“Caivano, venerdì 26 aprile 2024. Da Senigallia, don Mirco, con alcuni seminaristi e tanti giovani sono venuti a farci visita. Li ringraziamo. Padre Maurizio Patriciello“. Tra i preti più conosciuti in Italia, Maurizio Patriciello ha voluto condividere sulla sua pagina facebook la notizia della visita di un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica di Senigallia nella sua Caivano, Napoli.
Padre Maurizio è voce potente e costante che grida il rispetto della vita umana, del creato, della dignità troppo spesso calpestata nella sua terra come in tante parti di questo Paese, sempre più distratto e cinico. In nome del Vangelo, annuncia, agisce, promuove. Coscienza critica che sprona tutti, nonostante i ripetuti tentativi di tirarlo ognuno per la propria giacchetta, è tra i quei volti della Chiesa che si sporca le mani – che però rimangono pulite – nell’impastare la Parola con la vita, specialmente di quella ai margini.
Da questi incontri si ritorna diversi, ne siamo sicuri. Grazie all’Azione cattolica di Senigallia che ha ancora voglia di seminare esperienze.
Anche l’Azione Cattolica di Senigallia era in piazza San Pietro giovedì 25 aprile 2024, in Vaticano, per l’incontro dell’Azione cattolica italiana con Papa Francesco, all’inizio dell’assemblea nazionale dell’associazione laicale che ogni tre anni rinnova i suoi i responsabili, ad ogni livello.
Adulti, ragazzi e giovani hanno stretto un forte abbraccio corale al Papa, alla loro associazione, ai tanti desideri di pace, espressi in modo eloquente proprio nella Festa della Liberazione. “Grazie per questo abbraccio così intenso e bello, che da qui vuole allargarsi a tutta l’umanità, specialmente a chi soffre”. Questo il suo saluto agli oltre 50mila soci dell’Azione Cattolica, provenienti da tutte le diocesi. “L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana”, ha ricordato Francesco: “La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso”. “Cosa sarebbe la nostra vita, e come potrebbe realizzarsi la missione della Chiesa senza questi abbracci?”, si è chiesto il Papa, che ha proposto ai presenti una riflessone su “tre tipi di abbraccio: l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva, l’abbraccio che cambia la vita”.
L’assemblea dei ragazzi dell’Acr della diocesi di Senigallia (Azione cattolica dei ragazzi), al ‘Gabbiano’
L’Azione cattolica di Senigallia vive domenica 18 febbraio 2024 la suaAssemblea diocesana elettiva. Ogni tre anni, infatti, l’associazione laicale rinnova i suoi responsabili parrocchiali, diocesani e nazionali. È il suo essere democratica che si esprime nella possibilità di confrontarsi sul suo percorso, decidere priorità e individuare chi avrà particolarmente cura di rendere vita vissuta quanto discusso e progettato.
Dopo le assemblee parrocchiali, che hanno vivacizzato le associazioni in diverse parrocchie e unità pastorali della nostra diocesi, è tempo di darsi appuntamento in nel Seminario vescovile, dalle 9.30, per l’assemblea diocesana. La relazione del triennio, a cura del presidente diocesano Mattia Rossi Magi e dei responsabili di settore, apre i lavori che poi proseguiranno in gruppo. Il pranzo insieme, la ripresa dei lavori, la discussione e la votazione del documento assembleare che accompagnerà il percorso del prossimo triennio, per poi concludere l’assemblea con la S. Messa, alle ore 17.00, presieduta dal vescovo diocesano Franco Manenti.
L’anno assembleare per l’Ac nazionale, inoltre, sarà arricchito da un evento speciale: il 25 aprile prossimo il popolo di Ac incontrerà papa Francesco in Piazza San Pietro, in Vaticano. Sono invitati non solo le associazioni parrocchiali e diocesane dell’Ac, ma anche tutta la comunità ecclesiale. «Voi laici di Azione cattolica potete aiutare la Chiesa tutta e la società a ripensare insieme quale tipo di umanità vogliamo essere, quale terra vogliamo abitare, quale mondo vogliamo costruire. Anche voi siete chiamati a portare un contributo originale alla realizzazione di una nuova “ecologia integrale”: con le vostre competenze, la vostra passione, la vostra responsabilità». Così papa Francesco esortava il Consiglio nazionale, invitando l’associazione laicale italiana più longeva ad essere fedele la sua bella storia di cattolici attivi, creativi nella vita democratica, ecclesiale e sociale del nostro Paese.
