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Tag: fotografia

Fotografia, dai ritratti in studio agli scatti rubati in strada: intervista a Laura Giammichele

Un’artista a tutto tondo, capace di spaziare dalla grafica alla fotografia commerciale, dalla street photography al ritratto in studio e al reportage di viaggio: è Laura Giammichele, volto noto a Senigallia e non solo, che si prepara a inaugurare la sua mostra personale “Camei”. L’abbiamo intervistata per Radio Duomo Senigallia (95.2 FM): l’audio, andato in onda nei giorni scorsi, è ancora disponibile qui grazie al lettore multimediale.

L’esordio con l’analogico e la rinascita con il digitale

La sua passione per la fotografia è iniziata in gioventù, quando regnava l’analogico e la camera oscura permetteva – seppure nella sua complessità – di comprendere quali errori si commettevano e quali percorsi portavano alla giusta direzione. Impara l’arte e poi mettila da parte… e così ha fatto: per anni si è dedicata alla sua professione di grafica. «La fotografia è tornata nella mia vita circa 15 anni fa, con l’avvento del digitale che ha reso tutto molto più semplice», racconta l’artista. Un nuovo approccio, coinciso con la sua grande passione per i viaggi. «Quando viaggio, soprattutto da sola, mi muovo con una lentezza diversa – continua Laura Giammichele. Mi siedo in un bar o in una piazza, mi guardo intorno e qualcosa accade». Il suo non è un approccio tecnico accademico, bensì un mix di «esperienza, pratica, casualità e passione», che la porta a volte anche a prevedere una scena e decidere se raccontarla.

La persona al centro: in studio e in strada

Il punto focale della sua produzione è senza dubbio la persona, l’essere umano colto nelle sue espressioni e dettagli più autentici. «C’è sempre un film, un qualcosa che si rinnova in strada, un dettaglio che mi interessa» spiega. Laura Giammichele non si limita alla fotografia di viaggio e di strada, ma si dedica con altrettanta passione al ritratto in studio, sottolineando la differenza e il fascino di entrambi i generi. «La persona in strada è più ‘reale’ – ammette – ma è altrettanto bello creare una sintonia con chi si mette in posa davanti a te, vedere come l’iniziale imbarazzo lasci spazio alla personalità». Una parte significativa del suo lavoro è legata alla collaborazione decennale con un marchio commerciale senigalliese, per il quale realizza servizi fotografici che fondono moda e street photography.

“Camei”: il gioiello ritratto

La mostra che verrà inaugurata sabato 25 ottobre, alle ore 18 alla galleria Box/3 in via Fagnani 3 a Senigallia per la curatela di Simona Zava, si intitola “Camei”: è il frutto di una duplice passione. Da una parte un gioiello di famiglia, custodito gelosamente alla bambina che fu e che si lasciò affascinare dal piccolo ritratto inciso a bassorilievo; dall’altra il cinema, con quelle brevi apparizioni cinematografiche: una celebrazione dei protagonisti dei suoi scatti. L’esposizione presenterà un allestimento variegato: 14 ritratti a colori di amici e conoscenti, affiancati da una serie di ritratti in bianco e nero di sconosciuti catturati per strada. Un alternarsi voluto per mostrare le diverse sfaccettature della sua arte.

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A Senigallia una consulta della fotografia, la proposta in aula per discussione e voto

E’ stata lanciata ormai alcuni mesi fa la proposta di istituire una consulta comunale della fotografia a Senigallia. Oggi l’iniziativa del presidente del consiglio comunale Massimo Bello e della presidente della consulta della cultura Anna Maria Bernardini si trova a un passo dall’approvazione finale. Tra pochi giorni approderà in aula consiliare per la discussione generale, degli emendamenti e del voto. Inizia da questi elementi l’intervista a uno dei due proponenti, Bello, ai microfoni di Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) lunedì 28 e martedì 29 aprile alle ore 13:10 e alle ore 20, oltre a una replica ulteriore domenica 4 maggio alle 16:50. L’audio integrale è disponibile anche in questo articolo, assieme a un breve testo.

