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Tag: anziani

Cure socio-assistenziali: Regione, enti gestori e sindacati siglano un accordo da 30 milioni

Dopo tante critiche, lamentele, incontri, tavoli e telefonate, il cerchio si è chiuso con la sigla di un accordo tra la Regione Marche, gli enti gestori delle strutture socio assistenziali e i sindacati. Sul piatto oltre 30 milioni di euro in tre anni che hanno lo scopo di aiutare le realtà marchigiane e le famiglie con un concreto supporto volto a diminuire il peso della retta mensile. Per il presidente della Regione Francesco Acquaroli si tratta di «una giornata importantissima» che ha portato a un «risultato storico».

È stato definito, siglato e presentato ufficialmente il progetto di Intervento Multileva per la residenzialità socio-sanitaria e sociale regionale. Il frutto di un tavolo unico tra tutti i soggetti coinvolti che hanno condiviso con soddisfazione l’importanza delle misure previste. L’Intervento Multileva per la Residenzialità Socio-Sanitaria e Sociale 2025–2027, prevede una dotazione complessiva di 30,6 milioni di euro per potenziare l’offerta e la qualità dei servizi delle strutture assistenziali e supportare le famiglie per abbattere i costi delle rette.

Con l’accordo la Regione Marche ha pianificato una serie di interventi a sostegno sia degli Enti gestori delle strutture residenziali sanitarie, sociosanitarie extraospedaliere e sociali, sia delle famiglie delle persone ospitate nelle medesime strutture, che compartecipano al pagamento delle rette.

Le risorse, nel triennio 2025-2027, ammontano a 30,6 milioni di cui: 20,9 milioni a supporto delle imprese (Enti gestori) e 9,7 milioni a supporto delle famiglie. Una strategia combinata, poiché si ritiene che solo con un’azione concertata si potranno ottenere risultati di maggior efficacia nell’ambito della residenzialità extraospedaliera sanitaria, sociosanitaria e sociale che in questi ultimi anni ha sofferto della perdita di capacità di acquisto dei redditi delle famiglie e dell’incremento costante dei costi legati all’assistenza e alla gestione delle strutture.

Tre le linee di intervento adottate, due destinate agli Enti gestori e una dedicata alle famiglie. Con il primo intervento, gli Enti gestori avranno a disposizione 5 milioni all’anno (a partire da luglio 2025, per un ammontare di 12,5 milioni) per incrementare la quota sanitaria della retta per le strutture convenzionate: Residenze Protette per anziani, Residenze Protette per anziani affetti da demenza e Strutture per i minori con disturbi psichiatrici. Si tratta di un aumento strutturale e definitivo.
Il secondo intervento permetterà di avere a disposizione 8 milioni per il triennio 2025-2027 attraverso bandi per il potenziamento dei servizi delle strutture residenziali extraospedaliere e sociali tramite il finanziamento di progetti volti all’implementazione e al miglioramento della qualità dell’assistenza, con precedenza alle progettualità presentate dalle strutture psichiatriche e dalle strutture ospitanti persone di minore età.
La linea di intervento dedicata alle famiglie, vedrà un budget complessivo di 9,7 milioni a disposizione nel biennio 2026-2027 per l’emissione di voucher a sostegno del costo della retta, erogati alla famiglia della persona ospitata nelle strutture residenziali autorizzate sanitarie, sociosanitarie e sociali in cui è presente il vincolo obbligatorio della compartecipazione alla spesa. Il voucher mensile, del valore minimo di 250 €, verrà assegnato in base al livello Isee della persona/del nucleo familiare.

Il presidente della Regione Marche e commissario delegato per l’alluvione 2022 Francesco Acquaroli
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

«Oggi è una giornata importantissima per la nostra Regione – ha detto il presidente Acquaroli (in FOTO) -. Siamo riusciti a raggiungere un accordo con uno sforzo enorme destinando oltre 30 milioni di euro per il prossimo triennio per supportare gli enti gestori nello svolgimento di servizi essenziali per la nostra comunità e attivando un concreto aiuto per abbattere il costo delle rette nei confronti delle famiglie delle persone ospitate nelle strutture residenziali. Un risultato che vuole dare un contributo a sostegno delle strutture che operano nel settore sociosanitario e che va incontro alle difficoltà di tantissime famiglie. Siamo ben consapevoli dell’importanza fondamentale di questo ambito di intervento e siamo soddisfatti di poter annunciare il raggiungimento di questo traguardo condiviso e concertato con i rappresentanti degli enti gestori e il mondo sindacale».

Partecipano al tavolo:

Confederazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL
Comitato Enti Gestori Strutture per Anziani Senza Scopo di Lucro
Azienda Pubblica Servizi alla Persona “IR CR Macerata”
Associazione Religiosa Istituti Socio – Sanitari – Aris
Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età -ANASTE
Comitato Aziende Pubbliche Servizi alla Persona
Confcooperative – Federsolidarietà Marche
AssCoop
Uneba Marche
Legacoop Sociali
Comitato Regionale Enti Accreditati per le Dipendenze Patologiche – Crea
Associazione italiana per la Cura Dipendenze Patologiche – Acudipa
Coordinamento delle Comunità di Accoglienza per Minori della Regione Marche
Coordinamento Italiano Case Alloggio per Persone con Hiv/Aids -C.I.C.A.
Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti (dipendenze patologiche) Marche
Confcommercio Salute Sanità e Cura

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Prima uscita a Senigallia per gli ospiti della fondazione Opera Pia

Prima uscita per alcuni ospiti della Fondazione Opera Pia il venerdì appena trascorso, organizzata all’interno di un progetto del gruppo volontari de Il Seme insieme all’Avulss, con la psicologa Michela Boscaro e l’assistente sociale Valerina Sipari. Sono numerose infatti le attività di animazione, avviate da qualche tempo a questa parte dall’associazione di volontariato Il Seme, per gli anziani ospiti dell’Opera Pia che apprezzano e che riescono a partecipare a momenti creati per loro con un’attenzione particolare ai loro interessi.

In collaborazione con l’Auser, che ha messo a disposizione un autista per la guida del pulmino attrezzato dell’Opera Pia, alcuni ospiti della casa riposo di Senigallia sono stati in visita alla chiesa e al convento di Santa Maria delle Grazie. La chiesa è appena stata restaurata e accoglie, dietro all’altare, la meravigliosa pala della Madonna con Santi del Perugino, che rappresenta la Vergine col bambino fiancheggiati da sei figure di santi, databile a fine 1400, e una copia della Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, ora collocata alla Galleria Nazionale delle Marche a Urbino. Nella zona esterna invece la visita è stata al chiostro, ottimamente conservato, e all’adiacente Museo della mezzadria, fondato da Sergio Anselmi nel 1978 per documentare la quotidianità di vita e di lavoro nelle campagne marchigiane nella prima metà del Novecento.