Festa della pacedell’Azione Cattolica Domenica 28 gennnaio l’Azione cattolica di Senigallia organizza la Festa della Pace. La mattina è dedicata in modo particolare, ai ragazzi dell’Acr che vivranno la loro assemblea diocesana a partire dalle ore 9.00, al cinema ‘Gabbiano’. Alle 15.30 la S. Messa, per adulti, ragazzi e giovani, alla Chiesa dei Cancelli, presieduta dal vescovo Franco e a seguire la Marcia della Pace nelle vie del centro città.
Scuola di preghiera per giovanissimi Presso il Monastero delle Clarisse di Pollenza (MC), dalla sera di venerdì 2 febbraio fino al pomeriggio di domenica 4 febbraio, avrà luogo la Scuola di Preghiera per Giovanissimi, ragazzi dal 2 al 5 Superiore, organizzata dal Servizio di pastorale giovanile della diocesi e dal Settore Giovani di Ac. Per informazioni: don Paolo Vagni, tel. 347 6121929
Incontro ecumenico con la Chiesa ortodossa georgiana Un incontro di conoscenza con la comunità della Chiesa apostolica ortodossa georgiana di Senigallia, grazie alla presenza del loro prete, il presbitero p. Matteo Kutelia, giovedì 8 febbraio alle ore 18.30 presso il salone della Parrocchia del Porto. A seguire cena a buffet per i partecipanti. Questa comunità celebra una volta al mese la Divina Liturgia grazie all’ospitalità della Parrocchia del Porto.
Esercizi spirituali per Giovani Il Servizio diocesano di Pastorale giovanile propone gli esercizi ignaziani guidati dal padre gesuita Narciso Sunda. L’appuntamento è ad Assisi, S. Maria degli Angeli, nei giorni 21 – 25 febbraio prossimi. Per informazioni: don Paolo Vagni, tel. 347 6121929
Esercizi spirituali per famiglie
L’appuntamento annuale della nostra Pastorale familiare per un tempo custodito in cui ricentrare la coppia e la famiglia nel rapporto col Signore. I modi e i tempi di questi esercizi spirituali sono pensati per permettere anche la presenza dei bambini, che nei tempi di preghiera e di silenzio staranno con apposite baby sitter. Saranno predicati da p. Marco Vianelli, responsabile nazionale di Pastorale familiare e si terranno nei giorni 1 – 3 marzo 2024, a Pesaro, Villa Borromeo. Per informazioni: don Andrea Franceschini, tel. 347 1460354
Vivace e partecipata la Festa del Ciao, promossa dall’Azione di domenica 29 ottobre scorso, a Cesanella di Senigallia, con le parrocchie della Vicaria della città. Anche in altre vicarie della diocesi, tutti insieme, ragazzi, giovanissimi, giovani, adulti, famiglie, a testimoniare che il bene c’è. Non esiste solo il male, la guerra, la distruzione portata dalle armi e ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare avanzare il bene se vive con cuore riconciliato, se cerca il dialogo invece dello scontro, se riesce a mettersi nei panni dell’altro.
Nel video sopra riportato, i momenti più vivaci della Festa che ha coinvolto le parrocchie di Senigallia.
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. Dalle parole del Vangelo, in questa occasione, abbiamo ricevuto l’invito che diventa un destino: “amerai”! Può essere aggiunto al nome di ognuno di noi così da caratterizzare ogni nostra parola, ogni nostra scelta.
Si torna volentieri a Camporege. Qui, alle porte di Fabriano e ad un passo dai sentieri che fanno godere della bellezza del nostro Appennino, da cinquant’anni migliaia di ragazze e ragazzi hanno vissuto giorni originali, impegnativi e pieni di sorprese. L’Acr – Azione cattolica dei ragazzi – diocesana aveva intuito tutto il valore di esperienze forti come può esserlo un camposcuola e su impulso del vescovo diocesano di allora, Odo Fusi – Pecci, si mise alla ricerca di una struttura capace di contenere tutta questa vivacità e scommessa educativa. Con Camporege, l’Acr fece ‘bingo’: vicina, ma non troppo, a Senigallia, capiente, circondata di verde, ad un passo da tanti luoghi verdi tutti da scoprire. E fino allo scorso agosto, continuano ad essere in tanti a decidere di passare qualche giorno in questo luogo, anche mezzo secolo dall’inizio, che più o meno significa vivere quasi in un altro pianeta.