L’idea nasce dalla volontà di creare un luogo istituzionale di coordinamento, proposta e riflessione per le numerose associazioni fotografiche della città, in un territorio storicamente legato alla fotografia grazie a figure come Mario Giacomelli, Giuseppe Cavalli e tanti altri. Proprio in vista del centenario della nascita di Giacomelli, che cade come si saprà proprio nel 2025, si è ritenuto importante dare vita a questo spazio permanente per sostenere e sviluppare la cultura fotografica attraverso una rete coordinata dall’ente locale.

Atto ancora più di rilievo, secondo Bello, un «valore aggiunto» dato il riconoscimento di Senigallia come “Città della Fotografia” ottenuto dalla Regione Marche nel 2018. Non si tratterebbe di un doppione della consulta della cultura, in quanto quest’ultima ha una portata più generale, mentre la nuova consulta si focalizzerà specificamente sul settore fotografico, ricco di storia, eventi e importanti esponenti locali, nazionali e internazionali. Un organismo ovviamente aperto alla partecipazione delle varie associazioni fotografiche di Senigallia e che va oltre la portata delle celebrazioni per Giacomelli o la recente scomparsa di Riccardo Gambelli, altro importante esponente della “scuola del MISA”, divenendo un organismo permanente.

La proposta ha registrato anche umori tiepidi, dai consiglieri di minoranza durante la seduta congiunta della prima e quarta commissione consiliare in cui si discuteva dell’iniziativa di istituire la consulta della fotografia. In tal senso, Bello preferisce non commentare direttamente la posizione di astensione, auspicando però un’unità di intenti su una proposta che considera apolitica e importante per la cultura della città. E un voto unanime in consiglio comunale.

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Senigallia e la fotografia, s’inaugura la mostra ‘La camera oscura di Giacomelli’

Prenderà il via venerdì 13 dicembre la mostra ‘La camera oscura di Giacomelli’, un grande evento espositivo su uno dei più importanti fotografi italiani del novecento con cui Senigallia omaggia il “suo” maestro Mario Giacomelli nel centenario della nascita.

L’esposizione verrà inaugurata alle ore 18 nella sala conferenze di palazzetto Baviera con un incontro e con l’apertura ufficiale della mostra allestita nelle sale di palazzo del Duca. Qui saranno esposte fino al 6 aprile 2025 circa cento fotografie originali, tra vintage e stampe d’epoca, che attraversano tutta la produzione di Mario Giacomelli, dagli anni ‘50 fino al 2000, anno della sua morte.

L’esposizione senigalliese si compone di otto sale per un viaggio nel mondo di Mario Giacomelli, che si si apre con un’installazione multimediale con la sua stessa voce, tratta da un’intervista, e immagini in movimento e frammenti scritti di pensieri per far comprendere il rapporto tra fotografia e poesia con cui ha esplorato la realtà e l’interiorità. Fulcro della mostra è la camera oscura, il luogo dove Giacomelli dava forma al suo immaginario trasformando la materia in visioni potenti e universali. Oltre alle opere esposte si trovano attrezzature originali, come la sua macchina fotografica Kobell, e oggetti di scena utilizzati per i suoi scatti. Accanto a questi, provini di stampa, appunti manoscritti e interviste.

L’iniziativa è dell’Archivio Mario Giacomelli, organizzata dal Comune di Senigallia e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, e apre di fatto le celebrazioni del 2025 per il centenario della nascita dell’artista senigalliese che grande slancio diede alla fotografia italiana a partire dal secondo dopoguerra.

Per il centenario della nascita di Mario Giacomelli è già stato predisposto un articolato programma di mostre: oltre a quella di Senigallia, le prime esposizioni del 2025 saranno a Roma al palazzo delle Esposizioni, dal 17 aprile al 1° settembre 2025, e a Milano, palazzo Reale, dal 24 maggio al 21 settembre 2025. Il calendario di eventi toccherà varie sedi nazionali e internazionali per concludersi nel 2027.

