Accanto alla città di Senigallia: i volontari contro l’alluvione

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Volontari a Senigallia post alluvione: un gruppo davanti lo stradone Misa, una delle zone più colpite
Volontari a Senigallia post alluvione: un gruppo davanti lo stradone Misa, una delle zone più colpite

Sono arrivati da tutto il Paese. Volontari e volontarie da nord a sud, che hanno preso treno, autobus e fatto car-sharing per arrivare a Senigallia e dare il loro aiuto fisico e morale alla popolazione colpita dall’alluvione. Gruppi scout, associazioni, società sportive, classi di alcuni istituti superiori, giovani e giovanissimi, lavoratori di ogni settore, persino una coppia svizzera che era in viaggio di nozze al sud e, dopo aver appreso della terribile notizia, ha abbandonato la quiete della luna di miele per venire a dare aiuto. Questa è l’Italia più bella, solidale e sincera, questa è l’Italia di cui andiamo fieri. Alessia, per esempio, è arrivata da Milano per spalare il fango e rendersi utile.

Quando e perché hai maturato l’idea di voler dare il tuo aiuto?

Ho saputo del disastro che stava accadendo quando ero a Milano. Sono originaria di Falconara Marittima e la prima cosa che ho pensato, dopo essermi accertata che i miei cari fossero al sicuro, è in che modo dare un aiuto. Ho immaginato quanto dolore e disperazione potessero esserci in quelle strade, in quelle zone così familiari, e ho considerato che, in un momento talmente difficile, i senigalliesi avevano bisogno di tutti noi. Dovevano sentire la vicinanza, un sostegno dal punto di vista pratico e umano.

Cosa ti ha scosso o emozionato durante il tuo lavoro?

Soprattutto l’organizzazione e la quantità di persone coinvolte una volta arrivata al luogo del ritrovo, il seminario. La solidarietà, gli sguardi preoccupati…

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