Una domenica di sole, lo scorso 17 settembre, ha richiamato i ragazzi e le ragazze di allora per festeggiare come si deve questo traguardo. Tanti con passeggini e biberon al seguito, più di un capello bianco in testa per altri, ma tutti emozionati nel calpestare di nuovo quel prato, rivedere la cameretta delle confidenze e della fatica nel prendere sonno, troppe le cose da raccontarsi. E la chiesina dei deserti belli e impegnativi, il refettorio del ‘guai a sprecare il cibo’ e della minestra serale, così sconosciuta a casa, prima guardata con sospetto, poi gustata allegramente. Camporege emoziona ancora, perché ha accolto talmente tanta vita, tanto impegno educativo, tanta spiritualità a misura di più piccoli che sì, fa venire una gran nostalgia. Non quella piagnucolosa di chi si ostina a dire ‘era meglio prima’, ma quella di chi ha toccato con mano che era – ed è – possibile fare alleanza educativa, mettersi a fianco dei più piccoli, accogliere ed accompagnare le loro vite. Avevamo – e ancora di più oggi – abbiamo un gran bisogno di adulti sensati, di una chiesa che parla la lingua delle persone in carne ed ossa, che non ha paura di proporre traguardi impegnativi e che se la smette o di voler piacere a tutti abbassando il tiro o per paura, di ritirarsi sicura nel piccolo gregge. Il Vangelo continua ad avere una carica liberatoria unica, tutto sta – si fa per dire – ad ascoltarlo sul serio, per poi non stancarsi di provare a viverlo autenticamente.
Nella Messa che ha concluso una colorata e partecipata giornata, vescovo Franco e assistenti diocesani (don Gesualdo Purziani, iniziatore dell’Acr e dei campiscuola e per tanti anni assistente unitario, don Andrea Franceschini, assistente unitario attuale, don Mauro Mattioli, assistente del settore Adulti, don Paolo Montesi, per tanti anni assistente diocesano Acr, don Francesco Savini, attuale vicario diocesano per la Pastorale e per tanti anni assistente diocesano dei Giovani di Ac) hanno raccolto il grazie corale, rilanciato con forza dal Presidente diocesano, Mattia Rossi Magi, dalla vicepresidente Adulti, Silvana Pellegrini. C’erano anche Ilaria Giancamilli, responsabile diocesana Acr, Alice Luzi, viceresponsabile Acr e Alessandro Minucci vicepresidente diocesano del settore Giovani, insieme ad alcuni consiglieri diocesani, tutti consapevoli che tanti percorsi ed esperienze hanno trovato casa proprio lì e contemporaneamente hanno nutrito un modo vivace e significativo dell’essere chiesa, una volta tornati a casa.
50 anni di Camporege, la casa in cui ragazze, ragazzi, educatori ed educatrici, preti, cuoche e cuochi, nel volontariato più autentico, hanno testimoniato che vale la pena mettersi in gioco perché, come hanno cantato a squarciagola nel canto finale della Messa, ‘Insieme c’è più festa’.
Laura Mandolini
Pe le fotografie, si ringrazia Daniele Cristiano.
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SENIGALLIA – 50 anni di campiscuola Acr a Camporege di Fabriano. L’Azione Cattolica di Senigallia si dà appuntamento domenica 17 settembre 2023, (dopo il rinvio dovuto al maltempo, lo scorso4 giugno 2023), nel posto che da mezzo secolo ha visto giocare, meditare, passeggiare, pregare e vivere giorni indimenticabili migliaia di ragazze e ragazzi, accompagnati in questa esperienza da tanti educatori e sacerdoti, cuoche e volontari.
Alle 10.30 gli arrivi, una passeggiata, il picnic. Alle 15.00 i giochi e poi, a conclusione la S. Messa. Dire Camporege a Senigallia e diocesi è richiamare alla mente un’esperienza che, nella sua semplicità, ha lasciato il segno in molti. Non è raro ascoltare i ragazzi di allora, diventati adulti, ricordare con grande emozione quei giorni. E in molti hanno incoraggiato i propri figli a preparare la valigia e accettare la proposta di una settimana, per i più piccoli qualche giorno in meno, esigente e divertente.