Grazie alla guida esperta di Donato Mori e alla gentilezza del custode Otello Cimarelli, gli ospiti dell’Opera Pia si sono lasciati conquistare da un pezzo di storia della nostra città e si preparano a intraprendere altre visite guidate, artistiche e storiche, sempre nelle giornate di venerdì. L’idea di riavvicinare gli ospiti all’arte, alla storia e alla bellezza del territorio fa parte della scelta di cura del benessere di tutte le persone accolte presso la casa di riposo.

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“Il cielo in una stanza”. A Serra de’ Conti uno spazio per over 65, dentro e fuori casa

“Ho visto mamma illuminarsi negli occhi e nell’anima”, la prima, meravigliosa testimonianza scritta che certifica la bellezza del progetto. “Il cielo in una stanza” è più di un luogo. È uno di quegli spazi che rendono una comunità più umana, più all’altezza di questa esigente parola. Da qualche settimana, nell’ex asilo di Serra de’ Conti, sono stati attivati “Interventi per over 65 dentro e fuori casa”: così recita la definizione ufficiale del progetto che ha messo insieme, coordinati dall’Ambito territoriale sociale 8, l’Unione dei Comuni ‘Le Terre della Marca senone”, il Comune di Serra de’ Conti, le cooperative sociali HMuta e Polo9.

Hanno cominciato in tre a frequentare queste stanze. Nel giro di qualche giorno sono arrivati a nove, il positivo passaparola ha funzionato e la gioia di poter assaporare ancora giorni pieni di vita ha preso il posto del timore che ogni novità comporta. Ed era arrivato il momento di presentarsi al pubblico.
Venerdì 6 giugno scorso c’è stata la presentazione ufficiale ed in tanti hanno visto da vicino di cosa si tratta, in un pomeriggio denso di testimonianze e contenuti. È orgoglioso il Sindaco Silvano Simonetti: “Una struttura non solo per Serra de’ Conti, ma per l’intero territorio, animata e impreziosita da diversi volontari che in questa nostra realtà fortunatamente non mancano e a cui va il nostro grazie più sentito”. Perché accanto a istituzioni e professionisti della cura ci sono loro, Auser, Anteas, Alzheimer senza paura, in una collaborazione costante e preziosa che garantisce al contempo professionalità e familiarità.

Giuseppina Campolucci , coordinatrice dell’Ambito territoriale sociale 8, parla con emozione di un “percorso di ascolto e condivisione per dare risposte adeguate alla vita delle persone. Per far sentire le famiglie meno sole, per gli operatori la possibilità di individuare i servizi più adatti alle persone. L’amministrazione comunale ha messo a disposizione questo spazio e grazie ad un finanziamento di Fondazione ‘Cariverona’ di 290mila euro siamo qui a presentare questo servizio”.  Gli interventi si susseguono, uno dietro l’altro; stavolta tocca a Massimo Mazzieri – Direttore del distretto sanitario di Senigallia: “Non dobbiamo occuparci soltanto di malattie, ma attivarci per affrontare la solitudine degli anziani, sempre più presente anche a causa della composizione delle famiglie, a volte con una sola persona. Questo spazio dà l’opportunità di poter entrare in contatto con altre persone, si vince anche così il rischio del sentirsi soli”.

C’è davvero il cielo dentro queste stanze, tanto sono articolati i percorsi ed i servizi ospitati. Emanuela Brocanelli, vicepresidente della Cooperativa sociale HMuta, li presenta cominciando dall’elemento più innovativo: la tecnologia! La domotica, internet delle cose, le tante possibilità del digitale fanno sempre di più la loro parte nel garantire sicurezza e salute. E sarà uno sportello Cad – Centro adattamento domestico, a collegare vari soggetti, fornire  informazioni e programmare sopralluoghi nelle abitazioni per garantire il più possibile la permanenza a casa delle persone. Poi saranno i professionisti di “Tech 4 care” ad installare e monitorare i sorprendenti ‘aggeggi’ che rendono la quotidianità più serena. Fino al 31 dicembre 2026 saranno coinvolte 40 famiglie, attualmente hanno aderito 10 nuclei familiari.

Polo9 da tempo si occupa di anziani e demenze. Oltre trent’anni di formazione, sperimentazioni e progetti, iniziati con la ‘Progetto solidarietà’ e poi confluiti nella nuova cooperativa, che hanno fatto toccare con mano a tanti operatori la bellezza e la soddisfazione di lavorare con le persone rese fragili dalla demenza. Anna Gobbetti, vicepresidente di Polo9, non ha dubbi: “Vivere momenti di benessere, nella demenza, è fondamentale perché come dice un bellissimo motto a cui ci siamo sempre ispirati ‘preso sotto braccio l’Alzheimer fa meno paura’. Le persone malate sono adulte, devono essere messe in grado di poter scegliere ciò che possono e hanno voglia di fare. Ci concentriamo su ciò che non è perduto, non è vero che l’Alzheimer toglie tutto e quanto rimane è una risorsa preziosissima dalla quale partire ogni giorno”. Mentre parla, scorrono le immagini delle tante attività di animazione: giardinaggio, gioco a carte, disegno, quattro chiacchiere rese più gustose da una merenda condivisa. L’esperienza del Caffè Alzheimer di Senigallia è un notevole bagaglio a cui attingere e anche a Serra de’ Conti saranno garantite due giornate dedicate a questa socialità.

“A domande complesse bisogna dare risposte integrali”. Maurizio Mandolini, esperto in progettazione sociale, restituisce il quadro completo e articolato di un progetto del genere, finalizzato a garantire un welfare di prossimità. Vale a dire, più è corta la distanza tra bisogni e risposte, meglio è. E più è chiara la proposta, meglio stiamo. “I servizi sono poco conosciuti dai cittadini e dagli operatori – dice Mandolini – e in questo dobbiamo fare un’autocritica”. Entra nel tecnico, ma in realtà chiunque abbia avuto bisogno di aiuto, si rende conto della frammentazione dei servizi e della fatica di sapere come arrivarci, divisi tra sistema sociale, sanitario e socio sanitario. “I cittadini vi arrivano in modo diverso, invece l’accesso deve essere universalistico e più semplice possibile. In questo territorio è stato creato un punto unico di accesso, dove sanità e sociale sono insieme per accogliere la cittadinanza e reindirizzarla nei percorsi necessari. Per ora è solo a Senigallia, a breve saranno attivati in tutti i comuni dell’ambito”.

