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Tag: Stefano Aguzzi

«Un ponte autostradale ai portici Ercolani? Meglio non farlo o farlo solo ciclopedonale»

Soltanto pochi giorni fa avevamo intervistato il sindaco Massimo Olivetti sul tema della ricostruzione del ponte Garibaldi e sul consiglio grande. Ora è arrivata la doccia fredda per quanti, e sono tanti, chiedevano la modifica al progetto del cosiddetto ponte a “brugola”. Lo stesso primo cittadino sembrava che non fosse informato del fatto che fosse già pronto il progetto esecutivo. Adesso il progetto non solo esiste, ma si avvia ad essere quello definitivo, quello che verrà messo a bando, e quindi i margini di manovra per alcune modifiche, si fanno sempre più sottili. E non mancano i commenti. Come quello dell’ex sindaco Maurizio Mangialardi, oggi vicepresidente del Consiglio regionale, ed esponente di spicco del Partito Democratico marchigiano. L’intervista, andata in onda mercoledì 15 e giovedì 16 gennaio alle ore 13:10 e alle ore 20, ma con un’ulteriore replica domenica 19 a partire dalle 16:50, è disponibile anche in questo articolo grazie al lettore multimediale. Di seguito un testo con i punti principali dell’intervista.

Che cosa ha detto in aula l’assessore Aguzzi? 
Ho presentato l’ennesima interrogazione rispetto alla questione del ponte. L’assessore è stato lapidario, il progetto è pronto, ma non solo, è stato già consegnato ad Anas che lo ha girato alla ditta che dovrà procedere con i lavori, quindi la partita è assolutamente chiusa, non ci sono margini di discussione. 

Questa situazione quando è che si è creata? 
Non è che si inventa un progetto esecutivo pronto per essere assaltato in tre giorni, quindi tutti sapevano tutto, sarebbe molto grave che il sindaco non sapesse lo stato di avanzamento della progettazione. Il fatto è abbastanza grave, bastava dire che il progetto non si tocca. Ora c’è poco da discutere, cosa gravissima invece perché il ponte è un mostro, è un ponte autostradale. Rispetto alla passerella provvisoria, quello che viene fuori è 5 volte più largo, almeno 2 volte più alto, con 100 metri di rampe, quindi un ponte dell’autostrada progettato da chi fa ponte autostradali e messo di fronte ai portici Ercolani, forse nessuno ancora si rende conto che cosa sia! 

L’assessore Aguzzi ha affermato (LEGGI LE SUE DICHIARAZIONI) che sarà un ponte molto poco impattante e addirittura ha parlato di strumentalizzazioni politiche per quanto riguarda le 9 mila firme raccolte, cosa ne pensa?
Dico che è un atto di protervia, ha anche di disprezzo. Lo chiedo ai cittadini che sono in ascolto, chi ha visto il progetto davvero? Nessuno! Chi ne ha discusso? Nessuno! Chi ha avuto da un render l’idea di quello che possa venire fuori e che l’ha approfondito si è preoccupato, compreso il sottoscritto, penso ai gruppi consiliari che sono tutti, penso che siano compresi anche quelli di maggioranza che hanno delle grandi perplessità. All’interno del cuore della città storica non può esserci un ponte autostradale. Questo è il tema. Allora io dico: se non si può fare diversamente, meglio non farlo. Oppure facciamo un ponte pedociclabile che non ha quel tipo di impatto e attendiamo le vasche di espansione perché sono il vero elemento che mette in sicurezza la città di Senigallia, non certo quel mostro messo lì. 