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Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961, provino con appunti di stampa_Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli
Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961, provino con appunti di stampa_Courtesy Archivi Mario Giacomelli © Eredi Giacomelli

La fotografia che genera relazioni: l’iniziativa del centro d’istruzione per adulti di Senigallia – INTERVISTA AUDIO

L'immagine del concorso fotografico "Doppio Click", tratta dal sito cpiaancona.it
L’immagine del concorso fotografico “Doppio Click”, tratta dal sito cpiaancona.it

Forse non tutti la conoscono ma c’è anche nel nostro territorio una scuola pubblica statale che si rivolge agli adulti per fornire loro nuovi orizzonti d’istruzione e formazione. E’ il CPIA, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti che ha sedi ad Ancona, Jesi, Fabriano e, chiaramente, Senigallia. Vi parliamo di questa realtà perché, oltre ai corsi tradizionali che si tengono presso l’istituto d’istruzione Panzini, ha avviato alcuni progetti e iniziative, tra cui un concorso fotografico a finalità sociali. Di tutto ciò ci parla Alessia Allegrezza, insegnante e referente del progetto “Doppio Click”. L’intervista è in onda oggi, mercoledì 22 maggio, alle ore 13:10 e alle 20; domani, giovedì 23 con gli stessi orari e infine domenica 26 a partire dalle 17 circa. Dove? Su Radio Duomo Senigallia / In Blu (95.2 FM). Ma con il lettore multimediale è a vostra disposizione in ogni momento. Sotto trovate la versione testuale.

Partiamo spiegando cos’è Cpia, da quando è nato e a chi si rivolge.
E’ una vera e propria scuola che nasce nel 2015, dopo i ctp; vi si iscrivono persone dopo l’obbligo scolastico, soprattutto studenti stranieri che provengono da tutto il mondo, ma sono di tutte le età: il mio alunno più grande ha 80 anni. Ci sono studenti già laureati che vogliono apprendere la lingua italiana, altri che desiderano raggiungere il diploma di terza media e infine altri ancora che hanno necessità di un’alfabetizzazione di base, che serva loro per poter parlare nella quotidianità e ottenere anche il permesso di soggiorno.

A fianco ai corsi organizzate anche iniziative per così dire “collaterali”: ce ne puoi parlare?
Siamo una scuola pubblica statale, che ha un dirigente, Lidia Prosperi, e che sta sotto l’ufficio scolastico regionale; come le altre, presenta progetti basati sulle esigenze degli studenti. Hanno come scopo l’inserimento degli studenti nel territori in cui vivono e l’apertura del territorio stesso agli studenti. Forse il Cpia è poco conosciuto, o perlomeno i suoi servizi. Favoriamo un interscambio proprio grazie a molte iniziative che possono far esercitare i nostri studenti.

Facci qualche esempio
Abbiamo fatto uscite nel territorio per conoscerlo, abbiamo incontrato i rappresentanti dell’Arma dei carabinieri, fatto educazione stradale con la Croce Rossa, visite al consultorio familiare e al centro per l’impiego. Inoltre anche un concorso fotografico.

Com’è nata l’idea di un concorso?
Ci è stato detto dagli studenti stessi che al di fuori della scuola difficilmente praticano l’esercizio di parlare in italiano. Spesso sono qui con la loro famiglia o con gruppi dello stesso paese, altre volte interviene la difficoltà di approcciarsi agli altri senza sapere bene la lingua. Inoltre anche noi italiani siamo un po’ chiusi verso gli stranieri.

E com’è strutturato il concorso fotografico? 
Si chiama “Doppio Click – una foto che accorcia le distanze” e mette insieme un italiano e uno straniero perché insieme possano scattare fotografie e dialogare, e magari stringere anche amicizia. Se non altro porta all’incontro tra culture diverse.