Fabio Izzicupo – Dirigente psicologo centro disturbi cognitivi e demenze – snocciola numeri per niente rassicuranti sull’impatto delle demenze: circ a il 10% della popolazione italiana, in un modo o nell’altro, è toccato da patologie cognitive e demenziali. “Nei nostri comuni sono circa 1400 le persone affette da demenza, ogni anno 243 nuove persone si ammalano”. E questo quadro sollecita monitoraggi, risposte, capacità innovativa per farvi fronte, in un mix sapiente di servizi, strutture, professionalità e risorse.

Arriva da Bologna il prof. Rabih Chattat. Ordinario del Dipartimento di Psicologia dell’invecchiamento, arricchisce il pomeriggio serrano con la sua profonda conoscenza del tema che lo ha fatto diventare un punto di riferimento fondamentale per quanti si occupano di invecchiamento. Insiste sul termine ‘comunità’, che preferisce al più neutro e tecnico ‘rete’: “Oggi potremmo ridurre il rischio di demenza del 45% circa, ma ci vuole una comunità per invecchiare bene. Salute fisica, cura della connettività, uso corretto del cervello (che incide tanto sulla aspettativa di vita) e relazioni sociali: il biologico e il sociale interagiscono, in un concetto di circolarità della persona”. L’essere umano è fatto di tante componenti, dice Chattat e spezzettarle non aiuta. Inoltre la tanto desiderata longevità dipende anche dall’idea che abbiamo della stessa vecchiaia. “Come la vediamo? Come la raccontiamo? La percezione soggettiva può fare la differenza sul benessere. Basta con il considerarla un problema! Può essere una risorsa, occorre cambiarne la narrazione. Ed i servizi devono proporre un buon bilanciamento tra ciò che viene offerto e ciò che viene richiesto”. In poche parole, l’ascolto delle esigenze vere della persone non può mai prescindere dai servizi ad essa destinati, non esistono risposte a taglia unica.
Per il professore, inoltre, nelle demenze ci viene più facile focalizzarci sulle mancanze anziché continuare a scommettere sulle possibilità da mettere in gioco: “Guardiamo le capacità piuttosto che le mancanze. Qual è l’esperienza della persona con demenza? Chi è stata, chi può continuare ad essere? Il nostro ruolo è comprendere qual è la difficoltà da affrontare e organizzare, pianificare una giornata o un’attività che può farla sentire utile. Quindi non tanto un servizio, ma un contesto nel quale saper leggere ogni persona e rispondere alle sue esigenze pecualiari. Si tratta di proporre attività che abbiano un significato e significanti. Non tutto va bene e a tutti. La demenza toglie, è vero, ma lascia vivere delle parti di noi, quelle più originali, dalle quali non si può prescindere”. E proprio su quelle occorre puntare, insieme ad un’attenzione costante alle famiglie, a rischio anch’esse in questo tipo di patologie: “La famiglia ha una duplice situazione da affrontare: la persona amata sta male, sta cambiando; ma cambia anche il familiare che ‘perde’ la persona così come l’aveva conosciuta e questo è fortemente stressante”. Ecco perché è importante offrire conoscenza, risorse per capire cosa sta succedendo. “C’è bisogno di accudire la competenza del prendersi cura. Occorre farlo prima che i familiari si esauriscano o che sovrappongano completamente la loro identità al solo prendersi cura”.
Bruno Massi, già sindaco di Serra de’ Conti, persona impegnata politicamente e socialmente in più fronti, prende la parola per chiudere l’evento. In questa occasione parla in veste di presidente dell’associazione alzheimer senza paura, nata anni fa a Senigallia per far sentire meno soli i familiari delle persone ammalate: “Spesso si fa fatica ad avere punti di riferimento in queste situazioni di fragilità; spesso si vive ancora con vergogna la demenza. Un progetto così continua invece a farci sperare, a farci sentire comunità”.

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Strutture per anziani e soggetti fragili, dai fondi europei un aiuto contro i rincari delle rette

Drammatica la situazione delle strutture per anziani e soggetti fragili del territorio senigalliese, altrettanto quanto quella delle famiglie che chiedono di far entrare i propri cari in residenze protette e rsa nonostante l’aumento dei costi. E’ il grave quadro emerso lo scorso 14 marzo in aula consiliare quando si è svolta la seduta congiunta della conferenza dei capigruppo e della 1^ commissione permanente per parlare dell’aumento delle rette mensili e dei problemi che le strutture socio assistenziali stanno vivendo ormai da tempo.

L’occasione ha visto la partecipazione del presidente Giovanni Bomprezzi, del vicepresidente Giuseppe Muzi e del consigliere Enrico Giacomelli per quanto riguarda la fondazione Opera Pia Mastai Ferretti che gestisce la residenza di via Cavallotti; e del commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia Corrado Canafoglia per la struttura di via del Seminario. Entrambi hanno sottolineato vari problemi, tra cui lo stato di necessità che ha portato all’aumento dei costi per le famiglie degli ospiti.

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In particolare, mentre Bomprezzi ha evidenziato come l’ultima contrattazione Uneba abbia comportato un aumento dei costi per il personale delle strutture per anziani ma in generale per tutte le realtà socio assistenziali. Per quanto riguarda l’Opera Pia si traduce in almeno 400 mila euro in più all’anno. Con l’aumento delle rette, si spera di arrivare a circa 250 mila euro, il che significa che per la residenza di via Cavallotti aumenterà il passivo.

Poi c’è tutta la questione del modello sanitario attualmente in vigore con gli ospedali sempre più in difficoltà che gestiscono solo la fase acuta dei problemi delle persone per poi rimandarle a casa. Qui però i malati non trovano un’assistenza adeguata. Il che si traduce in liste di attesa infinite per poter entrare nelle residenze protette, case di riposo e rsa.

Parte del nuovo cda della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia. Da sinistra Enrico GIacomelli (consigliere), Giuseppe Muzi (vicepresidente), Giovanni Bomprezzi (presidente) e Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese.
Parte del nuovo cda della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia. Da sinistra Enrico GIacomelli (consigliere), Giuseppe Muzi (vicepresidente), Giovanni Bomprezzi (presidente) e Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese.