C’era anche chi chiedeva di uniformare i progetti di ponte Garibaldi e ponte degli Angeli, che cosa ne pensa di questo?
Sul ponte degli Angeli, intitolato così dal sindaco Olivetti, non c’è nessun provvedimento: c’è un approfondimento giuridico, anche processuale. Ma uniformare cosa vuol dire? Dobbiamo parlare anche del ponte Portone, del ponte della Statale, del ponte della Ferrovia. Certo che sono oggetto indispensabile di ragionamento, perché ancora hanno le pile in atto soprattutto gli ultimi due, però oggi c’è una contingenza che è la realizzazione del ponte Garibaldi. Così non si può fare per renderlo compatibile con la città, allor abisogna non farlo. 

Quale il ruolo dell’amministrazione comunale della giunta Olivetti: si è comportata da portatrice di interessi della collettività della città nei confronti della regione e della struttura commissariale, oppure ha perso l’occasione di in qualche modo tutelarli? 
Chi governa ha l’obbligo di assumersi le responsabilità, tutte, che incidono nella propria città, non si può dire che siccome ci sono i soldi, lo progetta la regione, meglio di così non si può fare e allora va bene tutto, perché le cose non stanno in questi termini. Se fosse stato condiviso, se ci fosse stato ascolto, se fosse stata chiesta la progettazione a tecnici che non fanno solo ponti autostradali, ma che pensano a interventi cittadini, forse qualcuno ci avrebbe detto che quella cosa lì è un’aberrazione. Invece con il metodo “io non posso fare nulla, così è”, stiamo devastando la città, quella cosa rimane lì per i prossimi 100 anni. Di fronte ai portici Ercolani quella cosa non ci può stare, almeno che i cittadini siano consapevoli di questo. Sicuramente non per far passare i tir davanti ai portici. Sono convinto che ancora i cittadini non abbiano capito bene che cosa verrà realizzato in quel punto.

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Ponte Garibaldi, Aguzzi “gela” Senigallia: c’è il progetto definitivo e non verrà modificato

Avevamo fatto appena in tempo a intervistare il sindaco Massimo Olivetti sul tema della ricostruzione di ponte Garibaldi, che è arrivata la doccia fredda per quanti – e sono tanti – che chiedono la modifica al progetto del ponte a “brugola”. Lo stesso primo cittadino pare che non fosse informato di questa notiziuola: appena quattro giorni fa, il 10 gennaio, sperava che il progetto esecutivo venisse ultimato in tempo per il consiglio grande che ancora dev’essere convocato, segno quindi che non sapeva nulla se non una generica affermazione di Acquaroli sul progetto in dirittura d’arrivo. Ma da lì all’affermazione dell’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi che sono «imminenti i lavori» e che «non ci sarà ulteriore valutazione del progetto che può considerarsi definitivo» ce ne passa di acqua sotto il ponte. Ma tanta. Eppure è andata così.

La doccia fredda è arrivata in consiglio regionale. Durante la seduta di oggi, martedì 14 gennaio, Aguzzi ha ribadito che «le procedure per la realizzazione del ponte possono dirsi pressoché concluse e, di conseguenza, imminenti i lavori». A questo punto viene da chiedersi a cos’è servito discutere per oltre cinque ore su un consiglio grande se la città può essere scavalcata in maniera così eclatante, senza mai un confronto con i vertici della struttura commissariale. Solo una presentazione di un primo rendering la scorsa estate. E proprio le indiscrezioni e quel rendering hanno portato a una marea di critiche all’infrastruttura da parte della cittadinanza, delle associazioni ambientaliste e paesaggistiche locali e del centrosinistra che ha in quel modo ritrovato un’unità come non si vedeva da tempo.

Non sono bastate dunque 9mila firme raccolte a Senigallia, non sono bastati interventi e interventi sulla stampa e richieste di dialogo e persino diffide (quella delle Federcaccia) per fermare o perlomeno discutere di un progetto altamente impattante sotto vari punti di vista. Così impattante da portare l’assise civica a chiedere all’unanimità pochi giorni fa un consiglio grande per far partecipare i vari portatori d’interessi diffusi al dibattito sull’infrastruttura.

