Più persone (+12%) bussano ai centri della Caritas: più poveri in Italia

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Si allungano le file dei poveri alla Caritas, in maggioranza donne, mentre crescono i lavoratori sottopagati che non riescono ad arrivare a fine mese per il caro affitti e i rincari delle bollette. Nel 2022 gli indigenti che bussano alle parrocchie o nei centri diocesani sono cresciuti del 12,5% rispetto all’anno precedente proseguendo una tendenza preoccupante, come rivela il report statistico di Caritas italiana presentato martedì 27 giugno 2023, a Roma, insieme al bilancio sociale.

Per la prima volta l’organismo pastorale della Cei anticipa i dati dei 2.855 centri di ascolto e servizi Caritas diocesani e parrocchiali in rete con la raccolta dati (in tutto sono 3.600 dislocati in 205 diocesi). E le antenne della chiesa italiana sul territorio offrono un prezioso spaccato sui volti di povertà del nostro tempo, integrando i dati ufficiali. «Abbiamo deciso di anticipare te tendenze, che verranno poi inserite nel tradizionale rapporto per la giornata mondiale di lotta alla povertà del 17 ottobre», spiega il direttore don Marco Pagniello.

Nel 2022 sono state aiutate dalle Caritas 256 mila persone. Oltre la metà, il 51,9%, vive al Nord, il 27 nel Centro e il 21,1% al Sud. Non si tratta solo di nuovi poveri: quasi il 30% delle persone è infatti accompagnato dalla rete Caritas più di cinque anni. L’età media è 46 anni, a chiedere aiuto sono più donne (52,1%) che uomini (47,9%). In media sono state ascoltate 89 persone per ogni centro. Sono stati complessivamente erogati 3,4 milioni di aiuti e interventi, una media di 13,5 prestazioni a persona (ascolto, orientamento, erogazione beni materiali, accesso alle mense, accesso agli empori, prestazioni sanitarie). In risposta all’ondata di profughi ucraini, 21.930 sono stati supportati dalla rete Caritas.

a cura di L.M.

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