Dal canto suo Canafoglia ha invece rimarcato una delle cause che hanno portato a queste situazioni. E cioè il fatto che spesso nei cda di queste realtà sono sedute delle persone che per quanto in buona fede e col massimo impegno, non sono però né esperte né competenti su un settore così delicato e complesso, spostando uno dei temi anche sul campo politico che spesso “invade” le nomine dei cda. Politica – quella regionale – che è chiamata a rispondere con contributi maggiori, come richiesto a gran voce dai responsabili delle strutture per anziani e soggetti fragili e dai sindacati che protestano da tempo.

Da sinistra Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese; Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia e Cinzia Petetta, assessora al welfare senigalliese
Da sinistra Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese; Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia e Cinzia Petetta, assessora al welfare senigalliese

A tirare le somme dell’incontro, ci ha pensato il presidente del consiglio comunale Massimo Bello. «La gestione economica di queste strutture residenziali è sicuramente sempre più difficile – ha dichiarato – e di questo ce ne rendiamo conto tutti, benché l’impegno degli operatori sia straordinario, ma è evidente che il peso finanziario non possa e non debba ricadere sulle famiglie, spesso in gravi difficoltà. L’aumento delle rette non può e non deve essere l’unica risposta alle criticità e ai bisogni, altrimenti ciò diventerebbe socialmente insostenibile». 

Quest’ultimo, di fronte al rischio paventato di chiusura di realtà simili a quelle senigalliesi o all’aumento ulteriore delle rette a carico delle famiglie anche per i pazienti in convenzione, ha proposto l’utilizzo di fondi europei. «È necessario, invece, individuare misure e strumenti alternativi per fare fronte a quelle esigenze di natura economico-finanziaria, a cui queste strutture sociosanitarie sono chiamate quotidianamente a risolvere. In questo contesto, assumono grande rilievo i fondi messi a disposizione dalla programmazione finanziaria dell’Unione europea. Si tratta di fondi diretti e indiretti, disponibili attraverso decine e decine di bandi europei, che possono tornare utili nella gestione straordinaria delle strutture, in particolare per quelle opere di adeguamento delle strutture, che libererebbero così risorse del bilancio corrente di ciascuna struttura, indirizzandole alla gestione ordinaria degli ospiti e dei servizi a loro collegati, senza incidere sulle rette e sugli investimenti».

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Rincari strutture per anziani, allarme inascoltato per anni: incontro in comune a Senigallia

Dopo anni di annunci, denunce e segnalazioni sempre più allarmanti sui potenziali rischi, ora si sta concretizzando tutto: i rincari delle rette per le strutture per anziani e soggetti fragili stanno divenendo realtà con aumenti stimati tra i 100 e i 150 euro in media al mese per ospite. Una situazione che i sindacati giudicano inaccettabile, che la politica ha ignorato per tanto tempo, e sulla quale si terrà un incontro in municipio a Senigallia.

L’iniziativa si terrà venerdì 14 marzo, alle ore 16, nell’aula consiliare “Giuseppe Orciari”: qui verranno ascoltati i responsabili delle principali strutture cittadine, la fondazione Opera Pia Mastai Ferretti col suo neopresidente Giovanni Bomprezzi e la fondazione Città di Senigallia con il commissario straordinario Corrado Canafoglia. Entrambi interverranno durante la seduta congiunta della conferenza dei capigruppo e della prima commissione permanente (affari istituzionali e generali).

«Ho assunto questa decisione dopo avere comunicato ai capigruppo, nei giorni scorsi, la necessità e l’opportunità di avere un confronto immediato con le due fondazioni, che si occupano dell’ospitalità della popolazione anziana nel nostro territorio, riguardo anche alle notizie apparse nei giorni scorsi sulla stampa, che annunciano l’aumento delle rette a carico dei familiari. L’audizione di venerdì può essere l’occasione giusta per un serio e utile confronto, e per avere una informativa puntuale sulla situazione di gestione e di organizzazione delle due strutture».

Perché dicevamo che denunce e segnalazioni sono rimaste inascoltate per anni? Più volte abbiamo riportato le parole dell’ex presidente dell’Opera Pia Mario Vichi (il passaggio a Bomprezzi c’è stato a fine 2024), per lungo tempo anche referente regionale degli enti gestori delle strutture socio assistenziali che si occupano di anziani, fragili e persone con disabilità. Vi rimandiamo alla nostra intervista realizzata a novembre 2024, quando Vichi lanciava l’allarme: «Se non c’è il contributo dello Stato, noi come tante altre strutture siamo fortemente in difficoltà. C’è stato un intervento della sanità nelle Marche nel 2023: di fronte ai 7 euro/giorno che avevamo chiesto in più, ce ne hanno dati 4. In questi due anni la situazione è peggiorata per un aumento di costi legati all’aumento generale, ma soprattutto al tempo in più che va dato per gli anziani, molto impegnativi: più oss, più infermieri, più materiale e questo chiaramente ha aumentato pesantemente i costi, un impegno molto più gravoso rispetto a cinque anni fa. Oggi stiamo di nuovo bussando alla regione dicendo che se non si viene incontro si rischia di chiedere alle famiglie a dir poco 7 euro al giorno in più».

LEGGI O ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE A MARIO VICHI SUI COSTI DELLE STRUTTURE PER ANZIANI E SOGGETTI FRAGILI

L’auspicio è che quest’occasione della seduta congiunta dei due organi senigalliesi possa contribuire a mettere sui tavoli, su quelli che contano, una proposta di maggior intervento da parte della Regione in modo che i contributi possano in qualche modo sgravare il peso che ora ricade tutto sulle famiglie degli ospiti, con almeno 100/150 euro di media di aumenti nella tariffa mensile.

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La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

Aumenti sulle rette delle strutture per anziani: sindacati protestano contro la Regione Marche

Sugli aumenti in media di 100/150 euro al mese sulle rette delle strutture che ospitano, assistono e curano gli anziani (case di riposo, RP e RSA) non c’è più tempo da perdere, perché «sta diventando un’emergenza sociale». A dirlo sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Senigallia, assieme alle relative sigle di ciascuna organizzazione legata ai pensionati: Spi, Fnp e Uilp.

Dalle organizzazioni sindacali parte infatti l’appello alle istituzioni perché si impegnino a non lasciare che ricada solo sulle famiglie tutto il peso della situazione. Già si era sollevato un coro di proteste per quanto si stava verificando, senza contare che gli stessi responsabili avevano lanciato l’allarme da anni per inevitabili aumenti nelle rette delle strutture. Responsabili che avevano chiesto un forte intervento della Regione perché adeguasse il contributo a quanto fanno le altre regioni del centro Italia.