«Per la ricostruzione del ponte Garibaldi a Senigallia tutto è pronto per l’avvio dei lavori». È quanto ha dichiarato Aguzzi in aula, questa mattina, in risposta un’interrogazione sullo stato di avanzamento del progetto. L’assessore ha risposto sulla base di una relazione presentata dal vice commissario delegato per gli eventi meteorologici del settembre 2022, Stefano Babini. La proposta presentata da Anas e valutata dalla struttura commissariale per l’alluvione 2022 prevede un impalcato leggero (appena 70 centimetri) ma sollevato di un metro e mezzo dal bordo del muretto arginale, per rispetto del decreto Del Rio del 2018 sulla sicurezza delle infrastrutture. Il che ha portato a elaborare un ponte che impatta sull’architettura del centro storico e sulla viabilità cittadina – queste sono le principali accuse mosse dal centrosinistra e dalle associazioni ambientali senigalliesi – proprio per via della sua altezza.

In aula sono state ricordate anche che varie ipotesi di ponte sono state prese in considerazione, ma poi scartate: «strutture di tipo differente e posizionamento diverso rispetto a quella del precedente manufatto ma alla fine si è convenuto, d’intesa con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e dopo tutti gli accertamenti necessari da parte dell’Anas, soggetto attuatore dell’opera, che per poter realizzare un ponte a norma, è necessario che l’impalcato sia rialzato di un metro e mezzo rispetto al livello di massima piena, che in quella situazione coincide con il bordo superiore dei muri che contengono il fiume. Non vi sono altre soluzioni se si vuole rientrare nel rispetto delle norme e garantire al tempo stesso la sicurezza per il centro storico di Senigallia, per i cittadini e per il territorio, scongiurando eventuali e future piene del Misa». 

Aguzzi ha anche derubricato 9mila firme di cittadini e associazioni locali: «Dispiace vedere che c’è stata una strumentalizzazione di queste situazioni, sfociata anche in una raccolta firme basata su dati non precisi e addirittura su una foto che non rappresenta e non rappresenterà il ponte così come verrà realizzato. Faccio presente che il progetto esecutivo dell’opera è stato sottoposto inizialmente a una conferenza preliminare dei servizi, in cui sono state accolte le prime indicazioni dei portatori di interesse, successivamente modificandolo per essere inviato in conferenza dei servizi decisoria per l’approvazione definitiva. Attualmente il progetto è in corso di recepimento di queste indicazioni che consistono sostanzialmente nell’inserimento di due dispositivi elettromeccanici per agevolare l’accesso dei disabili al ponte, e nell’allargamento della corsia in sponda sinistra, utile per consentire ai mezzi di soccorso un transito più agevole per raggiungere l’ospedale. Non occorre – conclude – allo stato attuale sottoporre il progetto, integrato con le indicazioni ricevute nel corso della conferenza dei servizi decisoria, ad ulteriori step di valutazione, poiché è da ritenersi definitivamente approvato, avendo recepito le indicazioni fornite».

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Senigallia, il vuoto lasciato dopo la demolizione di ponte Garibaldi. In secondo piano la provvisoria passerella ciclopedonale

Funzionante la prima vasca di espansione a Bettolelle di Senigallia

Due anni fa la gravissima alluvione che causò la morte di tredici persone e danni per oltre un miliardo di euro in tutta la vallata Misa-Nevola. A distanza di 24 mesi da quel 15 settembre 2022, oltre alle commemorazioni, sono terminati i lavori ed è entrata in funzione la prima vasca di espansione, situata nella zona tra Bettolelle e Brugnetto. Un’opera «attesa da 40 anni», che ha lo scopo di mitigare il rischio idraulico in un territorio già colpito da vari disastri naturali. Ieri, lunedì 16 settembre, c’è stato il sopralluogo da parte dell’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi, del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, di Lucia Taffetani, dirigente del Genio civile Marche Nord, accompagnati da altri responsabili e consiglieri regionali, per fare il punto sui lavori e sull’intervento che dovrebbe rendere più sicura la città di Senigallia.

