islamica,  e padre Luca Santoro per i cristiani ortodossi. Ma sarà presente anche il sindaco Maurizio Grilli per il comune di Montemarciano, il quale ha concesso il patrocinio alla iniziativa. Dopo il momento di preghiera saremo stimolati da una riflessione di Adriano Sella, scrittore e conferenziere impegnato nella promozione dei nuovi stili di vita; laico missionario nella custodia del creato, per molti anni ha lavorato in Amazzonia, vedendo con i propri occhi la deforestazione più selvaggia e la distruzione del paese. Nell’ultima parte sarà presentato il progetto diocesano Fratello Sole, nato per l’efficientamento energetico e la promozione delle comunità energetiche (CER) nelle parrocchie e strutture della diocesi, tale progetto il mese scorso ha dato vita alla fondazione di partecipazione Fratello Sole, struttura giuridica a cui potranno appoggiarsi tutte le comunità energetiche del territorio diocesano. Poi terminerà con una festa e un rinfresco.

Da sottolineare c’è il carattere interreligioso dell’iniziativa: è stato un processo faticoso o è venuto naturale?
La ricorrenza è nata dalla chiesa ortodossa, poi la chiesa cristiana ha assunto questa giornata, creando un gruppo ecumenico. A Senigallia è la quarta edizione e si è voluto mantenere questo aspetto: abbiamo chiamato i nostri amici e appena abbiamo chiesto di pregare insieme, tutti hanno risposto positivamente.

Quindi non c’è sempre quel conflitto tra le religioni?
La narrazione è un po’ diversa da ciò che emerge sui giornali. Perlomeno qui a Senigallia nascono spontanee le collaborazioni. Il nostro vescovo Manenti, su richiesta di diversi ortodossi, ha concesso l’uso della chiesa del Carmine per il rito ortodosso data la crescente presenza di persone dalla Romania, dall’Ucraina e altri paesi.

Vivere insieme significa anche agire: queste sinergie come si concretizzano?
Tutte le giornate del creato nella nostra diocesi hanno sempre un risvolto concreto. Nelle ultime due c’è stata la riqualificazione del parco della Cesanella e sul fiume Misa le testimonianze delle associazioni che hanno aiutato dopo la catastrofe. Oggi si parlerà di comunità energetiche, l’input è arrivato dalla settimana dei cattolici a Taranto. Qui è stato incaricato Giovanni Ciriachi per riflettere su come avviare una comunità energetica. Si è scelta l’area di Marina di Montemarciano, Marzocca e Montignano, installando 47 kW di pannelli solari fotovoltaici sui tetti della parrocchia di S.Maria della neve e S.Rocco di Marina di Montemarciano grazie alla parrocchia, al progetto Fratello Sole ed alla coop. Sociale “Spazio Comune”. Di fatto sono il nucleo produttore iniziale per dar luce alla prima comunità energetica della diocesi. Occorre però una veste giuridica con un ente no profit che riceva gli incentivi statali per poi riversarli su progetti sociali o ridistribuire nelle comunità più fragili. E’ stata avviata quindi la fondazione di partecipazione Fratello Sole.

Quindi ci si potrà appoggiare a questa struttura giuridica? Come funziona?
Nello specifico, se io ho un pannello e non utilizzo tutta l’energia prodotta, ogni kwh in eccesso che non consumo io ma viene consumato da un altro, quindi condiviso, riceve un incentivo. Questo viene messo in una cassa comune poi da redistribuire ai più poveri o usarli per progetti di utilità sociale. La chiesa cattolica si è data come linee guida anche quella di destinare il 50% della quota di questi incentivi per i poveri e le necessità sociali. Quindi una comunità energetica rinnovabile e solidale. Non si deve essere credenti per poter aderire, ma si deve sapere che fino al 50% dell’incentivo non verrà redistribuito perché sarà usato per fini sociali, il resto si.

La locandina per la giornata del creato 2024

Quindi è stato creato il contenitore, ci sono i pannelli: quindi si può partire?
Tecnicamente attendiamo il via libera dello Stato, ma tutto è pronto. Poi si chiamano le famiglie e si parte.

Chi può partecipare?
Chi vuole, sia famiglie, sia persone giuridiche; così anche un negozio, una piccola azienda, un condominio, sapendo però che ogni realtà vale un voto e che quindi il commerciante con un grosso negozio non comanderà più degli altri. E’ molto democratica l’impostazione. Gli iscritti devono stare sotto la stessa cabina primaria che riceve la corrente ad alta tensione; nel nostro caso c’è quella tra Marina, Montemarciano, Marzocca e Montignano. Ma nella diocesi ci sono altre sette cabine primarie, quindi l’idea è quella di fare in totale otto comunità energetiche. Costi iniziali non ve ne sono ma serve un produttore che abbia una certa potenza per poter partire.

Verranno installati anche altrove?
L’idea è di installarli anche sulla canonica di Marzocca e poi sull’oratorio di Montignano. Ci si potrà iscrivere sia come solo consumatore sia nella duplice veste di consumatore e produttore, quindi “prosumer”. Entro un mese credo si potrà partire. Anche Cariverona ci ha creduto finanziando il nostro progetto risultato vincitore di un bando specifico.

Quindi tornando all’iniziativa di domenica 29 settembre, come si declina questa sensibilità con la  giornata del creato?
La giornata si celebrava anche prima, ma il punto di riferimento è l’enciclica “Laudato sì” del 2015, in cui papa Francesco ha messo chiaramente la questione ecologica al centro. Il rispetto del creato, la giustizia climatica, la sostenibilità verso i posteri e i cambiamenti climatici sono punti fondamentali del messaggio cristiano, un inedito. Poi c’è stata la “Laudate Deum” che è solo sui cambiamenti climatici, non era mai successo che la chiesa fosse così chiara su questo tema. Esiste quindi il peccato ecologico: chi inquina si deve confessare, come il peccato fiscale se non paghi le tasse. Si fa del male all’ambiente, al creato e ai posteri, quindi è stata posta la questione spirituale dentro la questione ecologica. Si fa leva sulla fede per richiamare sulla responsabilità ecologica. Per arrivare a obiettivi così importanti servono tutte le energie possibili, anche la spiritualità.

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