«Questa responsabilità ce l’ha la Regione Marche – affermano Cgil, Cisl e Uil di Senigallia – che oltretutto ha tagliato drasticamente gli investimenti previsti a bilancio 2025 per il fondo di solidarietà e per le persone con disabilità e disturbi mentali e investe meno risorse finanziare per sostenere il pagamento delle rette». Famiglie che già devono subire e sostenere altri rincari di materie prime e bollette, l’inflazione: «Un combinato disposto che sta mettendo le famiglie in ginocchio. Inaccettabile!».

Ma non c’è solo il fattore economico sugli aumenti delle rette delle strutture, c’è anche un aspetto umano e un risvolto occupazionale. Secondo le sigle sindacali è ugualmente «inaccettabile che si “colpevolizzi” l’aumento del costo del lavoro come giustificazione per l’aumento delle rette», cosa sostenuta proprio dalla Regione. «Lavoratrici e lavoratori della sanità privata o delle Cooperative Sociali che attendono anni, per il rinnovo del loro contratto collettivo di lavoro hanno diritto di veder riconosciuti i legittimi aumenti». 

Da qui l’appello alla Regione Marche perché vengano riviste le cifre stanziate per il sociale e il welfare: «É sbagliato, distorto e ingiusto che ne facciano le spese i più deboli, i fragili, le persone che dovrebbero ricevere maggiori cure e attenzioni da parte della Regione».

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Vent’anni di Auser a Senigallia, tra progetti a favore di anziani, fragili e disabili. E nel futuro…

I loro pulmini e mezzi per il trasporto di persone sono ben riconoscibili e si vedono ogni giorno percorrere le strade di Senigallia. Ma cos’è l’Auser? E’ un’associazione di volontariato, nata a livello nazionale nel 1989 da un’idea dell’ex segretario della CGIL Trentin per assistere gli anziani e le persone fragili o con disabilità. Nelle Marche arrivò nel 1991, mentre a Senigallia è attiva da vent’anni anche se ufficialmente nasce nel 2007.

Ne abbiamo approfittato per chiedere maggiori informazioni al presidente Alessandro Salvatori e alla responsabile cultura dell’associazione Donatella Grilli. L’intervista, in onda venerdì 7 e sabato 8 marzo alle ore 13:10 e alle ore 20, sarà replicata anche domenica 9 a partire dalle ore 16:50 (il terzo di tre contributi audio), sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM). Qui sotto è disponibile il lettore multimediale per riascoltarsi l’audio integrale della chiacchierata, oltre a un breve testo di accompagnamento.

L’associazione fornisce servizi di trasporto socio-assistenziale sul territorio senigalliese, grazie a una convenzione con l’Unione dei comuni “Le terre della marca senone”, ma offre anche compagnia agli anziani nelle case protette, assistenza in biblioteca e un servizio di contatto telefonico per contrastare la solitudine, attivo il lunedì e mercoledì pomeriggio. Promuove inoltre progetti intergenerazionali, coinvolgendo studenti delle scuole superiori in attività di supporto tecnologico per gli anziani, per la conoscenza dei dispositivi come smartphone o strumenti come la posta elettronica certificata (pec).

Recentemente ha rinnovato le proprie cariche elettive, confermando la fiducia al presidente Salvatori, il quale ha mantenuto il proprio direttivo per altri quattro anni di mandato. Punti cardine dell’operato dell’Auser sono i valori di comunità, per far uscire dall’isolamento le persone anziani; la giustizia sociale per evitare che gli squilibri sociali ricadano sempre sui più fragili; e la passione che muove i circa 60 volontari del gruppo senigalliese.

E tra i progetti futuri? Questo e molto altro nell’intervista audio che vi invitiamo ad ascoltare.

La sede dell’AUSER si trova presso la CGIL in via Mamiani 5, a Senigallia. L’associazione è contattabile telefonicamente al 370 313 0898 o tramite la pagina Facebook “AUSER Volontariato Senigallia“.

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Strutture socioassistenziali in difficoltà, Mario Vichi: «Regione ci venga incontro o sarà crisi»

La questione dei contributi regionali agli enti gestori delle strutture socio assistenziali delle Marche torna al centro del dibattito locale. Per poterne sapere di più abbiamo scelto di intervistare Mario Vichi, presidente della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia, ma anche referente regionale delle residenze protette per anziani: è lui a porre delle riflessioni, anche amare, sullo stato di difficoltà di queste realtà in cui ci si prende cura di circa 12 mila persone, tra anziani (la maggior parte) ma anche individui con disabilità o dipendenze e minori. L’intervista audio, che si trova integrale anche in questo articolo, andrà in onda lunedì 11 e martedì 12 novembre alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 17 alle ore 16:50. Sempre su Radio Duomo Senigallia, naturalmente, sui 95.2 FM.

Partiamo da una panoramica della realtà locale
La fondazione Mastai Ferretti di Senigallia è la struttura più grande delle Marche, ospita ben 240 anziani, oltre al centro diurno di altri 20, più gli appartamenti con altre 20 persone. Quindi è una realtà che copre diciamo abbastanza le esigenze. Poi ci sono altre due strutture a Senigallia. Nella vallata, ogni centro ha la sua residenza, i servizi sono nati tutti più o meno nella prima metà del 900 e fino a qualche anno fa era sostanzialmente sufficiente. La situazione è cambiata nel nostro territorio e nelle marche in particolare. L’invecchiamento della popolazione: si vive di più, l’età media cresce per uomini e donne, ma non si può dire nello stesso tempo che si viva in buona salute. A Senigallia e nelle marche, oggi il 25% della popolazione è over 65 anni; nel giro di 8-10 anni arriverà al 35%. Poche nascite e si vive di più, poi le famiglie non sono più quelle di un tempo; per gli anziani arriva il momento che da soli a casa non riescono a starci.

C’è un problema di natura sociale, è cambiata la famiglia, è cambiata la società, sono cambiati i ritmi: sapevo che alla domanda di assistenza alle persone anziane c’era un’offerta di posti limitata, è ancora così?
La situazione sta addirittura peggiorando. Negli ultimi due anni, soprattutto dopo il Covid, noi ad esempio abbiamo ricevuto nel 2023 oltre 200 domande di ingresso e ne riusciamo a soddisfare 50, 60, che vuol dire su tre domande ne accontentiamo una e questo non riguarda solo noi, riguarda tutte le strutture del territorio. Si parla tanto di domiciliarietà. l’anziano deve stare a casa, ma in realtà gli anziani finché possono ci stanno a casa già di loro volontà. Arriva però un momento in cui, per i problemi della famiglia di cui abbiamo parlato prima e per mancanza di servizi da parte del sistema sanitario, si chiede l’ingresso nelle strutture. In genere non arrivano mai autonomi, ma sono tutti non autosufficienti: ciò comporta un impegno di assistenza molto molto alto oggi, rispetto a qualche anno fa.