FUNZIONAMENTO, COSTI E TEMPISTICHE

La cassa di espansione permetterà di stoccare in modo naturale, grazie a un restringimento dell’alveo fluviale, circa 800 mila metri cubi di acqua. Quando il livello del fiume Misa, in caso di piena, salirà oltre una certa quota, l’acqua scivolerà naturalmente e senza necessità dell’intervento dell’uomo, nella vasca sulla sponda sinistra del fiume. Si riempirà progressivamente per poi andare a coinvolgere anche una seconda area i cui lavori sono in corso, per un totale di 1 milione di mc. La seconda parte dei lavori per l’ampliamento dell’area è già iniziata: dovrebbe terminare nel marzo 2025 per un ulteriore stanziamento di risorse pari a 975mila euro oltre ai 6 milioni già spesi. La cassa ha inoltre due bocche di scarico a due livelli distinti per permettere il rilascio graduale dell’acqua, una volta terminata la fase emergenziale. E questa operazione sarà meccanica o manuale. La cassa, le sponde e i sifoni di collegamento tra le due aree avranno bisogno dunque di una «costante manutenzione», per evitare che si intasino di fango ai primi utilizzi, come ha spiegato la dirigente del genio civile Marche nord, Lucia Taffetani.

I COMMENTI

L’assessore regionale Aguzzi ha rimarcato che finalmente, dopo 40 anni dalla loro ideazione, le vasche di espansione entrano in funzione. Il primo finanziamento risale infatti agli anni ‘80 con i fondi Fio (circa 4 miliardi di lire). «E’ uno dei tanti interventi – ha detto Aguzzi – previsti dall’assetto di progetto del fiume Misa adottato nel 2016 e porta un contributo significativo alla riduzione del rischio idraulico della vallata, ma sappiamo che se dovesse verificarsi un evento come quello del 15 settembre 2022, nemmeno dieci di queste aree potrebbero evitare un nuovo disastro». 

Soddisfatto il sindaco Olivetti che ha però sottolineato come siano ancora da risolvere (e le aspettative di dialogo con Regione e struttura commissariale nonché quelle su una positiva risoluzione sono alte) sia la possibile individuazione di un’area di laminazione naturale in zona Marazzana, sia la questione delle delocalizzazioni degli abitanti delle zone più a valle, magari con espropri che rendano conto del reale valore delle abitazioni.

Al sopralluogo erano presenti anche dei residenti di un condominio adiacente alla vasca di espansione, Villa Giannini, in zona Brugnetto, che avevamo intervistato (ASCOLTA L’INTERVISTA QUI), i quali hanno chiesto più sicurezza per la zona in cui il fiume è esondato più volte nel corso degli anni.

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Alluvione, entro il 2024 sarà terminata la vasca di espansione a Senigallia

A Bettolelle i lavori per la realizzazione di una delle vasche di espansione per difendere Senigallia dal rischio alluvione
A Bettolelle i lavori per la realizzazione di una delle vasche di espansione per difendere Senigallia dal rischio alluvione

L’alluvione non smette di far parlare di sé, se non altro per la lenta, lentissimaprogettazione e realizzazione di alcuni degli interventi che più serviranno a mitigare nuovi rischi idrogeologici nell’area senigalliese e valliva. Così, tra le lentezze ormai note, l’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi ha citato in consiglio regionale il caso della vasca di espansione a Bettolelle di Senigallia.

Rispondendo a un’interrogazione del Partito Democratico, primo firmatario l’ex sindaco di Senigallia e capogruppo Maurizio Mangialardi, Aguzzi ha ricordato come il progetto risalga addirittura ai primi anni ‘80 e che in decenni non sia stato fatto granché. Eppure si tratta di una delle più importanti opere per la mitigazione del rischio di esondazione del fiume Misa.

