Le persone con disabilità sono un gruppo di minoranza ma numeroso nel mondo e coprono tutti i generi, le etnie, le età e il livello socioeconomico. Eppure, sfortunatamente, viviamo ancora in un mondo in cui le persone con disabilità sono semplicemente etichettate da una diagnosi medica, svalutando la loro identità sociale e riconducendole semplicemente alla definizione di “diverse da me”. Il rischio in cui si cade è mettere delle etichette e ignorare la persona che c’è dietro la disabilità. La realtà dovrebbe essere, invece, quella di mettere la persona prima della sua disabilità, in modo tale da iniziare a cambiare atteggiamento verso i problemi inerenti a ogni condizione fisica specifica. Quindi, la disabilità dovrebbe diventare semplicemente un tratto secondario, non una caratteristica che definisce.
Per questo, con Samuele Alfonsi, l’Unità pastorale ‘Buon Pastore’ ha organizzato un appuntamento dal titolo “Guardare oltre la disabilità”. Come lui stesso scrive: “Abbiamo organizzato un incontro molto importante per parlare di argomenti troppo spesso dimenticati sul tema della disabilità, sotto tanti aspetti soprattutto sociali e che riguardano un po’ tutti”. Nell’occasione sarà presentato un video sulle barriere architettoniche, realizzato da ‘Gioventù che fare’.
Appuntamento al Teatro ‘Portone’, di Senigallia – P.le della Vittoria – venerdì 9 settembre 2022, alle 18.00, con ingresso libero.
Giochi Senza Barriere: un appuntamento atteso da grandi e piccoli. Tre e più giorni di giochi, incontri, divertimento, riflessioni, servizio. Da settimane gli animatori stanno preparando queste giornate dell’ultima settimana di agosto e i protagonisti saranno proprio loro, gli oltre 250 bambini e ragazzi che giocheranno, accompagnati da più di 100 educatori, insieme alle loro famiglie e agli adulti della parrocchia.
Quest’anno l’ambientazione dei giochi sarà la storia di Harry Potter, saga fantasy sempre affascinante anche a distanza di venti anni dall’uscita del primo libro. Dietro il linguaggio e i temi propri del fantasy, rimbalza un esplicito simbolismo proprio dell’esperienza cristiana: la lotta tra il bene e il male, lo stesso uso della magia che viene messa a servizio degli ultimi.
Una saga che, con il linguaggio del fantasy, potrebbe addirittura accompagnare alla scoperta del senso profondo del kerygma, del primo annuncio, che è il cuore stesso della nostra fede, che guida al discernimento degli spiriti e alla lotta interiore che ciascuno vive tra il desiderio del bene e le suggestioni del male e con la quale è chiamato a fare i conti costantemente anche lo stesso Harry. Non un eroe infallibile ma un testimone autentico del cammino della vita, aperto alla relazione con gli altri, come ciascun cristiano è chiamato ad essere, e che dalla relazione con gli altri sa cogliere il frutto dei carismi che – fuor di metafora letteraria – fanno della Chiesa un solo Corpo.
Perché i Giochi senza barriere? Perché impiegare tempo fondamentalmente per far giocare bambini e ragazzi? Innanzitutto perché star bene non è cosa da poco. Poi per far sperimentare agli educatori – adolescenti e giovani – la bellezza del prendersi cura e, dietro questo, scoprire il volto di Cristo che ogni giorno ha cura di noi. C’è anche la dimensione del rapporto tra generazioni che fa la comunità che è degna di nota: dai bambini agli anziani, passando per giovani e adulti, si lavora e si condivide, si riflette e si suda, si prega anche in particolare nella preghiera del mattino e nella Messa del sabato. Si costruisce anche così la comunità e la comunità cristiana? Pensiamo di sì e lo pensano tutti coloro che questa estate hanno proposte campiscuola, oratori estivi, uscite varie, Destate la Festa. A ciascuno di noi fa tesoro di tanta ricchezza.
Ecco il programma dell’edizione n. 40 dei Giochi Senza Barriere, che si svolgerà nei campi da gioco della parrocchia in via Gramsci e in piazza della Vittoria.