Non siamo più di fronte alla casa di riposo che appunto ospitava persone anziane che potevano avere una prospettiva di vita ancora autonoma, ma di persone che hanno necessità di assistenza impegnativa, continua, qualificata.
Infatti oggi parliamo di residenza protetta, non più di casa di riposo. Nella nostra struttura su 240 ospiti che abbiamo, dire 20 autonomi dico tanto, tutti gli altri sono semi e non autosufficienti. Serve un servizio sia di infermieri che di operatori sociosanitari intensivo. Le risposte che arrivano dal sistema sanitario? Purtroppo non ci sono. Tempo fa quando c’era un problema di tariffe per quel che riguarda il sostegno, perché il costo reale di un ospite sta intorno ai 2.500-3.000 euro al mese, se non c’è il contributo dello Stato noi come tante altre strutture siamo fortemente in difficoltà. C’è stato un intervento della sanità nelle Marche nel 2023: di fronte ai 7 euro/giorno che avevamo chiesto in più, ce ne hanno dati 4. In questi due anni la situazione è peggiorata per un aumento di costi legati all’aumento generale, ma soprattutto al tempo in più che va dato per gli anziani molto impegnativi, più oss, più infermieri, più materiale e questo chiaramente ha aumentato pesantemente i costi, un impegno molto più gravoso rispetto a cinque anni fa. Oggi stiamo di nuovo bussando alla regione dicendo che se non si viene incontro si rischia di chiedere alle famiglie a dir poco 7 euro al giorno in più.

Quella che lei ha descritto è una situazione che vale per tutta la regione Marche, forse magari anche per tutta Italia.
Le Marche sostanzialmente sono tutte uguali perché la sanità delle Marche, per un fatto gravoso che parte dal 2005, non ha dato importanza all’assistenza anziani. La regione Marche dà un contributo di 37 euro al giorno; l’Emilia, il Veneto, la Lombardia, le altre danno dai 45 ai 60 euro al giorno. La differenza è tutta qua e oggi ci viene detto, sono stati fatti dei tagli, i soldi non ci sono: noi potremmo pareggiare un po’ i conti con almeno di 7 euro al giorno di incremento.

Se la situazione non si dovesse sbloccare a livello regionale e magari non tutte le famiglie fossero disposte o nelle capacità di poter far fronte a un aumento della retta mensile, che scenario ci si prospetta davanti?
La regione insiste nel voler lasciare a casa gli anziani con le cure domiciliari, ma è una strada sbagliata che è stata lanciata nel 2021. Noi diciamo che le domande sono aumentate perché gli anziani vivono di più ma vivono non in buona salute e quindi chiedono di entrare. Ci sono delle trattative in corso, confidiamo che la regione Marche faccia un salto di qualità come hanno fatto le altre regioni. Altrimenti l’argomento va portato alla pubblica opinione. Nello stesso tempo poi c’è anche un altro problema con tutta una serie di nuovi parametri per l’accreditamento, che significa ore in più, specialisti in più e di conseguenza costi in più, ma il servizio di qualità costa: ci auguriamo che la politica e la regione Marche rimuovano gli ostacoli, comunque arriverà il momento che con le famiglie dovremmo metterci a tavolino e ragionare insieme. Non si vuole lo scontro, ma se le altre regioni danno mediamente 50 euro al giorno contro i 37 delle Marche un motivo ci sarà.

Dando uno sguardo a livello regionale, quante sono le strutture per anziani?
L’organizzazione che rappresento io raccoglie circa 65 strutture di tutte le 5 province, ma nel totale sono circa 160 strutture. Gli anziani nelle marche che stanno nelle strutture sono circa 10 mila, poi ci sono circa 2 mila tra disabili, minori, dipendenze, quindi parliamo di circa 12 mila persone. E’ stato fatto qualcosa per i disabili e per i minori, niente per il resto.

E’ vero che la Bolkestein interessa anche le vostre strutture?
Sui giornali s’è parlato in questi mesi dei bagnini, ma nessuno ha parlato dell’applicazione della legge sulla concorrenza nella sanità: dal 2025 le strutture nostre rischiano di essere oggetto dell’applicazione della legge sulla concorrenza. Le altre regioni non stanno ponendo come prioritario questo problema, la regione Marche sì. Sarà un problema in più, perché potrebbe significare che arriva il grande gruppo del nord che accaparra le strutture nostre, piccole o medie o grandi e quindi sradicando una storia, una tradizione. Vogliamo essere fiduciosi ma questo sarà un problema in più. Si rischia diciamo una privatizzazione anche di questo settore.

Che potenziali conseguenze al di là dello sradicamento e della tradizione?
Sono gruppi privati, già qualcosa c’è nelle Marche. Le nostre strutture sono tutte senza scopo di lucro, le grandi strutture del nord sono strutture che pensano al risultato economico. Quindi sì, privatizzazione anche di questo settore, altro grosso rischio.

La regione avrebbe un vantaggio nell’arrivo dei grandi gruppi che potenzialmente potrebbero essere un pochino più autonomi a livello finanziario?
Si preoccupa delle risorse scarse, sicuramente le pensa tutte pur di non spendere. Una cosa amara che sottolineo: c’è stato il G7 salute nelle Marche, nessuno ha parlato di anziani, questo è un messaggio negativo che è passato dal G7 di Ancuna di qualche settimana fa.

Completamente dimenticati insomma?
Gli anziani non ci sono.

Una domanda riguarda a livello locale il progetto di accorpamento, collaborazione, fusione con la Fondazione Città di Senigallia per implementare i servizi con l’ospedale di comunità e la casa di comunità. Qual è lo stato dell’arte?
Il progetto è stata fatta dalla dirigenza dell’Asur di Senigallia, che ha coinvolto noi e Città di Senigallia circa due anni fa. Un progetto ottimo perché prevedeva nelle strutture della Fondazione Città di Senigallia di costituire due nuclei, l’ospedale di comunità e la casa della salute.