Cosa ne è venuto fuori?
Sono state prodotte 43 fotografie, 43 opere fatte da due fotografie nella modalità del dittico, cioè due foto che parlano di uno stesso tema – quello dell’amicizia tra i popoli – ma veicolato con visioni diverse. Ogni opera offre infatti punti di vista differenti e qui sta il dialogo tra le coppie di autori ma anche con l’esterno.

E dove sarà possibile vederle?
Dopo il giudizio di sette esperti del territorio e non solo, le fotografie saranno esposte sabato 25 e domenica 26 maggio presso la sala dell’associazione Bellanca in centro storico a Senigallia. In occasione dell’inaugurazione della mostra si svolgerà la cerimonia di premiazione. Se in futuro avremo una sede, attualmente siamo ospiti al Panzini, potremo esporre in modo permanente i nostri lavori.

Che progetti avete per il futuro?
Vanno un po’ in base agli studenti che si iscrivono. Sicuramente faremo altre iniziative a livello sportivo e per la conoscenza dei vari servizi territoriali. Ma poi c’è un progetto per portare i ragazzi all’opera. Di certo proveremo a fargli conoscere il territorio italiano e la cultura, cosa che viene richiesta spesso.

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Mario Giacomelli, in cantiere le celebrazioni per il centenario della nascita del grande fotografo

Mario Giacomelli in una foto di Giovanna Calvenzi (© The Mario Giacomelli Archive)
Mario Giacomelli in una foto di Giovanna Calvenzi (© The Mario Giacomelli Archive)

L’anno 2025 non sarà solo contrassegnato dal giubileo ma anche, a livello locale e nazionale, dal centenario della nascita di Mario Giacomelli, noto maestro senigalliese della fotografia scomparso a 75 anni. Per tale ricorrenza, sono in cantiere diverse iniziative, tra cui una grande mostra retrospettiva dal titolo “Mario Giacomelli. Cento anni”, da presentare in Italia e all’estero. L’iniziativa è dell’Archivio Mario Giacomelli, presieduto dai figli Rita e Simone Giacomelli, e diretto da Katiuscia Biondi Giacomelli, ha ideato e promosso un articolato progetto editoriale ed espositivo che culminerà con la mostra da presentare in Italia e all’estero nel corso del triennio 2025-2027.

A tale progetto, gli eredi Giacomelli vorrebbero dare corpo chiedendo al ministero della cultura di costituire un Comitato Nazionale per le celebrazioni, formato da un collegio di studiosi di specifica competenza e da figure istituzionali. Il comitato avrà il compito di promuovere e realizzare eventi e manifestazioni che ricordino Mario Giacomelli, quale grande protagonista della fotografia internazionale e della cultura italiana nel mondo. In tale comitato dovrà essere prevista la partecipazione del sindaco di Senigallia Massimo Olivetti e del vicesindaco e assessore alla cultura Riccardo Pizzi. Con delibera n.54 del 19 marzo scorso, la giunta ha approvato l’adesione al costituendo comitato nazionale per le celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Giacomelli.

Nell’atto si è ricordato che è proprio grazie al maestro senigalliese se la città può vantare il titolo di Città della Fotografia, concesso con legge regionale n.15 del 17 maggio 2018, al fine di promuovere la diffusione della cultura fotografica, la conoscenza del patrimonio fotografico cittadino e la figura di Giacomelli, le cui opere sono state donate e conservate al museo d’arte moderna, dell’informazione e della fotografia – Musinf.

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Fragile Equilibrio: i Fotoapprendisti tornano in mostra al Foro Annonario

Dal 15 aprile al 23 aprile tornano in mostra i “Fotoapprendisti” con l’esposizione “Fragile Equilibrio”, patrocinata dal Comune di Senigallia, presso l’ex pescheria del Foro Annonario.

Gli autori che prenderanno parte a questa esposizione, tutti provenienti da differenti esperienze associazionistiche senigalliesi, sono Claudia Barboni, Delia Biele, Francesco D’Amico, Alessando di Lenardo, JaydiMarat, Alessio Giorgetti, Francesco Pollicina, Marinella Mancinelli, Moreno David, Michele Medici, Roberto Olivetti, Antonella Santinelli e Beatrice Servadio.

