La Madonna in trono di Alessandro Candi a Castiglioni di Arcevia

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All’interno delle mura dell’antico castello di Castiglioni di Arcevia, menzionato per la prima volta nella bolla di Papa Innocenzo III del 1199, è oggi conservata una meravigliosa Madonna in trono con Santi dipinta dal pittore di scuola emiliana Alessandro Candi.


Entrando nel borgo di Castiglioni dalla porta su Via Martiri della Libertà, accanto all’Ex Molino, prima di raggiungere la Chiesa trecentesca di Sant’Agata per ammirare l’olio su tela del Candi, è possibile perdersi tra i vicoli del paese antico e, in questo periodo, scoprire negli angoli più suggestivi, nelle piccole vie e all’interno del vecchio forno, i tanti piccoli e preziosi presepi che illuminano il volto di questo storico castello, rivestendolo di un fascino speciale in grado di incantare e di sprigionare forti emozioni.

Madonna in trono, Alessandro Candi (1780-1866), Chiesa di Sant’Agata di Castiglioni d’Arcevia

Suggestionati dalla magia di un Natale che rimanda alle antiche tradizioni cristiane si è pronti per apprezzare, con un animo più sensibile, la grande tela di Alessandro Candi, raffigurante la Madonna in trono con i Santi Guglielmo, Chiara, Antonio e Francesco.
L’opera, donata alla Chiesa di Sant’Agata dalla famiglia Pellegrini, è una copia del quadro originale, oggi conservato alla National Gallery di Londra, del ferrarese Benvenuto Tisi da Garofalo (1481-1559), pittore italiano del tardo Rinascimento molto attivo presso la corte degli Estensi.


Alessandro Candi (1780-1866) fu insegnante all’Accademia delle Belle Arti di Bologna ed era considerato un bravissimo copista, il dipinto gli venne commissionato dal Cardinale Annibale Sermattei della Genga (1760-1829), salito poi al soglio pontificio nel 1823 col nome di Papa Leone XII, per la cappella della sua villa di Fugiano, nei pressi di Arcevia. Il passaggio del nome da Rocca Contrada ad Arcevia avvenne nel 1817 proprio per mezzo del predecessore dell’Annibale, Papa Pio VII.
Da allora la pala del Candi è rimasta nella villa di Fugiano, fino all’arrivo degli eredi della famiglia Pellegrini, Fausta ed Emanuele con i figli Gabriella, Adolfo, Enrico e Maria Teresa. 


Oltre a quella di Castigioni esiste un’altra replica del dipinto del Garofalo eseguita nel 1844, sempre dal Candi, per l’altare della Chiesa di Santa Veronica. Questa versione, in cui Santa Veronica si sostituisce a Santa Chiara, nel 1882 venne poi spostata nella Chiesa di San Giuseppe, appartenente al complesso del Convento dei Cappuccini, dove si trova tutt’oggi sotto la proprietà della Pinacoteca Nazionale di Bologna. 

Madonna in trono, Benvenuto Tisi da Garofalo (1481-1559), National Gallery di Londra


Tra la copia marchigiana del Candi e la pala originale di Londra, datata 1517-1518 e proveniente dall’altare della Chiesa di San Guglielmo di Ferrara, la differenza è, oltre che nel supporto (la prima su tela e la seconda su tavola), nella forma del baldacchino. Inoltre nella tela marchigiana manca la centinatura, che però nella tavola di Londra sembrerebbe essere stata aggiunta, come suggerisce un recente restauro, in un momento successivo. Uguali sono invece le figure dipinte. Al centro dell’opera siede in trono la Vergine Maria, con in braccio Gesù Bambino, circondata da quattro santi. San Guglielmo d’Aquitania, riconoscibile per l’armatura da cavaliere, Santa Chiara, con in mano il crocefisso, Sant’Antonio da Padova, identificabile dal consueto taglio di capelli e dal giglio che tiene nella mano sinistra, e San Francesco d’Assisi, vestito con il tradizionale saio marrone che distingue il suo ordine (anche se il saio indossato da Francesco e oggi conservato nella basilica di Santa Maria degli Angeli è in realtà grigio). Un altro elemento distintivo, che si intravede nell’abbigliamento di San Francesco, è il cingolo, ovvero il lungo cordone, indossato intorno alla vita, coi tre nodi, rappresentanti la Povertà, la Castità e l’Obbedienza.

Marco Pettinari

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