Oltre ad aver sottolineato i vari periodi di stallo che si sono susseguiti soprattutto negli ultimi 8 anni, l’assessore Aguzzi ha assicurato che entro il 2024 saranno ultimati i lavori di realizzazione della vasca di espansione tra Brugnetto e Bettolelle.

Scettico il capogruppo dem Mangialardi che ha ipotizzato la fine dei lavori, se tutto va bene, tra almeno 15 anni.

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Qualità dell’aria: dalla Regione Marche fondi per i boschi urbani

La buona notizia è che il verde non è solo al centro di tagli e abbattimenti ma anche di finanziamenti e riqualificazioni. E’ questo infatti il percorso tracciato dalla Regione Marche che stanzierà contributi – per un totale di 1,7 milioni di euro – a favore dei Comuni e Unioni dei Comuni che intervengono per migliorare il livello di qualità dell’aria nelle città.

«Servono nuove misure in ambito regionale, interventi strutturali e permanenti – ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente, Stefano Aguzzi – per poter intervenire in maniera efficace per il miglioramento della qualità dell’aria. I boschi urbani e periurbani assolvono alle molteplici funzioni di protezione e miglioramento della qualità dell’aria, oltre che di riqualificazione e valorizzazione delle potenzialità ricreative». 

L’inquinamento atmosferico ha infatti un significativo impatto sulla salute dei cittadini e sull’ambiente. Nei maggiori agglomerati urbani delle Marche si riscontrano criticità legate alla qualità dell’aria. Da qui l’iniziativa che punta a due tipologie di intervento: piantagioni forestali permanenti di superficie non inferiore ai 2.000 mq e micro forestazione urbana per quelle situazioni dove la superficie minima prevista inizialmente rappresenta solo un fattore limitante.

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Addio scogliere a Montemarciano, la Regione svela le carte: “solo” maxi ripascimento

Una mareggiata a Marina di Montemarciano: il ristorante Heidi in balìa delle onde nel novembre 2022
Una mareggiata a Marina di Montemarciano: il ristorante Heidi in balìa delle onde nel novembre 2022

Difesa della costa dall’erosione molto accentuata tra Falconara Marittima e Montemarciano e riduzione del rischio idraulico nel tratto terminale del fiume Esino. Sono questi gli obiettivi del maxi intervento che inizierà nel 2024 e che è stato presentato oggi allo stabilimento Heidi: agiranno insieme Regione Marche, Ministero Infrastrutture Trasporti, Provveditorato per le opere pubbliche Marche-Umbria-Toscana, RFI Rete Ferroviaria Italiana e i due comuni. 

Tanti gli attori, tante le risorse: sono in ballo ben 17,3 milioni di euro di cui 8 milioni dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), altri 8 da Rfi e 1,4 dalla Regione. Un progetto molto atteso da enti locali, residenti e imprenditori della zona: ogni anno si ripresentano criticità per le continue mareggiate che lambiscono case e locali a Marina e che divorano ogni anno pezzi di strada e arenile. Con una continua spesa per sistemare tutto.

Il progetto

Serviranno innanzitutto per realizzare, nei primi mesi del 2024, sei scogliere a pettine della lunghezza di 100 metri ciascuna, emerse per 1,5 metri sul livello del mare davanti alla ex Montedison, nel territorio di Falconara Marittima; in secondo luogo anche per effettuare un ripascimento massivo dell’arenile a Marina di Montemarciano per 2 km di lunghezza e circa 80 metri in larghezza. Il tutto grazie a circa 320 metri cubi di ghiaia prelevati – per la prima volta – da 12 km lungo il letto del fiume Esino, contribuendo quindi a metterlo in sicurezza dal rischio esondazioni. Questo secondo intervento di ripascimento partirà però solo dopo l’estate 2024.