I 13 fotografi si amalgamano in questa mostra senza perdere la propria individualità ed anzi sviluppando sensibilità, conoscenze e capacità organizzative.
Prenderanno parte all’evento anche Stefano Mariani e Paolo Roscini.

La mostra è stata ideata e realizzata da un gruppo di amici con la passione per la fotografia, i “Fotoapprendisti”, che hanno deciso di offrire alla comunità senigalliese una mostra nata per riflettere sul concetto di equilibrio, agognato stato di quiete risultante dall’annullarsi di forze contrapposte, e sulla fragilità che lo minaccia.

Questa esposizione fotografica non è un “Hortus conclusus”, un giardino recintato, bensì una fucina di idee, senza muri perimetrali, aperta alle nuove generazioni e ai talenti nascosti, alle contaminazioni di stili e generi, capace di crescere oltre le singole appartenenze e arricchendo con la fotografia i luoghi della città messi a disposizione dalla Pubblica amministrazione.
Ciascun autore presenterà i propri “fragili equilibri”, fatti di ricordi, di sentimenti, di visioni, di aspettative, di pensieri, di ricerca e di tecnica, con uno sguardo amorevole verso i grandi Maestri della fotografia senigalliesi del passato e del presente.

Marco Pettinari

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Il giro del mondo fotografico: la sudcoreana Sue Park in mostra a Senigallia

Sue Park, China, Prayer

È stata recentemente inaugurata a palazzo del Duca di Senigallia la mostra Sounds of silence della fotografa sudcoreana Sue Park, più volte vincitrice del Photo Awards e direttrice della Shatto Gallery di Los Angeles. In mostra fino al 4 giugno 2023 si potranno ammirare 100 fotografie, dedicate principalmente alla rappresentazione della bellezza della natura. Luoghi incantevoli e scorci di vita colti in Asia, Europa e nelle Americhe che sussurrano sommessamente, evocando un senso di meraviglia e misticismo per la loro magnificenza. La mostra organizzata dal Comune di Senigallia e curata da Lorenzo Uccellini, è stata realizzata con il patrocinio della Fondazione Dott. Leopoldo Uccellini e il sostegno della Regione Marche nell’ambito del progetto Senigallia Città della Fotografia.

La mostra è un vero e proprio giro del mondo orizzontale, da est a ovest, compiuto da Sue Park, in cui racconta con una immediatezza quasi fanciullesca e senza pretesa di re-interpretazione, la bellezza che ha vissuto e fotografato. La sua è una fotografia prettamente naturalistica, in cui la post produzione è ridotta al minimo, tuttavia nelle immagini ci racconta anche se stessa e le proprie esperienze che, come avviene ripercorrendo un album di famiglia, risvegliano sensazioni e ricordi: il freddo delle terre di Hokkaido, la magia della brezza leggera delle valli Toscane, la litania lontana dei pescatori malesi, il profumo dell’incenso, il sapore del sale che riempie la costa colpita dalla tempesta e la nostalgia di un punto di nero in una distesa di bianco. Gli scatti di Sue Park sono fortemente vitali e comunicano la “semplicità” e la spontaneità della natura rendendo partecipe lo spettatore, come se, insieme all’autrice, sia stato partecipe per 1/250 di secondo dello scatto di quello spettacolo di cui siamo tutti intimamente e inconsapevolmente una parte imprescindibile.

Sue Park, Canada, Melting Snow
Sue Park, Canada, Melting Snow

«La grande tradizione fotografica di Senigallia – spiega l’assessora alla cultura della Regione Marche Chiara Biondi – merita questa attenzione e merita che attorno a questa specificità si continui a lavorare per portare ancora i protagonisti della fotografia mondiale. E’ un’opportunità per tutta la Regione, che può avvalersi così di questo carattere per farsi apprezzare in Italia e fuori dall’Italia». Soddisfatti il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti e l’assessore alla cultura Riccardo Pizzi che parlano di «uno straordinario viaggio per immagini che attraversa le bellezze naturali dei cinque continenti, una mostra con cui concludiamo questo intenso anno di offerte culturali».