È don Gesualdo Purziani, l’allora assistente diocesano dell’Acr e iniziatore dell’esperienza, a dire: “Avevamo cominciato qualche anno prima ad organizzare i campi Acr, appena è stata fondata l’acierre anche nella nostra diocesi. Ogni estate eravamo alla ricerca di un luogo adatto, ma quando siamo giunti a Camporege di Fabriano, praticamente non ci siamo più mossi. Nel tempo è diventata la ‘nostra’ casa e mi capita spesso di incontrare persone che ricordano con grande piacere quelle giornate, di cui molti, è sorprendente, ricordano anche esperienze spirituali forti, rimaste dentro”.
Ogni estate tra i quattro e i cinquecento ragazzi, hanno lasciato il mare e sono partiti. E questo per cinquant’anni di fila, con due eccezioni causa forza maggiore: il terremoto, che ha costretto controlli e lavori di consolidamento delle strutture e la pandemia, che naturalmente ha impedito ogni attività comunitaria. Nella villa storica, quella della famiglia che ha donato alla diocesi fabrianese la struttura, hanno trovato ospitalità cuochi e cuoche, la cappellina, la saletta per progettare le attività. Nella struttura più recente, un grande edificio a due piani, la camerette a piano terra e sopra il salone e due cameroni.
Camporege è anche luogo dall’affascinante storia. Vari sono i racconti di prodigi che la tradizione popolare dice seguirono la venuta di San Francesco in territorio fabrianese all’inizio del XIII secolo. Narra una leggenda, riportata anche nell’iscrizione di un’edicola posta a lato della strada da Camporege a Valleremita, proprio all’ingresso della struttura, che S. Francesco, tentando di raggiungere l’Eremo di Valdisasso, smarrì la via. Vedendo dunque un contadino che stava dissodando il suo campo lo pregò di indicargli la giusta direzione. L’uomo lo volle però guidare fino all’eremo ed essendo al ritorno preoccupato per aver abbandonato il proprio lavoro, trovò con grande meraviglia il terreno tutto arato e i buoi riposati. Ed i luoghi legati al santo di Assisi hanno spesso accompagnato le passeggiate, così come le vette dell’Appennino più suggestive, come il Monte Cucco, Val Sorda, il Monte Strega. A Camporege c’è stato tutto questo e tanto altro ci sarà: i campiscuola Acr, infatti, partiranno anche quest’anno. E domenica 4 giugno in tanti diranno grazie per questi cinquant’anni, per tante altre avventure da vivere ancora.
Laura Mandolini
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Circa 250 ragazzi, provenienti da tutta la diocesi, sono pronti per popolare nuovamente Camporege. Ogni anno la proposta diocesana per i campi scuola si fa nuova e sempre più entusiasmante, pur rimanendo salda sulle linee guida da sempre messe in atto. L’esperienza dei campi infatti pone il ragazzo stesso al centro, lo accompagna a vivere lo straordinario nella quotidianità. Ponendo l’attenzione sul rispetto dei ruoli, sulle responsabilità e sulla condivisione incoraggia il ragazzo a scoprire se stesso, a confrontarsi con gli altri coetanei e ad incontrare il Signore.
Quest’anno, sarà la figura di Mosè ad accompagnare ragazzi di seconda e terza media durante i quattro turni di campi. Vivranno infatti, dal 3 al 28 luglio 2023, un confronto diretto col personaggio biblico, scoprendo quanto siano simili le loro vite, emozioni e sogni, confrontandosi su temi importanti come l’amicizia, l’ascolto, la fiducia ed il perdono. Attraverso incontri di confronto con la Parola e con gli altri, mediante laboratori e scenette, potranno sperimentare la concretezza della proposta formativa, sperimentarla per farne sono da poter riportare nella loro vita quotidiana al di fuori di Camporege. Altra sfida sempre nuova ed importante è quella della spiritualità sulla quale i ragazzi si mettono alla prova. L’esperienza spirituale vuole essere dedicata al ragazzo, semplice ma allo stesso tempo non banale, a misura delle possibilità di ognuno. Attraverso gesti suggestivi, momenti di condivisione fraterna ed alcuni di introspezione personale, i ragazzi vengono accompagnati nella relazione con il Signore. La macchina dei campi portata avanti ormai da anni dall’equipe ACR diocesana non può reggersi sulle sole forze di una decina di più o meno giovani educatori. Fondamentale e di radicale importanza è la collaborazione di educatori provenienti da varie parti della diocesi, che preparano, sistemano ed organizzano tutto il necessario per la partenza dei campi ed accompagnano i ragazzi durante l’esperienza, confrontandosi anche con loro e crescendo insieme. Tale relazione di corresponsabilità nel servizio educativo ai campo viene anche condivisa da cuochi e cuoche fondamentali nella gestione della cucina, da giovani e famiglie a cui vengono chieste testimonianze di vita attraverso incontri sporadici e dai sacerdoti che accompagnano educatori e ragazzi nel cammino. Più in generale, nella quotidianità del servizio ai più piccoli, l’esperienza educativa viene sicuramente condivisa con tutte quelle realtà che operano nella condivisione di esperienze formative e si bellezza, come per esempio la giornata mondiale della gioventù di questo anno, per cui l’azione cattolica diocesana ha sacrificato alcune settimane di campi scuola per permettere la partecipazione ai giovani. Buona estate, buon campo!
