Valter Veltroni ha presentato al cinema Gabbiano Senigallia il suo ultimo film ‘Quando’

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Che Valter Veltroni abbia una predilezione per la categoria ‘tempo’ lo avevamo intuito leggendo i titoli dei suoi film e dei suoi libri (“Quando c’era Berlinguer”, “C’è tempo”, “Gli occhi cambiano”, ecc). L’ultimo suo lungometraggio si intitola ‘Quando’ ed è stato lo stesso autore a presentarlo nel pomeriggio di sabato 1 aprile scorso ai tanti spettatori che hanno gremito il cinema ‘Gabbiano’ di Senigallia.

“Non si tratta di avere nostalgia dei tempi andati – ha detto nell’occasione – ho ben presenti tante storture degli anni Ottanta e sono convinto che il mondo evolva. Ho voluto invece mettere sullo schermo il  riannodarsi del tempo, attraverso il cuore di Giovanni, ragazzo che si risveglia con la testa di un diciottenne e il corpo di un cinquantenne”. E’ rimasto in coma per oltre trent’anni, il suo riaprire gli occhi lo catapulta in vite, società, oggetti, persone completamente diversi. E noi viviamo con lui, nel suo sguardo teneramente stralunato, la fatica e la meraviglia di un risveglio così denso di sorprese, fatiche e inediti percorsi che quasi ci obbligano a sfogliare ognuno il nostro personale album fotografico esistenziale. L’unico moto di nostalgia Veltroni lo dedica a quella “passione civile, di partecipazione, di ideali condivisi che è sempre meno presente nel nostro vivere insieme’.

Nessun rimpianto per il tempo che passa, tempo perso, appunto; più o meno abbiamo tutti intuito che l’unica costante è il cambiamento, la filosofia ce lo dice praticamente da sempre. Ma da qui alla negazione di un’idea e desiderio di futuro, incastrati in un presente che poi non è tra i più esaltanti, ci possono ancora essere spazi di condivisione e di impegno perché possiamo stare tutti un po’ meglio, da ogni punto di vista. Veltroni ci crede, nonostante i tanti ‘nonostante’, a dispetto dell’esasperazione del mordi e fuggi, delle progettualità politiche dal respiro corto, di troppa memoria storica, anche la più tragica e preziosa, piegata ad avvilenti interessi di bottega.

La storia ci porta fin qui, poi c’è l’oggi che domanda cosa vogliamo farne. Tutto passa, ma tutto in qualche modo resta. Ed in questo straordinario e delicato equilibrio si giocano le nostre vite. Avessimo sempre il coraggio di Giovanni di rimettersi in piedi e accettare la sfida di camminare di nuovo! Con la fortuna di avere accanto volti amici al nostro fianco. Perché da soli non si va da nessuna parte.

Laura Mandolini

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