«Sue Park si definisce una ricercatrice di bellezza e la Natura, nelle più svariate manifestazioni, rappresenta la sua mappa del tesoro», scrive il curatore Lorenzo Uccellini. «Che siano paesaggi sconfinati o minuscoli dettagli “rubati” alle magie di luci e ombre o alle forme astratte dal contesto generale, lo sguardo di Sue è quello di un’amante appassionata che oltrepassa la contingenza del visibile, registrando negli scatti fotografici istanti che raccontano le storie eterne degli alberi o i suoni silenziosi delle innumerevoli creature viventi che popolano gli scenari. E a noi pare persino di ascoltarli quei silenzi e quelle antiche storie, ognuno con il proprio vissuto immerso tra memoria personale e inconscio collettivo, come solo le favole sanno offrire».

Mostra aperta dal giovedì alla domenica con orario 15-20. Ingresso 8 euro, con varie scontistiche.
Info: Feelsenigallia.it

Materia, al foro annonario una mostra sulla bellezza del marmo

Il foro annonario a Senigallia
Il foro annonario a Senigallia

Materia, il sentimento della luce” è il titolo della nuova mostra fotografica che verrà inaugurata oggi, sabato 13 agosto, all’ex pescheria del foro annonario. E’ il risultato di un progetto ideato e portato avanti da Senamarmi, la nota azienda che lavora questo prezioso e nobile materiale e che ha voluto dare a nove fotografi del territorio il compito di valorizzare l’arte della sua lavorazione ma anche il rapporto col territorio. La mostra vanta nomi del calibro di Lorenzo Cicconi Massi, Pietro Del Bianco, Walter Ferro, Marco Mandolini, Massimo Marchini, Paolo Monina, Alfonso Napolitano, Giorgio Pegoli e Alberto Polonara, con un contributo di Riccardo Gambelli. 

Ben 72 gli scatti in mostra, 8 per ciascun autore a cui è stata lasciata libertà di manovra, come spiega Elena Sartini, curatrice assieme a Stefano Schiavoni dell’esposizione. «L’idea era quella di coinvolgere la scena artistica della fotografia senigalliese per raccontare la bellezza della materia che difficilmente si esplica a parole e che difficilmente si lascia imbrigliare in un tema». Si passa da fotografie quasi documentaristiche sulla lavorazione, a una parte ritrattistica del materiale, in un suggestivo «mix tra uomo e natura». 

«Siamo profondamente innamorati della materia che lavoriamo – spiega Faustino Conigli, amministratore della Senamarmi – quindi abbiamo ideato questo progetto per evidenziare sia le qualità del materiale che della lavorazione, dando ai fotografi del territorio il compito della sua valorizzazione. Così è nata la collezione “Materia”».

La mostra sarà fruibile tutti i giorni dal 13 al 31 agosto (dalle ore 19 alle 24) all’ex pescheria del foro annonario, grazie alla collaborazione con il Comune di Senigallia. In seguito visitabile anche nella sede della Senamarmi in via Arceviese e, in futuro, anche a Trecastelli.

I minatori del Guizhou

Nell’affascinante borgo di Castiglioni d’Arcevia, all’interno della piccola galleria d’arte AtelierPhōs, è possibile ammirare fino al 24 settembre 2022 una particolare mostra fotografica tratta da un reportage realizzato in Cina, nella provincia del Guizhou, dal giornalista e reporter Giuseppe Chiucchiù.
L’esposizione, “Cina. I minatori della provincia di Guizhou”, raccoglie una serie di scatti eseguiti, ormai oltre 20 anni fa, in un remoto villaggio del distretto di Pingba, all’interno di una miniera di carbone gestita dagli stessi abitanti.