Qual è la differenza tra le due?
L’ospedale di comunità significa che l’ospedale cura le acuzie, il momento cruciale dopo di che manda a casa la persona o trova altre soluzioni, nel caso degli anziani magari dall’ospedale vanno a finire nelle case di riposo. L’ospedale di comunità è la struttura in cui la persona può essere inserita fino a che non si stabilizza, tant’è vero che l’aspetto sanitario è curato da medici dell’Asur, non da medici privati come invece nelle residenze protette dai medici di base. Invece la casa della salute è il servizio specialistico dei medici, quindi diciamo quello che è per capirci l’attuale poliambulatorio reso più specialistico con tutte le competenze. Tutto questo serve per alleggerire gli ospedali. E’ stata chiesta la disponibilità alla fondazione Città di Senigallia di mettere a disposizione i locali, visto che sono anche vicino all’ospedale, quindi ottima soluzione e in più i fabbricati già ci sono. All’Opera Pia è stato chiesto di portare avanti la gestione del sistema, si dovrebbe creare un soggetto nuovo, una società tra le due strutture che porterebbe avanti il servizio con una convenzione attraverso il servizio sanitario della Regione. Il progetto c’è, tutti l’hanno condiviso, sono passati due anni, la Regione ancora non ha dato luce verde, quindi siamo in attesa. So che qualche movimento c’è, ma al momento ancora non ci sono novità.

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Dalla Casa Bianca alla fondazione Mastai Ferretti di Senigallia: dopo Biden, Cecille canta per gli anziani

La cantante Cecille si è esibita cantando per gli anziani ospiti della fondazione Mastai Ferretti a Senigallia
La cantante Cecille si è esibita cantando per gli anziani ospiti della fondazione Mastai Ferretti a Senigallia

Domenica 23 giugno la fondazione Mastai Ferretti ha ospitato la cantante Cecille. Un nome per molti forse sconosciuto ma che in realtà identifica un’artista del gruppo che collabora nei concerti mondiali di Andrea Bocelli, il cui valore è invece ben riconosciuto, tanto da essere stata coprotagonista al concerto fatto alla casa Bianca, alla presenza dei coniugi Biden.

L’esibizione all’Opera Pia di Senigallia di questa prestigiosa presenza è stata possibile grazie a un dono, quello della famiglia Brunelli che ha voluto ricordare così il suo caro Valerio, ospite della residenza protetta fino a poche settimane fa: il concerto era un segno di riconoscenza verso la struttura per il servizio reso ma anche per la dedizione che i familiari hanno trovato nel personale impegnato nelle cure e nelle operazioni di custodia dell’ospite.

Il pomeriggio in musica si è svolto nel giardino della fondazione di via Cavallotti, alla presenza di quasi tutti gli ospiti della struttura attenti e sereni nell’ascolto di musiche degli anni ‘50 e ‘60.

Non sarà questo l’unico appuntamento perché sono già in programma altri momenti musicali tra fine giugno e agosto con il trio canoro Stefano, Brunella e Giovanni, con la banda musicale Città di Senigallia e altre voci del gruppo di animazione di Polo9.

Un’iniziativa dal carattere non tanto nostalgico, nonostante la musica e il bel canto dei loro anni risveglino negli ospiti tanti ricordi, quanto terapeutico perché va a destare alcune abilità intellettive, a partire dalla memoria, spesso il primo segnale di un decadimento che accompagna quello fisico.

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Relazione, l’altro nome della vita

Anziani, terza età, vecchiaia

Cosa può dire ancora la Vita quando la vecchiaia irrompe con tutta la sua prepotenza? Come tutti sappiamo, la vita media è nettamente aumentata, ma è aumentato anche il tempo in cui la sua qualità è decisamente compromessa, a causa di malattie croniche, spesso degenerative. Cosa ha da dire la Pasqua, con la sua forza, il suo fascino ad un tempo di vita così ‘in salita’? Gesù è Risorto dopo soli tre giorni, non ci ha dato una prospettiva lunga per ‘rinascere’, è come se ci dicesse che si può ‘risorgere’ subito, già in questa vita, ogni giorno. Non c’è un minuto da perdere, perché questa vita è preziosa in ogni suo istante.

In questo tempo di Pasqua mi piace riflettere sul fatto che Gesù Risorto non fa il giro del mondo per farsi vedere, per mostrare alle folle il miracolo più sorprendente di tutti gli altri. Gesù si mostra e incontra i suoi amici. Gesù vuole farsi riconoscere dai suoi amici: Maria di Magdala, i discepoli di Emmaus, gli apostoli e l’intero gruppo del cenacolo, e, di fronte all’assenza di Tommaso, torna, per farsi riconoscere anche da lui. Chissà se Tommaso era assente nel primo incontro, perché era stato l’unico ad avere il coraggio di uscire e magari aveva fatto la spesa per tutti. Questo non lo sappiamo, ma siamo certi che Gesù torna anche per lui. I suoi amici, gli apostoli, i discepoli, le donne, che lo avevano seguito per anni, hanno incontrato il Risorto. E come se non bastasse, in Galilea, luogo simbolo dove tutto era cominciato, Gesù si fa trovare in riva al lago e prepara la cena per tutti. Tutto questo mi fa pensare a quanto Gesù ci tenga all’amicizia!

Allora, forse, la cifra della nostra vita è proprio l’amicizia, cosa che è sicuramente possibile alimentare e curare in qualsiasi fase della vita. Le relazioni buone danno sapore alla vita e possono nascere in qualsiasi fase. Nella mia esperienza ho avuto la possibilità di frequentare persone anziane e malate, a volte molto anziane e molto malate. In questi casi l’unica cosa che resta è la relazione. Tutto passa necessariamente in secondo piano. Il passato è spesso in gran parte perduto, pensiamo solo a quanto poco spazio abbia una persona che si trova a vivere gli ultimi anni della sua vita in una casa di riposo: tutta la sua casa di prima viene racchiusa in un comodino e un armadietto, in una stanza, il più delle volte, da condividere con un’altra persona sconosciuta fino a quel momento. Il futuro non ha prospettive così invitanti. Restano l’amore e l’affetto delle persone care e il presente con quello che si può costruire giorno per giorno. Le relazioni buone si possono costruire sempre, anche se non ci si conosceva prima, anche con la diversità di ruoli: operatori, volontari, compagni di stanza. Anche quando si diventa dementi, si rimane capaci di riconoscere chi ci vuol bene e chi no.

L’amicizia, questa forma di amore disinteressata, è ciò che può farci sempre rinascere. E, sicuramente, è molto potente l’amicizia con Gesù, che non è privilegio solo dei suoi contemporanei, ma, se lo vogliamo, può riguardare ciascuno di noi. È Lui il primo a scommettere su questo sentimento, dandogli enorme importanza, perché non solo la vive nella sua vita terrena, ma gli dà valore anche da Risorto. Ecco il messaggio di questo tempo di Pasqua: tutti possiamo essere protagonisti di amicizia con gli altri, in qualsiasi momento della nostra esistenza. Possono essere amicizie di lunga data o di periodi recenti, ma proprio tutti possiamo vivere questo sentimento. Sulla strada tracciata da Gesù, ci auguriamo che il desiderio di amicizia possa accompagnarci ogni giorno della nostra vita, fino alla fine.