Ilaria Giancamilli
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“Se non hai una lingua, come fai a strutturare un pensiero?”. Eraldo Affinati ha portato a Senigallia, presentando il suo libro ‘Don Milani, uomo del futuro’ tutta l’attualità del priore di Barbiana, la sua profetica quanto osteggiata visione del mondo. Avrebbe compiuto 100 anni, morto a soli 44 anni, innovatore, rivoluzionario, ribelle ed inquieto. Il fondatore delle scuole Penny Wirton e sua moglie, Anna Luce Lenzi (anche lei tra i promotori di questa rete educativa) hanno fatto respirare la bellezza delle idee e delle prassi che fanno storia ai tanti convenuti all’audiotorium ‘San Rocco’ di Senigallia per l’incontro organizzato venerdì 31 marzo u.s. dall’Azione Cattolica diocesana, la Scuola di pace ‘Buccelletti’ e la Fondazione ‘Montessori’ di Chiaravalle.
Nel tempo della lingua ristretta, del pensiero a slogan, del sapere piegato alle convenienze di turno Milani parla, o meglio, urla tutta l’urgenza di un’educazione liberante. Scommettere sulla vita, specie su quella giovane, con uno sguardo a fondo perduto, uno sguardo libero su ogni volto. Il vero maestro è colui che spezza il pane dell’istruzione.
La scuola Penny Wirton nasce da un sogno: insegnare la lingua italiana ai migranti come se parlare, leggere e scrivere fossero acqua, pane e vino. Senza classi. Senza voti. Senza burocrazie. Proprio come a Barbiana!
Laura Mandolini
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L’Azione Cattolica di Senigallia si mette in marcia per dire ‘Pace’! Il tradizionale appuntamento che coinvolge ragazzi, giovani e adulti, sarà domenica 5 febbraio 2023, dalle ore 14.30, con questo programma: dopo gli arrivi e l’accoglienza alla Chiesa della Pace di Senigallia, alle 15.00 la S. Messa e subito dopo la marcia della pace che si concluderà in Piazza Roma. Nella stessa iniziativa saranno raccolti generi alimentari di lunga conservazione che verranno consegnate a chi si prende cura di persone e famiglie in situazioni disagiate.
“Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace” è il titolo del Messaggio del Papa di quest’anno dedicato alla pace e l’Azione Cattolica si fa ispirare proprio da queste parole per dire che la parola ‘insieme’ è sempre più necessaria, specialmente dopo eventi – vicini e lontani – che hanno messo a dura prova la vita comunitaria a tanti livelli. È sempre il Papa a dire nel suo messaggio: “Dopo tre anni, è ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità; un tempo privilegiato per prepararsi al “giorno del Signore”. Ho già avuto modo di ripetere più volte che dai momenti di crisi non si esce mai uguali: se ne esce o migliori o peggiori. Oggi siamo chiamati a chiederci: che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia? Quali nuovi cammini dovremo intraprendere per abbandonare le catene delle nostre vecchie abitudini, per essere meglio preparati, per osare la novità? Quali segni di vita e di speranza possiamo cogliere per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo?”.