Le foto, molte scattate in condizioni estreme, all’interno di cunicoli bassi e bui in cui il lavoro di estrazione era eseguito con metodi obsoleti, rappresentano un importante documento storico che testimonia le condizioni lavorative alla periferia delle grandi città cinesi. Un racconto per immagini unico, realizzato, come più volte ha riferito lo stesso Chiucchiù, in circostanze non ripetibili. Come spesso accade, tutto ha avuto inizio dalla condivisione di un pasto ed è così che Giuseppe Chiucchiù si è ritrovato dal vagare per un mercato della regione di Pingba ad entrare tanto in confidenza con gli abitanti di questo lontano villaggio, che probabilmente mai avevano avuto modo di incontrare un viaggiatore occidentale, da avere la possibilità di scattare loro delle foto e di seguirli all’interno delle anguste gallerie della miniera, dove adulti e ragazzini scavavano il ventre della terra per tornare poi in superficie trasportando pesanti canestre di vimini cariche di carbone.

Probabilmente quella miniera oggi non esiste più e magari quel villaggio, allora formato da un pugno di case, si è sviluppato e ha trovato per i suoi abitanti un’alternativa fonte di guadagno. Negli ultimi decenni, infatti, la provincia di Guizhou che, nonostante il suo nome (in cinese significa “terra preziosa”), per secoli era rimasta ai margini del contesto economico e produttivo della Cina, si è tramutata in una delle realtà protagoniste, anche attraverso una trasformazione socio-culturale, dello sviluppo economico cinese, contribuendo decisamente alla crescita del PIL nazionale.

Giuseppe Chiucchiù, formatosi artisticamente in Germania presso l’Accademia di Belle Arti di Francoforte e insignito del prestigioso premio “Nikon Photo International” e, nel 2018, del premio “Senigallia – Io Fotoreporter”, ha alle spalle un’interessante carriera professionale iniziata nel 1988 come fotoreporter free lance per l’Agenzia Ansa, passando poi per importanti collaborazioni con i gruppi editoriale de L’Espresso, Rizzoli, Rusconi e Mondadori.
Molto attivo tra il 1989 e il 1997 Giuseppe ha prodotto una straordinaria serie di reportage in Salvador, nella zona di guerra del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale, in Romania, in occasione della rivoluzione che aveva portato alla caduta di Ceausescu, in Germania, sul fenomeno dei naziskin, in Bosnia Erzegovina, sui fronti di guerra di Mostar e Sarajevo, negli Usa, al seguito della campagna presidenziale di Bill Clinton e nelle riserve degli Indiani d’America, e poi in Israele, dopo il sanguinoso attentato di cui fu vittima il premier Yitzhak Rabin, e in Albania, durante l’anarchia albanese. 

Tantissimi sono i reportage prodotti – tra i più recenti quelli realizzati in California, nel parco nazionale di Yosemite, a New York, dopo l’attentato alle torri gemelle, o in Uzbekistan, in Tajikistan e in Afghanistan – ed è possibile ritrovarli tutti nelle coinvolgenti parole e negli avvincenti racconti che Chiucchiù riporta illustrando la mostra fotografica sui minatori cinesi.
Andando infatti a visitare l’esposizione e incontrando l’autore degli scatti non si scopre soltanto la realtà che quelle foto hanno reso immortale ma anche lo stesso Giuseppe, nella sua grande professionalità e umanità, e non si può che rimanere affascinati e rapiti dal nostro mondo visto attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.

Marco Pettinari

Giuseppe Chiucchiù: volti di una Cina che non c’è più

Una delle foto del réportage di Giuseppe Chiucchiù in mostra ad Arcevia per la rassegna "Cina. I minatori della provincia di Guizhou"
Una delle foto del réportage di Giuseppe Chiucchiù in mostra ad Arcevia per la rassegna “Cina. I minatori della provincia di Guizhou”

Fino al 24 settembre prossimo l’Atelierphos di Castiglioni di Arcevia ospita una mostra fotografica tratta da un raro réportage realizzato oltre venti anni fa in Cina, nella provincia del Guizhou, dal giornalista e reporter Giuseppe Chiucchiù.