I commenti

Toni entusiastici da parte dell’assessore regionale alla difesa del suolo e della costa, Stefano Aguzzi: ha parlato del «più grande intervento di difesa della costa mai realizzato nelle Marche»; mentre secondo la sindaca falconarese Stefania Signorini è un «intervento fondamentale». L’amministrazione comunale di Montemarciano da anni chiede le scogliere e da anni venivano promesse ma mai realizzate: oggi la conferma che si dovrà attendere ancora tutto il 2024 e buona parte del 2025 per vedere i lavori.

L’altro lato della medaglia

Ma soprattutto oggi si è capito che Senigallia ha vinto: non verranno posizionate scogliere a Montemarciano. Di fatto si relega l’area di Marina al compito di sopportare ancora per anni gli effetti erosivi sul proprio litorale e si salva la spiaggia di velluto. Come “contentino” i lavori permetteranno di recuperare una porzione di spiaggia, di creare un collegamento diretto tra i litorali di Falconara e Marina di Montemarciano, e realizzare percorsi pedonali e ciclabili. Magra consolazione. A forza di pedalare.

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Alluvione, le priorità di Regione e vicecommissario all’emergenza: vasche di espansione, argini e ponte Garibaldi

Avviati a Bettolelle i lavori per la realizzazione delle vasche di espansione
Avviati a Bettolelle i lavori per la realizzazione delle vasche di espansione

Dopo l’alluvione del 15 settembre 2022, la Regione Marche e la struttura commissariale stanno ripensando le opere per la messa in sicurezza del territorio Misa Nevola devastato esattamente sei mesi fa. La prima novità riguarda una quarta vasca d’espansione che verrà fatta in zona Zipa a Casine di Ostra, mentre contemporaneamente viene annunciata un’analisi degli argini danneggiati dalle recenti piene. E poi la passerella ciclopedonale da posizionare entro maggio a fianco del ponte Garibaldi che verrà in seguito abbattuto.

Con la riunione operativa sulle opere da realizzare prioritariamente nelle zone che sono state interessate dall’alluvione si sono stabilite un po’ le priorità: secondo l’assessore alla protezione civile Stefano Aguzzi «il problema della sicurezza idraulica della valle del Misa è infatti estremamente complesso. Il bacino è in grado di sviluppare portate di piena di gran lunga superiori di quelle che possono transitare in sicurezza nel centro di Senigallia, dove gli aspetti della sicurezza sono stati considerati per molti decenni meno importanti rispetto a quelli dell’urbanizzazione e dello sviluppo, che hanno cancellato opere di difesa importanti quali lo scolmatore che riduceva sensibilmente le piene che interessavano il centro».

Da qui la proposta di fare in modo che l’acqua possa allagare alcune aree in modo controllato a monte delle città, e poi defluire a valle in un tempo più lungo, non tutta insieme. Per farlo servono vasche di espansione, argini integri e forti, sezioni larghe dei letti fluviali.

Già in realizzazione l’area di laminazione a Bettolelle di Senigallia: secondo Aguzzi sarà terminata entro l’anno. Nel frattempo tramite l’investimento di 8 milioni e 500 mila euro della Regione Marche si è avviata la progettazione di vasche di contenimento a monte di Passo Ripe (Trecastelli) sul fiume Nevola e a monte di Pianello (Ostra) sul fiume Misa. L’ulteriore vasca di laminazione e di espansione sarà esattamente alla confluenza tra il Nevola e il Misa in zona Zipa a Casine (Ostra) per la quale il vice commissario Babini si è impegnato a inserirla tra i finanziamenti di emergenza già disponibili.

Il Genio civile Marche Nord si è invece impegnato a verificare e ripristinare gli argini in zona Borgo Passera a Senigallia risultanti danneggiati dalle ultime piene. Infine, per ciò che riguarda sempre la città di Senigallia sarà posizionata di fianco al ponte Garibaldi entro la fine di maggio la passerella ciclopedonale che è già in via di realizzazione. Si provvederà in seguito all’abbattimento di ponte Garibaldi e successivamente alla sua ricostruzione.