Mercoledì 24 agosto serata iniziale alle ore 21.15 e inaugurazione dei giochi. Giovedì 25, venerdì 26 e sabato 26 agosto i bambini e i ragazzi giocheranno e rifletteranno accompagnati dagli educatori. Nelle tre sere piazza della Vittoria sarà animata.
Giovedì 25 agosto dalle 19.30 “Cena con delitto” con purtroppo i posti già esauriti. Venerdì 26 agosto apertura dello stand gastronomico alle ore 19.30. Alle ore 21 incontro con la giornalista Giulia Cerqueti dal titolo “Pace senza barriere”. La serata sarà allietata dalle canzoni del gruppo “Red ladies”. Giulia Cerqueti, giornalista e autrice, dal 2002 lavora a Famiglia Cristiana, dal 2021 con il ruolo di caposervizio. Si occupa principalmente di esteri, mondo del non profit e della cooperazione, diritti umani. Ha collaborato con varie testate, fa parte di Osservatorio sui Diritti Umani (dal 2021 nel ruolo di vicepresidente), associazione di giornalisti impegnati nell’informazione indipendente sui diritti umani che pubblica la testata online Osservatorio Diritti.
Don Paolo Gasperini ci parla degli oratori estivi dell’Unità Pastorale Buon Pastore di Senigallia, che sono partiti da qualche settimana al Teatro del Portone, nel rispetto delle normative anti covid.
Come vi siete organizzati per gli oratori estivi nella vostra Unità Pastorale?
Come Unità Pastorale Buon Pastore, che riguarda le parrocchie della zona sud della città di Senigallia, quindi Cristo Redentore, Portone, Santa Maria Goretti e Ciarnin, siamo riusciti a organizzare un oratorio estivo per i ragazzi di elementari e medie grazie alla collaborazione e al lavoro delle persone che si occupano in particolare del teatro. Abbiamo la fortuna di avere qui il Teatro del Portone con delle persone che fanno attività teatrali, e che hanno messo in piedi un programma dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13, in cui ogni settimana c’è al centro un musical. I ragazzi vengono coinvolti in modo molto semplice e coinvolgente nell’allestimento di un piccolo spettacolo. Vengono sollecitate un po’ le dimensioni del mettersi in gioco, quelle teatrali, e sappiamo quanto questo faccia bene ai ragazzi più piccoli, quelle musicali, legate al canto e gli altri aspetti che riguardano proprio l’organizzazione di un musical. Ogni settimana c’è una proposta diversa. Nelle prime settimane di giugno c’era più affluenza, adesso è un po’ calata: si è passati da cinquanta ragazzi a circa una trentina di questa settimana. Questo è molto bello, è una risorsa che viene messa in campo per le famiglie ma in particolare che sollecita i ragazzi nella loro creatività.
Quali sono le maggiori difficoltà che avete riscontrato, essendo ancora in emergenza sanitaria?
Le difficoltà non sono molte, si riesce a star dietro ai vari protocolli in modo molto semplice ed efficace. Abbiamo tutti i protocolli per la sicurezza del covid. C’è una fiducia bella da parte delle famiglie nei confronti della parrocchia e anche il fatto di vedere delle persone adulte che lavorano con i ragazzi è di grande aiuto, insieme poi ad adolescenti che danno una mano. Speriamo che le cose vadano per il meglio, che le attività possano proseguire. C’è questa piacevole collaborazione tra le attività sociali che si possono fare, come il teatro, ma con l’annuncio di fede. Quest’ultimo passa non tanto attraverso una predica o nella spiegazione del Vangelo ma nell’accoglienza piena dei ragazzi, nel metterli in gioco in quelle che sono le loro capacità e possibilità e anche nella cura che gli adulti hanno dei più piccoli, per far sperimentare come la comunità cristiana e l’amore del Signore accompagnano ogni persona.
Don Paolo Gasperini dell’Unità Pastorale Buon Pastore di Senigallia descrive ai microfoni di Radio Duomo – Inblu le attività che stanno portando avanti nelle parrocchie che ne fanno parte per essere di aiuto ai più bisognosi in questo periodo di emergenza.