Cina. I minatori della provincia di Guizhou”, questo il titolo della rassegna, che raccoglie una sequenza di straordinari scatti eseguiti in un piccolo e remoto villaggio del distretto di Pingba, all’interno di una miniera di carbone gestita dagli abitanti con metodi arcaici. Si tratta di fotografie scattate in condizioni estreme, nelle viscere della terra, in cunicoli bassi e bui: un materiale che per la sua peculiarità rappresenta una sorta di documento storico. La fortissima evoluzione degli ultimi decenni ha ormai relegato nelle pieghe della storia le immagini di quei cunicoli nei quali i minatori, fra loro anche dei bambini, trascinavano il carbone raccolto in cesti di vimini per portarlo all’esterno.

Quella miniera ancestrale forse oggi non esiste più e quelle colte da Chiucchiù sono state probabilmente le ultime fotografie che ci restituiscono un tempo e un contesto ambientale pressoché scomparsi in una Cina che conservava all’epoca, in quelle località periferiche nelle quali era rarissimo imbattersi in visitatori europei, le tracce visibili del suo passato…

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Diverrai diamante: racconti fotografici di donne, disabilità e diritti

Si intitola “Diventerai diamante: racconti fotografici di donne, disabilità e diritti”, il nuovo progetto editoriale fotografico ideato da Sergio Santinelli, di Muggito Creativo, e PoT Agency. Scopo della pubblicazione è quello di raccontare e mostrare le storie ed i ritratti di quaranta donne con disabilità diverse. Era il 3 dicembre 2020, data in cui viene celebrata la Giornata Internazionale delle persone con disabilità, quando venne ufficialmente lanciata una raccolta fondi per la stampa di “Diventerai diamante: racconti fotografici di donne, disabilità e diritti”, ora ci siamo, il libro è stato stampato e verrà presentato il 3 dicembre prossimo a Monte San Vito.

Nato da un’idea di Sergio Santinelli, di Muggito Creativo, e PoT Agency, il progetto editoriale si propone di raccontare e mostrare le storie ed i ritratti di quaranta donne con disabilità diverse. Donne cieche, sorde, con sindrome di Down, con distrofia muscolare, con paraplegia, ecc. Donne comuni, attiviste, atlete paralimpiche, influencer, giornaliste, modelle, ecc. Parte del ricavato sarà devoluta alla UILDM Direzione Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).

Andrea guarda il mondo

L'inaugurazione della mostra a Senigallia: da sinistra Andrea Maffia, Marco Pettinari e Cinzia Petetta
L’inaugurazione della mostra a Senigallia: da sinistra Andrea Maffia, Marco Pettinari e Cinzia Petetta

Andrea Maffia (nella foto, a sinistra) si è lasciato affascinare dal mondo, specialmente da quello più lontano e più fragile, quello che chiede cuore, occhi e mente curiosi, aperti. Generosi! Domenica 21 novembre scorso erano in tanti all’inaugurazione della mostra fotografica, patrocinata dal Comune di Senigallia, “Com’è l’Africa? Stanca” con pochi, ma significativi scatti di questo giovane senigalilese e curata da Marco Pettinari (nella foto, al centro), allestita nei rinnovati locali al piano terra del Circolo Arci di Vallone. Esposto in mostra anche lo scatto con cui Andrea, classe 1995, ha ottenuto la menzione d’onore partecipando all’edizione 2020 del concorso internazionale Nd Awards, uno dei contest professionali più ambiti dai fotografi e rivolto a tutti i tipi di immagine.

La fotografia ritrae tre bambini che dormono a terra, in un ambiente quasi completamente spoglio; è stata realizzata a Sainte Marie de Toligbé, Ouidah, in Benin, Africa, durante il workshop organizzato dal collettivo bolognese Verso (un gruppo di architetti ‘solidali’), al quale Andrea ha partecipato nel 2019 contribuendo a riqualificare un orfanotrofio, riparando infissi, costruendo un parco giochi per bambini e fornendo loro beni basilari come le zanzariere…

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Laura Mandolini