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Contributi per famiglie e imprese, a breve l’accreditamento dei 96 milioni di euro post alluvione

I resti dell'alluvione che ha colpito Senigallia
I resti dell’alluvione del 15 settembre 2022 che ha colpito Senigallia: in foto via Andrea Costa

Buone notizie per gli abitanti dell’area Misa-Nevola colpita dall’alluvione del 15 settembre 2022. La Regione Marche ha annunciato sia l’accreditamento, a breve, dei primi fondi (96 milioni di euro) che il governo ha stanziato per le somme urgenze dei Comuni e per i primi ristori dei danni subiti e dei costi sostenuti, a famiglie e imprese; sia l’approvazione di criteri e modalità per la concessione di contributi alle famiglie per i danni subiti alle auto e, alle imprese, per i danni subiti ai mezzi di lavoro. Di fatto, altri 2,5 milioni di euro che saranno disponibili entro poche settimane.

«I primi 96 milioni che il Governo ha accreditato nella Contabilità speciale- ha detto il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, commissario per l’emergenza alluvione – costituiscono un punto di partenza importante per dare risposte alle comunità. Le risorse saranno erogate nei prossimi giorni». Alla presenza dell’assessore alla protezione civile, Stefano Aguzzi e del vicecommissario Stefano Babini. Già dalla prossima settimana, infatti, le somme saranno rese disponibili per i comuni che dovranno provvedere a liquidarli a cittadini e imprese danneggiate nella misura di un contributo massimo di 5 mila euro per i privati e di 20 mila euro per le imprese

«Una prima risposta per la ripartenza e la ricostruzione – ha sottolineato ancora Acquaroli – dobbiamo contemporaneamente pensare alla mitigazione del rischio e alla messa in sicurezza dei territori.  Da subito dobbiamo lavorare insieme, come fatto finora, al ripristino delle infrastrutture e alla progettazione di opere di contenimento, per dare una prospettiva di tranquillità sia della popolazione residente che delle imprese che vogliono ripartire nelle stesse località, per non rischiare fenomeni di desertificazione dei territori o una riduzione di attrattività». Questo è infatti uno dei rischi maggiori per l’area colpita dall’alluvione della scorsa estate: che le imprese scelgano altre zone in cui insediarsi, che le famiglie siano costrette a spostarsi per “seguire” il proprio posto di lavoro e con conseguente perdita di capacità e abitanti di un territorio già in condizioni difficili per le infrastrutture viarie ancora prima del disastro alluvionale.

Per la messa in sicurezza sono previste altre due vasche di espansione oltre a quella al Brugnetto-Bettolelle di Senigallia: già finanziate con altre risorse regionali, saranno realizzate una a Ostra Vetere a tutela della frazione di Pianello di Ostra e una tra Corinaldo e Trecastelli, per difendere da un’eventuale piena del Nevola la frazione di Passo Ripe.

A destra il presidente della Regione Marche e commissario per l’emergenza alluvione Francesco Acquaroli; a sinistra il vicecommissario Stefano Babini
A destra il presidente della Regione Marche e commissario per l’emergenza alluvione Francesco Acquaroli; a sinistra il vicecommissario Stefano Babini

