La mia testimonianza per far riflettere

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Abbiamo raggiunto Marco, quarantaquattrenne di Senigallia, che dai microfoni di Radio Duomo – Inblu ci lascia una testimonianza sulla sua ex dipendenza, fornendo dei suggerimenti per evitare di cadere nel tunnel della droga.

Marco, che cosa ci racconti della tua esperienza?

Io mi avvicino all’eroina nel ’93, a diciassette anni. Sicuramente ero un ragazzo iperattivo e probabilmente anche molto insicuro. Questa insicurezza è stata anche provocata da un rapporto non proprio idilliaco con mia madre, donna che ha riversato su di me delle ansie a livelli patologici. Quindi io mi sentivo sempre inadeguato e volevo stare al centro dell’attenzione in ogni maniera, e così probabilmente la ricerca di considerazione e l’urlare che c’ero mi hanno portato all’eroina, un gesto eclatante. Nei primi anni ’90 la tossicodipendenza era fatta di strada, con reati, arresti e tante spiacevoli cose.

Pensi che il problema della droga sia radicato a Senigallia?

Anche se la tossicodipendenza è molto cambiata, ancora è fortemente radicata nel tessuto sociale senigalliese, seppure sia un po’ più “mimetizzata”. Chiaramente adesso i ragazzini anche con l’uso del cellulare hanno più facilità a procurarsi l’eroina e si devono “svergognare” di meno. In più con l’esistenza del Set, dove danno il metadone, non c’è bisogno di andare a fare i reati quando si è in astinenza.

Quali sono, secondo te, le cause che portano un ragazzo alla dipendenza dalla droga e che consiglio ti sentiresti di dare ai giovani e alle famiglie?

Sicuramente, visto che l’eroina è una cosa che colpisce l’emotività degli adolescenti – parlo di eroina perché è la droga più eclatante, però ci sono tante forme di dipendenza – sicuramente i genitori giocano un ruolo fondamentale. Il consiglio che potrei dare a una coppia di genitori è intanto di non riversare l’ansia sui propri figli, cercando di risolversela tra di loro e non in presenza dei bambini e i ragazzi. Devono essere dei discreti osservatori. Per esempio, se si decide di far uscire un quattordicenne con un gruppo di amici, è inutile chiamarlo ogni cinque minuti perché quelle telefonate mettono insicurezza al soggetto in questione. Quindi il ruolo genitoriale è fondamentale. Posso dire una cosa: c’è solamente un 10% di persone che riesce a uscire dall’eroina. Io ne ho conosciuti veramente a centinaia di ragazzi. La famiglia a livello emotivo gioca una parte essenziale. Io sono sempre disponibile se la mia testimonianza aiuta a far riflettere sia qualche tossicodipendente ma soprattutto qualche genitore.

a cura di Barbara Fioravanti

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