Dopo l’intensa esperienza dei campiscuola estivi, che hanno visto la partecipazione di ragazzi, giovani e adulti della nostra diocesi, l’associazione riparte dai cammini parrocchiali portando nel cuore due parole: INSIEME e MISSIONE. Il post pandemia ci ha fatto riscoprire l’importanza delle relazioni nella vita di tutti i giorni e ancora di più ci siamo resi conto del grande valore dell’essere e stare insieme agli altri. Non possiamo fare a meno di comunicare a tutti la gioia di aver incontrato il Signore Gesù, non riusciamo a vivere il nostro essere di Cristo se non insieme agli altri. Ecco allora il senso di essere associazione, di essere insieme per un mandato comune a tutti i cristiani. Il tema di quest’anno, tratto dal Vangelo di Matteo, ci interpella in maniera esplicita: “Andate dunque!” nella consapevolezza che ogni cristiano, come dice Papa Francesco nella EG, è missionarionella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio.Guidati da queste due parole, stiamo vivendo le FESTE di AC, che ognuna delle quattro vicarie della diocesi ha organizzato per l’avvio del nuovo anno associativo. Un momento di festa per tutte le età, in cui poter gioire della bellezza dello stare insieme con ingredienti semplici ma essenziali: amicizia, gioco, musica, dialogo, conoscenza.Seguiranno le iniziative dei vari settori, ma il filo rosso che guiderà ACR, giovani e adultisarà quello di curare la formazione degli educatori. Il loro prezioso servizio richiede un’attenzione particolare; grazie alla loro disponibilità e alla loro testimonianza, molti di noi hanno ricevuto la carezza di Dio. Per questo ACR e giovani stanno avviando dei moduli formativi più distesi nel tempo mentre gli adulti si stanno confrontando con le altre diocesi marchigiane sui percorsi possibili grazie agli incontri ANIMAPS avviati dal centro nazionale. Partecipiamo infine al cammino sinodale della Chiesa portando la nostra esperienza e cercando di favorire quello stile di fraternità che respiriamo da sempre in associazione.
Giuseppe Taliercio con la sua famiglia. Venne ucciso dalle Brigate Rosse nel luglio 1981
Venerdì 11 marzo 2022, alle ore 21.00, presso la sala della Croce Gialla di Chiaravalle, l’Azione Cattolica di Ancona-Osimo e l’ Azione Cattolica di Senigallia invitano la cittadinanza alla presentazione del romanzoI Prigionieri, Augh Edizioni.
Sarà presente l’autore, il giornalista Pierluigi Vito.
Il 20 maggio del 1981, la Colonna Veneta delle Brigate Rosse rapisce, nella sua abitazione di Mestre, il direttore del Petrolchimico di Porto Marghera, Giuseppe Taliercio. Per quarantasette giorni l’uomo resta nelle mani dei terroristi, che lo sottopongono a un “processo proletario”. Il romanzo si pone sulle tracce dei brigatisti per respirare tutto il dramma di un’azione che determinerà la spaccatura della Colonna Veneta delle BR. Oltre al prigioniero, che lotta contro la solitudine e la disperazione immaginando di scrivere lettere all’amata moglie, su tutti spiccano due personaggi: Emilio, uno dei membri dell’Esecutivo brigatista, rincorso dal fantasma di un amore infranto, e Marcello, il membro più anziano della Colonna, il primo a mettersi in discussione circa l’inutilità di tutta l’operazione.
La storia narrata da Pierluigi Vito trascina il lettore nell’Italia insanguinata dalla violenza del terrorismo, per far riemergere una vicenda tra le più strazianti e meno ricordate degli anni di piombo. «Pur basandosi sulle sentenze dei processi per l’assassinio di Giuseppe Taliercio, sulle fonti giornalistiche dell’epoca, sulle conversazioni con chi partecipò al rapimento e con i famigliari della vittima» spiega Vito «il mio romanzo non è una ricostruzione cronachistica di quanto accaduto tra il 20 maggio e il 7 luglio del 1981. Né tanto meno un resoconto fedele in tutto e per tutto. Queste pagine vogliono essere un tributo alla memoria di un periodo crudele e nefasto per l’Italia, foriero di morte e di lacerazioni, affinché tanto dolore, seppure illogico, non sia inutile, ma guidi ciascuno di noi alla comprensione di ciò che essenzialmente è giusto e vero».
Taliercio è stato anche affettuoso padre di cinque figli, uomo di fede nutrita dall’ascolto delle Scritture, impegnato con sua moglie Lella in Azione Cattolica ed attivo nella carità all’interno della società di San Vincenzo. Giuseppe Taliercio è stato un uomo giusto, ucciso in un’Italia sbagliata, dove la dialettica democratica era sostituita da rapimenti, sequestri, condanne ed uccisioni. La sua è una storia da riscoprire e non dimenticare più.
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