Sempre per quanto riguarda i contributi alle popolazioni colpite dagli eventi del 15 settembre 2022, la Regione Marche ha annunciato anche di essere giunta all’approvazione di criteri e modalità per l’erogazione di altri contributi, quelli che potranno ristorare dei danni ai mezzi alluvionati. Dopo la ricognizione avviata nelle scorse settimane, famiglie e imprese potranno quindi ricevere un contributo “una tantum” fino a 4 mila euro per le auto e i furgoni che hanno subito danni. Stanziati 2,5 milioni di euro nel bilancio di previsione regionale per «attenuare, in parte, i gravi danni subiti durante l’alluvione» ha sottolineato l’assessore Stefano Aguzzi. Le domande (modello C1) dovranno essere presentate esclusivamente attraverso la piattaforma informatica regionale appositamente attivata dopo l’emergenza. La misura prevede un massimo di € 4.000 per intestatario per le automobili familiari; per le imprese massimo € 4.000 per veicolo (al massimo due domande: una per autovettura e una per autocarro). Il bando verrà pubblicato anche ai seguenti siti web istituzionali:
www.norme.marche.it;
www.regione.marche.it/Entra-in-Regione/Bandi
www.regione.marche.it/Entra-in-Regione/Commercio-Marche.

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Vasche di espansione, idrometri e piano degli interventi: le novità dopo l’alluvione

Avviati a Bettolelle i lavori per la realizzazione delle vasche di espansione
Avviati a Bettolelle i lavori per la realizzazione delle vasche di espansione

Il sistema di allertamento, le vasche di espansione, gli interventi da effettuare per ridurre i rischi esondazione nell’area Misa e Nevola sono i temi al centro del video incontro tra l’assessore alla protezione civile Stefano Aguzzi e i sindaci dei comuni alluvionati. Tante le novità che la Regione ha voluto comunicare – lo scorso 3 novembre – agli amministratori locali: su tutto un finanziamento per nuove aree di laminazione nell’entroterra.

L’iniziativa regionale è servita per fare il punto su una situazione apparentemente ancora immobile a due mesi dall’alluvione che ha devastato le valli del Misa, Nevola e Cesano. Due mesi di lavori in somma urgenza senza che si capisse granché sul piano per prevenire nuove catastrofi ambientali.

All’ordine del giorno della videoconferenza con i sindaci alluvionati, l’assessore Aguzzi e il responsabile della Protezione civile regionale, Stefano Stefoni, hanno annunciato che stanno per concludersi i lavori nella prima vasca di espansione situata alle Bettolelle di Senigallia, ma che, nel frattempo, sono state finanziate con 7 milioni di euro altre due aree. Una sarà prima di Pianello, frazione alluvionata di Ostra, tra le più colpite della vallata; la seconda sorgerà a monte di Passo Ripe, zona Trecastelli. Sono «già in fase di progettazione, previste dal Piano di interventi del 2016 ma finora non finanziate» ha dichiarato Aguzzi.

La seconda novità è nel ripristino di tutta la rete degli idrometri, dopo i danni agli stessi provocati dall’alluvione. In alcuni casi la piena dei fiumi non ha lasciato nemmeno tempo ai sistemi di segnalare l’innalzamento del livello idrometrico, tanto era stata intensa l’ondata dello scorso 15 settembre. L’assessore Aguzzi ha annunciato che la rete è stata adeguata e migliorata: «gli idrometri che sono più a monte, che in passato segnalavano il solo innalzamento del livello dell’acqua senza dare l’allertamento, ora invece sono stati calibrati affinché possano divulgare insieme con quelli a valle un sistema di allertamento immediato, cosicché i sindaci possano subito essere informati del repentino innalzamento dell’acqua. Spetterà poi al singolo Comune verificare lo stato del livello della piena» spiega il referente regionale alla protezione civile.

La terza è relativa al finanziamento di uno studio per migliorare il sistema di allertamento e di prevenzione del rischio idrogeologico su tutto il territorio Misa Nevola. Dati i cambiamenti climatici sempre più evidenti e frequenti, che causano «situazioni non prevedibili ed inaspettate», va «rivisto il Piano di interventi del 2016 pensato per fronteggiare eventi precedenti». Allo scopo sono stati stanziati 300 mila euro da parte del Dipartimento nazionale di Protezione civile: sono serviti per commissionare lo studio alla Fondazione CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e all’Università di Firenze. Sarà pronto entro pochi mesi, assicurano i due responsabili regionali.