Il testo è di Anna Gobbetti,
pubblicato nell’ultimo numero cartaceo
de La Voce Misena
uscito nel mese di maggio

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Senigallia, la residenza protetta Mastai Ferretti si trasforma in un luogo d’arte col progetto “Opera Mia”

Il giardino sensoriale della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia
Il giardino sensoriale della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia

Una festa della poesia, della fotografia e della musica. Questo è stata l’iniziativa “Opera Mia” promossa nella fondazione Opera Pia Mastai Ferretti (da qui il nome) nel giardino sensoriale di viale Leopardi. Un pomeriggio dedicato agli ospiti e ai loro familiari, un evento per ridare centralità alle persone e stimolare le abilità residuali.

Alcuni di loro, si è scoperto, hanno un passato artistico anche importante: c’è chi è stato un poeta, chi musicista, chi pittore e chi invece si è dedicato all’arte fotografica. Scoperti questi talenti, il servizio animazione e di psicologia ha iniziato un lavoro specifico, culminato poi nel progetto e nella festa “Opera Mia”.

La festa si è svolta ieri, mercoledì 22 maggio, con la collaborazione delle associazioni di volontariato della città coordinate dall’associazione Il Seme: erano presenti quasi tutti i familiari degli ospiti e tanti volontari hanno arricchito con la loro partecipazione l’evento in giardino, praticamente tutto occupato dal numero di persone presenti.

Il pomeriggio è stato allietato dalla musica di Landi e Streccioni (violino e fisarmonica), il che ha “scandito” i tempi della lettura di poesie create dagli ospiti Cavallari e Colombaroni, mentre esposte nei corridoi e nel giardino della struttura per anziani vi erano le fotografie di Gambelli, coetaneo ed amico di Giacomelli.

All’iniziativa hanno partecipato per l’amministrazione comunale il vicesindaco Pizzi, l’assessora ai servizi sociali Petetta e il presidente del consiglio comunale Bello, ma vi erano anche altri autorevoli rappresentanti delle istituzioni della città e del territorio.

Solo il tempo – stavolta inteso in senso meteorologico – ha guastato un po’ il pomeriggio con un temporale, ma la conclusione è stata lo stesso gratificante per tutti coloro che hanno messo anima e corpo nell’organizzazione della festa, in primis Paradisi, presidente dell’associazione Il Seme.

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Assistenza sociale e domestica: i problemi che gettano in crisi un intero sistema

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Ci sono molteplici problemi sul fronte sanità e dell’assistenza sociale per le persone più anziane. Lo sottolinea la Cgil delle Marche entrando nel merito di un problema su cui anche la Caritas aveva lanciato l’allarme, anche se per altri aspetti. Ma tutto fa brodo, tutto va a incidere su una situazione su cui si registra, secondo il sindacato di Landini, il collasso sociale.

«Siamo ad un mutamento del welfare che ha smarrito la sua missione e  non si riesce a far fronte alle nuove esigenze, lasciando senza risposta una parte importante della popolazione che è quella più fragile». E’ quanto sostengono Cgil e Spi Marche commentando una serie di dati relativi al welfare e alla sanità locali.  Se le Marche, infatti, si confermano tra le regioni più longeve d’Italia, i numeri del welfare per la terza età sono ridotti al lumicino. 

Secondo gli ultimi dati Istat, la spesa per gli anziani e la non autosufficienza, è calata nel periodo 2020-2011; nel 2020, la spesa si attesta a 19,2 milioni di euro con oltre 3 milioni in meno di euro (-15,9%). Nelle Marche è in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: secondo le previsioni, si passerà dal 42% nel 2023 al 51% nel 2033 e, andando oltre dieci anni, al 66% nel 2043. Non va meglio per i servizi residenziali: per quanto riguarda le tariffe, nelle Marche, la media è di 128 euro al giorno contro i 112,6 euro del nazionale.

Per quanto concerne le residenze protette, nella regione, le tariffe sono comprese tra i 66,5 e i 74,7 euro giornalieri di cui la quota sanitaria valutata a 33,5 euro al giorno. Si tratta di un  importo inferiore alla media nazionale e insufficiente a coprire  i costi legati all’assistenza di tipo sanitario in struttura. Già ora, tra l’altro, è aumentato il ricorso al lavoro privato di cura e cioè l’impiego di assistenti familiari: sulla base dei dati Inps, nelle Marche, le badanti regolarmente occupate nel 2022 erano 14.333 con un incremento del 17,6% dal 2023.

Su questo fronte, la Caritas di Senigallia aveva lanciato un allarme molto importante: sono sempre più introvabili le collaboratrici domestiche: chi ha necessità di un’assistenza H24 si ritrova a dover quindi sostenere ingenti spese, che spesso la sola pensione dell’anziano assistito non basta a coprire. E quindi aumentano le famiglie che non arrivano a fine mese per quanto riguarda anche la voce dell’assistenza domestica, oltre che per le situazioni dove il reddito da solo già non basta a soddisfare le altre voci.

Per quel che riguarda la prestazione universale di 850 euro per gli anziani non autosufficienti che dovrebbe servire per remunerare l’assistente familiare, nelle Marche, a fronte di una platea di 121mila anziani non autosufficienti, saranno interessate al massimo 810 persone. E questo perchè i criteri previsti sono molto restrittivi: almeno 80 anni, ISEE fino a 6000 euro, assegno di accompagnamento. Per la Cgil e lo Spi Marche «questa misura ha ben poco di universale; per l’ennesima volta si tratta di annunci roboanti ma che non dà risposte alle persone fragili e ai loro drammi, che continueranno ad essere lasciate sole».

E ancora: «Se  si vuole affrontare seriamente il tema della non autosufficienza è necessario uscire dalla logica del trasferimento monetario e affrontare il tema vero che è quello dei servizi, ma per fare questo è necessario investire risorse che per ora non ci sono. I dati parlano chiaro: vi è il rischio  di un collasso sociale. Ad oggi, non è stato messo in campo nessun programma  di riforma; per questo, è importante una legge sulla non autosufficienza che abbia risorse adeguate e che non tradisca le promesse e le aspettative degli anziani e delle loro famiglie».