Come parrocchie dell’Unità Pastorale Buon Pastore di Senigallia, che sono la parrocchia del Portone, di Cristo Redentore, di Ciarnin e di Santa Maria Goretti, da anni si sta lavorando molto nell’attenzione della comunità cristiana verso tutte le persone, in particolare verso i più poveri. Quando ci sono situazioni di grande difficoltà, come è stata purtroppo l’alluvione ormai diversi anni fa, come è il Covid in questo periodo, la cosa bella è la mobilitazione della gente che trova nella comunità cristiana, nella parrocchia un riferimento affidabile. Sono tantissime le manifestazioni di vicinanza, le attenzioni, le offerte che vengono date proprio per venire incontro alle necessità dei più poveri, che vengono affidate alla comunità parrocchiale. Il fulcro, il motore dell’attenzione verso i poveri è il Centro d’ascolto dell’Unità Pastorale, che fa un lavoro di ascolto delle persone. Abbiamo visto in quest’ultimo anno, ed è stata rafforzata proprio questa idea, che nell’ascolto e nella vicinanza alle persone si trova già una risposta, perché coloro che sono in difficoltà ritrovano vigore, sostegno, qualcuno di cui potersi fidare, che non risolve i problemi ma che si fa compagno di strada. Qualche problema lo risolviamo anche, grazie alla disponibilità dei parrocchiani. La prima azione è quella della vicinanza, dell’ascolto, del far sentire le persone amiche, del non giudicare.
Purtroppo la situazione è difficile e molti si trovano in difficoltà senza averlo immaginato qualche mese o qualche anno fa. C’è anche questa fatica nel chiedere aiuto. Quando trovano una semplicità, una soglia bassa, per così dire, un ascolto senza pregiudizio, poi chiedono spontaneamente questo aiuto. Alcuni vengono e dicono: “Io mi vergogno, sono in difficoltà, però so che qui trovo un ascolto senza pregiudizi e so che in un certo senso mi volete bene ugualmente e ci sono!”. Questo è molto bello, è una verifica anche del lavoro che si sta facendo. Oltre alla vicinanza e a questi messaggi di ascolto, ci sono anche degli aiuti molto concreti che vengono dati. In particolare noi seguiamo costantemente una sessantina di famiglie, che sono aumentate di circa una decina in questo ultimo anno, che stiamo sostenendo in modo costante, in difficoltà continua. Poi tanti aiuti saltuari di situazioni temporanee. Il supporto consiste a livello pratico e concreto nell’aiuto per qualche pagamento di affitto arretrato o per necessità familiari. Cerchiamo di fare questo con tanta semplicità. Forniamo anche consulenza nel disbrigo di tante pratiche, come quelle per il bonus degli alimenti o per l’aiuto nell’acquisto di computer per i ragazzi in età scolare. Le persone sanno che, se vengono qui, sono sostenute, ci sono dei volontari preparati che possono aiutare nel compilare questi moduli.
Poi c’è la raccolta degli alimenti, perché anche questa è diventata un’esigenza molto forte, tramite la quale riceviamo moltissime donazioni. Esiste anche la Social Caritas, che cerchiamo di potenziare ogni mese, perché poi il ritorno sul territorio è enorme e di fatto delle quote che noi diamo alla Caritas diocesana, tra aiuti alle famiglie e inserimenti, torna più del doppio di quello che la comunità offre, pur essendo una cifra abbastanza alta. Infine ci sono questi progetti mirati di famiglie temporaneamente in difficoltà come ad esempio l’acquisto di una cucina nuova o la riparazione di qualcosa che si è rotto. Tutti questi interventi pratici sono sempre accompagnati dall’ascolto, dalla vicinanza e dall’amicizia. L’attività non è fatta da singole persone, è la comunità. Anche chi in prima linea si fa accanto agli altri è sempre segno della comunità che sta vicino in questo momento ai più bisognosi. Collaboriamo anche con un forno, i cui proprietari fanno parte della parrocchia, che costantemente rifornisce di pane o di pizze al formaggio, che sono molto gradite dalle persone. Sapere che c’è qualcuno che nel suo lavoro quotidiano pensa a te e fa qualcosa anche per te è veramente di aiuto e di sostegno!
a cura di Barbara Fioravanti
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